TRAMA DEL SOGNO – CONTENUTO MANIFESTO
“Ho sognato di trovarmi nel marciapiedi antistante la casa che ho abitato nella mia infanzia. C’erano una bici da bimba e diversi scatoloni. In una di queste scatole c’erano tutti i miei gioielli.
Ho pensato che in mezzo a tanti scatoloni, nessuno avrebbe sospettato che potesse esserci quel tesoro, ma poi ho deciso di mettere la preziosa scatola dentro la casa di cui avevo ancora le chiavi.
Lascio, quindi, la grande scatola nell’entrata di questa casa e anche lì c’erano molte altre scatole.
Dopodiché mi ritrovo in un luogo (sembra un grande capannone) molto affollato con vicino a me ancora la preziosa scatola; ci sono anche dei colleghi e una di questi mi dice qualcosa a proposito dei miei gioielli.
Mi rendo conto che non posso lasciare la scatola lì alla mercé di chiunque.”
Questo è il sogno di Nancy.
INTERPRETAZIONE E CONTENUTO LATENTE
CONSIDERAZIONI
L’amor proprio è la forma più bella del “narcisismo” buono e domestico. La prevaricazione è la forma violenta del “narcisismo” cattivo e selvatico. La “posizione fallico-narcisistica” è una tappa fondamentale nella formazione e nell’evoluzione psichiche di ogni persona. Subentra naturalmente alla “posizione orale” e “anale” e contribuisce con i suoi vissuti a riformare e rafforzare il senso dell’Io. Il bambino acquisisce una prima “coscienza di sé” fatta anche di affermazione e di potere: istanza psichica “Io”. Nella “posizione orale” il senso dell’Io è legato in un primo tempo alla figura materna e si evolve successivamente nella “visione allo specchio” della propria persona e nell’acquisizione rudimentale della propria identità psicofisica. Trascorso il primo anno di vita, il bambino risolve le dipendenze della fusione con la madre e concepisce soltanto il “cordone ombelicale psichico” formandosi un senso naturale e rudimentale del suo “Io”. Adesso può riflettere sulle funzioni del suo corpo: il gusto e l’oralità si esaltano nel sentimento dell’affetto, l’espulsione delle feci nell’autonomia e nel senso del potere.
Freud riteneva che il bambino nei primi anni di vita fosse un animaletto tutto senso e tutto bisogno: concezione pessimistica e ferina. La figlia Anna e la discepola Melanie Klein, al contrario e proprio lavorando con i bambini, riscontrarono una valida presenza dell’Io sin dai primi mesi di vita. La capacità del bambino di elaborare e organizzare i “fantasmi”, le prime conoscenze a forte base sensoriale, era la prova di una presenza funzionale, sia pur dirimente con lo “splitting”, dell’istanza “Io”. Dopo le “posizioni orale e anale” il bambino si avventura nella scoperta delle funzioni propriamente erotico-sessuali del corpo attraverso l’appagamento della “libido fallico-narcisistica”. L’interesse e l’attrazione crescono in maniera direttamente proporzionale al piacere vissuto e all’appagamento della “libido”. E’ l’età delle carezze e dell’autoerotismo. In questo periodo, tre anni in poi, e in questa “posizione” l’istanza psichica “Io” è fortemente legata alle funzioni del corpo, come si diceva in precedenza, ma la riflessione e l’autogestione consentono al bambino di formulare un passaggio evolutivo dal senso dell’Io al sentimento dell’Io: “amor sui” o amore di se stesso. Il bambino assume come oggetto d’investimento della “libido” se stesso e, attraverso le sensazioni che riesce a prodursi, rafforza la sua autonomia e le sue capacità di autogestione. Procedendo in tale evoluzione psicofisica avviene la risoluzione dell’amore di se stesso nell’amore del proprio destino: dallo “amor sui” allo “amor fati”. L’identificazione operata e l’identità acquisita operano nella formazione di un “Io” riflessivo e razionale basato sul “principio della realtà” ma senza trascurare, tanto meno abbandonare, il “principio del piacere”. La pubertà cade a fagiolo e arriva propizia per compattare e integrare al meglio la serie dei “fantasmi” che il bambino ha organizzato nelle “posizioni” precedenti. In questo modo e con queste procedure si forma la struttura psichica evolutiva o meglio la “organizzazione psichica reattiva”, quella che genericamente viene chiamata personalità o carattere.
