IL GIACCONE TRAPUNTINO AZZURRO LUCENTE

TRAMA DEL SOGNO – CONTENUTO MANIFESTO

“Ero al lavoro e due colleghi sono entrati in ufficio accompagnando il mio ex compagno da me.
Era invecchiato, ingrassato, trasandato e ubriaco.
Biascicava qualche parola che non comprendevo.
Indossava un curioso giaccone trapuntino azzurro lucente che contrastava con il suo essere trasandato.
Aveva le mani in tasca e, man mano che si avvicinava, mi sembrava che nascondesse un’arma che avrebbe usata contro di me.
Nonostante la paura, ho deciso di andargli incontro e di prenderlo delicatamente per il braccio cercando di capire cosa volesse, ma a quel punto mi sono svegliata.”

Questo sogno porta la firma di Maryanto.

INTERPRETAZIONE DEL SOGNO – CONTENUTO LATENTE

CONSIDERAZIONI

Quanti innamoramenti e quanti amori viviamo nello scorrere ineludibile della nostra vita!
Quanti investimenti di “libido genitale” facciamo nell’esercizio quotidiano del nostro vivere!
Quanta originalità immettiamo nella nostra arte di amare?
Ci innamoriamo sin da quando percepiamo qualcuno fuori che ci nutre, la nostra cosiddetta “mamma” o “maman” alla francese. Poi andiamo avanti con modalità evolute, più che diverse, nel corso della nostra esistenza. Ogni età ha il suo modo di amare e i suoi oggetti d’amore. Fondamentalmente ci innamoriamo di noi stessi e del nostro vivere e siamo costretti dalla nostra natura biologica ad appagare i bisogni del corpo in attesa di renderli anche “mistici” trapassando serenamente e senza stridore dalla Natura nella Cultura. E in questo modo riusciamo a esaltarci anche nelle arti cosiddette spirituali.
Ma quale differenza si può porre tra innamoramento e amore?
Alberoni sociologo e Fromm sociologo hanno ben trattato nel Novecento questo tema, ma anche Schopenhauer, filosofo dell’Ottocento, ha scritto un breve testo sull’amore. Perché non ricordare anche la solidarietà edonistica di Epicuro a cavallo tra il quarto e il terzo secolo a.C.n.?
Vi rimando alla lettura di questi testi: Alberoni – Innamoramento e amore, Fromm – Arte di amare, Schophenauer – L’amore, Epicuro – Lettera a Erodoto.
Leggete e viaggiate sul sicuro garantito.
Fondamentalmente il sentimento d’amore è ampio e variegato, ma non si è lontani dal vero se quello adulto lo si inquadra come la “astrazione” e la “sublimazione” del desiderio sessuale, la “libido”, quella “genitale” nello specifico, quella che ha bisogno dell’altro e che non si riduce al solipsismo masturbatorio della mente e del corpo: “posizione fallico-narcisistica”.
Fromm aveva distinto vari tipi di amore e aveva individuato l’amare nell’esercizio: “ti amo non perché ho bisogno di te, ma perché ho bisogno di amare.”
Il buon e infelice Arthur aveva individuato il sentimento dell’amore in un inganno fenomenale del Genio della Specie per perpetuare l’umanità, “Filogenesi”. Vuol dire che la sessualità “genitale” era nobilitata dalla procreazione, al di là dei sentimenti puri che la cultura immette sull’onda dei grandi sacerdoti laici e profani, ed era dettata a monte dalla sorda “Volontà di vivere”, l’essenza del Tutto, uomo compreso.
La Psicoanalisi freudiana, nella sua prima formulazione o “prima topica” e soprattutto nei “Tre saggi sulla sessualità infantile” del 1905, considera e attesta una “libido” fortemente pulsionale, un istinto primario a base organica e basato sul “principio del piacere”: teoria delle pulsioni. Di poi, nella “seconda topica” o sistema psichico, questa teoria così corporea viene “mentalizzata” e l’istinto diventa anche oggetto di difesa da parte dei “meccanismi psichici” che sin dal primo vagito contraddistinguono la vita dell’uomo. Pur tuttavia, il “pansessualismo”, tutto si basa sull’energia complessa della “libido”, resta nella Psicoanalisi freudiana un assunto evoluzionistico di base per l’economia e la dinamica della Psiche. Quest’ultima si identifica nella progressiva consapevolezza che il senziente acquista sulle sensazioni e sulle conseguenti rappresentazioni mentali, i “fantasmi”. La base organica è ineludibile. La crescita e l’evoluzione umane sono intrinseche al corpo vivente, materia, e seguono passo passo le varie complicazioni mentali del “sistema delle difese” dal dolore e dall’angoscia di annientamento: psicoanalisi dell’Io o seconda topica. Ci sarà tempo anche per sublimare e rendere mistica la “libido”, l’energia che muove l’uomo nell’universo. Nel “quantum” esiste il “qualis”, nella “materia” è intrinseco lo “spirito” e in questo “tutto” si inscrive l’operazione psichica e logica di difesa dall’angoscia di nientificazione, la “sublimazione” e la “astrazione”. La prima consiste nel rendere nobile e socialmente compatibile la carica vitale della materia, la seconda nel rendere comprensibile il potenziale organico di cui godiamo. In ogni caso e in conclusione la “libido” non si riduce all’energia sessuale nel senso crudo della parola, ma all’energia articolata e in minima parte conosciuta del cosmo. Tanti astrofisici concludono le loro ricerche scientifiche ricorrendo al mistero dell’origine e tanti altri concludono con il ritorno al tutto da cui si proviene: metafisica e materialismo. Le conoscenze dell’uomo sono minime in tutti i settori di fronte alla complessità del cosmo, uomo compreso. Torna utile il monito di Ulisse ai suoi compagni di fronte alla brevità della vita che Dante gli ha voluto attribuire nella sua “Divina commedia”: “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.
Riflettere su questi temi è d’uopo soprattutto nei nostri tempi così sempliciotti.
Tornando al sogno di Maryanto, si rileva la possibilità di decodificare e di spiegare in due modi il suo prodotto, uno di poco spessore e l’altro più profondo. Nel primo caso si usa la griglia psicosociologica e si disocculta la psicodinamica relazionale, nel secondo caso si tirano in ballo i “fantasmi” e i conflitti intrapsichici dell’ineffabile protagonista.
Nel procedere terrò in considerazione i due registri.

