Biagio di Callalta, 10 giugno 200…
Mio adorato ba,
ti ricordi che quando ero
piccola mi prendevi per mano e mi portavi al mercato del nostro paese
dove tutto era colorato di giallo e di bianco e immancabilmente mi
dicevi: “ricordati, Mabia, che la farina di grano costa meno del
riso e che con un chilo di riso compri due chili di farina bianca, ma
ricordati anche che il riso può essere amaro o troppo nero.”
E io non capivo quello che
dicevi e mi chiedevo in silenzio perché me lo ripetevi ogni volta
che giravamo felici tra le bancarelle del mercato tra il giallo
dell’holud e dei meloni e il bianco della farina e del riso.
Io non capivo perché ero
tutta presa dalle tue mani che mi stringevano e dal passeggiare
insieme a te in mezzo alla nostra gente: io ero la tua regina e tu
eri il mio re.
Del riso e del grano, della
farina bianca e del riso nero non capivo un bel niente e del resto
non m’interessava un bel niente; io avevo soltanto bisogno di
sognare il tuo amore per me e nella mia presunzione di bambina
vanitosa io non ero la tua principessina ma ero la tua regina.
Nel tempo e con la lontananza
ho capito cosa il mio baba voleva dirmi e con tanta insistenza e ogni
volta che uscivamo.
Nel tempo e con la lontananza,
mio dolcissimo baba, ho capito la parabola del tuo messaggio e ho
recuperato nella mia memoria di bambina vanitosa le storie della tua
vita, le storie della tua vita raccontate a volte con l’orgoglio
dei poveri e forse con la negligenza dei delusi.
E allora ho rivisto appese
alle pareti della nostra calda e modesta casa tutto il carico dei
tuoi ricordi e delle tue idee.
Il mio baba da giovane era un
nazionalista indipendentista, un aumilich, un autentico e sincero
aumilich, un musulmano che amava il suo Dio e il suo paese, la sua
fede e la sua libertà con lo stesso trasporto che il Corano
suggerisce ancora oggi agli uomini di buona volontà e di pie
intenzioni, i veri uomini di pace.
E in verità si legge nel
Corano che Allah non cambia la realtà di un uomo e la realtà di un
popolo fino a quando questo uomo e questo popolo non sono cambiati
dentro di loro.
Bisogna ripulirsi dentro,
bisogna essere puliti nel profondo del nostro cuore, mio caro baba, e
non bisogna essere ipocriti come i sepolcri imbiancati, perché Allah
ci guarda dentro e nel profondo del nostro cuore e non ci guarda in
faccia o nella pancia.
Questo insegna il nostro Libro
sacro, mio adorato baba, e a questi insegnamenti divini dobbiamo
volgere sempre il nostro sguardo di poveri mortali, dobbiamo
rivolgere le nostre domande di uomini ignoranti e dobbiamo affidare
le nostre perplessità di figli del Provvidente.
Lui, il Grande e
l’Onnipotente, ci ha voluti e ci vuole così, modesti e devoti.
Io so che il mio baba non è
un ipocrita ed è sempre stato ed è ancora oggi un vero amante della
libertà e un vero combattente della fede e della giustizia, un
aumilich, un autentico aumilich e un pio musulmano che lascia
maturare le sue idee con i suoi anni come i kadal che coltivava e
coltiva ancora nel suo campo e che al momento giusto riempivano la
nostra tavola e che ancora oggi riempiono la sua tavola anche senza
la presenza della sua devota figlia.
Il mio baba non ha mai
separato le fede dalla libertà, la fede dalla giustizia e per
affermare questi valori religiosi ha anche combattuto contro i
miscredenti.
Quanti infedeli ha ucciso il
mio baba in battaglia ?
Tutti quelli che Allah ha
voluto mettere sul suo cammino di credente e sulla Via della verità.
Quanti nemici ha ucciso il mio
baba in battaglia ?
Tutti quelli che Allah ha
voluto mettere sul suo cammino di credente e sulla Via della verità.
Il mio baba ha sempre amato e
ama Allah e i Suoi doni, la giustizia e la libertà.
E io, la sua Mabia, sono come
lui perché ho imparato da lui.