Queste sono alcune brevi e sommarie note metodologiche ed è opportuno collegarle al sogno di Nancy proprio perché “amor sui” e “amor fati” contraddistinguono il prodotto onirico della protagonista. Si vede chiaramente come Nancy bambina si colleghi alla Nancy adulta in un efficace rimando e per attestare la formazione e l’organizzazione del suo “narcisismo” in previsione della prossima “genitalità” o amore dell’altro ed esercizio della sessualità. La “scatola preziosa” rappresenta simbolicamente la consapevolezza gratificante di essere una bambina e di avere attributi sessuali femminili senza trascurare gli “altri”, coloro a cui tali beni sono destinati ma da cui bisogna con attenzione difendersi. E questo, cari signori e signore, è il miglior esempio di “amor proprio”, quello che non opera sconti né fa svendite nei vari mercati che ci sono in giro nel consorzio umano. Aggiungo che soltanto una buona “identità” psichica, seguita alla scelta di “identificazione”, consente di attingere dal “narcisismo” la giusta dose di “amor sui”, l’amor proprio. Quando in tale movimento dei sensi subentra la riflessione dell’Io razionale, l’amore di se stesso è pronto per la crescita filosofica nell’amore del proprio destino femminile. Ricordo che la parola “fato” deriva dal latino “for, faris, fatus sum, fari”, e che si traduce in “dire”. “Ciò che è stato detto”, “fato”, è inscritto nel Corpo e nella Mente e la sua evoluzione viene auto-elaborata senza interventi soprannaturali di vario tipo e di vario genere: il Corpo e la Psiche sono un Linguaggio con le sue regole e le sue parole.
Dopo tanta utile digressione convergo al dunque del sogno di Nancy.
SIMBOLI – ARCHETIPI – FANTASMI – INTERAZIONE ANALITICA
“Ho sognato di trovarmi nel marciapiedi antistante la casa che ho abitato nella mia infanzia.”
Il processo psichico di difesa dall’angoscia della “regressione” e della “fissazione” sono immediatamente serviti in tavola come il buon antipasto di un pranzo nobile e succulento. Nancy esordisce tornando indietro nel tempo e si fissa nel suo essere stata bambina, una tappa evolutiva fondamentale per la formazione psichica e che in lei ha particolare eco. Si ferma fuori e si guarda dall’esterno, si osserva dal sociale per timore di un coinvolgimento immediato e per la cautela di non svegliarsi: tesi di Freud che vuole il sogno protettore o “guardiano del sonno”.
“La casa che ho abitato nell’infanzia” è proprio la sua persona in carne e ossa, la sua psiche abitata dal suo corpo, quel corpo. Traduco ancora: “com’ero fatta da piccola”. La predilezione per la prima età non è dolorosa, tanto meno nostalgica, e si spiega con la convinzione della donna adulta di ricercare la Nancy in atto nel suo passato, un gusto analitico che invita anche a integrare “parti psichiche di sé” poco conosciute per timore e che nella maturazione destano curiosità e soprattutto chiedono di essere riattraversate e riconosciute al fine di avere un migliore equilibrio psicofisico e stare bene.
I simboli sono questi: “trovarmi” equivale a ritrovarmi e si legge attestarsi senza paura o cogliersi, “marciapiedi” condensa la collocazione sociale e relazionale di poco spessore e di scarso coinvolgimento, “casa” è simbolo della struttura psichica evolutiva in atto, “infanzia” si traduce e si legge “quando ero senza parole” o quando non sapevo di me e non sapevo parlare di me.
