
“Gentilissimo,
mi piacerebbe veder affrontato il tema della privazione della libertà, oltre a quello della paura del contagio. E’ un interrogativo che mi sono posta in questi momenti concitati: salute o libertà? Necessità o principio filosofico. Per cosa combatterei con maggior foga?”
Sabina
Andiamo sul semplice, accipicchia!
Eppure in questi tempi la riflessione filosofica ha la sua giustificazione per illustrare i criteri e i principi che nello scorrere quotidiano del tempo, di questo tempo critico, incarniamo senza averne piena consapevolezza: “incarniamo” mi piace di più del freddo “siamo portatori”.
La “privazione della libertà”, quella psicologica e non quella fisica, è un falso problema semplicemente perché l’uomo è un prodotto psico-socio-culturale “condizionato” e non gode della prerogativa divina di essere “assoluto”, sciolto da ogni legame e da ogni forma di dipendenza, per cui la sua unica libertà si attesta nella possibilità della scelta, la Politica. L’uomo è libero nel momento in cui opera una scelta tra le diverse tesi o visioni del mondo. Quando la scelta è fatta ed è imposta dalla Politica per motivi eccezionali, come di questi tempi nel nostro bel paese, l’Uomo deve farla sua attraverso la valutazione etica.
E’ giusta questa scelta del potere politico?
Risponde al criterio del Bene individuale e collettivo?
Con questa operazione riflessiva l’Uomo è libero pur restando all’interno del suo naturale contesto di Necessità.
Passiamo al secondo punto.
La contingente “privazione della libertà fisica” ubbidisce al “principio di convenienza” e al “principio del meglio”, in base ai quali l’uomo tende alla Vita e alla conservazione della Vita, Filogenesi, alle condizioni date nel contesto storico e culturale in cui agisce. I principi del Diritto naturale, elaborati nel Seicento da Grozio e Gentile e di poi ripresi da Locke e altri filosofi, affermano che la Vita e la conservazione della Vita sono diritti massimamente oggettivi perché risiedono nel Corpo, nel Vivente, (in tutto il Vivente, animali, vegetali e minerali compresi, aggiungo io buddisticamente) e si giustificano inconfutabilmente con la Materia Vivente, il Corpo. Se la privazione della libertà fisica ubbidisce alla Vita e alla conservazione della Vita, il Diritto naturale è pienamente rispettato e la scelta individuale e collettiva ha le prerogative di essere “etica”, di ubbidire al principio del Bene, e di essere universale perché sostenuto dalla Logica e, quindi, necessariamente valido e condivisibile da tutti in quanto basato sulla Ragione. Ottimismo illuministico.
Può bastare.
La “paura del contagio” oscilla tra la fobia e la paranoia. In quanto “paura” è giusta e salutare, fa soltanto bene perché offre un limite su cui riflettere prima di agire. Che tutti abbiano paura di essere contagiati senza tralignare nella fobia assurda e nella manie di persecuzione, va bene, anzi benissimo. Nessuno vuol morire, il Corpo vuole naturalmente vivere, la Mente non può essere birichina e annientare la vita.
Analizziamo il terzo punto.
Ricordiamoci sempre che “natura non procedit per saltus”: la Natura non procede per salti. Domani il sole sorgerà a oriente. Dalle tante constatazioni empiriche fu desunto nella Greci antica il “principio dell’uniformità della Natura” in base al quale esiste una Logica nella Natura che governa i suoi processi evolutivi. La Natura è libera perché non è limitata da un’altra Natura, è una e unica. La Natura è Necessità perché è vincolata dal suo progetto atomico evolutivo. La monade di Leibniz sviluppa il Logos che contiene e non altro. Necessità e Libertà non sono opposti, così come Salute e Libertà non sono inconciliabili. E’ un concetto “etico” scegliere liberamente la Salute. La Natura trasmette all’uomo, in quanto sua parte, la sua essenza logica ed etica. L’uomo ha una essenza logica in quanto parte della Natura ed è chiamato a sviluppare il suo progetto. Possiede, inoltre, un’essenza “etica” in quanto la sua azione è indirizzata verso il Bene. Se a tutto questo ben di dio si aggiunge all’uomo l’essenza estetica, la Bellezza, tocchiamo l’apice della civiltà e del progresso culturale e scientifico a misura antropologica.
Concludo questa sintetica e discutibile disamina.
Se noi assimiliamo gli obblighi di legge contingenti, è perché queste disposizioni politiche sono logiche ed etiche e le sentiamo come espressione attuale dei nostri bisogni di vivere e di continuare a vivere.
Trovare questa corrispondenza tra Ragione, Diritto, Etica, Politica è raro e in questo momento storico è meraviglioso. Il merito va al “fantasma di morte” individuale e collettivo che ha sfrondato l’albero della Vita e ha rifiutato i fronzoli e le sciocchezze dell’ignoranza. Dietro le sferzate depressive della possibilità della fine siamo stati costretti a ragionare e a essere essenziali, siamo stati fortunatamente costretti ad abbandonare i falsi problemi su cui per mesi e mesi si sono agitati gli interessati catastrofisti del sovranismo e del qualunquismo mediale.
Charles Darwin parodiando Karl Marx ci sta dicendo che “un virus si aggira per il mondo”, il coronavirus e non è monarchico, né capitalista, né proletario, né razzista, né patriottico, né nazista, né fascista, né comunista. E’ un semplice microcosmo cosmopolitico che mette tante idee e tante ambizioni narcisistiche al posto giusto in tutto il mondo e che ci fa ritrovare come “gruppo” umano legato dalla condivisione culturale, come “popolo” unito dal comune processo storico, come “nazione” abbracciata dal sentimento di solidarietà, come gli eredi di quell’homo sapiens curioso come una scimmia e generoso come un cane.
“Ammuttamu e caminamu!”
Spingiamo la carretta e andiamo avanti, magari cantando “o sole mio” e l’inno di Mameli.
Per tutto questo io combatterei con maggior foga, cara Sabina.
Domani è un altro giorno buono e utile, tutto da vivere.