SIMBOLI – ARCHETIPI – FANTASMI – INTERAZIONE ANALITICA

“Ero al lavoro e due colleghi sono entrati in ufficio accompagnando il mio ex compagno da me.”

Maryanto è una donna che si relaziona con gli uomini in maniera formale, “ero al lavoro e due colleghi”, non ama i grandi coinvolgimenti e le forti intimità, magari li desidera, ma si difende tendendo a fare la donna seria e preziosa, quella che solidarizza ma che aspetta che sia l’altro a fare il primo passo, quella che vuole che l’uomo faccia l’uomo nel senso antico del termine e anche nel senso moderno, quella che ritiene l’uomo un cacciatore secondo l’adagio antico e lo esige giustamente aggressivo e non per “sadomasochismo” ma per tradizione naturale e al di là delle mode culturali, quella che pensa che la donna deve fare la donna ed essere recettiva piuttosto che “fallica”.
Insomma Maryanto è una donna completa e all’antica e questi “due colleghi” sono i suoi alleati e i suoi ispettori. Essi rappresentano simbolicamente l’istanza censoria del “Super-Io”, la parte giudicante e morale, quella che inquisisce l’ex, un uomo che non è del tutto “ex” perché nel ricordo è ancora presente e nella psiche è vivo e attivo. Quando non ci si lascia bene, restano gli strascichi infiniti di una storia andata a male perché iniziata per bisogno e non per libera scelta. Ed ecco che nei momenti di solitudine e di debolezza ritorna il bisogno dell’altro anche se l’altro è stato precario a diversi livelli e a diverso titolo.
I “colleghi” sembrano gendarmi, carabinieri che vanno sempre in coppia nella realtà sociale e nell’Immaginario collettivo: ”accompagnano”. “L’ufficio” dà proprio il senso della formalità di un tribunale in cui Maryanto assume un deciso ruolo giudicante.
Sicuro che c’è in ballo qualche strascico affettivo dopo la separazione e la rottura della vita amorosa. E’ oltremodo sicuro che Maryanto nel sogno sta parlando di sé e alla grande. Vediamo dove va a parare con la sua psicodinamica.

“Era invecchiato, ingrassato, trasandato e ubriaco.”

Ecco che viene fuori l’aggressività!
Maryanto vede il suo “ex” peggiorato dopo la relazione vissuta con lei. Una magra consolazione e un misero conforto servono a ipotizzare un trauma da perdita nell’ex, ma a tutti gli effetti trattasi dei vissuti originari di Maryanto in attestazione anche dei suoi bisogni affettivi di allora.
Ma cosa significano simbolicamente le caratteristiche attribuite al suo ex? “Invecchiato”: poca energia e scarsa vitalità. “Ingrassato”: bisognoso d’affetto e di accudimento da carenze pregresse. “Trasandato”: andato al di là del lecito e dell’opportuno ossia fuori norma, un diverso. “Ubriaco”: necessitato a variare lo stato di vigilanza della coscienza e ad abbassarne la soglia di guardia per ridurre l’angoscia. Sintetizzo dando a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio. Maryanto rievoca in sogno la condizione in cui si trovava nel momento della sua vita in cui ha scelto il suo “ex” e proietta su di lui queste caratteristiche di allora. Maryanto era in psicoastenia e bisognosa d’affetto, si sentiva diversa dalle altre donne e avvertiva la necessità di abbassare la vigilanza e di vivere in uno stato crepuscolare. Il tutto era finalizzato a non sentire l’angoscia dentro. Da rilevare la presenza inequivocabile del meccanismo psichico di difesa della “proiezione”.

“Biascicava qualche parola che non comprendevo.”

Era proprio un brutto momento della sua vita!
Maryanto continua a sognare proiettando nel suo “ex” la condizione psicofisica che l’ha portata a legarsi a lui. Viene fuori che in lei e allora il circuito tra interno ed esterno era intasato, il legame tra l’emozione e la parola era precario, il filo che lega il vissuto all’espressione verbale era in quasi “tilt”, come nei migliori flipper degli anni sessanta. Maryanto non aveva un buon rapporto con se stessa, si viveva male e non aveva le modalità giuste per capire e capirsi, ma soprattutto non riusciva a tradurre l’energia interiore nell’energia della parola. Maryanto non si capiva più e non sapeva reagire. Come si diceva all’inizio, era un brutto momento della sua vita. E meno male che esistono questi brutti momenti perché ci danno la possibilità di reagire e di migliorarci tramite il grande ausilio di una poderosa presa di coscienza: la salvifica “razionalizzazione dei fantasmi”.
Nel registro psicosociale si legge che il suo “ex” non sapeva tradurre i sentimenti nelle parole, aveva grosse difficoltà di relazione e di comunicazione.

“Indossava un curioso giaccone trapuntino azzurro lucente che contrastava con il suo essere trasandato.”

Traduco nel registro intrapsichico: “facevo di tutto per non apparire così bisognosa di cure e premure e mi manifestavo in forma e attraente”. “Indossava” attesta simbolicamente dei modi di apparire agli altri. Il “giaccone” racchiude i sentimenti e gli affetti e li tutela agli occhi della gente. “Trapuntino” precisa l’entità della difesa e dell’originalità. “Azzurro” condensa la realtà in atto e il suo principio. “Lucente” desta attenzione e segnala la difesa camuffandola in piena consapevolezza.
Traduco questa stranezza nel registro psicosociale: Maryanto viveva il suo “ex” non del tutto virile, effeminato nei modi di espressione, in qualche modo “fru fru”. Spesso le donne gradiscono nel proprio uomo una similarità nella sensibilità e nei modi di pensare e di atteggiarsi. E’ la solita questione della “posizione edipica”, di come hanno elaborato nel tempo il “fantasma” e la figura del padre.

“Aveva le mani in tasca e, man mano che si avvicinava, mi sembrava che nascondesse un’arma che avrebbe usata contro di me.”

