
Nessuna riga,
buona riga,
riga nuova,
senza una riga,
senza una squadra,
una squadra di parole,
undici parole da calcio,
quindici parole da rugby,
sei parole da pallavolo,
due parole da pallacorda.
Finalmente non ci sarà fine,
non ci sarà un fine e una fine.
Nessuna differenza,
solo diversità da difendere con le armi,
perché c’è sempre una guerra,
una guerra che vale più di un’altra guerra,
c’è sempre un relitto sopra cento parole,
un barcone alla deriva nel romanzo di Odisseo.
Ho le tasche vuote e un libro di poesie: Odissea.
Potrà mai spaventarmi una pistola?
Ho le tasche vuote e un libro di poesie: Iliade.
Potrà mai spaventarmi un pistola?
Energia,
caro,
energia palpabile,
cara,
vita e libido,
correnti continue e alternate,
turbìne,
tùrbine,
sposta l’accento
e vedi che mondo,
finalmente un turbinio.
Inventeremo qualcosa,
un’espansione eccentrica per talenti ribelli,
un’evasione fiscale da flattaxincul.
Emergenza ed emarginazione vanno di pari passo,
passo dell’oca,
ideologia di merda abbandonata,
ideologia osannata e dissennata:
il ballo del qua qua.
Finalmente.
Infine.
Insomma.
Sava
Carancino di Belvedere, 20, 02, 2023