TRAMA DEL SOGNO – CONTENUTO MANIFESTO
“Gervasio sogna di essere in compagnia di una ragazza e di avere con lei delle effusioni amorose.
Lei gli tocca le mani e lui la guarda negli occhi.
Tra loro due c’è una forte tensione sessuale.
Sta per succedere qualcosa, ma tutto si conclude con un niente di fatto.
Cambia scena.
Gervasio è seduto e sente degli aculei nel piede.
Li tocca con la mano e li toglie uno per uno senza provare dolore.”
DECODIFICAZIONE E CONTENUTO LATENTE
CONSIDERAZIONI
Il sogno esprime lo stato psichico in atto, offre una diagnosi, contiene una prognosi, presenta un rischio psicopatologico. Queste nobili e proficue caratteristiche rientrano da sempre nella griglia dei sogni che da due anni decodifico in questo blog.
Nel sogno di Gervasio queste voci sono presenti e non hanno bisogno di essere desunte. Infatti, Gervasio comunica il suo desiderio erotico, le sue paure, la sua diagnosi, la sua terapia. Gervasio espone il suo prodotto psichico in maniera logica consequenziale e riserva i simboli al momento in cui si profila “l’angoscia di castrazione”, per cui è costretto a ricorrere ai meccanismi psichici di difesa della “condensazione” e dello “spostamento” per non scatenare l’incubo e il risveglio immediato.
Pochi elementi danno la possibilità di ricostruire il pregresso psichico che il sogno non dice ma suppone nel suo linguaggio simbolico.
Punto dopo punto si può procedere nella conferma analitica di quanto affermato.
SIMBOLI – ARCHETIPI – FANTASMI – INTERAZIONE ANALITICA
“Gervasio sogna di essere in compagnia di una ragazza e di avere con lei delle effusioni amorose.”
Gervasio è un tipo pratico e spedito e il sogno lo rappresenta molto bene. Questa “ragazza” non rappresenta la sua “parte psichica femminile” e tanto meno la platonica compagna di scuola, questa ragazza è il concreto oggetto del suo desiderio erotico e sessuale, una donna giovane in carne e ossa, in ormone e pulsione, in sensi e desiderio.
Le “effusioni amorose” sono reali schermaglie erotiche in espressione di una pulsione desiderativa e niente di simbolico del tipo “comunione di beni”. Gervasio è mezzo sveglio ed esprime in sogno quello che sente e che pensa senza bisogno di difendersi con “condensazioni” e “spostamenti” e altre cianfrusaglie dispersive, almeno per il momento.
Gervasio è nell’ultima fase REM e si trova nello stato psicofisico mattutino di eccitazione sessuale e di desiderio di una donna. Gervasio è mezzo sveglio e mezzo addormentato.
“Lei gli tocca le mani e lui la guarda negli occhi.”
L’approccio è timido e rispettoso anche se spesso sono i particolari, apparentemente deboli, a fare la differenza nell’eccitazione dei sensi.
Sacro e devoto, platonico del tipo stralunato è questo “guardare negli occhi”, una ricerca non dello spirito interiore ma della sicurezza. Gervasio non sa se affidarsi alla donna e la guarda negli occhi come un bambino guarda la mamma per carpirne le intenzioni.
Le “mani” sono simbolo di relazione e di rassicurazione, di rispetto e di riconoscimento, di ruolo e di funzione. Ai padri, ai gerarchi religiosi e ai “mammasantissima” si baciamo le mani e in segno di saluto si dice proprio “baciamo le mani a vossignoria”. Gervasio si apre e dice che ha bisogno di una donna che lo rassicura anche nei delicati frangenti sessuali. La donna è superiore a lui, questa donna che è oggetto ambivalente del suo desiderio sessuale.
Tutto questo secondo il vangelo psichico di Gervasio.
“Tra loro due c’è una forte tensione sessuale.”
