TOI – 1452b

Ti regalerò un piccolo pianeta,

un piccolo pianeta con due stelle,

le stelle binarie,

un pianeta pieno d’acqua al venti per cento,

di quel che manca è pieno di eudaimonia,

i buoni demoni,

i demoni del bene,

gli istinti vitali di Dioniso il matto,

gli angeli della cuccagna

che fan l’amore con madama Dorè

in tutte le chiese del circondario,

nei conventi abitati dagli ultimi monaci,

gli uomini soli e veri

che sono sopravvissuti alle tivvù caccose

e ai professori mercenari e scontati al centodieci per cento,

come le facciate dei palazzi fatiscenti di Forlimpopoli.

Quanti buoni demoni!

Tanti,

ma tanti e poi altrettanti.

Ma quanti sono questi demoni?

Sono tanti

quanti quelli che dentro sentiva Socrate

quando era fatto di cicuta e di peperoncino,

quando era fatto di poche parole e di tanti perché,

Socrate,

il figlio di Sofronisco e di Fenarete,

il fratellastro di Patrocle,

il marito di Santippe,

il sofista anomalo,

il marito anomalo,

il padre anomalo,

il misogino normale,

l’omosex normale,

il filosofo senza filosofia,

il perditempo dell’agorà,

quello che non scrisse nulla per pigrizia,

quello che ciondolava per le strade anfose,

quello che dormiva sotto i portici dipinti,

le stoà di Pirrone,

non il gesuita di don Fabrizio,

non il ruffiano del Gattopardo,

lo stoico Pirrone,

quello del giusto mezzo,

non la 500 di Nane Agnelli e di Viktoir Valletta anni 50,

quello dell’in medio stat virtus,

quello del sunt denique certi fines,

quos, ultra citraque, nequit consistere rectum,

non quello di Quinto Orazio Flacco da Venosa,

il furbastro che allettava gli schiavetti a piacimento

nella sua casetta parva sed apta ei,

non questo e non quello,

ma il demone che ti comprerò io,

me misero tapino,

senza un soldo nel taschino,

senza un cane e un topino,

ti offro un TOI-1452b con stelle incorporate,

con acqua a volontà

per gli sciacqui orali e per il bidet a ogni ora,

con le dovute cure e premure

per gli obesi e i nullatenenti,

per i politici e i giornalisti,

per Charlene e Marlene,

per Ilary e mastro don Gesualdo,

per i re e le regine,

per i matti e le mattine,

per chi ancora ha voglia di fottere e di fottersi

in questo nostro pianeta a rimasuglio,

un pianeta stupito con due stelle,

stelle binarie,

un pianeta pieno d’acqua al venti per cento,

ma di quel che manca è pieno di daimonia.

Salvatore Vallone

Carancino di Belvedere, 20, 09, 2022

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *