
Enzo è partito.
Ha infilato l’orologio nel polso sinistro,
ha comprato il biglietto nella stazione di Augusta,
è andato a Roma dai suoi amori.
Ha lasciato la biro su un foglio di carta,
sul tavolino del soggiorno:
sopra un bambino
che va sorridente a scuola con la cartella vecchia
e il panino imbottito di mortadella in mano.
Ha scritto parole semplici,
una stanza chiusa con dentro un mondo:
la primavera,
l’attesa,
la speranza,
la nostalgia.
Enzo è partito,
non come le tante volte,
come la volta fatale.
Il marinaio ha lasciato la barca a metà sul cortile di casa,
la poppa ancora da saldare
e la prua orgogliosa in cima ai suoi pensieri di ragazzo.
Saprà navigare anche questa volta,
saprà salpare verso un altro porto,
non Suez o Eilat,
il luogo delle sue paure e delle sue speranze di uomo dolce.
Enzo è morto
lasciandoci più poveri e più soli
nel nostro egoismo di sopravvissuti.
Omnia munda mundis, mondo cane!
Cura ut valeas, prezioso cugino mio!
Salvatore Vallone
Carancino di Belvedere, 17, novembre, 2020
IL TEMPO
Cosa è il tempo…
il presente, il passato, il venire?
il levar del sole,
il biancor della Luna,
il manto sempre cangiante delle stelle?
Non puoi prendere il tempo,
non voglio il tuo tempo,
ma posso darti il mio tempo
a fermare la tua bellezza,
a fissare la luce del tuo sorriso
sempre immutato nel tempo,
a fare del tuo tempo
giorni di amore…
senza tempo.
Vincenzo Grillo
Augusta, primavera dell’anno 2019