Gervasio costruisce il sogno ed esprime “una forte tensione sessuale”, uno stato di alta eccitazione sessuale. Importante che non si tratti di un’ansia da prestazione, tanto meno di un’angoscia da “castrazione”, un malanno nevrotico che si profila in tutti i figli maschi in conflitto “edipico” con il padre. Gervasio indica la “libido genitale” come benefica molla di tanto eccitante faccia a faccia con la donna.
Il termine “tensione” è preferito all’oculato termine “eccitazione”, quasi come un “lapsus” che tradisce il “fantasma” ambivalente della donna, quella che può far bene e quella che può far male.
Gervasio adulto ha un conto psichico in sospeso che chiede gli interessi proprio nel momento in cui investe la sua “libido genitale”.
“Sta per succedere qualcosa, ma tutto si conclude con un niente di fatto.”
In tanto stato neurovegetativo affiorano pulsioni e desideri, colpe e punizioni, il corredo angoscioso della “castrazione”.
“Qualcosa” si combina con “un niente di fatto”.
Che delusione!
“Si conclude” il travaglio in un andata in bianco, in un fallimento della prestazione, in un inganno del sesso, in una delusione dei sensi, in una frustrazione della “libido genitale”, quella che era partita bene e che poi è regredita all’isolamento narcisistico. Gervasio è troppo artefatto e poco spontaneo nel gioco naturale delle pulsioni, è molto ragionato e difeso. Gervasio è regredito, è pieno di paure in riguardo a se stesso e alle donne, ubbidisce al “fantasma” a suo tempo elaborato e introiettato.
Il “niente di fatto” è totalitario e senza sfumature, si può pensare a un incidente sessuale del tipo una mancata erezione o una eiaculazione precipitosa, piuttosto che a un diniego della ragazza e a un suo tirarsi indietro.
“Cambia scena.”
Illusione!
Apparentemente “cambia scena” onirica, perché in effetti è sempre la stessa: il prosieguo riflessivo di quanto accaduto, dell’incidente sessuale. Il discorso onirico adesso diventa simbolico perché l’angoscia del fallimento indurrebbe il risveglio. Invece, le mirabili capacità del sogno suggeriscono cosa fare e di cosa si tratta. Il sognatore Gervasio interpreta e sana le ferite continuando a dormire.
“Gervasio è seduto e sente degli aculei nel piede.”
Inizio con la decodificazione dei simboli che adesso sono comparsi per difendere il sonno.
“Seduto” condensa la sosta riflessiva, gli “aculei” rappresentano simbolicamente i fantasmi e i traumi in riguardo alla sessualità, il “piede” è il classico simbolo fallico.
Gervasio ha vissuti negativi in riguardo al suo organo sessuale e alla sua funzionalità. Il “piede” ferito dagli aculei attesta di dolorosi tormenti e di “angosce di castrazione”, di una disfunzione d’organo a causa di una conversione in sintomo delle tensioni legate ai fantasmi irrequieti e irrisolti.
“Li tocca con la mano e li toglie uno per uno senza provare dolore.”
Colpo di scena!
Gervasio sa di sé e dei suoi traumi.
Gervasio si è messo in discussione perché riesuma senza dolore la conflittualità legata alla sua formazione sessuale. Gervasio ha già sofferto in analisi e adesso deve soltanto riflettere per pochi secondi sulle idee e sulle emozioni che hanno accompagnato la sua evoluzione psicofisica. Di poi, la sua aggressività sessuale, quella sana e necessaria per l’erezione, farà il resto al meglio possibile nelle condizioni psicofisiche date.
Il sogno dice che bisogna giustamente riflettere sui propri “fantasmi” per impedirne l’effetto negativo. La consapevolezza di sé e dei propri traumi è ancora una volta vincente. Meglio: la “coscienza di sé” dispone positivamente verso le pulsioni naturali più delicate, quelle della “posizione genitale” quando la “libido” è relazionata e diretta dall’Io all’esterno.
Ribadisco, in conclusione, che è degno di rilievo il ricorso della funzione onirica ai “processi primari”, ai simboli, pochi ma buoni, per dire e servire, dire il conflitto e servire la terapia continuando a dormire, senza interrompere la benefica funzione rigeneratrice del sonno.
