
Fluido,
panta rei,
fluidità,
fluid è il verbo
che fluisce tiepido e fuggitivo
in commiato generoso dell’inverno
e in odor di primavera
dalle labbra acerbe e smunte della regina Ginevra
l’amore di Lancillotto du lac,
come le pere a goccia del mio albero maestro,
come le pulzelle che imbracciano il basso,
la chitarra vittoriosa che sa di inutile contestato fallo
in questa stagione freddastra
che fluidamente scivola,
che ignobilmente passa e trapassa
tra cotanta gente che sa,
che conosce,
che impera,
che appare e non traspare,
che fluida non è,
attestata in un solo monotono sesso al potere
che della donna ha la sensibilità ma non le tette,
un corpo di Bacco e di Venere
senza il monopolio politico di quel dio Tabacco
che tanto disturba il membro sopra le palle.
Salvatore Vallone
Belvedere di Siracusa, 10, 02, 2023