
Non a caso piovuto da un cielo plumbeo
nel pieno splendido splendente della veneta pianura,
Ratzy ha un mantello grigio perla
senza macula e senza inganno,
è un vivente di razza,
ha una personalità giuridica
con tutti gli effetti etici e morali,
è una persona per bene,
discreto quanto basta agli intelligenti
e furbo quanto serve agli idioti,
vive in un mondo di simili e consimili
tra gioie e dolori del quotidiano tendere a un fine.
Opitergium è a portata di mano dal suo mondo,
a un tiro di schioppo dal grembo di sua madre,
Oderzo sa di latino e di vino,
di campi a fieno e a biada,
di vigne e di formento,
di pannocchie e di bachi da seta.
In questo giorno del 2005 é arrivato
come un papa,
come un pope,
come un ras,
come un ayatollah,
con il suo mantello raso e color crema,
il musetto di quelli che la sanno lunga
e che a cacciar topi son di gran classe,
mentre cresce amato nel cortile di Ilaria,
nei campi a filari geometrici di Rosa,
rosicando i bocconi saporiti di Iuca,
degni di un levriero elegante nel cuore.
Solitario nella caccia,
bonario come un monaco cistercense di Tempio,
paziente in specie con l’amico Ringo,
Ratzy si é fatto grande,
é diventato Ratzum.
Vivi Ratzum,
vai Ratzum,
vola Ratzum,
abbaia Ratzum,
salta Ratzum,
balla Ratzum,
corri Ratzum,
ama Ratzum,
soffri Ratzum,
riposa Ratzum,
dormi Ratzum,
sogna Ratzum.
Salvatore Vallone
Carancino di Belvedere, 20, 11, 2022