PSICODINAMICA
Il sogno di Gervasio elabora, in maniera inizialmente discorsiva e di poi simbolica, la psicodinamica della relazione con la donna e nello specifico quella sessuale, rievoca la “parte negativa” del “fantasma” della donna e l’angoscia di “castrazione” legata alla “posizione edipica”, alla relazione conflittuale con il padre. Il sogno mostra in conclusione una buona presa di coscienza al riguardo, suppone una psicoterapia andata a buon fine nella risoluzione del “fantasma della donna” e dell’angoscia edipica di “castrazione”, per cui non ci saranno in atto nell’amplesso sessuale i fantasmi di una madre seduttiva e di un padre punitivo.
ISTANZE E POSIZIONI PSICHICHE
Nel sogno di Gervaso sono in funzione le istanze psichiche “Io”, “Es” e “Super-Io”.
L’istanza vigilante e razionale “Io” è presente in “Cambia scena.”.
L’istanza pulsionale “Es” si manifesta in “avere con lei delle effusioni amorose. Lei gli tocca le mani e lui la guarda negli occhi.” e in “sente degli aculei nel piede. Li tocca con la mano e li toglie uno per uno senza provare dolore.”
L’istanza censoria “Super-Io” è implicita in “tutto si conclude con un niente di fatto.”
Il sogno di Gervasio esprime la “posizione psichica genitale” in “essere in compagnia di una ragazza e di avere con lei delle effusioni amorose.”, la “posizione psichica edipica” in “Gervasio è seduto e sente degli aculei nel piede.”
MECCANISMI E PROCESSI PSICHICI DI DIFESA
I meccanismi psichici di difesa dall’angoscia usati da Gervasio nel sogno sono la “condensazione” in “aculei” e in “piede”, lo “spostamento” in “Li tocca con la mano e li toglie uno per uno”, la “figurabilità” in “aculei nel piede. Li tocca con la mano e li toglie uno per uno senza provare dolore.”, la “drammatizzazione” in “Lei gli tocca le mani e lui la guarda negli occhi.”
Il processo psichico di difesa della “sublimazione della libido” non è presente nel sogno di Gervasio.
Il processo psichico di difesa della “regressione” si manifesta normalmente nella psicodinamica neurofisiologica del sognare e si suppone in “Sta per succedere qualcosa, ma tutto si conclude con un niente di fatto.”.
ORGANIZZAZIONE PSICHICA REATTIVA
Ricordando che “organizzazione psichica reattiva” rievoca il vecchio e popolare “carattere” e la vaga e nobile “personalità”, bisogna rilevare che essa mette in risalto la formazione psicofisica in atto. La “organizzazione reattiva” si forma con l’esercizio vitale e in concorso con l’evoluzione delle varie “posizioni psichiche” in una sintesi organizzata e possibilmente ordinata.
Dal sogno si può desumere il tratto che emerge e la possibile “posizione” richiamata e che si impone rispetto alle altre. I sogni, quindi, non danno un quadro psichico completo ed esaustivo del soggetto, ma soltanto tratti o attributi.
Il sogno di Gervasio esprime decisamente un tratto “edipico” all’interno di una cornice “genitale”: conflitto con il padre e disposizione donativa della “libido”.
FIGURE RETORICHE
Il sogno di Gervasio costruisce e usa le seguenti figure retoriche: la “metafora” o relazione di somiglianza in “aculei” e “piede” e in “mani” e in “occhi”, la “metonimia” o nesso logico in “Li tocca con la mano e li toglie”, la “enfasi” o forza espressiva in “Sta per succedere qualcosa”.
Nel sogno di Gervasio prevale il discorso prosaico su quello poetico.
DIAGNOSI
Il sogno di Gervasio dice chiaramente di una conflittualità edipica e di una conseguente “angoscia di castrazione” risolte beneficamente con la psicoterapia. La crisi della “libido genitale” si supera e si ripara con la presa di coscienza.
PROGNOSI
Gervasio deve operare sempre con il “sapere di sé” acquisito e deve usarlo non soltanto nelle relazioni sessuali, ma anche in tutto quello che pensa e che opera. Questa operazione va eseguita senza fanatismo e con la massima naturalezza, lasciando spazio anche all’insuccesso iniziale per compensarsi ampiamente nel finale.
