TRAMA DEL SOGNO – CONTENUTO MANIFESTO
“Vado in cimitero con mia madre a visitare la tomba di mia zia che nel sogno è morta da poco, ma che in realtà è viva e di recente è stata ricoverata in casa di riposo dove mia madre si reca spesso per farle compagnia.
Il feretro è tumulato in terra, non nella tomba di famiglia, vicino ad altri morti.
Appena giungiamo nei pressi della tomba, una figura di donna altera, impellicciata e scura viene verso di noi e va ad abbracciare mia madre.
E’ lo spirito della zia.
Dietro di lei c’è un altro spirito: una donna più piccola e anziana con i capelli bianchi e che poi non vedo più.
E’ un momento stranamente di serenità, come se la zia volesse ringraziare mia madre che si è presa tanta cura di lei.
Mia madre l’abbraccia forte e la consola.
Poi la zia se ne va.
Alla mia espressione d‘incredulità, non di paura, mia madre mi dice che a volte i morti fanno fatica a staccarsi dalla vita terrena e ci visitano.
Io sempre paurosissima del mondo dei morti, in questa occasione non resto spaventata.
Penso sia una cosa bella che ai morti serva un po di tempo per abituarsi al nuovo stato.
Mi sveglio senza paura e tante meno angoscia.”
Questo è il sogno di July.
DECODIFICAZIONE E CONTENUTO LATENTE
CONSIDERAZIONI
In esorcismo della connaturata “angoscia di morte”, la “malattia mortale” di cui parlava drammaticamente Soren Kierkegaard, agli umani piace pensare e sperare che non si muoia del tutto e che qualcosa di noi rimanga sotto forma di “daimon” greco, di “anima” cristiana, di “energia” laica.
Eccles, il grande neurobiologo, fa coincidere la morte nella semplice naturale assenza di impulsi nel Cervello e nella conseguente cessazione di ogni attività cerebrale in modo definitivo e irreversibile.
Sappiamo che, in vita, la morte è stata ed è oggetto di grandi speculazioni da parte di filosofi e di scrittori, di mistici e di poeti, di maghi e di ciarlatani.
Mi piace seguire la lezione del grande Epicuro e usare la sua scarna teoria nel titolo del sogno di July: “finché c’è vita, …non c’è morte”. Ossia: la morte non è un’esperienza vissuta, per cui è obbligo l’ignoranza e il silenzio.
Riparliamone, comunque, raccogliendo lo stimolo offerto dal sogno di July, un prodotto psichico a metà discorsivo e a metà simbolico. Anzi, è opportuno aggiungervi un altro titolo, “elogio del sapere di sé” in espresso omaggio a Socrate, autore della prima metodologia psicoterapeutica della storia: l’”ironia” e la “maieutica” in avvicinamento all’obiettivo provvisorio del “conosci te tesso”.
SIMBOLI – ARCHETIPI – FANTASMI – INTERAZIONE ANALITICA
“Vado in cimitero con mia madre a visitare la tomba di mia zia che nel sogno è morta da poco, ma che in realtà è viva e di recente è stata ricoverata in casa di riposo dove mia madre si reca spesso per farle compagnia.”
La zia è “morta da poco” in sogno, ma è “in realtà viva”.
Cosa occulta questo assurdo manifesto?
July riesuma dal “Profondo psichico”, “Subconscio”, la figura contrastata della madre, “in cimitero”, la rivisita, la rivede, la rivive per riformularla nella sua umanità composta e diffusa. July approfitta della realtà di una zia degna del conforto di sua madre per riconciliarsi con la figura materna e per comporre il “fantasma” relativo che nella prima infanzia aveva scisso in “seno buono” e “seno cattivo”, la parte affettuosa e la parte fredda della madre. July è rimasta colpita nella realtà quotidiana di tanta solidarietà della madre verso la zia e rivaluta il suo vissuto nei suoi confronti componendolo in unità e reintegrandolo nella sua dinamica ed economia psichica. La madre di July è ricca di “pietas”, di riconoscimento del culto della vecchiaia e della morte, di accudimento e di conforto nella vita di tutti i giorni verso una figura degna di “valore”. Questo è quanto: “si reca spesso per farle compagnia”.
“Il feretro è tumulato in terra, non nella tomba di famiglia, vicino ad altri morti.”
