
Quando,
quando mi vedrai con gli occhi nuovi
seduto sulla tua disadorna tomba di marmo pario
a piangere il fiore caduco dei tuoi gentili anni perduti,
stai pur sicura
che troverai iosa di laudi e orazioni,
ma sarai felice d’incanto
soltanto perché ti ho portato intrecci di parole
acconciati a solfeggio,
musicati secondo le regole certosine del fraseggio anarchico,
quasi un madornale cazzeggio,
tanto per fare,
tanto per dire,
a che non si dica
che non ti ho pensato,
che non ti ho riverito e servito in hac lacrimarum valle,
in questa balorda risaia senza mondine,
senza le mamme che mondano le colpe dei padri e dei figli,
senza le madri che partoriscono nel piacere
di un sogno sognato e niente più.
Domani ti comprerò un chihuahua.
Salvatore Vallone
Carancino di Belvedere 15, 01, 2022