RISCHIO PSICOPATOLOGICO
Il rischio psicopatologico si attesta in un “ritorno del sintomo” e in una difficoltà temporanea nel vissuto della figura femminile: disturbo erettile ed eiaculazione precoce.
GRADO DI PUREZZA ONIRICA
In base a quanto affermato nella decodificazione e in base al contenuto dei “fantasmi”, il grado di “purezza onirica” del sogno di Gervasio è “4” secondo la scala che vuole “1” il massimo dell’ibridismo, “processo secondario>processo primario”, e “5” il massimo della purezza, “processo primario>processo secondario”.
Il “simbolismo” della parte finale compensa ampiamente il realismo discorsivo della prima parte.
GRADO DI ATTENDIBILITA’ E DI FALLACIA
Nel prosieguo del mio studio sui sogni è necessario introdurre la voce in questione per sondare quanto possa essere soggettiva o oggettiva, approssimativa o verosimile la decodificazione del prodotto psichico pervenuto. E’ possibile che l’interpretazione risenta di forzature a causa di una mia arroganza o di mancanza di elementi atti a comprovare quanto affermato, per cui valuterò criticamente la prossimità all’oggettività scientifica o alla soggettività mistificatoria.
All’uopo stabilisco una scala da “uno” a “cinque” in cui 1 equivale all’oggettività e 5 denuncia una forzatura interpretativa e una probabilità di verità. Tale valutazione è resa possibile dalla presenza di simboli chiari e forti e di psicodinamiche affermate.
La decodificazione del sogno di Gervasio, alla luce di quanto suddetto, ha un grado di attendibilità e di fallacia “2” a causa della sua ridotta simbologia e della chiara psicodinamica.
Voglio significare, ripetendomi, che l’interpretazione ha una buona oggettività scientifica e che non ha subito forzature interpretative.
RESTO DIURNO
Può bastare una semplice pulsione erotica e un altrettanto semplice desiderio sessuale per scatenare il sogno di Gervasio.
Il “resto diurno” o causa scatenante del “resto notturno” o sogno di Gervasio si attesta nella normalità della vita corrente e nelle mille occasioni quotidiane di vivere la propria sessualità e le relazioni eccitanti: ormone e pulsione, desiderio ed eccitazione.
QUALITA’ ONIRICA
Il sogno di Gervasio ha una qualità fortemente “cenestetica”, comunica sensazioni e suppone percezioni mettendo all’erta il sistema sensoriale di chi legge. Gli esempi seguenti confermano quanto affermato: “avere con lei delle effusioni amorose” e “Lei gli tocca le mani e lui la guarda negli occhi.” e “Tra loro due c’è una forte tensione sessuale.” e “sente degli aculei nel piede.” e “Li tocca con la mano e li toglie uno per uno senza provare dolore.”.
REM – NONREM
Il sogno di Gervasio presenta una consequenzialità logica e simbolica, per cui è stato elaborato in una fase REM mediana, la seconda o la terza, tra le ore tre e le quattro e possibilmente a traino di una naturale erezione notturna o mattutina.
Ricordo che nelle fasi REM il sonno è turbolento, mentre nelle fasi NONREM il sonno è profondo e catatonico ossia presenta una caduta del tono muscolare, senza movimenti e spasmi, senza agitazione psicomotoria. La funzione della memoria e la vigilanza dell’Io sono, anche se in parte, presenti nelle fasi agitate rispetto alle fasi di caduta muscolare e di sonno profondo dove sono quasi assenti.
FATTORE ALLUCINATORIO
I sensi chiamati in causa e in servizio dal sogno di Gervasio sono i seguenti: la “vista” in tutto il sogno e nello specifico in “lui la guarda negli occhi.” e in “Cambia scena.”, il “tatto” in “sente degli aculei nel piede.” e in “Li tocca con la mano e li toglie uno per uno senza provare dolore.” e in “Lei gli tocca le mani”. Il sogno di Gervasio allucina alla grande il “tatto” e nella norma la “vista”. Non sono in atto altri sensi.
