
Ecco la Donna,
ecco Colei
che libera le colombe bianche nel cielo azzurro d’Aspromonte,
la Madonna
che non ha da piangere alcun soldato noto e ignoto,
la Compagna dei soviet di Pietroburgo e di Pietrogrado
che combatte l’ingiustizia con il libro rosso di Mao,
la Femina dalle molecole succinte e impertinenti
che intercede davanti all’eternità,
che sta ferma dentro i buchi neri della Storia
a che più oltre il marziano non si metta.
Scendi dal mite colle di Fiesole,
o Madonna fiorentina,
prendi le tue ali di morbida lana
e corteggia questo Tempo moderno
che aspira alla Morte da gran suicidio
come unica igiene del mondo infame di Antonello,
seducilo,
dagli Vita.
Sursum corda,
leviamo in alto i cuori e le palle
quando la misura è colma in questo mercato rionale di Mosca,
in questa Vucciria di Renato in una Panormo
così insanguinata dal sangue rosso
dei capretti e degli agnelli,
dei maiali e delle vacche,
dei vitelloni e delle manze,
dei colori a olio di un pittore che dipinge un altare,
l’altare del milite,
ignoto a se stesso e agli altri.
Madonna,
proteggici in questo giorno di grazia,
riscalda queste nostre mani giunte
che a te si volgono come figli alle mamme,
come fiammelle speranzose di una tiepida primavera
in questo Paradiso ucraino di martiri congiunti,
di tutte le età,
di ogni regione,
di ogni città,
proletari di tutto il mondo che si uniscono
per te invocare,
per te sussurrare furtivamente
di chiedere anche al buon Allah
di intercedere presso Ho Chi Minh,
l’uomo buono del Vietnam,
a favore di tanti beati
che per li suoi preghi oggi stringon le mani.
Chi ama brucia,
brucia anche il compagno,
il fratello,
il camerata.
In questo rogo tutto russo
anche Giordano se la ride beato
da quel Paradiso dei martiri
che oggi festeggia la Donna,
la Madonna.
Eppure è vero.
Salvatore Vallone
Carancino di Belvedere 08, 03, 2022