“C’erano una bici da bimba e diversi scatoloni. In una di queste scatole c’erano tutti i miei gioielli.”
Nancy si è ben presto scoperta nel suo essere femminile e, nello specifico, nel suo essere sessualmente una bambina: “una bici da bimba”. Ma non basta, perché Nancy ha avuto sin da piccola una buona consapevolezza di cosa significava essere una bambina e delle sue altre doti al femminile: “diversi scatoloni”.
Cosa vuol dire?
Nancy è stata educata molto bene, è cresciuta in una famiglia per bene e non ha incontrato tante difficoltà a identificarsi nella figura materna in superamento della “posizione edipica” e della conflittualità psichica e relazionale connessa. La donna Nancy ricorda anche che nel suo intimo e privato viveva gradevolmente e senza equivoci i suoi attributi sessuali femminili e il potenziale erotico connesso, la sua “libido” o “tutti i miei gioielli”, come lei stessa li definisce. Nancy sta chiaramente sognando del suo essere stata bambina in riferimento al suo potenziale erotico e sessuale.
Traduco i simboli ancora: “bici da bimba” o apparato sessuale femminile, “scatoloni” e “scatole” o universo psicofisico femminile, “gioielli” o attributi psicofisici femminili con prevalenza all’erotismo e alla sessualità. Aggiungo che anche la verginità nel tempo diventa un gioiello. Su questo dato contribuiscono non poco la cultura e l’educazione, nonché la paura del dolore e della violenza collegate alla deflorazione.
“Ho pensato che in mezzo a tanti scatoloni, nessuno avrebbe sospettato che potesse esserci quel tesoro, ma poi ho deciso di mettere la preziosa scatola dentro la casa di cui avevo ancora le chiavi.”
Traduco immediatamente all’ingrosso per una migliore comprensione della psicodinamica del sogno. “Nancy pensa che fra tanti attributi femminili gli altri non avrebbero individuato quelli sessuali, fino al punto che si è difesa talmente tanto da decidere di viverli soltanto nel suo intimo e privato”. Nella sua evoluzione psicofisica femminile Nancy si è imbattuta in un blocco, si è costruita un ostacolo, si è difesa dall’angoscia di come gestire il suo ricco e prezioso patrimonio in relazione al mondo esterno: il suo corpo e gli altri.
Si è chiesta: “e adesso che so di essere femmina, come mi relaziono all’esterno con questo mio bagaglio erotico e sessuale?
Niente di particolarmente drammatico!
Tutte le bambine nella normalità del vissuto e del comportamento incontrano difficoltà a vivere il corpo in rapida crescita e ad assimilare in simultanea questi cambiamenti ben visibili e attraenti. Ricordo i grandi maglioni per nascondere le forme del seno e i vestiti larghi per lasciare indefiniti i glutei. La soluzione della piccola donna in crescita irrefrenabile, Nancy, è stata quella di non relazionare i suoi gioielli, di non coinvolgersi eroticamente e sessualmente con gli altri, di ben custodire il corpo intimo e di usare il corpo sociale. Le “chiavi” sono un simbolo fallico e attestano del potere del possesso e della gestione del corpo. Aggiunge un “ancora” proprio per attestare l’irrefrenabilità dell’istinto e dei bisogni del corpo.
Si pongono necessariamente le seguenti domande: “ma perché Nancy deve difendersi dalla sua natura femminile? E in che modo lo fa?”
La difese psichiche sono la “rimozione” e la “sublimazione” e, fino a quando funzionano, producono temporanea anestesia. Di poi, sotto l’incalzare dell’ormone e dei sensi subentra un altro meccanismo di difesa, la “formazione di sintomi” e nello specifico la “conversione isterica”, la somatizzazione della “libido” prima dimenticata e poi nobilitata, la scarica delle tensioni accumulate e degenerate nelle funzioni del corpo in maniera elettiva.