Una complicazione allucinatoria sensoriale è espressa in “effusioni amorose” e in “Tra loro due c’è una forte tensione sessuale.”
DOMANDE & RISPOSTE
Il lettore anonimo ha letto la decodificazione del sogno di Gervasio e ha formulato le seguenti domande.
Domanda
Un sogno iniziato male e concluso bene?
Risposta
All’inizio si trattava di un problema sessuale classicamente maschile, la paura della donna e la castrazione, la disfunzione erettile e l’impotenza dell’eiaculazione precoce, ma di poi tutto si risolto positivamente nel ricordo di un conflitto con il padre e in un benessere acquisito grazie alla psicoterapia.
Domanda
Perché il sogno può essere stato provocato dall’erezione notturna e poi si è concluso senza consumare?
Risposta
Il sogno provoca sensazioni e allucinazioni e si articola anche in base alle reazioni neurovegetative. Mi spiego meglio. Gervasio poteva eccitarsi costruendo eroticamente il suo sogno o per un naturale fattore fisiologico, quell’erezione mattutina che è il classico segnale di un benessere corpo-mente. Alla fine del sogno ha prevalso il fattore psichico sul fattore organico, il fantasma e il conflitto edipici con erezione in atto o senza.
Domanda
I sogni del mattino sono più interessanti e intriganti?
Risposta
E’ proprio vero. La causa si attesta sul fatto che si è mezzi svegli, si ricorda di più e si può costruire meglio il sogno. Al mattino la fase REM è prolungata e la fase NONREM è di poco spessore catatonico.
Domanda
Perché?
Risposta
Perché siamo mezzi svegli e perché abbiamo dormito abbastanza e perché le “batterie” si sono ricaricate.
Domanda
Ma è proprio sicuro che Gervasio ha fatto psicoterapia?
Risposta
Determinante è la simbologia dinamica del togliersi gli aculei dal piede senza percepire dolore. Questo è possibile semplicemente perché la sofferenza l’ha vissuta man mano che razionalizzava in seduta i suoi fantasmi edipici.
Domanda
Ma non può essere una difesa?
Risposta
Non sentire dolore per non affrontare il problema? Si tratterebbe, quindi, di una “resistenza” alla presa di coscienza del rimosso, più che di una “difesa” psichica classica. Confermo che l’assenza di dolore suppone tanto dolore vissuto a suo tempo, quindi di un’esperienza analitica vissuta e risolta.
Domanda
Non è un sogno interessante o mi sbaglio?
Risposta
Il sintomo è talmente diffuso che potrebbe sembrare un sogno obsoleto, ma la formulazione e la risoluzione sono degne di grande interesse.
Domanda
Da cosa dipendono la mancanza di erezione e l’eiaculazione precoce?
Risposta
A livello di “fantasmi” insorgono le seduzioni vissute nei riguardi della figura materna e la severità affettiva della figura paterna. Il desiderio ambivalente di affidarsi e di fuggire dalla madre inficia la pulsione sessuale “genitale” o coito e produce come risoluzione a tanto disagio psicofisico la mancata erezione o l’eiaculazione “ante portas, davanti l’ingresso vaginale, o subito dopo la penetrazione. Trattasi di una grande agitazione psichica convertita maldestramente nel corpo e risolta in maniera sessualmente parziale.
Domanda
Sempre colpa del padre e della madre. Un’esagerazione!
Risposta
Si tratta del vissuto del figlio. Nulla contro le figure imprescindibili della nostra origine. Proprio per questa prerogativa sono tanto inquisite.
Domanda
Ci vuole proprio la psicoterapia per risolvere questi disturbi?
Risposta
Una psicoterapia anche breve è determinante. Trattandosi di disturbi clinicamente di lieve entità ma che fanno tanto soffrire il maschio che li vive e li subisce, è importante quanto meno consultare un urologo e soprattutto uno psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico. Migliorare la qualità della propria vita è il motto di chi si vuol bene e la vita sessuale incide al settanta per cento in tale benefico compito.
