
Siediti,
voglio raccontarti una storia,
una storia fatta di tante simpatiche parole,
la storia di Pippo, Peppa, Peppe, Pippa e dei Pippi.
Lo sai
che Pippo non è puppo
e pappa le puppe a pera di Pippa
sulla poppa della nave Poppea,
mentre Peppa fa una pippa a Peppe
e Pippa fa un pippotto a Pippo e a Peppe
perché le puppe di Peppa servono per le pappe dei Pippi?
Cinque personaggi in cerca d’autore,
tu stai dicendo,
tu dirai,
ti conosco ormai,
mia bella mascherina,
tu l’hai detto
perché tu sai dire.
Hai detto,
dici
e dirai
che è tutto normale in questo nostro mondo adulto
che ha le sue radici nell’infanzia,
così puritano,
così impudico,
così sfarfallato,
così fasullone,
così svarionato come dice la grande Sofia,
un mondo da festival della canzone infiorata
e infiocchettata come un cesto di radicchi trevisani.
Hai detto,
dici
e dirai anche
che la follia non esiste,
che Dioniso è un dio vivo e vegeto,
molto vegeto,
quasi vegetativo come il nostro disumano sistema neuro,
un vero dio semiologico con le palle e con le tette,
con tanti segni chirurgici sul corpo imberbe di giovinetto efebo,
quasi come il marinaio Sebastiano
prima di essere eletto santo.
Hai detto,
dici
e dirai ancora
che la follia è stata inventata dai sacri inquisitori in illo tempore
e dalla Monarchia fascista e dall’aristocrazia nazista,
semper in illo tempore,
sed etiam cotidie dai filosofi imbroglioni del regime zarista,
dal signor Vladimiro faccia stagnata dai piedi di piombo,
dal nazisocialismo euroasiatico di Aleksandr Dugin,
scusate,
del Rasputin del Cremlino,
quello che trita e ritrita concetti altrui
al dolce sapore di prugna come il confetto Falqui
per far cagare il grande capo
fino a ridurlo a tutta cacca e a niente capo.
Hai detto,
dici
e dirai persistente
che la follia è servita ai grandi sacerdoti e ai grandi magnaccioni,
agli scienziati della chimica in odore di panfilo,
agli psichiatri in odore di viaggio premio su una Costa
senza il capitan codardo,
quello che uccidendo affondò nella merda
e con poco carcere nelle gonfie bisacce.
Cinque personaggi in cerca d’autore.
Cosa c’entra Luigi da Girgenti,
il professor Pirandello,
quello delle ceneri sparigliate e sparpagliate?
Cosa lo invochi a fare,
se io ti chiedo
se tu sai
che Pippo non è puppo
e pappa le puppe a pera di Pippa
sulla poppa della nave Poppea,
mentre Peppa fa una pippa a Peppe
e Pippa fa un pippotto a Pippo e a Peppe
perché le puppe di Peppa servono per le pappe dei Pippi?
Sono d’accordo.
Tu mi rispondi sfacciato
che sei d’accordo,
senza renderti conto
che è rischioso il fatto,
anzi il fattaccio di questa banda di Pippardi,
così come io te lo do,
senza prima aver contratto una polizza con la santa Alleanza,
la multinazionale all’incontrario di Robin Hood,
quella che toglie ai poveri per dare ai ricchi,
la benamata e pur cara sposa di Alessandro il russo
in quel 1815 foriero di merda reazionaria,
di Federico Guglielmo il crucco,
di Francesco il secondo crucco,
la Compagnia che sposa soltanto chi non vuole legami,
che tutto toglie e nulla dà.
Vade retro Satanasso e Belzebù!
Io amo Lucifero perché porta la Luce,
come santa Lucia,
la Luce del Sapere e degli occhi,
le uniche armi che sparano Bellezza,
che sprizzano Gioia,
che regalano Armonia,
io amo le donne in mini e maxi gonna,
nonché in pantaloni alla zuava,
e tutto il resto lo lascio ai posteri,
ai poveretti che vedranno il fiume giallo diventare marrone,
il fiume sacro già marrone,
il fiume Ciane essiccato dalle rane industriali,
una sorgiva mitologica e mitica
senza papere e senza papiri.
Ho fede nella Fede che verrà
senza la morte negli occhi della donna e dell’uomo
con mille e mille virtù,
con mille e mille qualità,
con mille uova e mille semi
senza intrallazzi e contaminazioni nel buon pane,
per chi è assuefatto ai pesticidi e ai disserbanti.
Sia verde il grande prato
che riceverà le spoglie dei credenti e dei miscredenti,
i loro pensieri e i loro atti.
Grazie Maria Elena per il tuo mancato brevetto,
per il dono d’amore verso gli ultimi degli ultimi
che sono e saranno i primi
dopo la morte degli apostati e dei dissennatori.
E noi,
io e te insieme a cento altri mentecatti,
continuiamo a dire in tanto bordello televisivo e stampato
che Pippo non è puppo
e pappa le puppe a pera di Pippa
sulla poppa della nave Poppea,
mentre Peppa fa una pippa a Peppe
e Pippa fa un pippotto a Pippo e a Peppe
perché le puppe di Peppa servono per le pappe dei Pippi.
Di questi tempi è immorale e illegale
che Pippo & Peppa & Pippa & Peppe & i Pippi,
anche se sulla poppa della nave Poppea
e con tutti i pippotti e le pappe di questo mondo,
si atteggino a protagonisti da cinque stelle
e a seguaci di Pantalone il supermaritato,
non è previsto nel progetto di legge Zan e Antizan
che la famigerata truppa dei Pippardi si esibisca
in questo circo pedestre di gente pentita
che chiede scusa
dopo avere ucciso l’angelo custode,
la Maria Maddalena e la santa di turno.
Di questo passo dove andremo a finire?
Non c’è più mondo
e non c’è più morale
da quando si è saputo in giro
che Madre Natura si è ribellata alle cicche sulla spiaggia,
alle uova della caretta caretta depositate sulla sabbia,
agli squali mutilati per l’orgoglio maschile,
alle sardine finite in scatola loromalgrado,
nonché alla retata degli sgombri sotto l’olio di un girasole.
Sono tutte situazioni di contrabbando,
meglio mangiare un pezzo di pizza
in un pozzo che puzza,
come faceva un pazzo
dopo aver chiesto il pizzo
a Pippo, a Peppa, a Peppe, a Pippa e ai Pippi.
Salvatore Vallone
Carancino di Belvedere 09, 02, 2022