IL RISVEGLIO

Svegliarsi ogni mattina

con in testa una signorina,

svegliarsi finalmente con te,

con la mia Giannina.

Svegliarmi una mattina

insieme alla mia signorina,

svegliarmi ogni giorno insieme a te

che sei la mia piccina.

Svegliarmi sempre e sempre ormai con te

che sei la mia cagnolina.

In quel tempo fu Bobby a svegliarmi,

oggi sei tu a risvegliarmi.

Moi je t’aime,

chiunque tu sia,

o dulcedo dell’anima mia.

Salvatore Vallone

il Giardino degli aranci, 28, 05, 2023

NESSUNA RIGA, BUONA RIGA

Nessuna riga,

buona riga,

riga nuova,

senza una riga,

senza una squadra,

una squadra di parole,

undici parole da calcio,

quindici parole da rugby,

sei parole da pallavolo,

due parole da pallacorda.

Finalmente non ci sarà fine,

non ci sarà un fine e una fine.

Nessuna differenza,

solo diversità da difendere con le armi,

perché c’è sempre una guerra,

una guerra che vale più di un’altra guerra,

c’è sempre un relitto sopra cento parole,

un barcone alla deriva nel romanzo di Odisseo.

Ho le tasche vuote e un libro di poesie: Odissea.

Potrà mai spaventarmi una pistola?

Ho le tasche vuote e un libro di poesie: Iliade.

Potrà mai spaventarmi un pistola?

Energia,

caro,

energia palpabile,

cara,

vita e libido,

correnti continue e alternate,

turbìne,

tùrbine,

sposta l’accento

e vedi che mondo,

finalmente un turbinio.

Inventeremo qualcosa,

un’espansione eccentrica per talenti ribelli,

un’evasione fiscale da flattaxincul.

Emergenza ed emarginazione vanno di pari passo,

passo dell’oca,

ideologia di merda abbandonata,

ideologia osannata e dissennata:

il ballo del qua qua.

Finalmente.

Infine.

Insomma.

Sava

Carancino di Belvedere, 20, 02, 2023

19 GENNAIO

Semi sparsi nelle pieghe della terra

per far nascere una vita degna,

semi di grano e di papavero,

nutrimento biondo in mezzo a macchie d’estasi.

Ehi, Maestro,

seduti dietro a un banco di una scuola di campagna,

pensavamo più alla promessa di una corsa

che alle poesie di Pascoli,

ma da allora ogni aquilone ha il filo legato ad un dolore.

Ho immaginato spesso di esserti accanto,

di osservarti mentre la vita scorre

e termina

e poi torna,

come in un romanzo di avventura da rileggere in eterno.

Oggi festeggio il tuo compleanno,

vengo da te.

Sulla tua isola senza inverno

ti stringo in un abbraccio pieno di sole,

metto un filo d’erba nelle pagine

per non perdere il segno del tuo racconto.

Auguri, caro Maestro.

Sasà

Trento, 19, gennaio, 2023

ILLUSIONE

In ludo,

nel gioco io gioco,

illusione,

nel sogno io gioco,

illusione,

la realtà è un gioco,

illusione del sogno e della realtà.

So che sto sognando,

il Bardo,

la vita è un gioco,

nella vita io sogno,

la vita è illusione,

ti cambierò, o sogno, in desiderio,

nel mio desiderio di un sogno lucido

che manifesta l’illusione,

la dolce chimera.

Anche la veglia è illusione,

la realtà è sogno,

la vita è sogno,

un sogno lucido è un modo

per dissipare l’illusione della realtà.

Lunga è la strada della consapevolezza,

lunga è la strada che mi porta da te,

o Morte,

morte apparentemente solida e illusoria.

Rinascerò cagnetta.

Salvatore Vallone

Carancino di Belvedere, 2, novembre, 2022

MA L’AMORE NO

ATTO PRIMO

Guardando le rose fiorite stamani,

io penso che domani saranno appassite.

E tutte le cose son come le rose

che vivono un giorno, un’ora e non più.

Quanto pessimismo individuale e cosmico!

Quanta sfiga personale e collettiva!

Quale disgrazia incombe su questi uomini di ieri,

su queste donne appassionate e devote,

sempre di ieri cinquanta,

baffute e naturali,

senza trucco e senza inganno,

che si facevano sognare loro malgrado,

che ci facevano desiderare nostro malgrado.

Povere donne e poveri uomini di ieri!

Il Pessimismo è alla Jacopo e alla Giacomo,

alla Arthur e alla Arturo inculato da Zoe la sciancata,

alla Soeren il matto dopo il rifiuto di Regina,

alla Francoise ben parodiata da Catherine,

la sensual garbata partita dianzi per le Langhe infernali.

