ATTO PRIMO
“Guardando le rose fiorite stamani,
io penso che domani saranno appassite.
E tutte le cose son come le rose
che vivono un giorno, un’ora e non più.”
Quanto pessimismo individuale e cosmico!
Quanta sfiga personale e collettiva!
Quale disgrazia incombe su questi uomini di ieri,
su queste donne appassionate e devote,
sempre di ieri cinquanta,
baffute e naturali,
senza trucco e senza inganno,
che si facevano sognare loro malgrado,
che ci facevano desiderare nostro malgrado.
Povere donne e poveri uomini di ieri!
Il Pessimismo è alla Jacopo e alla Giacomo,
alla Arthur e alla Arturo inculato da Zoe la sciancata,
alla Soeren il matto dopo il rifiuto di Regina,
alla Francoise ben parodiata da Catherine,
la sensual garbata partita dianzi per le Langhe infernali.
Tous le garcons e les filles de mon age
hanno tutti qualcuno da amare,
tutti i ragazzi e le ragazze della mia età
fanno insieme progetti d’amore
e la mano nella mano
se ne van piano piano,
se ne van per le strade a parlare dell’amore.
Solo io devo andare sola sola
senza uno straccio di uomo che mi ami.
Allora era così.
Guai a dire uno straccio di donna.
E la Juliette dove la mettiamo?
Tutta vestita di nero la Greco
avec Jean Paul e Simone al Bec de Graz de Paris,
i due menagrami dell’Esistenza filosofica
con le Gauloises eternamente
tra le labbra smunte e ossidate dalla nicotina,
con le dita gialle di impudicizia carnale,
trasgressivi e maledetti in attesa del Rien,
du Rien de rien,
toujours sans regretter rien,
ostinati nel rifiuto dei santi e delle statuette di gesso,
della pittura sacra nelle gallery del boulevard de la Seine.
L’Esistenzialismo è un Umanismo?
L’Essere è veramente il Niente?
Mancava lo Straniero di Albert
per completare l’opera dei Pupi francesi.
Carissimi stramaledetti,
Orlando e Rinaldo e Angelica,
vengo a voi e vi dico che
la Vita non è dolore,
non è angoscia sacra o profana,
la Vita non è una colpa da espiare,
non è un peccato mortale,
non è ubris e tantomeno condanna.
La Vita è alla Orazio,
al carpe diem e alla va in mona.
Tutto è nulla,
ma l’Amore è Tutto e sempre,
l’Amore vincerà sull’Odio,
checchè ne dica Empedocle di Akragas
e le sue quattro radici,
l’acqua, l’aria, la terra e il fuoco,
le sostanze famose di Silvanetta da Barcellona
in quell’alberghetto bordello di Onè di Fonte.
Eppure si desiderava,
ma eravamo i tabù a quadretti di liquirizia pura,
gli eredi di quei fascisti e di quella cultura
che non era morta nel 1943.
Albergava nei nostri cuoricini ignudi
e nelle nostre menti infanti.
Eccome albergava!
Salvatore Vallone
Carancino di Belvedere 01, 05, 2022