Ma perché avviene tutto questo e nello specifico nel sogno di Nancy?
La bambina non ha avuto figure di affidamento idonee all’educazione progressiva ai bisogni del corpo e dei sensi, al riconoscimento della “libido” femminile. I genitori sono deputati a tale immane compito e, di poi, le figure sociali e istituzionali competenti nell’educazione sessuale, ma spesso queste figure sono sostituite da persone e personaggi molto discutibili e di parte: vedi la suora nel famigerato asilo e il sacerdote nel famigerato catechismo. In ogni caso un padre e una madre poco aperti alla carne e ai suoi valori, una famiglia bigotta e bacchettona, combinano dei capolavori. Questo accadeva ieri, ma oggi la questione è più pericolosa a causa del diffondersi e della facilità di accesso a immagini e sequenze ad alta intensità traumatica.
“Lascio, quindi, la grande scatola nell’entrata di questa casa e anche lì c’erano molte altre scatole.”
Traduco: “mi relaziono con la gente e vedo che tante persone erano ragazzine come me.” La consapevolezza di Nancy in riguardo alla sua crescita è buona, è esibita nell’ambito sociale e agli occhi della gente, viene normalmente riscontrata dagli altri senza grandi trambusti e sconquassi psichici per la nostra protagonista. Con le giuste cautele Nancy cerca e trova la sua dimensione sociale e la sua esibizione nel mondo: la sua adeguata fenomenologia. Il processo educativo e l’identificazione al femminile hanno avuto buon esito, almeno fino a questo momento del sogno. Ritorna il solito simbolo della “scatola” e dei preziosi da ben custodire: universo psicofisico femminile con accento prevalente sul corpo e i suoi bisogni.
“Dopodiché mi ritrovo in un luogo (sembra un grande capannone) molto affollato con vicino a me ancora la preziosa scatola;”
Il tempo passa e l’evoluzione avanza. La società diventa esigente nei vissuti della “già bambina” e della “attuale signorina”. Gli sguardi e i commenti non si fanno attendere, così come le invidie e le rivalità. A Nancy non deve mancare la giusta aggressività da investire nelle relazioni, quella che è utile in “un grande capannone”, in “un luogo molto affollato” e dove ci si relaziona senza tanti complimenti. Nancy si porta dietro e addosso un bel corpo, un abito e un modo psichici a cui si è educata e di cui non può liberarsi, un prezioso fardello di donna, per cui si difende dalla gente, che la tenta e l’attrae nello stesso tempo, proiettando i movimenti del corpo e della mente, la sensualità e il fascino, la “preziosa scatola” per l’appunto simbolico. Meglio di così non potrebbe andare.
“ci sono anche dei colleghi e una di questi mi dice qualcosa a proposito dei miei gioielli.”
Il sogno sta progressivamente rievocando e costruendo i momenti di impatto di Nancy, giovane donna, nel sociale allargato, la scuola e il lavoro.
Tutto ok!
L’amor proprio dice di non svendersi e di non aver paura degli altri e di se stessa in primo luogo. Basta la consapevolezza del valore della merce che si porta addosso e in giro nei mercati rionali: “amor sui” e “amor fati”. Gli apprezzamenti e gli ammiccamenti sono degli altri ed evocano come Nancy si è costruita a livello psicologico e sociale: civetta ed esibizionista, timida e pacata. Le modalità di offerta di sé e delle proprie forme, il come si vuol vivere il corpo e la “libido”, trovano in Nancy una donna che vuol godere e distribuirsi, anziché negare, sublimare, rimuovere, rimandare e altro.
I “colleghi” rappresentano simbolicamente l’istanza a socializzare e a relazionarsi, quel qualcosa di simile che condivido con gli altri e che gratifica. “Simile simili cognoscitur” recita in latino un’antica verità: “il simile conosce il simile” nell’attrazione e nella scelta delle persone che vogliamo vivere come l’altro e gli altri. Il “collega” occulta la tresca erotica e sessuale tra le pieghe delle mille tentazioni e le altre mille seduzioni.