Tous le garcons e les filles de mon age

hanno tutti qualcuno da amare,

tutti i ragazzi e le ragazze della mia età

fanno insieme progetti d’amore

e la mano nella mano

se ne van piano piano,

se ne van per le strade a parlare dell’amore.

Solo io devo andare sola sola

senza uno straccio di uomo che mi ami.

Allora era così.

Guai a dire uno straccio di donna.

E la Juliette dove la mettiamo?

Tutta vestita di nero la Greco

avec Jean Paul e Simone al Bec de Graz de Paris,

i due menagrami dell’Esistenza filosofica

con le Gauloises eternamente

tra le labbra smunte e ossidate dalla nicotina,

con le dita gialle di impudicizia carnale,

trasgressivi e maledetti in attesa del Rien,

du Rien de rien,

toujours sans regretter rien,

ostinati nel rifiuto dei santi e delle statuette di gesso,

della pittura sacra nelle gallery del boulevard de la Seine.

L’Esistenzialismo è un Umanismo?

L’Essere è veramente il Niente?

Mancava lo Straniero di Albert

per completare l’opera dei Pupi francesi.

Carissimi stramaledetti,

Orlando e Rinaldo e Angelica,

vengo a voi e vi dico che

la Vita non è dolore,

non è angoscia sacra o profana,

la Vita non è una colpa da espiare,

non è un peccato mortale,

non è ubris e tantomeno condanna.

La Vita è alla Orazio,

al carpe diem e alla va in mona.

Tutto è nulla,

ma l’Amore è Tutto e sempre,

l’Amore vincerà sull’Odio,

checchè ne dica Empedocle di Akragas

e le sue quattro radici,

l’acqua, l’aria, la terra e il fuoco,

le sostanze famose di Silvanetta da Barcellona

in quell’alberghetto bordello di Onè di Fonte.

Eppure si desiderava,

ma eravamo i tabù a quadretti di liquirizia pura,

gli eredi di quei fascisti e di quella cultura

che non era morta nel 1943.

Albergava nei nostri cuoricini ignudi

e nelle nostre menti infanti.

Eccome albergava!

Salvatore Vallone

Carancino di Belvedere 01, 05, 2022

LA CORONCINA DI PRATOLINE

Lei aveva una coroncina di pratoline sui neri capelli,

lei aveva freschi pensieri nella sua anima novella,

lei sognava la favola bella della sua vita.

La porta finalmente si è aperta

e Diana è volata lontano,

lontano da qui,

lontano dalle umane miserie,

perché l’anima vola,

mica si ferma,

tanto meno ristagna o si adombra,

l’anima contempla l’ignominia della mente

di una madre assente,

assolve la pochezza di un padre ignoto

e le bagna di sacra pietas.

E stato così.

Adesso Diana si ama da sola

e rimboccandosi ogni sera le coperte,

troverà quell’amore gentile,

quell’amore dolce e sincero

nella notte che la invita a dormir.

Ho detto su di te le orazioni,

ho bagnato le pratoline,

ho sistemato la coroncina sulla tua testina,

adagio,

per non farti male.

Lei aveva una coroncina di pratoline sui neri capelli,

lei aveva freschi pensieri nella sua anima novella,

lei sognava la favola bella della sua vita.

Salvatore Vallone pose queste parole nel dolce ricordo di Diana.

Carancino di Belvedere, 06, 08, 2022

LA NUOVA NOVELLA

In principio era il Tutto,

l’armonia del Tutto,

la fusione dell’Olon zoon,

l’ordinato Kaos.

E venne Archimede.

 

Di poi fu il Segno,

l’Armonia del Segno,

la fusione dei Sema,

l’ordinato Cosmo.

E venne Pitagora.

 

Dopo fu il Verbo,

l’Armonia della Parola,

la fusione dei Logoi,

l’ordinata Terra.

E venne Esiodo.

 

Armonia è nel Tutto, nel Segno, nel Verbo.

La mitica figlia di Afrodite e di Ares,

dell’amore sensuale e della guerra,

segnava di dolcezza i suoi confini.

 

E vennero gli scienziati,

i pittori,

gli scultori,

i poeti

a battezzare i Cieli e le Terre.

E venne la Parola

a battezzare il Cielo e la Terra.

E vennero i sacerdoti a parlare di Dio.

E venne Egli.

Egli era in principio presso Dio:

tutto è stato fatto per mezzo di Lui,

e senza di Lui niente è stato fatto

di tutto ciò che esiste.

