MARUMARU

Maru,

marulla,

marumarata,

tempestada,

dolce e ingegnata,

umile e alta come creatura,

nuova e novella da favola bella.

Maru,

marella,

marumarella,

canzone di Maruzzella,

scilinguata cummarella di una ex Napoli bella,

tra vicoli e viuzze alla ricerca del cucco,

la Bellezza grande e non piccìola,

quella giusta di una donna libera e non sola.

Maru,

marolla,

marumarina,

eterna signorina,

pulzella fiori d’arancio,

vò ca ti mancio,

vò ca t’arrusicu u rosmarino

vò ca ti criscio ndo me giardino,

adorno di rose e di fiori

mentre tu dormi con i tuoi ossimori.

Maru,

marona,

marumarona,

brutta e arruffona,

donna molesta che fa sempre festa,

in giro per i borghi,

in giro per i canali,

in giro per i viali

alla ricerca dei Carnevali

che mancano alla dispensa

di una femmina senza credenza.

Maru,

marazza,

marumaruzza,

marummarazza ca ioca co iattu,

marumau che non è morto,

porcellana da ortobello,

cicoria la mattina e la sera,

radicchio dalle pieghe agognate,

rosolina papaverina con il cappello rosso,

shiopet da risi senza bisi,

la me Maru,

la me Marumaru.

Marameo!

Salvatore Vallone

nel lontano Karancino, il 10, del 6, nel 2023

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