
Savar, ashar mash, 200…
Mia cara figlia Mabia,
è il tuo infelice baba che ti scrive e ti saluta nel provvidente segno di Allah, il Misericordioso e il Perdonatore e nella speranza che la luce della fede illumini sempre di più il buio che incontri nel cammino della tua vita. Ricordati sempre che noi non siamo di noi stessi o dei nostri genitori o dei nostri mariti o delle nostre mogli o dei nostri figli o dello stato o di nessun altro oggetto visibile, noi siamo di Dio, l’Invisibile, e a Lui, soltanto a Lui, dobbiamo rendere conto con tutta la sincerità del nostro cuore e senza poter mentire delle nostre azioni, perché Egli ci vede e vede tutto quello che facciamo e lo ricorda e lo tira fuori nel momento del Giudizio finale quando per noi ci sarà il Giardino o la Geenna, la Delizia o la Fiamma.
Prega insieme a me, figlia mia, affinché le parole della mia lettera non giungano offensive alle tue orecchie e dure al tuo cuore, in maniera che tu ti senta sempre in buona armonia con la volontà del tuo Grande Dio e con i consigli del tuo povero baba.
Recita la Scrittura: “In none di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.
Dì: Egli, Dio è Uno, Dio è l’Assoluto.
Non generò, né fu generato e nessuno è pari a Lui.
Io mi rifugio nel Signore dell’alba nascente, contro il male che ha creato e contro il male della notte buia che si estende e contro il male delle soffianti sui nodi e contro il male dell’invidioso che invidia.
Io mi rifugio nel Signore degli uomini, Re degli uomini, Dio degli uomini contro il male del sussurratore furtivo, che sussurra il male nei cuori degli uomini, dal male dei demoni o degli uomini.”
Allah è Grande e il Suo rifugio è immenso e sia sempre fatta la Sua volontà.
Allah è Grande e il Suo ristoro è infinito e sia sempre fatta la Sua volontà.
Adesso mi sento più sereno e posso cominciare a scrivere con animo giusto e devoto in maniera che tu possa leggere la mia lettera con animo pio e benevolo.
Io spero che tu e Pervez stiate bene nella casa della moglie del direttore e di questo sono felice e ringrazio il Magnanime che ha provveduto a farvi incontrare queste buone persone in un brutto momento della vostra vita.
Cara e dolce figlia Mabia, graziosa creatura del mio vecchio e malato cuore, luce dei miei occhi ormai vicini a spegnersi, tu sai che dopo hemonto arriva sempre bosmonto e dopo bosmonto arriva sempre grismo, tu sai che dopo questa vita terrena per noi giusti è preparato il premio della fede nei Giardini di Allah, tu sai che non dobbiamo allearci con gli infedeli perché il nostro Dio è adirato con tutti quelli che non hanno la speranza dell’altra vita e il dono di rivedere la gente dei sepolcri.
Ti penso sempre e non so più cosa pensare di te e di pensiero in pensiero non riesco a distinguere le cose giuste da quelle sbagliate e il mio cervello diventa bollente e comincia a sentire il forte dolore di non averti vicina per poterti consigliare e per poterti amare come la cosa più bella che ho al mondo e che mi è stata ingiustamente tolta.
Penso le cose belle e penso le cose brutte, ma in questi continui pensieri viene sempre fuori tutto il bene che ti voglio e tutto l’amore che nutro per te.
Vorrei dirteli tutti questi miei pensieri, specialmente quelli brutti, vorrei dirtele tutte queste emozioni belle e brutte, ma non ho il coraggio di farlo perché penso di offendere il tuo orgoglio e di scatenare il tuo risentimento.
Se mi prometti, però, che non ti arrabbi, io comincio a scriverli i miei pensieri, ma se ti sentirai offesa, devi promettermi che mi scriverai lo stesso e che non mi lascerai senza tue notizie perché per me sarebbe come morire prima del mio tempo e senza avere Allah nel mio cuore.
Cara Mabia, io so che tu sei una brava donna e che sei stata una moglie devota, io so quello che ti ho insegnato e le buone cose che ti ho dato, ma a volte penso che hai rischiato di farti abbagliare dalle false luci dell’occidente, dalle mode indecenti e dalla mentalità sbagliata delle donne italiane che amano il lusso e la libertà e non si tirano indietro di fronte alla fornicazione senza essere prostitute.
Forse abitando in Italia e senza accorgertene tu sei stata affascinata da nuovi modi di vivere, da nuovi modi di sentire, da nuovi modi di pensare e così il tuo giovane cuore ha messo da parte le sue tradizioni e i suoi costumi e li ha sostituiti con quelli corrotti delle donne italiane.
Ricordati che Iblis ha tentato anche Muhammad e a volte penso che Iblis ti abbia stregato con i suoi gin maligni e ti abbia indotto a legarti a un altro uomo, sicuramente uno debosciato e un libertino, un infedele associatore di tanti dei, un uomo che non ti ha scelto con devozione e che non ti ha portato il dono nuziale, ma un uomo che ti ha preso senza fare alcun patto e soltanto per il gusto maledetto della fornicazione.
Iblis, ricordati Mabia, è capace di tutto questo e di ben altro e di peggiore e io non mi meraviglierei che il fochir trovasse su di te e attorno a te tantissimi gin maligni che ti fanno pensare e vedere quello che non c’è e che ti spingono verso il peccato della fornicazione.
Ma questo io lo dico, ma non lo credo, forse lo temo soltanto o l’ho sentito dalla bocca maligna di qualche parente di Joshim e poi il fochir in Italia non c’è e il suo collega si chiama dottore e non crede ai gin maligni, ma alle infezioni del sangue.
Voglio dire ancora e senza alcuna offesa per te che io penso anche che le donne dell’occidente possano essere per te un grande pericolo e un grande turbamento, ma tu non devi dimenticare che sei ancora una donna giovane e allora non ti confondere mai con loro che sono troppo libertine e amano la parità con gli uomini, quella uguaglianza che nella nostra religione non è concessa alle donne, ma non per cattiveria, ma perché non serve un bel niente alle donne essere uguali agli uomini e perché la Legge di Allah dice chiaramente che la donna deve essere sottoposta al proprio marito e amin.
Amin vuol dire, tu lo sai benissimo, che tutto il resto non si discute perché non esiste, almeno per noi musulmani tutto il resto non esiste e, se esiste, è inutile, ma non devi dimenticare, cara Mabia, che la nostra religione è perfetta e che le altre religioni, invece, sono imperfette.
Tutto il resto è peccato di fornicazione e prostituzione, miscredenza bella e buona, e per questo modo di vivere e di sentire il Misericordioso non ha promesso alcun Giardino delle Delizie, ma la Fiamma eterna e cocente.
Per quanto riguarda l’adulterio, cara Mabia, tu sai che noi musulmani siamo molto precisi e crudeli in questi casi e che in altri paesi l’adulterio è punito addirittura con il giudizio delle pietre e la sentenza di Allah e che soltanto se la donna sopravvive alla lapidazione è considerata innocente.
Io sono sicuro che tu sei una donna sempre fedele ad Allah e al tuo uomo, per cui adesso cerchiamo di stare tranquilli e di ragionare senza cattivi pensieri su quello che è successo e vedrai che troveremo insieme la soluzione migliore secondo la nostra giustizia religiosa.
Tu hai abbandonato tuo marito Joshim perché lui ti picchiava e perché lui faceva tanto male anche al piccolo Pervez; questa è la prima verità e io sono tremendamente arrabbiato con Joshim e l’ho incolpato di fronte ad Allah e di fronte ai suoi genitori per essere stato un debosciato e un infedele.
Cara Mabia, io capisco la tua reazione di andare via da lui e di difendere la vita tua e quella di tuo figlio, ma io ho parlato con il molovì e anche lui ha capito il tuo comportamento, ma non lo ha giustificato e ha detto che tu, dopo che il pericolo è passato, devi ritornare a casa tua perché tu sei la moglie di Joshim e appartieni a tuo marito.
Io come tuo baba ti posso capire e ti capisco, ma anch’io, dopo che mi è passata la rabbia e pensandoci bene e dopo aver tanto pregato, non riesco a giustificare il tuo comportamento e non riesco a capire la tua scelta di lasciare tuo marito.
Joshim ha telefonato ai suoi genitori e ha detto che non ti ha fatto tutto quel male di cui tu lo hai accusato, che la bambina è morta per natura e che lui non ti ha buttato giù per le scale e che sei caduta per un incidente e che tu lo hai voluto accusare perché sei una donna infedele e forse ti sei innamorata di un altro uomo italiano e che sei andata ad abitare a casa del direttore e che tutto questo non va assolutamente bene per una donna e una moglie musulmana.
Joshim dice che ha sempre pregato e che ha sempre fatto l’elemosina, che non ha mai bevuto alcolici e mangiato carne di maiale e che non ha mai giocato d’azzardo, che non ha mai conosciuto altra donna al di là di sua moglie e lui continua a dire che, se ha sbagliato in qualcosa non si è accorto e che adesso si è pentito ed è diventato veramente buono perché ha capito i tesori che ha perduto, sua moglie Mabia e suo figlio Pervez, e vuole vivere una vita d’amore verso i suoi cari senza dimenticarsi mai di Allah e delle sue Leggi.
Joshim ha parlato al telefono con il molovì e gli ha ancora detto che lui è un figlio devoto verso i genitori e che ogni mese, da quando è partito, ha mandato loro i taka che servivano per vivere e che Allah sa tutto questo e lo premierà nel Giardino delle Delizie perché questa è la verità e ci sono anche le ricevute dell’ufficio della posta che confermano che non è un figlio debosciato e che ha ubbidito alla legge di Allah senza alcuna ombra di dubbio.
E allora, cara Mabia, chi racconta le bugie ?
Dimmi, cara Mabia, chi racconta le menzogne ?
E allora, cara Mabia, tu devi dire al tuo povero baba qual’è la verità.
Joshim ha detto ancora al molovì che tu lasciandolo hai messo in ridicolo la sua dignità di uomo musulmano di fronte ai suoi amici in Italia e che tutti ridono di lui perché è stato un debole e si è fatto lasciare da sua moglie e che è un incapace perché non sa tenere con sé una donna proprio perché non l’ha bastonata abbastanza come fanno loro con le loro mogli.
Ma devi sapere che anche le loro mogli sono contro di te e ti disprezzano perché hai dimenticato le tue radici e le nostre leggi e perché ti sei fatta tutta italiana e non porti più neanche i nostri abiti e lo shari.
Sarà la verità ?
Questa è la verità che Joshim continua a ripetere a tutti per posta e per telefono e i suoi genitori l’hanno detta a tutti i conoscenti di Savar e di Dakka e tutto il paese è ormai dalla sua parte e condanna te perché lo hai abbandonato e lo hai offeso lasciandolo solo e andando ad abitare in una casa dove c’è un altro uomo, un uomo italiano che non è musulmano.
Cosa devo dirti ancora ?
Ricordati, mia graziosa e dolce figlia Mabia, che tu sei e resterai sempre una donna musulmana e che sei e resterai sempre una donna sposata con un musulmano, una donna islamica che vive e lavora in Italia, ma che nel profondo del suo cuore recita ogni giorno le sue preghiere, fa l’elemosina con devozione, digiuna nel mese di Ramadan, fa la volontà dell’Onnipotente e che prima o poi farà il pellegrinaggio a Makka.
Ricordati una volta per tutte, se lo hai dimenticato, che tuo marito può ripudiarti con il giusto compenso e la giusta benevolenza e che lui può avere anche altre donne, se lo vuole, ma ricordati che tu non puoi lasciarlo senza cadere in un grande peccato agli occhi di Allah e dei tuoi fratelli musulmani.
Adesso Joshim vuole tornare da te e da suo figlio e tu devi dargli la possibilità di riprovare e così dice anche il molovì e forse anch’io comincio a pensare che sia giusto così.
Tu per la legge italiana puoi chiedere il divorzio, ma la legge italiana non c’entra niente con la legge islamica, perché la nostra Legge è la nostra religione, quella di Allah, mentre in Italia i cristiani non sono la legge.
E poi i cristiani, non dimenticarlo mai cara Mabia, sono imperfetti e associatori e quindi libertini e debosciati e alla fine dei tempi e nel Giorno del Giudizio per loro ci sarà soltanto la Brace ardente della Geenna.
Cara Mabia, tu sai che io a Savar sono un uomo di giustizia e amministro il bene e il male secondo la nostra religione e la nostra cultura, per cui devi capire che in questa situazione mi trovo in un grande tormento fatto di disagio e di imbarazzo, perché la gente parla male di me e mi prende addirittura in giro dicendo che io non posso risolvere i problemi degli altri perché non so risolvere i miei problemi e dice ancora, insultandomi, che io predico bene e opero male e che per mia figlia applico una legge diversa da quella di Allah, una legge che mi sono inventato io e che non corrisponde alla volontà dell’Onnipotente.