Il mio baba ogni quattro anni
si reca a votare con il vestito nuovo e con tutto l’orgoglio di un
musulmano che ha combattuto per la giustizia e per la libertà del
suo paese e del suo popolo in nome di Allah.
Rivedo ancora al centro di una
parete della nostra semplice casa il ritratto di Shekmogivor, la
guida della nostra libertà e l’eroe della nostra indipendenza,
l’uomo voluto da Allah per il nostro riscatto contro i nemici
oppressori e contro i fratelli fuorviati, il generale di un fedele e
prezioso combattente, il mio baba.
Rivedo il mio baba che prega
per lui davanti alla sua fotografia e lo raccomanda alla pietà del
Misericordioso perché entrambi hanno amato e amano Allah, la libertà
e la giustizia e meritano il Giardino delle Delizie.
I nemici del mio baba sono
stati da sempre gli Inglesi, miscredenti e crudeli, uomini senza Dio
e senza pietà che adorano i falsi idoli e sottomettono i popoli
senza avere alcun diritto.
I nemici del mio baba sono
stati i Pakistani, i fratelli fuorviati che Iblis aveva accecato con
l’illusione del potere e dello sfruttamento dei loro stessi
fratelli, i musulmani infedeli che dovranno espiare le loro colpe
perché Allah è Misericordioso, ma non dimentica neanche un dattero
o un crine di cammello.
I nemici del mio baba sono
stati l’Occidente e l’Oriente, gli uomini malvagi dell’Occidente
e i fratelli cattivi del suo Oriente.
Il riso amaro e nero erano
proprio i suoi fratelli pakistani e la farina bianca erano gli
Inglesi, gli occidentali in genere e tutti quelli che mangiano il
pane di grano.
Il mio baba pensa ancora che
la gente dell’Islam è superiore per la fede che porta nel vero Dio
e perché la gente dell’Islam ha sofferto la violenza degli
stranieri e delle religioni imperfette.
L’amore in Allah ha ispirato
il suo grande cuore e nel tempo la sua idea ha vinto.
“Ricordati, Mabia, che la
farina di grano costa meno del riso e che con un chilo di riso compri
due chili di farina bianca, ma ricordati anche che il riso può
essere amaro o troppo nero.”
Allora, mio caro baba, dimmi
perché oggi lasciamo il nostro paese e partiamo verso il lontano
Occidente ?
Forse per sopravvivere, ma
sicuramente per esserci e per vivere da musulmani anche in terra
straniera.
In verità tutti gli uomini
che hanno creduto in Allah e sono emigrati e hanno lottato con i loro
beni e con le loro vite sulla Via del vero Dio saranno a suo tempo
ammessi e premiati nel Giardino.
E tutti quelli che hanno dato
loro asilo e soccorso, ebbene tutti questi sono alleati dei musulmani
e Allah, da Buono e Premuroso Padre, vede e considera quello che essi
hanno fatto e continuano a fare per i Suoi figli lontani.
La ricompensa del
Misericordioso è per tutti e anche per quelli che aiutano nella
bella e gioiosa Italia Mabia e Pervez.
Anche queste persone sono e
saranno amiche del mio baba e soprattutto di Allah e per loro non
mancheranno le preghiere nel cuore e nella bocca del mio baba, così
come non mancano e non mancheranno nel mio cuore e nella mia bocca.
La mia preghiera è sempre
provvida e il mio tappetino è sempre diretto verso Makka.
E’ anche vero che chi ama la
sua terra, come il mio baba, non sente il bisogno di partire e non si
lascia abbagliare dal denaro e dalla ricchezza, dal lusso e dalle
comodità, dalle automobili e dai supermercati.
Chi ama la sua terra, come il
mio baba, accetta la volontà di Allah e attende il Paradiso nel
luogo dove il Misericordioso ha voluto che nascesse per onorarlo e
per portargli testimonianza.
Il grano ti dà la farina
bianca per fare il pane, ma il pane è sempre pane dappertutto e
anche se è condito con le
olive o con i semi di papavero.
Il mio pane era quello dei
musulmani, il rutì, quello schiacciato come una piadina, il pane
senza lievito e senza sale che esaltava il gusto del pesce o della
carne nei giorni della festa e dell’abbondanza.
