
Esce il tuo sorriso dalla bianca ombra del sole
e appari fresca di vita nella giovinezza che si perde.
Cosa dice il poeta Pupazzetto?
“Spezza il tuo viso,
spezza il tuo cuore,
spezza il sorriso,
spezza l’amore.”
Perché ondeggi?
Non è forse la notte negli occhi?
Non è forse la luce nelle labbra?
Diniega,
respinge,
non è niente,
io sono felice,
io sono io,
non vedi?
Quale tristezza,
quale dolore?
Non posso fare a meno di essere felice,
non potrei non esserlo,
come potrei dulcissima virgo,
dulcissima femina di sangue spagnolo,
di accento profondo,
di voce calda e roca,
sensuale e medianica.
Cosa dice il poeta Pupazzetto?
“Denuda il tuo viso,
denuda il tuo cuore,
denuda il sorriso,
denuda l’amore.”
Tu non hai sorelle,
sei figlia unica
e unica nel tuo breve universo,
sei Gea e sei Moira,
la radice dell’albero della vita,
il congedo della morte,
sei l’alfa e l’omega,
la prima e l’ultima lettera di ogni vocabolario,
sei il lievito della comunità di Cristo,
il primo degli ultimi,
sei pane e pagnotta,
pastosa e gustosa per chi ti mangia,
inquieta e fremente per chi ti gode,
odorosa alla francese,
puzzolente di calamari fritti alla messicana.
Riposa senza posa, o dolce sposa.
Cosa dice il poeta Pupazzetto?
“Raccogli il tuo viso,
raccogli il tuo cuore,
raccogli il sorriso,
raccogli l’amore.”
Hai vergogna?
Psicodramma o farsa?
Una verità che tu sai,
una menzogna che tu neghi.
E’ difficile pesarti.
E’ arduo ponderarti.
E’ impossibile governarti.
L’ago gira, gira, gira,
la bussola si rompe,
roteano le pupille,
turbinano i testicoli.
La trance,
il delirio,
la vita e la morte.
Quale continuo congedo?
Quale continuo addio?
Quale valle mostri al tuo Josafat?
Quale fiume attraversi
per il tuo soldatino in grigioverde denominato Scarpel?
Il Piave o il Monticano?
Sul Montello hanno ucciso un partigiano di vent’anni.
Ma da che parte stava il partigiano a vent’anni?
Stava dalla parte sbagliata.
Punto e basta!
Nel Monticano si è annegata la Dolores,
la Maria Dolores da Motta di Livenza.
Era esaurita
e aveva perso la bussola.
Era spaesata la poverina.
Punto e basta!
E allora, a questo punto, dimmi,
dimmi tu che sai
e che hai navigato.
Cosa dice il poeta Pupazzetto?
“Copri il tuo viso,
copri il tuo cuore,
copri il sorriso,
copri l’amore.”
Il corpo,
il corpo vuole,
il corpo vuole riposare,
vuole dormire,
vuole vivere,
vuole godere,
vuole morire.
Il corpo vuole morire.
Quanta pace!
Quanta serenità!
Quanta morte!
Vibra e ronza il cellulare.
Pronto?
Chi parla?
Sono le voci dell’amore antico,
le voci del pianto antico.
“L’albero a cui tendevi la pargoletta mano,
il verde melograno dai bei vermigli fior…
sei nella terra fredda,
sei nella terra nera,
né il sol più ti rallegra,
né ti risveglia amor.”
E’ morto il piccolo Dante,
il figlio di Giosuè!
E allora?
Cosa dice il poeta Pupazzetto?
“Vesti il tuo viso,
vesti il tuo cuore,
vesti il sorriso,
vesti l’amore.”
Velo velino,
velo velato,
chi è la più bella del creato?
Marisa la tossica!
Proprio lei?
Non l’aspettavo a quest’ora.
La sua intelligenza zampilla,
spruzza,
sprizza,
esce dagli occhi e non dalle labbra.
Lei respira,
respira parole,
lei dice,
lei parla,
lei parla parole,
respira e parla parole,
parole e vita,
silenzio e morte.
Eternità chi sei?
Compagna della morte ti ho costruito invano.
L’esistenza è un mare di dolore,
un mare di piacere,
un mare di ambiguo malanno.
L’esistenza è una nenia araba,
un sorriso che ghigna,
un rumore sottile che metallico risuona,
un tonfo che echeggia alle radici dell’albero della vita.
Riposa senza posa
o dolce compagna di giorni migliori.
Riposa senza posa.
Cosa dice il poeta Pupazzetto?
“Raccogli il tuo viso,
raccogli il tuo cuore,
raccogli il sorriso,
raccogli l’amore.”
Vaffanculo poeta Pupazzetto!
Salvatore Vallone
Pieve di Soligo 10, 10, 2010