
Mi interpreti come se fossi un sogno.
Tra l’affetto e il concetto ritrovo frammenti dimenticati in qualche hotel
durante il mio giro del mondo in ventimila giorni sopra i mari.
Ed eccole le moltitudini di genitori all’ammasso,
madre e padre infiniti,
sempre presenti nelle loro inconcludenti assenze.
Gemo su lapidi senza più fiori,
piene di muschio ad indicarmi il nord,
la mia bussola.
Ed ecco me,
libera dalla subordinazione,
ecco il mio nome,
vestito sotto il quale giace, quieta e nuda, la mia essenza.
La meta non esiste,
esiste il viaggio
che è lo spazio di un sogno eterno ed etereo
in cui ho intavolato una conversazione interiore con te.
Se sveli il nome,
non sveli la persona.
Sveli il segreto.
Anonima
Trento 17, 09, 2021