
Carissimo,
verecondo,
anima pura,
è vero,
è proprio vero
quello che oggi dicono i vecchi:
“il segno dei tempi è orrendo”.
Viviamo in un disumano reale
che ci consuma momento per momento
secondo le regole assurde di un bieco assassinio,
di un lento suicidio,
di un linciaggio mediatico,
di uno spread immane che tende all’infinito,
che tende,
che tende
e mai va giù,
come la torre di Pisa ancora oggi.
Quanta tempesta per le carrette dei mari!
Quante giovani vite, profughe e diseredate, condannate a morte!
Quanta infanzia negata e rubata dall’infamia solerte dei moralisti!
Quanta gioventù annegata in una pozza di mare fognante!
Quanta vanagloria per politici e giornalisti in tivvù!
Quanto amore tra le tue braccia immense e illegali!
Mimmo,
Mimmuzzu,
gioia ri lu me cori,
anche Tideo e Anfiarao da Argo ti battono le mani di bronzo.
Quando ritornerà il sereno in questo paese di plastica,
in questa terra governata da ignoranti
venuti dalle stalle e saliti alle stelle,
le caretta-caretta depositeranno le uova
anche sulle spiagge arenose della Calabria,
là dove un uomo osò,
come le vere aquile,
andare incontro al disumano esodo,
aprire le arterie del cuore,
simile simili cognoscitur,
abbracciare il fratello e la sorella,
come nei trasgressivi Evangeli,
come negli umani Manoscritti di Karl,
come nelle ampie tuniche di Teresa,
come nelle parole accorate di nonna Lucia.
Omnia munda mundis.
Cerca solo di star bene,
o amico del mio vecchio cuore.
Salvatore Vallone
Carancino di Belvedere 20, 03, 2022