Domanda
Mi spiega la funzione rigeneratrice del sonno e del sogno?
Mi sembra di aver capito che sonno e sogno sono abbastanza turbolenti.
Risposta
Osservazione veritiera!
Il sonno nelle fasi REM e il sogno con le sue allucinazioni sensoriali producono fenomeni psicofisici veramente forti e crudi, fenomeni che nella veglia sono psicopatologici. Questo è anche il motivo che induce l’insonnia nel bambino e nell’adulto in associazione al “fantasma di abbandono” nel primo e del “fantasma di morte” nel secondo. La funzione rigeneratrice fisiologica si attesta nella ricarica dei neuroni e nella scarica o abreazione delle tensioni, la funzione onirica s’incentra nella formulazione del materiale psichico che occupa la psiche e nel suggerire la possibile risoluzione.
Domanda
L’insonnia, quindi, è psicosomatica?
Risposta
Escluse le cause organiche, si trova immancabilmente nel corso delle psicoterapie psicoanalitiche una consistente “angoscia di morte” e, più precocemente si è formata, più pericolosa e malefica è. Il sonno viene vissuto come un abbandonarsi alle spire maligne dell’inanimazione irreversibile, la morte, e di conseguenza bisogna sempre vigilare: una tanatofobia.
Domanda
Ma si risolve?
Risposta
E’ resistente e si risolve in parte come tutte le fobie. Certo non è una psicoterapia breve quella che aiuta la remissione del sintomo “insonnia”. E’ un sintomo radicato in fantasmi precoci di abbandono, per cui richiede una certosina ricerca e una cauta analisi.
Domanda
Il sonnambulismo è una forma d’insonnia?
Risposta
Assolutamente no!
Il sonnambulismo è un disturbo del sonno. Il sonnambulo si sveglia senza averne coscienza, non riconosce e distingue il sonno dalla veglia. Il sintomo è pericoloso per l’incolumità della persona perché può buttarsi giù da una finestra o da un balcone o cadere dalle scale. Per questo motivo la prima precauzione è quella di eliminare i pericoli attorno al sonnambulo. Anche in questo caso la psicoterapia è necessaria e salvifica.
RIFLESSIONI METODOLOGICHE
I disturbi sessuali maschili di natura psichica sono legati alla “posizione edipica”, all’aspro conflitto con il padre e alla relazione ambivalente con la madre: l’eiaculazione precoce e ritardata e la caduta dell’erezione.
Quale psicodinamica e quali fantasmi?
Di fronte alla nudità femminile e all’imminenza della penetrazione il pene
o non si erige
o si erige e subito dopo perde l’erezione “ante portas” della vagina
o penetra e subito dopo si affloscia
o penetra e subito dopo eiacula
o penetra e non eiacula.
Queste sono le forme più comuni del disturbo psicosomatico della funzione erettile e della “impotentia coeundi”, ma esistono forme individuali e varianti sul tema degne di essere considerate in un trattamento psicoterapeutico.
La psicodinamica è “edipica”: fantasmi del padre e della madre nella versione “negativa”, padre castrante e madre seduttiva nell’eiaculazione precoce e madre manipolatrice nell’eiaculazione ritardata.
Come insegna il sogno di Gervasio, si tratta di una banale psiconevrosi isterica con conversione, un disturbo delicato risolvibile con le adeguate prese di coscienza e la conseguente riduzione della tensione nervosa in una con i vari e variopinti complessi d’inferiorità e d’inadeguatezza. E’ proprio quest’ultima a creare il corto circuito della mancata erezione e dell’eiaculazione precoce, mentre per l’eiaculazione ritardata la tensione subentra progressivamente in corso d’opera.
La prognosi esige l’amorosa cura del corpo e l’accettazione, altrettanto amorosa, delle fattezze e delle conformazioni anatomiche.
Determinante è, pur tuttavia, la risoluzione della relazione profonda con il padre e la madre e a tal uopo è necessaria la psicoterapia psicoanalitica.
