
Dopo un mese di travaglio esistenziale facciamo il
TAGLIANDO PSICOFISICO
in preparazione della ripresa progressiva delle nostre attività e della nostra vita.
Cominciamo dall’ansia.
ANSIA
Si tratta di energia vitale che serve al nostro pensiero e alle nostre azioni.
Non preoccupiamoci se resta nei livelli di guardia, se non si somatizza, se non diventa sudore e affanno o altro intoppo alle funzioni corporee.
Stiamo attenti che non sia costante e uniforme, come se si vivesse in un continuo stress o in un continuo trauma.
Controlliamo che durante la giornata questa energia benefica oscilli e non sia sempre allo stesso livello d’intensità. Deve essere presente quando agiamo e deve decrescere quando riposiamo, deve oscillare in base alla circostanza e all’emergenza.
Cerchiamo di conoscere e prendere confidenza con la nostra ansia e con il nostro corpo.
Distendiamoci nel letto e proviamo, come nel training autogeno, a controllare il livello di tensione nervosa in circolazione. Proviamo a farlo crescere e decrescere. Impariamo a essere padroni delle nostre energie per poterle dispensare secondo la nostra volontà e distribuire al meglio. Controlliamo il flusso del respiro e portiamolo alla naturale fluidità. Liberiamolo dagli inceppamenti e governiamolo senza fatica aumentando o diminuendo leggermente l’intensità del respiro.
Proviamo a rilassarci allargando il flusso benefico a tutto il corpo, come se fosse quest’ultimo a respirare.
Convinciamoci che l’ansia è salute e non malattia se rientra in questi livelli.
Sappiamo che l’ansia è nevrotica se è legata ai nostri conflitti psichici individuali e relazionali, con noi stessi e con gli altri.
E allora se notiamo che l’ansia persiste e non oscilla, pensiamo quale pensiero e quale evento, tra i tanti, ci hanno maggiormente colpito in quest’ultimo mese.
Se continua a farsi sentire, pensiamo quale evento traumatico del passato per associazione può essere emerso.
Se l’ansia decresce, abbiamo trovato l’evento e il trauma giusti.
A questo punto abbiamo fatto una pulizia sommaria del camino. A noi interessa soltanto far decrescere l’ansia e sapere a cosa è collegata. Gli approfondimenti per il momento non servono perché sarebbero controproducenti.
Quest’operazione di consapevolezza dell’ansia va fatta con assoluta tranquillità e sicurezza, fa solo bene perché allarga la “coscienza di sé”. Maggiormente consapevoli della nostra ansia e della sua causa possiamo riflettere meglio su quanto le necessarie restrizioni psicofisiche ci hanno maturato o logorato.
Operiamo un’ulteriore “razionalizzazione” del materiale psicofisico emerso e una benefica accettazione dei nostri vissuti.
Annotiamo in sintesi le nostre valutazioni sulla ANSIA in un libretto.
Domani analizzeremo la PAURA.