Ecco che subentra la rivalità al femminile: “una di questi mi dice”: specchio bello, specchio tondo, chi è la più bella del mondo? Le competizioni e le invidie sono all’ordine del giorno in qualsiasi contesto sociale e non soltanto in quello femminile. Anzi, tra le donne esiste una maggiore e migliore profondità nelle relazioni significative ed è per questo che le rotture sono da prima guerra mondiale, un disastro. Nancy offre uno spaccato di sé e del suo travaglio nel vivere le relazioni con le donne e i sentimenti di invidia e competizione che nel sogno sono proiettati in “una di questi”. Ma è tutto nella norma più assoluta. Niente di nuovo sotto il sole, cara Nancy.
I “miei gioielli” condensano l’amor proprio in riguardo specifico al destino femminile di donna e di padrona: “femina et domina”. Sottolineo i “miei” come rafforzamento dell’identità. L’Io di Nancy è ben servito al tavolo del vecchio poker.
“Mi rendo conto che non posso lasciare la scatola lì alla mercé di chiunque.”
Bisogna scegliere e selezionare le persone a cui rivolgermi e tanto meno affidarmi. Questo capoverso è proprio un “inno dell’amor proprio e dell’amor del proprio destino: “amor sui” e “amor fati”. La “mercé” significa svalutazione e mancanza di autostima, significa paura di restare sola e di non piacere abbastanza, di non essere attraente e seduttiva, di non esser “figa” come vuole il gergo giovanile e non soltanto. L’educazione e l’insegnamento vengono dopo a confermare in Nancy che il concedersi sessualmente necessita della giusta cautela. Non bisogna svendersi e dare al primo venuto il proprio imene, bisogna selezionare e reagire in base ai gusti e alle affinità elettive, le propensioni e le sensibilità. La parola d’ordine è “devo volermi bene. La mercé risuona con merce. Mai essere merce per gli altri; in primo luogo me stessa.
“Chiunque” è simbolo di quell’anonimato che attesta di persone senza qualità e senza personalità, un indistinto tra gli uomini che popolano l’universo, ma è soprattutto un “indistinto psichico”, una confusione psicofisica e una macedonia di istanze psichiche, la follia.
Questo è in abbondanza quanto dovevo a Nancy.
PSICODINAMICA
Il sogno di Nancy sviluppa la psicodinamica dell’amor proprio e dell’amore del proprio destino, “amor sui” e “amor fati”, in relazione specifica al suo corpo erotico e sessuale. L’accettazione amorosa di sé e del proprio destino di donna denota una buona identificazione psichica al femminile e una altrettanto buona identità, sempre psichica, in risoluzione delle conflittualità edipiche, relazione con i genitori. I tentennamenti e le incertezze nel corso dell’evoluzione psicofisica dell’adolescenza viaggiano dal gusto personale alla formazione sociale, dai desideri proiettati negli altri alla ricerca della tresca e della seduzione e non senza godimento, nonostante il sentimento della rivalità nei riguardi delle altre donne.
ULTERIORI RILIEVI METODOLOGICI
I “simboli” sono stati spiegati abbondantemente nel corso dell’interpretazione.
Il sogno di Nancy rievoca l’archetipo della “Sessualità”.
Il “fantasma” presente nel sogno di Nancy riguarda il “corpo” e l’identità psicofisica. Nessun travaglio è degno di considerazione perché il sogno si sviluppa in maniera armonica.
Nel sogno di Nancy sono presenti le seguenti istanze psichiche:
“Io” o vigilanza e razionalità in “ho pensato” e in “ho deciso” e in “mi ritrovo” e in “mi rendo conto”,
“Es” o rappresentazione della pulsione e dell’istinto è ben visibile in “C’erano una bici da bimba e diversi scatoloni. In una di queste scatole c’erano tutti i miei gioielli.” e in “ho deciso di mettere la preziosa scatola dentro la casa di cui avevo ancora le chiavi.”,
“Super-Io” o censura e limite non compare in azione diretta ma sicuramente si lascia intravedere senza eclatanza in “Mi rendo conto che non posso lasciare la scatola lì alla mercé di chiunque.”
