
Riepilogando per non smarrirci e per continuare a vivere al meglio possibile, dicevo in un post precedente che allo schema psichico individuale della morte si associa lo schema culturale della morte, l’insieme delle caratteristiche, schemi e segni, con cui viene propagata la rappresentazione della morte nei media con numeri, statistiche e previsioni.
Se restiamo ancorati al “fantasma di morte” individuale senza razionalizzarlo, matureremo una “tanatofobia” e amplificando le angosce collegate a questo nucleo primario della nostra formazione psichica. E’ necessario, quindi, evolvere benignamente la “tanatofobia” nella “tanatologia”, un discorso razionale sul fenomeno psicofisico della morte, una poderosa presa di coscienza del significato di quel materiale psichico che il virus ha destato e sta destando in tutti noi.
Lo stesso processo di “razionalizzazione” si metterà in atto sul “fantasma collettivo di morte” attraverso il passaggio dalla rappresentazione emotiva della morte alla rappresentazione concettuale veicolata dalla gente dietro le informazioni ricevute dagli organi di diffusione. Anche in questo caso sarà necessaria la “tanatologia di massa”, una rappresentazione culturale razionale e condivisa. Si dovrà pervenire alla consapevolezza di chi siamo, di cosa ci sta succedendo, di quanto siamo affannati, di come stiamo reagendo, di dove stiamo andando.
Cinque punti da RAZIONALIZZARE INSIEME come se se fossimo UNA SINGOLA PERSONA.
CHI SIAMO: siamo un popolo e una nazione, il popolo italiano, siamo una cultura e apparteniamo alla cultura occidentale originata in Grecia tre millenni fa. La IDENTITA’ COLLETTIVA unisce e ben vengano tutte le manifestazioni che servono a rafforzare l’appartenenza alla stessa cultura e la condivisione delle radici e dell’attualità storiche.
COSA CI STA SUCCEDENDO: siamo in pieno contagio da coronavirus e siamo a rischio di morte a causa di un virus ignoto e micidiale alla luce dei fatti e di fronte al quale non siamo attrezzati scientificamente.
QUANTO SIAMO AFFANNATI: la parola “affannati” abbraccia l’ansia, la paura, il dolore, l’angoscia, tutte le emozioni e i sentimenti che formano il nostro trambusto psicofisico in atto.
COME STIAMO REAGENDO: dignitosamente e ubbidendo alle leggi straordinarie e con la giusta consapevolezza. E’ possibile migliorare la reazione civile della società semplicemente perché una parte minima della popolazione non ha ancora assimilato la pericolosità dei loro atti per sé e per gli altri.
DOVE STIAMO ANDANDO: la direzione naturale è la risoluzione progressiva del contagio e della pandemia con la guida della SCIENZA e con le scelte politiche migliori possibili a causa dell’ignoranza globale dell’agente patogeno e della sua nefasta azione.
L’identità collettiva, il fatto storico, lo stato psicofisico, la reazione sociale, l’obiettivo sono le basi collettive per una fausta prognosi.
E’ tempo di usare più che mai la Ragione individuale e collettiva.
E’ tempo di continuare a vivere con la piena consapevolezza e non di sopravvivere in attesa degli eventi.
E’ tempo di abbandonare l’onnipotenza o il fatalismo e di sostenersi con le capacità razionali, al fine di reagire in maniera costruttiva alla tragedia di cui siamo protagonisti a diverso titolo ma sempre attori della stessa trama.
Bisogna non lasciarsi assolutamente suggestionare da teorie fantasiose e da diagnosi inopportune, soprattutto dalle mille paranoie fantascientifiche che immancabilmente circolano nei media da parte dei soliti maniaci di protagonismo. Asteniamoci dalla visione di programmi televisivi fanaticamente divisivi e frequentati da onnipotenti narcisisti.
Una giusta prognosi psico-culturale impone questo ammonimento:
ATTENIAMOCI AI FATTI ESSENZIALI E SPERIMENTATI SULLA NOSTRA PELLE
Di poi ci sarà anche il tempo delle riflessioni, delle scelte e delle denunce.
Di poi ce la racconteremo.
Salvatore Vallone
Pieve di Soligo (TV), domenica 22 del mese di marzo dell’anno 2020