LO SPLENDIDO VIKINGO

TRAMA DEL SOGNO

“Rientro a casa e faccio per spingere la porta e mi accorgo che manca il maniglione. E’ stato divelto.

Il primo pensiero è che siano entrati i ladri. Realizzo anche che non mi trovo nella casa attuale ma nel mio precedente alloggio.

Mi chiedo se è il caso di chiudere la porta perché poi potrei restare bloccata e non riuscire ad aprirla, ma mi accorgo che la chiave funziona, per cui la chiudo.

Entro nelle stanze per vedere se trovo il ladro, comincio ad aprire gli armadi per vedere se è nascosto lì dentro, tutti armadi bianchi e all’interno non sono disordinati. Mi compiaccio che sto migliorando nel mio tenere ordinata la casa.

Chiudo l’anta di un armadio, mi giro e vedo disteso nel letto uno splendido vikingo completamente nudo con le parti intime coperte dal lenzuolo, fisico da fotomodello, capelli biondi e lunghi, che sta dormendo. O fa finta?

Mi avvicino e d’istinto gli salto a cavalcioni e lo sveglio accarezzandogli il petto. E’ bello come il sole.

E se fosse pericoloso? Se dopo l’atto sessuale mi uccide? Magari la sua bellezza nasconde una trappola?

Mi sveglio.”

Marianto

INTERPRETAZIONE

Rientro a casa e faccio per spingere la porta e mi accorgo che manca il maniglione. E’ stato divelto.”

Marianto riflette su se stessa, introversione, e prende coscienza di una sua personale castrazione: le manca il potere fallico maschile. Del resto, Marianto è una donna e deve esaltare e relazionare la sua femminilità e non di certo la sua virilità. Al massimo sarà seguace di Afrodite, ma è bene che perda o ridimensioni la sua parte psichica maschile. Spesso le evenienze della vita portano le donne a maschilizzarsi in assenza di un uomo o in compagnia di un uomo inetto, ma Marianto, guardandosi dentro, si scopre più femmina di prima, più recettiva e più convinta del suo potere di donna. Il “maniglione divelto” dà l’entità e la modalità della perdita.

Il primo pensiero è che siano entrati i ladri. Realizzo anche che non mi trovo nella casa attuale ma nel mio precedente alloggio.”

Marianto si analizza e individua la sua castrazione e la colloca nella struttura psichica precedente, meglio, Marianto ha superato con una degna presa di coscienza l’angoscia di castrazione maturata in precedenza e adesso è libera di giostrarsi nella sua vita con tutto il carico del suo potere femminile. Marianto ha fatto conversione sulla sua organizzazione psichica e si è evoluta, “nella casa attuale”, abbandonando gli inutili attrezzi e le sovrastrutture della posizione fallica del “precedente alloggio”. I ladri rappresentano simbolicamente gli agenti che operano la castrazione, perché portano via sempre qualcosa di intimo e privato, tant’è vero che le persone che subiscono un furto in casa sono traumatizzate, più che dalla perdita dei beni di valore mercenario, dal senso di violazione, quasi una violenza carnale, della propria intimità.

Mi chiedo se è il caso di chiudere la porta perché poi potrei restare bloccata e non riuscire ad aprirla, ma mi accorgo che la chiave funziona, per cui la chiudo.”

Marianto si preoccupa di non isolarsi e di restare sola per la paura di trovarsi senza gli strumenti relazionali che ha usato nel passato. Questa sua nuova veste altamente femminile le sta bene, ma è nuova e in rodaggio. In ogni caso qualche potere bisogna tenerlo anche per la giusta difesa dall’invadenza altrui. Introspezione sì, ma con giudizio. Marianto non vuole chiudersi in sé nel culto della sua verginità, ma vuole uscire nel mondo e avere la chiave giusta per non essere sopraffatta e per non incorrere in pericoli sociali. Soprattutto non vuole bloccarsi a tutti i livelli, sessuale compreso, vuole relazionarsi con tante chances in più e proprio quelle femminili abbandonando le pulsioni a difendersi in eccesso e a rifiutare i contatti sociali e le relazioni intime. Marianto sa entrare e uscire da sé, ha buona confidenza con i suoi meccanismi e processi psichici di difesa, ha una buona “coscienza di sé”.