Le “posizioni psichiche” evidenziate nel sogno di Nancy sono la “fallico-narcisistica” in “In una di queste scatole c’erano tutti i miei gioielli.” e in “mettere la preziosa scatola dentro la casa di cui avevo ancora le chiavi.”. La disposizione alla “posizione genitale” è visibile in “Dopodiché mi ritrovo in un luogo (sembra un grande capannone) molto affollato con vicino a me ancora la preziosa scatola; ci sono anche dei colleghi.”
I “meccanismi psichici di difesa” usati da Nancy nel suo sogno sono i seguenti: la “condensazione” in “scatola preziosa” e in “casa” e in “bici da bimba” e in “scatoloni” e in “scatole”, lo “spostamento” in “gioielli” e in “chiavi” e in “luogo molto affollato” e in “grande capannone” e in “colleghi” e in “alla mercé”, la “proiezione” in “colleghi” e in “una di questi”, la “rimozione” in “Lascio, quindi, la grande scatola nell’entrata di questa casa”.
Il sogno di Nancy espone nella massima chiarezza il “processo psichico di difesa della “regressione” con annessa “fissazione” in “trovarmi nel marciapiedi antistante la casa che ho abitato nella mia infanzia.” La difesa della “sublimazione della libido” non compare in maniera diretta, ma si lascia supporre in “Mi rendo conto che non posso lasciare la scatola lì alla mercé di chiunque.”
Il sogno di Nancy manifesta un tratto decisamente “fallico-narcisistico” all’interno di una “organizzazione psichica reattiva”, struttura evolutiva, altrettanto decisamente “genitale”.
Le figure retoriche presenti sono la “metafora” o relazione di somiglianza in “casa” e in “trovarmi” e in “marciapiedi” e in “scatola” e in “gioielli”, la “metonimia” o relazione logica in “bici da bimba” e in “luogo molto affollato”. Il sogno di Nancy ha una sua compostezza narrativa e simbolica che si avvicinano a una forma poetica neorealistica.
La “diagnosi” dice di una salutare forma di “libido fallico-narcisistica” evidenziata con il sentimento dello “amor sui et fati”, nonché accompagnato dal “sentimento della rivalità” al femminile.
La “prognosi” impone a Nancy di proseguire nel cammino intrapreso oniricamente di recupero del proprio delicato passato e dei vissuti che hanno segnato la formazione della sua “organizzazione psichica reattiva”. L’affidamento a uomini e a donne deve essere sempre ben ponderato e mai acritico. E’ cosa giusta e buona creare fascino attorno a sé attraverso il “non detto” e il “non esibito” e senza rasentare la crudeltà o la cagoneria.
Il “rischio psicopatologico” si attesta nella caduta dell’amor proprio e del proprio destino con l’insorgere di una sindrome psiconevrotica depressiva, ma la cosa la vedo molto difficile alla luce della determinazione della chiarezza della nostra eroina.
Il “grado di purezza onirica” è buono nonostante la discorsività narrativa. Il sogno di Nancy è ricco di simboli ed esprime una psicodinamica attraente e fascinosa.
La “causa scatenante” del sogno si attesta in un ricordo dell’infanzia o in un atto di autoaffermazione nel corso della vita quotidiana.
La “qualità onirica” è auto-affermativa in onore a un buon senso dell’Io.
Il sogno di Nancy si è svolto nella seconda fase REM alla luce della composizione pacata e della compostezza simbolica. Non esistono grandi trambusti e turbolenze, per cui la buona “razionalizzazione” del quadro evocato in sogno è avvenuta in una situazione di leggera agitazione per consentire la memoria.