Il sogno verte sulla sessualità, un valido motivo per cercare un maschio prima che un uomo. Il simbolo fallico della “arma” dice decisamente che l’attrazione erotica e il desiderio sessuale hanno avuto e hanno il sopravvento nella scelta di investire “libido” su un uomo. La vitalità sessuale di Maryanto è stata il primo movente per cercare e per avere un maschio. “Usata contro di me” equivale al desiderio e bisogno di avere un uomo aggressivo che sa ben usare la recettività femminile e sessuale in primo luogo. Maryanto è una femmina-natura prima di essere una donna-cultura, ha bisogno e desidera un maschio in prima battuta. Il sogno verte sui bisogni e sui gusti sessuali della protagonista in un momento storico e psichico della sua esistenza.
Un rilevo sulla “figurabilità” è opportuno. Il meccanismo psichico del “processo primario”, che dà la giusta immagine al vissuto in questione, viene ampiamente usato in questo capoverso nel descrivere il maschio con le “mani in tasca”, quasi a nascondere il pene e pronto ad aggredire beneficamente la donna. Il desiderio sessuale di Maryanto viene raffigurato egregiamente. L’attesa del disoccultamento del desiderio crea suspence e fascino. Rilevo la simbologia del coito nell’arma dentro la tasca, maschile la prima e femminile la seconda.
Secondo il codice psicosociale della narrazione l’ex di Maryanto vuole punirla per l’abbandono subito, ma la verità profonda vuole una Maryanto bisognosa di appagare la sua sessualità e alla ricerca di un maschio che sappia prenderla: natura prima della cultura. Si suppone che nel tempo la relazione con l’ex non sia durata per questo importante fattore.

“Nonostante la paura ho deciso di andargli incontro e di prenderlo delicatamente per il braccio cercando di capire cosa volesse, ma a quel punto mi sono svegliata.”

Traduco: “nel momento in cui ho preso coscienza che mi ero messa con lui soltanto per motivi sessuali, ho chiuso la relazione.” Sembra che Maryanto si senta in colpa e tema di essere aggredita e punita per averlo lasciato, ma in effetti si rileva la sua seduzione anche in questo caso. Maryanto si muove verso il suo “ex” prendendolo “delicatamente” e relazionandosi con il potere che si riconosce alle idee chiare in riguardo a ciò di cui si ha bisogno in questa evoluta emergenza della vita e della vitalità sessuale.
Avendo capito la sua psicodinamica, Maryanto si può svegliare.
Si rileva, in conclusione, che la donna può gestire il potere nella relazione con suadenza e delicatezza. Una brillante forma di seduzione è implicita nell’allegoria di “andargli incontro e di prenderlo delicatamente per il braccio cercando di capire cosa volesse”.
Questo è quanto risulta e non è poco.

PSICODINAMICA

Il sogno di Maryanto sviluppa la psicodinamica del bisogno di amare, “libido genitale”. Sono possibili due letture: psico-sociologica e psicoanalitica con la decodificazione dei “fantasmi”. La prima svolge l’aggressività legata al sentimento di rivincita nei riguardi dell’ex a modo di compensazione da frustrazione subita, la seconda sviluppa le condizioni personali della protagonista in riguardo al suo bisogno psicofisico di amare e di essere amata: investimenti di “libido genitale”.
Il sogno di Maryanto elabora la psicodinamica dell’innamoramento e dell’amore in una fase critica della propria vita, quando il senso e il sentimento sono necessari per continuare a vivere al meglio nelle condizioni date.

ULTERIORI RILIEVI TECNICI

Il sogno di Maryanto contiene i seguenti simboli: “colleghi” o alleato con varia funzione, “ufficio” o relazione sociale e compito, “lavoro” o investimento di libido, “biascicava” o psicoastenia e distonia tra interno ed esterno, “parola” o energia, “non comprendevo” o caduta della vigilanza razionale, “giaccone” o difesa degli affetti, “trapuntino” o difesa psichica, “azzurro” o realtà in atto, “lucente” o buona consapevolezza, “mani in tasca” o occultamento di libido, “arma” o organo sessuale maschile, “usata contro” o pulsione sadomasochistica, “andargli incontro” o alleanza utilitaristica e difesa psichica, “prendere per il braccio” o modalità relazionale.

Nel sogno di Maryanto sono richiamati i simboli universali, “archetipi” del Maschile e del Femminile, nonché della Sessualità.

Il “fantasma della sessualità” circola in maniera coperta e senza dare in escandescenze.

Ben figura l’istanza psichica censurante e limitante del “Super-Io” in “due colleghi”, l’istanza razionale e vigilante “Io” si manifesta in “ho deciso di andargli incontro e di prenderlo delicatamente per il braccio cercando di capire cosa volesse”, l’istanza pulsionale “Es” è viva in “Aveva le mani in tasca e, man mano che si avvicinava, mi sembrava che nascondesse un’arma che avrebbe usata contro di me.”