Giovanni gli rende testimonianza

e grida: «Ecco l’uomo di cui io dissi:

Colui che viene dopo di me mi è passato avanti,

perché era prima di me».

In Lui era la Vita

e la Vita era la Luce degli uomini;

la Luce splendette nelle Tenebre,

ma le tenebre non l’hanno accolta.

Giovanni battezza con l’acqua,

sciacqua le sue parole come lava i suoi panni.

Che grande che sei, o ultimo dei profeti!

Che bello che sei nella tua folle saggezza!

Viva i Giovanni!

 

Salvatore Vallone

 

Carancino di Belvedere 08, 06, 2022

 

QUESTA NOTTE ALLE TRE

Ferma come una rupe è questa notte

e senza vento.

Ieri fu un giorno di lampi nel sole,

di far bene l’amore con la vita

per essere al sole.

La spiaggia è ferma nel vento

e nel mare, al largo, tira forte il vento.

Qualche veliero è intirizzito per la poca acqua,

qualche uomo è morto d’amore

mentre scalzava i pochi peli della barba incolta.

Come una rupe è ferma questa notte

in mezzo a un vento che non è tempesta.

Ciciociacio se la dorme nella sua cuccia.

Gianna fa lo stesso.

 

Salvatore Vallone

 

Carancino di Belvedere 11, 06, 2022

 

FOLTI DI FERITE COME GATTI VELLUTATI

Precipita tutto rapidamente,

era troppo bello per essere vero.

Abbiamo avuto un tempo

per farci un’idea della vita

e poi la vita si è manifestata

e non era sola,

c’era la sorella bella,

quella con la falce nella borsetta.

Cosa ti ispira oggi, Maestro?

Cosa ne è stato di quei giorni di campanelli e sogni,

del caffè al bar,

del valore molle del benessere?

C’è quella canzone in sottofondo,

una volta conoscevo le parole,

ma adesso non so,

non riesco a ricordare.

Quando nella mia testa entra la tua testa,

tutto prende forma.

Mi sembra di aver sempre pensato

e non è vero,

sei tu che pensi per me,

per noi,

è il tuo sguardo che va oltre l’orlo dei merletti,

ma Burano è lontana,

le sue case colorate sono macerie.

Portami nel senso ultimo delle cose,

fammi strada,

fammi capire perché la musica si ferma

e non ricordo le parole.


Sabina

 

Trento, 20, Marzo, 2022

 

 

DECORO

Ecco la Donna,

ecco Colei

che libera le colombe bianche nel cielo azzurro d’Aspromonte,

la Madonna

che non ha da piangere alcun soldato noto e ignoto,

la Compagna dei soviet di Pietroburgo e di Pietrogrado

che combatte l’ingiustizia con il libro rosso di Mao,

la Femina dalle molecole succinte e impertinenti

che intercede davanti all’eternità,

che sta ferma dentro i buchi neri della Storia

a che più oltre il marziano non si metta.

Scendi dal mite colle di Fiesole,

o Madonna fiorentina,

prendi le tue ali di morbida lana

e corteggia questo Tempo moderno

che aspira alla Morte da gran suicidio

come unica igiene del mondo infame di Antonello,

seducilo,

dagli Vita.

Sursum corda,

leviamo in alto i cuori e le palle

quando la misura è colma in questo mercato rionale di Mosca,

in questa Vucciria di Renato in una Panormo

così insanguinata dal sangue rosso

dei capretti e degli agnelli,

dei maiali e delle vacche,

dei vitelloni e delle manze,

dei colori a olio di un pittore che dipinge un altare,

l’altare del milite,

ignoto a se stesso e agli altri.

Madonna,

proteggici in questo giorno di grazia,

riscalda queste nostre mani giunte

che a te si volgono come figli alle mamme,

come fiammelle speranzose di una tiepida primavera

in questo Paradiso ucraino di martiri congiunti,

di tutte le età,

di ogni regione,

di ogni città,

proletari di tutto il mondo che si uniscono

per te invocare,

per te sussurrare furtivamente

di chiedere anche al buon Allah

di intercedere presso Ho Chi Minh,

l’uomo buono del Vietnam,

a favore di tanti beati

che per li suoi preghi oggi stringon le mani.

Chi ama brucia,

brucia anche il compagno,

il fratello,

il camerata.

In questo rogo tutto russo

anche Giordano se la ride beato

da quel Paradiso dei martiri

che oggi festeggia la Donna,

la Madonna.

Eppure è vero.



Salvatore Vallone



Carancino di Belvedere 08, 03, 2022