In un periodo storico e culturale in cui vengono fuori quotidianamente violenze sessuali subite a vario modo e a vario titolo, degni di grande importanza sono i traumi prodotti dalla pedofilia e dal mondo adulto psicopatico.
Concludo il sogno di Gervasio con un cumulo di parole liberamente associate in possibile narrazione e tendenti a evocare nel lettore la “posizione edipica”. Si tratta di farina del mio sacco impastata a forma di “reverie”.
Lo spazio è Pieve di Soligo, il tempo è il mese di maggio dell’anno millenovecentoottantadue.
LE PAROLE DI UN RICORDO
Cresciuto attorno a un desco fiorito d’occhi di bambini
e tra gente intimorita dalla fame e dall’autorità paterna,
figure sempre pronte a districare gli enigmi e a sbarcare il lunario,
un bambino,
“ ‘nu criature niru niru”,
chiedeva a una madre indifferente:
“mamma, non lasciarmi solo!”
I suoi occhi erano strani,
un verde scagliato di bruno,
e non sapevano affidarsi
e non sapevano fuggire.
“Vuoi un bacio o una carezza?
Forse vuoi dirmi che ti senti tanto solo
tra gente distratta e senza fantasia?
Io posso offrirti uno sgabuzzino per nascondere le lacrime
o un dimenticatoio per conservare le emozioni.
Sei forse costretto a sentirti vivo?
Non darti in pasto alla nostalgia
e al ricordo di ciò che hai soltanto desiderato!”
Mamma!
Mamma, non regalare le tue belle parole
al filo del telefono con la tachicardia tra i seni
e per le tue belle labbra incerte
ci saranno sempre due occhi splendenti di un bimbo innamorato
che per un momento ha deciso di non sentirsi solo.
I patti sono sempre scellerati.
Lasciali ai mafiosi e alle suore frustrate
che puzzano di santità.
Non tentare la fortuna di un’orgogliosa solitudine
e a un caffè amaro preferirai la follia sincera
di chi ti frastorna e non odora di povertà.
Mamma!
Ti prego, non sentirti sola!
La tua libidine, dimenticala tra le pieghe dei cuscini, a cosa ti serve ormai?
Soltanto io sono la tua insidia.
Se mi parli,
ridono i nostri occhi belli.
Lasciati tentare da un bacio rubato
per averne ancora tantissimi da desiderare.
Non sei d’accordo?
Va bene lo stesso,
ma non essere sola,
ti prego,
e parlami con gli occhi.
“Mela melina,
dolce e carina,
rossa e rotonda,
mela gioconda,
come ti mordo
nel mio ricordo.”
Se ti muovi,
scarica eros il tuo corpo aspro di adolescente cresciuta in fretta
e mai diventata donna.
Come farai a essere madre di otto figli?
Va bene lo stesso,
ma non essere sola,
ti prego,
e parlami con gli occhi.
“Mele meline,
dolci e carine,
rosse e rotonde,
mele gioconde,
come vi mordo
nel mio ricordo.”
Quando cammini, sei tra maschio e femmina,
tra uno sculettare e un incedere imperioso da vanagloriosa qualunquista.
Regali ancora i tuoi seni al destino infame?
Non correre troppo,
altrimenti si vede che sei femmina,
una malafemmina
che della seduzione ha fatto un’arma dolce e micidiale,
come la sirena Lighea,
figlia di Calliope e di un delfino.
I tuoi occhi sono haschisc
o, se vuoi, due tazzulelle e cafè,
ch’i tant l’adda girà
e tant l’adda girà,
ch’o roce d’inta tazza
coppa a bbocca m’adda ‘rivà.
I poeti muoiono sempre
e poi rinascono come i ramarri.
Tu,
per quello che ti compete,
leggimi un po’ ogni sera
per tenermi ancora in vita.
Il poeta è stato oscurato dalla censura delle sue stesse rimozioni.
Che il dimenticare sia sempre lieve.
Hai vissuto soltanto pochi giorni di sole?
Assolvi la tua debolezza
e dolce ti sia ancora e sempre il ricordare.
Salvatore Vallone