
In relazione a I COMPITI SCOLASTICI IN TEMPO DI CORONAVIRUS
Caro dottor Vallone, non potevo non inoltrarle questo mio scritto, dopo aver letto l’articolo in oggetto.
Non voglio, tuttavia, commentare la sua puntuale analisi del caso effettuata da una prospettiva psicologica, ma voglio soffermarmi sulla frase ” SONO SEMPRE ANNOIATI E NON FANNO I COMPITI CHE TRAMITE WHATSAPP.”
Come Lei sa, sono un’ insegnante di Scuola Primaria cui stanno a cuore i bambini e, prima del loro apprendimento, il loro benessere psicofisico.
Sempre molto attenta, quindi, a creare ambienti di apprendimento motivanti in classe, cerco di essere altrettanto attenta a farlo anche a distanza. Con le mie colleghe e, senz’altro,anche grazie alla tecnologia cui non ho disdegnato di approcciarmi pur di rendere più bello ciò che andiamo a presentare, stiamo avendo un feedbak più che positivo: i bambini si dicono curiosi di vedere cosa presenteremo ancora, e i genitori, pur con le loro difficoltà, apprezzano il nostro lavoro.
In cosa consiste questo lavoro?
Certamente inviamo schede di rinforzo e approfondimento, ma confezioniamo anche dei video o degli audio per spiegare cose nuove e ripassare cose vecchie, video per cantare insieme, video per dare spunti creativi, padlet perché i bambini mettano in mostra i loro elaborati creativi in modo che li possano vedere i compagni e avere i loro commenti… allacciamo conversazioni via chat, tramite la piattaforma didattica o con whatsapp per chi è disagiato… Cerchiamo, in pratica, di mantenere, anche a distanza, una dimensione di gruppo.
Non un lamento… anzi grande partecipazione attiva dei bambini… e dei genitori che ci dicono grazie per il lavoro a distanza e per l’impegno produttivo e piacevole che diamo ai loro figli.
Tutto questo per dire che anche la scuola può essere il riempitivo giusto, senza far cader nella noia questi nostri preziosi bambini.
Un caloroso saluto da una sempre “motivata” maestra Alessandra anche in tempo di coronavirus.