ATTENTA AI LUPI !

TRAMA DEL SOGNO

Ho sognato che utilizzavo una specie di slittino sull’asfalto.

Questo slittino aveva qualche difetto nell’uso e un tecnico ne ha smontato la seduta sorridendo del fatto che la base fosse una teglia rotonda da forno cambiandola quindi con un pezzo più consono all’uso.

Mi ritrovo subito dopo, a piedi, camminando in una strada stretta dove dovevo fare molta attenzione ai mezzi, anche di grossa dimensione, che vi transitavano per non esserne travolta ed ero molto prudente nel mio avanzare.

Proseguendo il cammino mi trovo in un campo in piena notte e sono vicino ad un albero, forse un gelso. Sono insieme ad altre persone che però in quel momento non vedo perché è buio.

D’improvviso capisco che di fronte a me stanno arrivando dei lupi di corsa. Resto immobile, pensando di fare cosa giusta e sperando che i lupi non si accorgano di me.

Sfrecciano accanto a me sfiorandomi a velocità supersonica e io mi copro la faccia con le mani pensando che, se dovessero assalirmi, per lo meno salverei il viso dai loro morsi.

I lupi passano ignorandomi. Sento le persone con cui ero insieme che parlano e questo mi fa capire dove andare per riunirmi a loro.”

Lupetto

INTERPRETAZIONE DEL SOGNO

Ho sognato che utilizzavo una specie di slittino sull’asfalto.”

Trattasi di uso improprio di uno strumento, un “qui pro quo”, un’ambivalenza e un’ambiguità, trattasi di uno “spostamento” e di una “traslazione”, di un mettere le cose giuste nel posto sbagliato. E tutto questo per difesa psichica, per non vivere l’angoscia affrontando in maniera diretta e congrua le evenienze della vita, le occasioni del quotidiano, le tentazioni della convivenza, le seduzioni della socializzazione, gli ammiccamenti della faccina che sorride.

La “specie di slittino” in questione simbolicamente si decodifica nel lasciarsi andare al godimento, al gusto della vita e della vitalità, al culto dei bisogni e delle pulsioni del corpo, al proprio “psicosoma”, quello che non si dismette mai di calzare vita natural durante. Lupetto “utilizzava una specie di slittino”, Lupetto non viveva bene il suo corpo e la sua vitalità, Lupetto non era il suo corpo, Lupetto si sublimava e si nobilitava, Lupetto era angosciata dalla “libido” del suo corpo, dall’energia vitale che la teneva in essere e in esistere. “L’asfalto” è ruvido e improprio, incongruo, è per i masochisti che vogliono soffrire non godendo del corpo e della propria “libido”. L’asfalto non è ecologico.

Sintesi: Lupetto è in conflitto con i propri bisogni organici e le proprie pulsioni sessuali.


“Questo slittino aveva qualche difetto nell’uso e un tecnico ne ha smontato la seduta sorridendo del fatto che la base fosse una teglia rotonda da forno cambiandola quindi con un pezzo più consono all’uso.”

Ecco come si evolve la “libido”, ma non soltanto quella di Lupetto, quella universale. Passa da un contesto familiare a un ambito specialistico e tecnico. L’educazione sessuale si snoda dalla famiglia alle sedi più appropriate, quelle mediche e psicologiche. Lupetto rievoca in sogno la sua educazione sessuale e la sua relazione con il corpo, oggetto di eros e di amore.

Ricapitolo le simbologie con la semplicità dei segni. Lo “slittino” ha a che fare con la vita sessuale. Il “difetto nell’uso” ricorda una distorsione della bambina e una carenza moralistica dell’ambiente educativo. Chiaramente la bambina si difende dalle tensioni e dalle angosce di un corpo che si evolve nelle sensazioni e nei desideri, nei bisogni e nelle pulsioni, nell’erotismo della “libido”. Il “tecnico” che smonta rappresenta un educatore o un medico, nonché la stessa Lupetto che evolve i suoi conflitti secondo le evenienze psicofisiche dell’adolescente che si fa donna.

