
Prima della prima luna piena.
Poi sarà Pasqua,
ma ora,
ora è primavera.
È primavera.
Ti ricordi?
Mi volevi bene,
forse mi amavi.
È primavera,
lo stupore continuo della rinascita,
una vera gioia in luogo di un sollievo
e che vuoi che sia
se l’inverno tenta l’impronta sui fiori del ciliegio,
ormai sta morendo
e noi veniamo al mondo.
Sei vestita di gemme nuove, oggi.
Nella mia testa fatta di fiori ti rinnovi.
Sbocci,
ti apri inaspettata,
luminosa,
ancora piena di vita e di parole,
odori di talco e di erba verde,
di olio di oliva,
di papaveri che non mi hai mandato mai,
di fiori d’aglio,
di fiumi sotterranei,
di cardi selvatici,
di amore regalato,
di versi recitati davanti alla maestra,
di vita furiosa che straripa gli argini dell’abitudine,
di donna.
C’è fuori una luna sdraiata
a metà di una stagione che non abbiamo avuto mai.
Sei vestita di bianco
come quando andavi incontro all’amore.
Sei la sposa.
Prima della prima luna piena.
Poi sarà Pasqua,
ma ora,
ora è primavera.
Sava
Carancino di Belvedere, 21, 03, 2021