Il “grado di attendibilità e di fallacia” del sogno di Nancy è “alto” a causa dell’evidenza dei simboli e della chiarezza nella loro interazione e nel comporre la psicodinamica.
Il “fattore allucinatorio” o esaltazione dei sensi si attesta nella collocazione fisica: “trovarmi”, “c’erano”, “lascio”, “mi ritrovo”, “ci sono”, “non posso lasciare”. Nancy usa i sensi includendoli nel “topos”, nello “spazio”, nel “luogo”.
DOMANDE & RISPOSTE
L’interpretazione del sogno di Nancy è stata sottoposta all’attenta analisi di un lettore e di una lettrice anonimi. Sono emerse le seguenti domande.
Lettore
Nancy è una narcisista che se la tira o che tipo di donna è?
Risposta
La psicodinamica del sogno dice chiaramente che Nancy è una donna che sa coniugare l’eleganza del portamento con l’autostima. Non è di certo superba, ma mantiene un atteggiamento di tutela della sua persona e della sua figura. La definirei una donna di classe, una democratica con giudizio.
Lettrice
Il discorso sul narcisismo, che lei ha fatto per Nancy, vale solo per le donne?
Risposta
Vale per tutti, maschi e femmine, ma è soprattutto portato avanti dalle donne che tradizionalmente hanno una migliore e maggiore cura della loro persona senza essere civette o insolenti. Il “narcisismo” buono ha dei limiti oltre i quali degenera pericolosamente nella depressione e nella lucida follia. Quindi è un momento psichico formativo molto importante e delicato.
Lettore
Lei parla e dice cose interessanti, ma io non le capisco. Mi può fare qualche esempio terra terra di narcisismo? Magari ho un amico così e non riesco a capirlo.
Risposta
Allora, il “narcisismo buono” si ferma all’amore di se stessi e del proprio destino di uomini. Alberga e lo vedi nelle persone che si vogliono bene e non si fanno mancare niente di tutto quello che gratifica e rende attraente il quotidiano vivere. Il “narcisismo cattivo” lo vedi, ad esempio, nelle persone egoiste ed egocentriche, quelle tutte prese da se stesse e che non si accorgono che tu esisti e che hai i tuoi diritti. Hai presente quelle persone che parlano tanto e sempre di sé? La logorrea che ha per oggetto se stessi e ripetitivamente se stessi è una psicopatologia grave, ma non inficia la normale vita quotidiana anche se incorre in notevoli difficoltà relazionali.
Lettore
Quindi il mio amico che parla tanto e a vanvera e dice sempre le stesse cose è malato mentale?
Risposta
Tecnicamente ha una “organizzazione psichica narcisistica” che non si è evoluta nella “genitale”, nel riconoscimento dell’altra persona come oggetto del proprio investimento e umano interesse. Sono persone che non sanno amare e che, di conseguenza, non s’innamorano. Tecnicamente sono “fissate, meglio ferme, alla “posizione narcisistica” e non sono evolute nella “posizione genitale” per una fuga dall’angoscia depressiva di perdita. Si difendono con i meccanismi psichici atti al non coinvolgimento affettivo.
Lettore
Bravo il mio dottore! Ho capito qualcosa. Ma si possono aiutare queste persone?
Risposta
Una buona psicoterapia analitica è la morte sua, come i capperi sul baccalà alla messinese. Imparano ad accorgersi che esistono gli altri e che non fanno male, anzi tutt’altro.
Lettore
E la sessualità?
Risposta
C’è sempre e soltanto la masturbazione.
Lettrice
Tocca a me adesso. Mi dice qualcosa del mito di Narciso.