Adesso che sembro a me stessa
e agli altri di essere diventata ricca, il mio pane è sempre quello
dei musulmani, il rutì, e non è quello dei miscredenti e degli
infedeli, ma è sempre il pane della mia terra anche se fatto con
quella farina bianca che mi permette di vivere con amore in un paese
straniero e di lottare per un futuro migliore insieme a tutti gli
uomini e a tutte le donne di buona volontà, quelle persone che non
hanno pregiudizi da scaricare sul prossimo e frustrazioni da far
pagare ai propri simili o tanto peggio ai propri fratelli.
E io, mio caro e dolce baba,
ho iniziato la mia missione e la mia pacifica battaglia senza
versare quel sangue umano che è sempre rosso sotto l’ingannevole
colore della pelle di ognuno di noi, musulmani e cristiani,
miscredenti e atei, politeisti e pagani.
L’odio non serve a nessuno,
le guerre, ormai, sono inutili stragi e il fanatismo fa sventolare la
propria bandiera soltanto sopra un cumulo di cadaveri.
Il vero scopo di qualsiasi
religione è di unire gli uomini e non di dividerli.
La fede deve unire anche nella
differenza delle religioni e deve redimere i senzadio almeno
nell’amore verso il prossimo, nella partecipazione, nella
collaborazione e nel servizio verso i più deboli per fare in modo
che questi ultimi non esistano più sulla faccia della terra.
Muhammad ha insegnato proprio
questo: amare il prossimo e soprattutto i più deboli.
So che questo progetto è
ambizioso e che c’è ancora oggi tanta strada da fare e tanti
ostacoli da superare, ma insieme agli altri il cammino sarà più
spedito e più gioioso.
Per altri intendo non soltanto
i fratelli musulmani, ma soprattutto quelli che non sono musulmani e
che non potranno mai esserlo e che nonostante tutto non sono
libertini e non sono debosciati.
Allah non vuole il disprezzo
del tuo prossimo.
Ho conosciuto un senzadio, mio
caro baba, e con lui ho parlato talmente tanto che mi sono legata e
forse mi sono addirittura innamorata.
E’ un italiano e non capisco
la mia attrazione nei suoi confronti, ma sono sicura che oggi non
saprei rinunciare alla sua gentile persona e alla sua preziosa
presenza anche se non è musulmano ed è un senzadio.
La giustizia, la libertà e la
tolleranza sono oggi i valori che un buon musulmano deve portarsi
addosso come la pelle e deve realizzare in questa vita insieme agli
altri uomini di buona volontà.
I nemici siamo noi stessi
quando pretendiamo di essere figli di Dio e ci chiudiamo agli altri
con cui viviamo e da cui in un certo senso materiale dipendiamo.
La mia triste esperienza con
Joshim e la mia permanenza in Italia non mi ha cambiata come figlia
di Allah e non mi ha trasformata da donna onesta in una puttana e
tanto meno in una miscredente infedele.
La mia esperienza di vita mi
ha dato soltanto la possibilità di allargare gli orizzonti del mio
cuore e della mia mente e mi ha permesso di riflettere alla luce dei
fatti e senza alcun pregiudizio; e credimi, mio caro baba, che tutto
questo non è poco.
Allah guarda misericordioso le
mie prove e le mie sofferenze, ma guarda soprattutto la sincerità
del mio cuore in qualsiasi cosa faccio, anche quando mastico un
dattero o prego nel mese di Ramadan con il tappetino rivolto verso
Makka.
Mio caro baba, non devo
chiedere il tuo perdono per tutto l’amore che ti porto e non devo
chiederti scusa per tutte le offese della mia precedente lettera
perché in entrambi i casi è il sentimento profondo che nutro per te
che mi ha scatenato questa reazione.
Io sono come te, io sono il
tuo ritratto e ricordati che non puoi accusarmi di nulla, perché sei
stato proprio tu e senza accorgerti a infilarmi dentro e con amore
l’immagine che io ho di te nel mio cuore sin da quando ero la tua
bella bambina, quella figlia da portare a spasso per il paese senza
pregiudizio e con tutto l’orgoglio di un uomo musulmano e di un
padre libero nella mente e nel cuore.
E allora non devi lamentarti
se anch’io nella mia vita voglio essere una persona politicamente
impegnata e innamorata delle sue idee e dei suoi progetti, ma è
anche vero che non dimenticherò mai di essere una donna musulmana e
sincera con il suo Dio.