Mi sento deriso quando vado in giro e per questo motivo non esco più di casa, mi sento umiliato e non riesco più a mangiare e sono diventato più magro di prima.
Anche la tua ma, poverina, non sta bene e non esce più di casa per non essere derisa dalle donne stupide del paese, quelle che non hanno il cervello neanche per riempire la testa di qualcosa e poterla reggere sopra il collo.
Il fochir mi ha tirato via i gin maligni e mi ha dato uno sciroppo di puishac da prendere tre volte al giorno e una dose abbondante di palonshac da prendere al mattino appena sveglio per tirarmi su, ma io non riesco più a dormire e quindi non capisco quando lo devo prendere.
Quando sto male mi tremano le braccia e le gambe come se fossi attaccato al palo della corrente elettrica di Dakka.
In questa situazione l’unica cosa che mi libera il cuore e mi scarica lo stomaco è il pianto, ma io sono un uomo e non posso piangere perché il pianto è delle donne stupide e io non sono una donna e non dovrei essere neanche uno stupido.
Ti ho già detto che mi sono consultato con il molovì del nostro paese e ho incontrato a Dakka anche il molovì della Moschea e quest’ultimo mi ha detto ancora una volta che la nostra religione impone la sottomissione della donna al maschio e più che mai e in particolare della moglie al marito.
Mi ha anche letto i versi delle Surat del Corano, quelli che dicono, appunto per il tuo caso, che se qualcuna delle vostre spose fugge verso gli infedeli, quando avete la meglio su di loro, dovete punirle perché hanno peccato.
Mi ha ricordato la necessità di rispettare i patti e gli impegni che sono stati contratti nel momento del matrimonio, perché questa è anche la condizione per entrare nei Giardini di Allah dopo la morte.
Il molovì di Dakka mi ha detto che la donna è nata da un uomo e che Allah l’ha creata come la compagna dell’uomo e che la femmina è stata tratta dal maschio ed è stata fatta per il maschio.
Cara Mabia, devi sapere che il molovì di Dakka è un uomo quasi cieco perché ha studiato molto e conosce il mondo perché ha viaggiato in tanti paesi occidentali e ha detto che anche i cristiani non hanno il divorzio e che anche le donne cristiane stanno sotto il marito nel bene e nel male e che sono al suo servizio fino alla morte.
Anche se la loro religione è imperfetta, almeno in questo caso, ha detto ancora il molovì di Dakka, i cristiani sono d’accordo con i musulmani.
Il molovì di Dakka dice ancora che i cristiani in Italia sono ipocriti e non credono in nessun dio perché entrano in chiesa per pregare e quando escono bestemmiano il loro dio, non seguono i comandamenti di Mosè, mangiano per tutto l’anno la carne di maiale, si ubriacano con gli alcolici e si bruciano il cervello con le droghe, giocano d’azzardo e sono fornicatori perché le loro donne sono libertine e vanno con gli uomini che non sono i loro mariti, ma sono i mariti delle altre donne che, come ti dicevo prima, sono libertine.
E’ tutto un giro di corruzione e di peccato, mia cara figlia Mabia, è tutto un mondo dove regna Iblis con i suoi gin maligni e dove si diverte alla grande.
Tu sei una donna islamica e devi stare molto attenta a non cadere in tentazione perché sei nella terra dove domina Iblis e devi sapere che Iblis, quando ti prende, non perdona, ma ti rovina soltanto.
Tu devi capire, cara Mabia mi ripeto ancora una volta non perché sono stupido ma per fartelo entrare nel cervello e soprattutto nel cuore, che non puoi separarti e non puoi divorziare perché da noi non è come in Italia che c’è il divorzio e così è possibile che il marito e la moglie rompano la coppia e uccidano la famiglia senza scandalo e senza colpa, da noi è in vigore la sola e la vera Legge, quella che Allah ha rivelato a Muhammad e che è stata scritta nel Corano e questa Legge dice che tu Mabia non puoi lasciare tuo marito Joshim.
Quanto mi sento male nel dirti queste cose e sapendo che effettivamente Joshim ti ha umiliato, ti ha picchiato, ti ha ucciso la bambina, ti ha mandato in ospedale, ha maltrattato Pervez e mi fermo qui con l’elenco dei suoi peccati perché io non voglio sostituirmi al Misericordioso, altrimenti anche per me si prepara la Fiamma ardente.
Eppure devo dirti queste cose perché, prima di essere le nostre leggi, sono la nostra religione, l’Islam di Allah.