Il sogno di Maryanto svolge la “posizione psichica genitale” in quanto offre un quadro affettivo e sessuale, al di là della frustrazione in atto.

Si evidenziano i seguenti meccanismi psichici di difesa dall’angoscia: la “condensazione” o simbolismo in “invecchiato” e in “ingrassato” e in “trasandato” e in “ubriaco” e nella simbologia spiegata in precedenza, lo “spostamento” e la “proiezione” in “Era invecchiato, ingrassato, trasandato e ubriaco.” e in “biascicava” e in “Indossava un curioso giaccone trapuntino azzurro lucente”, la “figurabilità” o capacità di dare immagine al fantasma in “Aveva le mani in tasca…”.
Non sono in esercizio i processi psichici di difesa della “sublimazione” e della “regressione”. Quest’ultima è presente soltanto per le necessità intrinseche alla funzione onirica: linguaggio allucinatorio.

Il sogno di Maryanto evidenzia un tratto fortemente “genitale” all’interno di una “organizzazione psichica reattiva genitale”: la protagonista sente la pulsione a dare in una relazione appagante per alleviare le angosce di solitudine e le frustrazioni sessuali.

Le “figure retoriche” presenti sono la “metafora” o relazione di somiglianza in “invecchiato” e in “ingrassato” e in altro, la “metonimia” o nesso logico in “colleghi” e in “ufficio” e in “parola” e in altro. Il sogno è discorsivo e narrativo, ma delinea immagini nitide a contenuto emotivo.

La “diagnosi” dice di un bisogno psichico d’innamoramento e di amore nei versanti del sentimento e del senso. La modalità della psicodinamica coglie le esigenze psicofisiche in atto di Maryanto: un uomo forte e deciso da gestire con le arti femminili.

La “prognosi” impone a Maryanto di operare costruttivamente e senza demordere nella ricerca dell’oggetto su cui investire la sua “libido genitale” e di liberare le migliori energie nelle varie occasioni e nelle relazioni sociali.

Il “rischio psicopatologico” si attesta nella vanificazione dei sentimenti e dei sensi: psiconevrosi isterica con conversione delle energie frustrate in una sintomatologia varia.

Il “grado di purezza onirico” è buono, nonostante la discorsività narrativa. Prevale, infatti, la simbologia nella dinamica dei fatti occorsi.

La “causa scatenante” del sogno di Maryanto, “resto diurno” del “resto notturno”, si attesta nella riflessione sulla condizione sentimentale e sessuale in atto o in un incontro fortuito con un uomo o in una discussione sul tema con un’amica.

La “qualità onirica”, attributo dominante del contesto, è l’affermatività, la piena consapevolezza e padronanza della situazione costruita in sogno, il frutto di una buona “razionalizzazione”.

Il sogno di Maryanto si è svolto nella seconda fase REM alla luce del suo procedere logico e pacato, nonostante la drammaticità della psicodinamica istruita nell’affrontare la minaccia dell’uomo.

Il “fattore allucinatorio”, esaltazione sensoriale, si attesta nel senso dello “udito” in “Biascicava qualche parola che non comprendevo.” e in prevalenza della “vista” e soprattutto in “Indossava un curioso giaccone trapuntino azzurro lucente…”. La cospirazione generica dei sensi si nota in “Nonostante la paura”.

Il “grado di attendibilità e di fallacia” è di buona levatura, quasi massimo, perché la simbologia è evidente e la psicodinamica altrettanto chiara. Il sogno, inoltre, consente due interpretazioni, psicosociologica e psicoanalitica, entrambe valide nel loro diverso spessore.