Insomma Lupetto in un certo periodo della sua giovane vita si è trovata a sistemare il corpo e la mente in riguardo alla sessualità e al desiderio, anche se offre in sogno un quadro meccanico e poco psicologico:”smontato la seduta”. A mio giudizio il sogno sta dicendo a Lupetto che è passata da una fase familiare a una fase sociale nell’educazione sessuale e nei vissuti in riguardo al proprio corpo. “Più consono all’uso” non significa sacrificarsi, bensì adattarsi nel sociale ed essere adatta alla convivenza. Questo è un prezzo che si paga per avere i vantaggi dello stare insieme e l’adattamento è una forma importante dell’Intelligenza umana.

Mi ritrovo subito dopo, a piedi, camminando in una strada stretta dove dovevo fare molta attenzione ai mezzi, anche di grossa dimensione, che vi transitavano per non esserne travolta ed ero molto prudente nel mio avanzare.”

Nel cammino di sua vita la bambina, evoluta in donna, ha incontrato difficoltà e ha dovuto istruire le sue difese psicologiche per non incorrere nei traumi di avventure relazionali rischiose e non consone all’educazione e alle istanze morali del “Super-Io”. In sostanza, Lupetto ha lesinato le sue storie erotiche sessuali per paure proprie e prescrizioni educative. Nello specifico si vede chiaramente l’angoscia sessuale della deflorazione e dell’attività sessuale, del coito immaginato come una violenza: la strada stretta e i mezzi anche di grossa dimensione. La prudenza è una inibizione erotica e sessuale che ha lo svantaggio di non essere travolta dalla carica della “libido”. Il “transito nella strada stretta dei camion” giustifica ampiamente la decodificazione: angoscia della deflorazione e del coito.

Proseguendo il cammino mi trovo in un campo in piena notte e sono vicino ad un albero, forse un gelso. Sono insieme ad altre persone che però in quel momento non vedo perché è buio.”

Lupetto descrive in sogno il travaglio psichico della sua educazione erotica e sessuale: la solitudine di un “campo”, l’ignoranza della psicodinamica in atto. La “piena notte” illustra l’assenza della luce della consapevolezza, manifesta la latitanza della “coscienza di sé” in espresso riferimento all’evoluzione psicofisica dell’infanzia e dell’adolescenza. Insomma, Lupetto è in famiglia e vive in società, ma non è aiutata da nessuno e non si fida degli altri, “in quel momento non vedo perché è buio”. Il quadro è universale e molto diffusa è l’inadeguatezza del sistema educativo familiare e scolastico proprio in riguardo al corpo e ai suoi diritti. Lupetto è vicina a un “albero, forse un gelso”, un simbolo androgino di padre e di madre, una figura genitoriale ambigua che aiuta e protegge, un “padre-madre”, padre è “l’albero”, madre è “il gelso” per le sue caratteristiche di un frutto-capezzolo. La bambina non si è saputa districare tra il padre e la madre nella sua evoluzione psichica in riguardo alla sua vita sessuale.

D’improvviso capisco che di fronte a me stanno arrivando dei lupi di corsa. Resto immobile, pensando di fare cosa giusta e sperando che i lupi non si accorgano di me.”

Guardate come sta procedendo simbolicamente il sogno: dallo “slittino sull’asfalto” alla “teglia rotonda da forno”, dalla “strada stretta con i mezzi di grossa dimensione” alla “piena notte con l’albero di gelso”. Il tema portante nella diversità degli oggetti è l’angoscia del trauma della deflorazione e della sessualità. Cambiano gli oggetti, ma resta la psicodinamica con il progressivo disvelarsi dell’intensità emotiva e delle strategie che Lupetto ha usato suo bengrado per superare gli aspetti più difficili della sua evoluzione psicofisica. Pensate che, se ci fosse stata una buona educazione sessuale con figure rassicuranti e protettive, la donna non avrebbe elaborato questo sogno e avrebbe tenuto un altro atteggiamento psicofisico sempre in riguardo alla dinamica evolutiva della vita sessuale.