Io non voglio essere una
schiava e neanche un’eroina condannata a morte da un tribunale
musulmano fatto di uomini mezzi iman e mezzi assassini.
Io non voglio essere uccisa
come una puttana dalle pietre di un qualsiasi maschio autorizzato
dalla legge a spaccarmi il cranio sotto un lenzuolo bianco in un
tragico tiro al bersaglio che ridesta gli istinti più bestiali di un
essere umano.
E ricordati che queste non
sono mie fantasie, ma questa è la realtà e speriamo che al più
presto diventi una realtà del passato.
E così Amina e Safira sono
ancora vive perché noi, donne islamiche che viviamo in paesi
democratici, abbiamo protestato e chiesto il loro intervento in nome
dei diritti umani.
Queste sono le nuove e le
nostre battaglie e si vincono senza spargere sangue in nome della
democrazia e della civiltà e non in nome di un dio che non esiste.
Basta che tu alzi appena la
testa e sopra il tuo paese trovi gli integralisti islamici
dell’Afghanistan e se ti sposti un po’ a sinistra trovi i paesi
arabi e africani dove si confonde ad arte e sulla pelle della povera
gente la politica con la religione e dove Allah viene contrabbandato
con Sadam Husayn o con il mullah Omar, con qualsiasi altro
sanguinario dittatore o con qualsiasi altro folle ayatollah, con gli
sceicchi del terrore ubriachi dei dollari del petrolio o con i
fanatici talebani che pretendono di essere i successori di Muhammad.
Mio caro baba non vedi cosa
succede in Iraq, in Nigeria, in Algeria, in Iran, in Libia ?
Ormai anche in Bangladesh è
arrivata la televisione e puoi essere informato su tutto quello che
succede nel mondo non dimenticando mai di non lasciarti suggestionare
da quello che senti e di tenere per te l’ultimo giudizio.
Non vedi, mio caro baba, tutte
le inutili guerre e le continue stragi che avvengono in Palestina e
in Israele, in Cecenia e in India, in Pakistan e negli Stati uniti,
in tutto il resto del mondo ?
E dimmi, mio caro baba, in
tutte queste tragedie cosa c’entra Allah ?
Sono queste le guerre sante di
un tempo ?
E chi sono i nuovi martiri ?
I suicidi del terrorismo o la
povera gente che per caso si trova nel posto sbagliato al momento
giusto ?
E quanti buoni fratelli
musulmani sono rimasti sepolti insieme ad altri uomini fratelli sotto
le torri gemelle di New York senza sapere perché sono stati
assassinati proprio loro che erano nella giusta via ?
Allah non ha mai voluto queste
infamie e chi le impone è soltanto un dittatore e un miscredente e
per lui ci sarà soltanto la Fiamma eterna.
La guerra santa e il martirio
non hanno senso di esistere in un mondo che è la casa comune di
tutti gli uomini di buona volontà.
Io voglio vivere finalmente la
mia vita con la massima libertà e con la massima giustizia e con la
massima democrazia.
E allora, se ancora non lo hai
capito, devi sapere che Mabia insieme a Safira, a Zibiba, ad Assia, a
Jasmina, a Orzala, a Rubia, a Camira, ad Amina, ad Aisha, a Kadigia,
a Malika, a Fatima, ad Halima e a mille e mille altre donne italiane,
arabe, africane, sudamericane e del resto del mondo e di tutte le
razze, ecco noi tutte insieme abbiamo fondato in Italia
un’associazione per i diritti della donna musulmana.
Noi siamo le nuove combattenti
sulla via di Allah e questa è la nostra battaglia, quella che non
uccide, ma che salva e riscatta dalla schiavitù migliaia e migliaia
di donne umiliate e sfruttate dalla violenza dei prepotenti, uomini
che in un modo religioso e in un modo politico esercitano un potere
ingiusto.
Noi non siamo sole in questa
battaglia civile, ma siamo in buona compagnia di altre associazioni
di donne e tutte insieme lottiamo per la nostra dignità e per i
diritti della famiglia, per i valori della diversità e della
tolleranza.
Al di là del velo che
portiamo e della religione che professiamo niente ci divide e niente
ci può dividere perché siamo convinte di essere dalla parte della
giustizia.