DOMANDE & RISPOSTE

L’interpretazione del sogno di Marianto è stata visionata da una lettrice anonima che alla fine ha posto le seguenti domande:
Domanda
Cosa pensa dell’amore?
Risposta
Ribadisco che è un investimento di “libido” e si attesta nella radice biologica. Di poi, questo bisogno organico diventa uno schema astratto e da senso si evolve in sentimento secondo una linea altrettanto naturale e legata ai “meccanismi e ai processi psichici di difesa” dall’angoscia. All’inizio è “libido orale” e si astrae e sublima nell’affettività, di poi è “libido anale” e si astrae e sublima nell’aggressività, di poi ancora è “libido fallico-narcisista” e si astrae e sublima nell’amore di se stesso, finalmente è “libido genitale” e si astrae e si sublima nel riconoscimento dell’altro e nell’esercizio della vita sessuale.
Domanda
E’ molto vicino a Schopenhauer o a Freud?
Risposta
Del primo e del secondo riconosco il determinismo o la relazione causa ed effetto senza tanti voli originali e pindarici. L’uomo è un vivente condizionato dalla sua Natura biologica e psicologica, in una dal Cervello e dalla Mente. La morte dell’uno comporta la morte dell’altro perché sono inscindibilmente collegati. Il Corpo si può ridurre a un insieme di schemi biologici e la Mente a un insieme di schemi psichici: concetto di Natura e di Cultura. Quest’ultima è volgarmente l’astrazione e la sublimazione della prima, ma soltanto per intenderci all’ingrosso.
Domanda
Lei riduce tutto al condizionamento della materia, ma esistono nell’uomo operazioni libere e attività finalistiche? E l’Arte di cui parla spesso che fine ha fatto?
Risposta
Decisamente io non conosco queste operazioni libere e queste attività finalistiche. L’Arte e la creatività, i “processi primari” per intenderci, sono operazioni condizionate della Mente o della Psiche e hanno sede nelle pulsioni del Corpo. La “Fantasia” è letteralmente allucinazione dei sensi: “vedo nella luce”.
Domanda
E la Religione?
Risposta
E’ la “sublimazione” dell’angoscia di morte. Più materiale di così non è possibile.
Domanda
E il misticismo?
Risposta
E’ una forma di sensibilità sempre legata alla Natura e alla Materia.
Domanda
Ma la Natura viene prima della Cultura?
Risposta
Sono lo stesso oggetto servito in modalità diverse. La prima è “ciò che nasce” e si evolve in base agli schematismi ben precisi, cultura. Ad esempio, esiste una cultura astronomica che prescrive al sole di nascere a oriente e una cultura organica che prescrive allo stomaco di digerire il cibo. In questo modo è possibile la Scienza in quanto conoscenza delle cause e soprattutto come previsione.
Domanda
Non sono assolutamente d’accordo con lei. Mi dice qualcosa sul sogno di Maryanto?
Risposta
Il sogno di Maryanto delinea la psicologia di una donna che vive bene il suo corpo e le sue pulsioni per cui agogna a trovare un compagno idoneo all’appagamento dei tali bisogni. Questo è appagamento di “libido genitale”. Arrivata a una certa fase della sua vita, cinquantanni ad esempio, la donna avverte forte il bisogno e desiderio di relazionarsi con persone significative a diversi livelli, in difesa dall’angoscia di solitudine e per evitare il danno legato alla frustrazione delle pulsioni sessuali.
Domanda
Quale canzone ha scelto per il sogno di Maryanto?
Risposta
Ho scelto “Bugiardo e incosciente”, un brano cantato da Mina Mazzini, una grande donna del panorama musicale italiano di ieri e di oggi. A livello psicologico in questa canzone si vede chiaramente come la donna mente a se stessa e proietta le sue magagne di inconsapevolezza nel maschio. La donna non sa riconoscere che è legata a filo doppio all’uomo e attribuisce a lui tutti i peccati mortali e i difetti ignobili di quel tempo e di quella cultura.
Domanda
Cioè, la donna è bugiarda e incosciente?
Risposta
Certo! Proietta le sue ambivalenze e le sue incertezze sull’uomo, come ha operato Maryanto nel suo sogno. Per questa equivalenza ho scelto questa canzone, ma non basta. Questa canzone è stata tradotta da Paolo Limiti, uno che di musica leggere se ne intendeva, da un testo poetico di Serrat, un cantautore spagnolo degli anni sessanta. Ma Paolo Limiti non si è limitato a tradurre, anzi non ha tradotto il testo spagnolo, lo ha riattraversato e contaminato mettendoci tanto del suo. Chi conosce la lingua spagnola capirà che i testi sono diversi nei contenuti. All’uopo allego le due versioni.
Correva l’anno 1969.

 

 

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