Forse è vero che, rispetto agli altri paesi del mondo, in Bangladesh la donna ha pochi diritti e molti doveri, ma questa è la volontà di Allah e da noi viene prima la religione e poi la legge e la legge deve essere conforme alla religione, mentre dove tu abiti, Mabia, c’è soltanto la legge degli uomini e le religioni sono tante e tutte imperfette e poi c’è Iblis che regna e corrompe anche i nostri figli migliori, quelli che hanno lasciato il loro paese e si sono trasferiti per essere sfruttati al prezzo di una ciotola di riso in più.
E allora tu devi ritornare da tuo marito per dare l’ultima prova di buona volontà e di rispetto delle nostre leggi e anche perché Joshim ha promesso che farà il buono e che si comporterà come un vero figlio di Allah nei confronti della moglie e del figlio.
Così ha detto anche al molovì di Dakka quando gli ha parlato per telefono.
E io chi sono e cosa posso dire ancora ?
E io chi sono e cosa posso fare ancora ?
Io sono un povero padre che non capisce se ubbidire alla legge del sangue e difendere la figlia uccidendo quel porco di Joshim o se ubbidire alle Leggi di Allah e condannare sua figlia e il suo sangue.
Io chi sono ?
Io sono un povero uomo che soffre tantissimo e impazzisce lentamente e che vuole soltanto morire perché il dolore e il conflitto sono grandi, tanto grandi, troppo grandi per le poche forze che sono rimaste in questo scheletro.
Vorrei, pur tuttavia, ancora dirti di non confonderti con le donne italiane che divorziano e sono lontane da dio, che sono impure e imperfette, vorrei dirti di non essere come loro e di non imitarle soltanto perché lo penso veramente e vorrei che tu ti mantenessi islamica anche nella cura dei piedi e delle mani.
E’ vero che da noi anche se una donna viene sfregiata non si cerca il colpevole.
E’ vero che c’è questa violenza e che non viene punita, ma a te questo ancora non è successo perché sei stata una donna sempre devota e buona, ma adesso tu devi tornare da tuo marito e lo devi fare soltanto per Allah e non per Pervez o per il molovì, non per il tuo baba e la tua ma, soltanto per Allah, perché questa è la Sua Legge e la Sua volontà.
Allora ti prego di avere giudizio e di fare questa prova perché è giusta ed è quella che ti ha insegnato anche la tua famiglia.
Tu sai che io ti ho voluto bene come una figlia speciale e preziosa, tu sai e ricordi quanto sono stato e sono orgoglioso di te, ma io non ti ho confuso con i miei desideri di avere un figlio maschio e ho sempre voluto che tu fossi una brava femmina e una brava moglie e non un maschio ribelle e prepotente.
Anche se hai sofferto e Joshim è in torto, ti prego, fai una prova per Allah e di questo tuo pio gesto saranno contenti anche baba, ma e Pervez, un bambino che ha bisogno sempre di suo padre anche se è un uomo cattivo come i gin di Iblis.
Cosa diresti, cara Mabia, se io ripudiassi la tua ma e la lasciassi al suo destino ?
Io posso farlo perché sono il marito e ma non può farlo perché è la moglie.
A questo punto cosa penseresti di me se ti dicessi che, se non torni da tuo marito per riprovare a viverci insieme, io lascio tua madre e mi prendo un’altra donna e un’altra donna ancora e tutte quelle che la nostra legge mi permette ?
Forse penseresti che sono uno stupido e un debosciato o che mi sono fumato il cervello con l’oppio, ma io non sono tutto questo che tu pensi, perché io ho soltanto ubbidito e rispettato la legge di Allah.
Questa è la volontà di Allah e questa è la nostra religione e la nostra Legge, la Legge del Corano, quella che nel mese di Ramadan Allah ha dato a Muhammad e che il nostro profeta ha rivelato in tutto e per tutto a noi musulmani senza dimenticare niente, neanche un’unghia di cammello o un nocciolo di dattero e Muhammad è stato chiaro e chi non vuole capire e ubbidire è soltanto un miscredente e un associatore di divinità.
A questo punto io chiudo la lettera e ti dico soltanto che mi sento impazzire e ti prego di fare quello che ti ho detto e amin.
Ti bacio con il vero cuore di un uomo credente e di un padre affettuoso.
Credimi !
Il tuo baba.
E credimi sempre !