A questo punto arrivano “i lupi di corsa”. Lupetto vive l’aggressività sessuale maschile come un pericolo di vita e usa la strategia psichica dell’evitamento, cerca di non mettersi nelle situazioni propizie a incontri pericolosi che potrebbero essere forieri di violenza. In sostanza la bambina cresce con quest’angoscia della sessualità mortifera e con il vissuto del maschio violento. La donna si serve della massima prudenza e della mimetizzazione per non incorrere nella violenza altrui. “Resto immobile” si traduce in cresco senza tante manifestazioni del mio corpo e con tutti gli accorgimenti delle censure e delle condanne che provengono dall’educazione ricevuta in riguardo alle umane dinamiche erotiche e sessuali. Lupetto è cresciuta senza dare nell’occhio con eclatanze seduttive ed erotiche, ha vissuto da buona ragazzina gli eventi psicofisici evolutivi e le relazioni umane che la vita le ha man mano messo davanti. Lupetto è cresciuta con le sue paure e ha evitato che si manifestassero come angosce, ha vissuto in maniera difensiva il suo corpo e le sue movenze psichiche, si è tirata indietro da una vita pericolosa e spericolata. Qualche dubbio permane, pur tuttavia, nella donna in riguardo a questa strategia relazionale che sin da bambina ha istruito nei riguardi dell’universo maschile e vissuto come violento nelle sue manifestazioni sessuali, ha problematizzato oltremodo la deflorazione e il coito, non ha ricevuto aiuti e strumenti adeguati a un sano superamento di queste necessarie paure. Lupetto è vissuta “pensando e sperando” che i maschi non si interessassero del suo bagaglio psicofisico femminile.

Sfrecciano accanto a me sfiorandomi a velocità supersonica e io mi copro la faccia con le mani pensando che, se dovessero assalirmi, per lo meno salverei il viso dai loro morsi.”

Guardate come la paura traligna nell’angoscia, la paura della vita sessuale degenera nell’angoscia di morte per violenza sessuale. “Sfrecciano”, mi “sfiorano”, “mi copro la faccia con le mani”, “salverei il viso dai loro morsi”. Lupetto è il suo “viso”, Lupetto è la sua “faccia”, simboli dell’esposizione e dell’esibizione sociale. I “morsi” sono le violenze maschili nell’esercizio della vita sessuale, tracce che non devono evidenziarsi nel pubblico arengo e che devono restare eventualmente nel privato. Si manifesta una sorta di educazione moralistica che tutela i membri della famiglia, la donna in particolare, dalla gogna sociale, dal rimbrotto e dal pettegolezzo, dalla maldicenza e dalla cattiveria. Esiste un privato ed esiste un pubblico, il primo da vivere come natura vuole, il secondo come cultura vuole. Ma la Natura è la vera e la prima Cultura. Il resto consegue e non sempre viene elaborato e partorito al meglio dagli uomini arroganti. La Natura è un Sistema interattivo di oggetti, una Grande Monade, la più alta Entelechia.

I lupi passano ignorandomi. Sento le persone con cui ero insieme che parlano e questo mi fa capire dove andare per riunirmi a loro.”

Lupetto ha superato le sue paure e si sente anche inadeguata a un certo momento della sua vita: tanto rumore per nulla o per poco. L’amplificazione data dall’ambiente e ridata da lei stessa alla sessualità è stata eccessiva e non ha portato buoni frutti, tutt’altro, ha contribuito all’isolamento. Ed ecco che Lupetto decide di uniformarsi al gruppo nel momento in cui ha razionalizzato la sua angoscia in riguardo all’aggressività sessuale maschile e nel caso specifico alla deflorazione e al coito.

Tutto bene quel che finisce bene. Soltanto al Male non c’è mai fine.

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