
“Io lo veglierò, io lo difenderò
da tutte quelle insidie velenose
che vorrebbero strapparlo al cuor,
povero amor.”
Ditemi,
chi è quell’uomo
che sembra un angelo,
sorride a tutti
e tutti gli sorridono,
cammina per le strade come in estasi,
chi è?
Io,
io sono io,
proprio io,
solo io
che amo te
e vivo solamente
per amare te.
Strappi dal mio cuore,
o insidia velenosa,
il povero amor che mi sostiene,
mi avvince,
mi avvinghia,
mi scalza,
mi sobbalza,
mi annichilisce,
mi svariona,
mi disorienta.
O insidia,
o insidia,
perché non rendi poi
quel che prometti allor?
Perché di tanto inganni gli innamorati?
Quelli dell’amore vegliato,
quelli dell’amore difeso,
gli innamorati della Retorica,
dell’arte di convincere per esaurimento scorte,
dell’Eristica,
dell’arte di trascinare insieme alle parole,
di persuadere,
dell’arte di appagare con dolcezza le voglie matte,
dell’Oratoria,
dell’arte del bel parlare forbito ed ecologico.
Ma quel che è bello non è sempre buono
e quel che è buono non è sempre bello.
Manca la via di mezzo del giusto,
manca il giusto,
l’amore giusto che va dall’avvocato azzeccagarbugli
e si fa difendere a botte di carte da cinquecento,
le ex spigliate e sudate carte della banca europea,
quella del drago dragon ammazzabuffon,
quella del Cerutti Gino,
il mago del bar del Giambellino,
quello che da solo gioca al biliardo.
Quante storie e quante parole
per un amore andato a male
dentro il cartone del latte
in un frigo che va a corrente alternata
per insolvenza di bolletta boom e boom.
Andè tutti a cagher!
Mi vui sol che na femena da amar.
Sbalie o son just?
Salvatore Vallone
Carancino di Belvedere, 10, 09, 2022