Risposta
Non ti racconto le diverse trame, ma ti spiego la simbologia globale. La “misantropia” e la “misoginia”, avversione verso gli uomini e verso le donne, segna l’affermazione solitaria di questo semidio. La “depressione” endogena contrassegna la psicopatologia grave che lo porta al suicidio per annegamento o per accoltellamento. L’investimento della “libido” sulla sua persona e il culto del suo corpo lo isolano dagli altri uomini. Si tratta di difese e di immaturità psichiche nel senso vero e proprio. Narciso si è bloccato alla “posizione fallica” senza passare alla “posizione genitale”. E’ anche possibile che sia regredito e fissato sulla sua persona. I Greci ne sapevano una più del diavolo ebraico per quanto riguarda i simboli. Questo tema è complesso e merita tempo e studio.
Lettrice
In una persona che si suicida c’è del narcisismo?
Risposta
Tantissimo. Il narcisismo se non si evolve nella genitalità fomenta depressione e può risolversi nel suicidio. La depressione deve però fare perno sul “fantasma” di abbandono e di perdita affettiva elaborato nel primo anno di vita, un vissuto naturale che è degenerato e che deve essersi ingrandito malignamente.
Lettrice
Quale canzone ha scelto per il sogno di Nancy?
Risposta
Lazzarella, una canzone napoletana del 1957 che tratta l’evoluzione psicofisica di una ragazzina, il passaggio dal “narcisismo” alla “genitalità” per l’appunto. Lazzarella passa dall’essere piena di sé e della propria giovane bellezza addirittura al matrimonio in chiesa sia per ottemperare il sentimento d’amore e sia per assolvere legittimamente il desiderio sessuale. La cultura è sempre figlia del suo tempo e presenta i vizi e le virtù, gli schemi utili e inutili, le risibilità e i valori importanti. Il testo e la musica appartengono a Modugno e a Pazzaglia. Il contenuto cade a fagiolo, come dicevo, per la psicodinamica di Nancy.
Lettrice
Di questa canzone farà il riattraversamento?
Risposta
Semplicemente traduco a modo mio dal dialetto mezzo napoletano e mezzo italiano.
LAZZARELLA
Rapita da un sogno splendente,
in una notte di luna crescente
avanzano il Corpo e la Mente.
Dimmi,
o Lazzarella,
una camicetta a fiori blu,
può nascondere una bella bambina
con i capelli a coda di cavallo,
una signorinella
che va scuola con i libri sotto il braccio?
Lazzarella sta crescendo
tra le volute del fumo di una Camel
comprata per papà nel mercato di Forcella.
Lazzarella consuma le sue smorfie allo specchio
con le labbra sporche del rossetto della mamma.
Io ti guardo
e ai miei occhi tu piaci ogni giorno di più.
Faccio di tutto per vederti,
per balbettarti un timido “ti posso accompagnare”.
Ma tu disdegni,
mi discacci,
non mi dai retta,
non accetti il mio sentimento,
mi dici che per te l’amore può aspettare,
che non fa per te
e che del mio amore non sai cosa fare.
Sei procace come il venticello primaverile
lungo il molo dell’Immacolatella.
Stai crescendo e sei civettuola.
Ti specchi nelle vetrine di via Caracciolo
e arrossisci anche ai complimenti benevoli.
Tu sei presa dal tuo corpo
e non pensi certamente a me.
Io non sono un tuo pensiero,
tanto meno bello,
e sorridi perché perdo il mio tempo dietro a te.
Intanto l’ormone incalza
e la camicetta a fiori blu ti va sempre più stretta,
mentre un padre geloso sorveglia
quella signorina che non è più la sua bambina.
I bigliettini degli innamorati portano le pene d’amore.
Il tempo è un galantuomo e diventa giusto anche per te.
Ritorna davanti alla scuola il ragazzo di allora.
Anche tu ci sei caduta.
Per amore non mangi,
soffri,
pensi,
dici di no per dire di sì,
bagni di lacrime il cuscino.
Nessuno può aiutarti,
neanche una compagnella di scuola.
Ormai sei grande e sei cambiata.
Sei pronta a sposare te stessa nella chiesa del Gesù.
Rapita da un sogno splendente,
in una notte di luna crescente
avanzano il Corpo e la Mente.