Entro nelle stanze per vedere se trovo il ladro, comincio ad aprire gli armadi per vedere se è nascosto lì dentro, tutti armadi bianchi e all’interno non sono disordinati. Mi compiaccio che sto migliorando nel mio tenere ordinata la casa.”

Marianto è proprio decisa a cambiare il suo essere nel mondo e a vincere le sue ultime resistenze alla presa di coscienza, per poi esplodere nelle nuove e attraenti vesti di donna al femminile. E’ diventata una brava donna di casa, una buona padrona della sua casa e giustamente si compiace delle sue evoluzioni e soprattutto di essere consapevole delle nuove potenzialità da investire nel mercato sociale proprio adesso che la castrazione e la mascolinità sono in archivio. Marianto ha fatto un percorso analitico di auto-consapevolezza.

Chiudo l’anta di un armadio, mi giro e vedo disteso nel letto uno splendido vikingo completamente nudo con le parti intime coperte dal lenzuolo, fisico da fotomodello, capelli biondi e lunghi, che sta dormendo. O fa finta?”

Ecco in quale dimensione Marianto ha operato le sue conquiste, la relazione sessuale con i maschi e l’erotismo. Ha operato una disinibizione erotica e sessuale proprio liberandosi delle sovrastrutture difensive della “castrazione” dalle residue ferite narcisistiche. Adesso il suo desiderio e la sua iniziativa non hanno più blocchi e Marianto si può esternare secondo le coordinate di una seduzione infinita e di un’attrazione estetica. Il culto della Bellezza si associa, infatti, con la delicatezza dell’approccio. Marianto vuole per sé uomini belli e particolarmente avvenenti, come gli splendidi vikinghi completamente nudi e ammiccanti nella copertura degli attributi sessuali. La seduzione e il desiderio aumentano di fronte all’assenza di volgarità oscena. Marianto non offende minimamente il suo senso del pudore, anzi lo esalta attraverso un’operazione di avvolgimento con il drappo, come nelle migliori opere sacre e profane. Sicuramente la sessualità di Marianto non sta dormendo, di certo dormiva in passato, se adesso si permette il lusso di avere per sé nel suo letto un uomo bello e possente. E’ finita l’età della quiescenza e si può passare alla disinibizione di una relazione sessuale in piena autonomia e in pieno potere. La finzione aggiunge benzina sul fuoco della passione.

Mi avvicino e d’istinto gli salto a cavalcioni e lo sveglio accarezzandogli il petto. E’ bello come il sole.”

Marianto è disinibita e desiderosa di appagare la sua “libido” erotica e genitale. L’iniziativa non manca e l’aggressività del desiderio è di buona qualità perché si coniuga tra pelle e culto estetico. Il salto a cavalcioni attesta del potere sul maschio e della consapevolezza della sua femminilità, nonché della posizione sessuale privilegiata per avere l’orgasmo con facilità. La carezza sul petto attesta di una connotazione affettiva che non deve mancare in tanta eccitazione sessuale. Potere e piacere hanno trovato la loro giusta combinazione e coniugazione. Marianto sveglia il bel vikingo, ma in effetti è lei che si è svegliata da un torpore legato ad atteggiamenti di potere sul maschio che non le portavano alcun vantaggio, tutt’altro, la ostacolavano nella giusta espressione dei suoi bisogni e dei suoi istinti.

E se fosse pericoloso? Se dopo l’atto sessuale mi uccide? Magari la sua bellezza nasconde una trappola?”

Ecco i timori del passato che riemergono come le ultime resistenze al cambiamento e alla presa di coscienza delle ultime conquiste evolutive. Un maschio pericoloso? Un maschio violento? Un maschio assassino? Sono tutti temi tremendamente attuali nella quotidianità storica e culturale, ma in questo caso contengono le ultime paure di Marianto, le ultime resistenze al cambiamento a favore della vecchia modalità di approccio basata su un potere effimero sul maschio tramite la fallicità di un respingimento. Marianto passa dalla trappola erotica e seduttiva alla trappola malefica e violenta senza colpo ferire e con assoluta naturalezza, a confermare l’ambivalenza del vissuto antico nei riguardi del maschio e in attesa di strutturare le nuove modalità e le nuove conquiste, dal momento che la sua femminilità esige la presenza di un uomo dalle tre B, buono, bello e bono.

Congratulazioni e auguri!

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