
Clelia,
appari all’improvviso tra un mazzo di algoritmi
offerti all’ingordigia di occhi invisibili,
resa umana dall’incarnazione astratta di un vizio.
Nello spazio vuoto dell’azione
ti fai maschera magnifica in minuscoli fotogrammi
per conquistare la scelta di gentiluomini decenti
che pagheranno il tuo pane
col suono di un piacere solitario e vano.
Dove si posa lo sguardo,
termina l’immaginazione
e la poesia si sgretola ai piedi del feticcio.
Ma questo tu lo sai,
eserciti il dominio in un mondo di appetiti elementari
e incassi i proventi dell’illusione seduta su un divano,
dove poggi le tue lunghe gambe
che terminano in sandali di corda.
Ripensi alla tua fuga,
al fiume che accoglie le bracciate ampie della tua ribellione
e la tua promessa non illumina il tempo libero
degli eroi eccessivi di questo nuovo tempo,
illumina la tua libertà,
illumina il tuo tempo,
che oggi mi appare come mi appari tu:
con un’attitudine all’eterno.
Sabina