E questo non è un nuovo
fanatismo, mio caro baba, questa è la nostra presenza nel mondo e
tra la gente, questa è la nostra battaglia senza martiri e senza
sangue.
Non vogliamo più donne che si
mettono incinte di tritolo e che si fanno saltare in aria per
uccidere i nemici convinte che Allah lo vuole e sicure che
riapriranno gli occhi nel Giardino delle Delizie e magari ancora al
servizio degli uomini che in vita le hanno ingannate.
Queste donne, mio caro baba,
sono ancora vittime delle menzogne dei maschi e del loro violento
potere politico che le ha voluto e le vuole sempre ignoranti e
schiave.
Noi musulmane non vogliamo
essere donne ignoranti, donne martiri e donne suicide, noi vogliamo
essere donne ricche di sangue da regalare ai propri figli, capaci di
amare noi stesse e i nostri simili, degne di partorire tanti bambini
con amore e senza odio e felici di donarli al proprio uomo con
riconoscenza, vogliamo gustare la vita e ci opponiamo a ogni
ingiustizia e a ogni violenza perpetrate sul nostro cuore e sulla
nostra mente.
In quale surat del Corano
Allah ha detto ai suoi fedeli di morire per la Sua causa uccidendosi
per uccidere ?
Dove si trova nel Corano la
giustificazione del suicidio in nome di Allah ?
Caro baba ti invito a trovare
i versi del Corano e a comunicarmeli, perché io, che ho veramente
studiato direttamente in arabo il nostro libro sacro, non li ho
ancora trovati.
O forse sono gli sceicchi del
terrore ubriachi di petrodollari e gli ayatollah dell’ingiustizia
ubriachi della loro vanità a spingere i propri fratelli verso la
morte per realizzare i loro progetti di odio e di guerra.
Noi donne islamiche abbiamo
salvato le vite di Amina e di Safira perché non vogliamo donne e
uomini martiri, non vogliamo guerre, vogliamo il riconoscimento dei
diritti delle donne e vogliamo fare la volontà di Allah.
Il Corano è la nostra
religione e la vita civile internazionale ormai non vuole essere
confusa con le leggi religiose.
Io sono una donna musulmana
come il premio Nobel per la pace Shirin Ebadi.
Lo sai, mio caro baba, a chi è
stato dato dagli uomini giusti dell’Occidente il premio Nobel per
la pace ?
Proprio a Shirin Ebadi, una
donna musulmana dell’Iran, una donna che combatte per le riforme
civili contro il potere ingiusto degli ayatollah, una donna che non
vuole più che il Corano sia la difesa dei soprusi dei maschi.
Mio caro baba, ti ho detto
tanto e ti ho detto troppo, ma non ti ho detto ancora tutto, ma stai
tranquillo perché quello che ti devo ancora dire è sempre qualcosa
di bello.
Se la tua figlia prediletta
Mabia è diventata così, chiedilo a te stesso e nel profondo del tuo
povero cuore troverai la risposta più vera e nella tua limpida mente
troverai la giustificazione più logica e naturale.
Che Allah ti conservi ingenuo
per i miei peccati più belli e inconfessabili, oltre che per la
delizia del mio cuore e che il Misericordioso non abbia fretta di
darti il premio che meriti, il premio degli uomini giusti e devoti
nel nostro Giardino.
Per morire c’è sempre tempo
per gli uomini di grande valore; adesso resto in attesa della tua
rabbia di uomo testardo, ma sono convinta che dopo due giorni
ritornerai ad essere soddisfatto di quella bambina che ti portavi a
spasso per il mercato di Dakka e che un giorno ti sei lasciato
sfuggire dalle mani per darle la possibilità di realizzare il suo
sogno di libertà.
Credimi !
E non continuare a essere un
brutto asino, perché altrimenti questa volta devo proprio e soltanto
bastonarti !
E credi una volta per sempre
alla tua devota Mabia.
Savar, mag mash, 200…
Dolce figlia Mabia,
“Mi rifugio nel Signore
degli uomini,
Re degli uomini,
Dio degli uomini,
contro il male del
sussurratore furtivo,
che soffia il male nei cuori
degli uomini,
che venga dai demoni o dagli
uomini.”
Con tanto amore e venerazione,
credimi; il tuo baba.