Il “fantasma” del passato in riguardo alla madre, “il feretro”, è dentro di lei a livello profondo, nel “Subconscio” ed è associato ad altri fantasmi di qualità affettiva: “tumulato in terra”. La “terra” conferma la simbologia della madre, un “archetipo”. Gli altri “fantasmi”, “altri morti”, rientrano nel contesto familiare e nell’ambito affettivo che hanno formato psicologicamente July nella sua infanzia e adolescenza.
“Appena giungiamo nei pressi della tomba, una figura di donna altera, impellicciata e scura viene verso di noi e va ad abbracciare mia madre.
E’ lo spirito della zia.”
Ecco il “fantasma della madre” di July!
A livello profondo la bambina l’ha vissuta come una “donna altera”, altra da sé, superba, nobile, grande, complessa e complicata. Tratti psichici e somatici si fondono nella bambina componendo la figura della madre. Ed ecco che avviene la riconciliazione attraverso la fusione dell’abbraccio. July, traslata nello “spirito della zia”, riconosce le premure affettuose e il conforto della madre. July approfitta della zia e della realtà che quest’ultima sta vivendo per elaborare quello che lei ha vissuto da piccola senza riconoscerlo e in riparazione del “fantasma della parte negativa della madre” per comporlo nel “riconoscimento” della madre.
“Dietro di lei c’è un altro spirito: una donna più piccola e anziana con i capelli bianchi e che poi non vedo più.”
Questo “altro spirito” è un’altra figura familiare, la nonna, veramente morta dal momento che July non la vede “più” nel prosieguo del sogno; l’oggetto privilegiato è la madre. La nonna vecchia e saggia ha “i capelli bianchi”, le idee buone, ha funto da sostituto materno, una compensazione importante degna di essere ricordata e di essere messa nel posto giusto.
“E’ un momento stranamente di serenità, come se la zia volesse ringraziare mia madre che si è presa tanta cura di lei.”
Cosa c’è di strano, anzi “stranamente sereno”, se la figlia prende coscienza che la madre è “mia madre” e “che si è presa tanta cura di lei” per un tempo lungo e delicato come l’infanzia e l’adolescenza?
Cosa c’è di strano se la figlia mette fine alle ostilità edipiche, alle rivalità fraterne e riconosce psicologicamente la madre?
La figlia deve “ringraziare la madre”. Il sogno opera, come rilevato in precedenza, una “traslazione” e uno “spostamento” della figlia July nella figura della zia. La “serenità” deriva dalla cessazione dell’inutile competizione al femminile e della sterile recriminazione intorno agli affetti. Per July finalmente la madre è colei che l’ha generata e accudita generosamente con “libido genitale”.
“Mia madre l’abbraccia forte e la consola.”
July si riconcilia e si riappacifica, ha liquidato le ultime pendenze ed è pronta, adesso e a sua volta, a prendersi cura della madre. L’abbraccio è simbolo della magia affettiva, dell’empatia fusionale, della consolazione di un lutto ambiguo, della perdita di un passato in cui vigeva l’ostilità, la diffidenza e il rifiuto. July magicamente fa sua l’ingombrante madre e l’incorpora come fossero una cosa sola.
Il rito è consumato, andate in pace!
“Poi la zia se ne va.”
July ha conquistato la sua autonomia psichica e gusta la sua vita senza fardelli affettivi, strascichi competitivi o carichi pendenti di qualsiasi tipo. “Se ne va” è simbolicamente l’opposto di un distacco depressivo, è il traguardo di una pienezza psicofisica.
“Alla mia espressione d‘incredulità, non di paura, mia madre mi dice che a volte i morti fanno fatica a staccarsi dalla vita terrena e ci visitano.”
“Incredulità” si traduce in “non mi affido”, è il simbolo del mancato affidamento e della mancata autonomia. I conflitti psichici irrisolti fanno fatica a sradicarsi perché hanno bisogno di essere capiti e razionalizzati. La “posizione edipica” ha bisogno di essere rivisitata per essere risolta, perché comporta il distacco affettivo dal mondo incantato dell’infanzia e dalla storia passata vissuta alle dipendenze della figura materna. La “vita terrena” rappresenta la concretezza pragmatica e la realtà psicofisica in atto, il corpo e la mente. I “fantasmi” devono essere risolti con la presa di coscienza per essere innocui e non pregiudicare l’equilibrio psicofisico: “i morti fanno fatica a staccarsi”. I conflitti e i fantasmi fanno compagnia, ma rallentano la conquista e l’esercizio dell’autonomia.
“Io sempre paurosissima del mondo dei morti, in questa occasione non resto spaventata.”
I “fantasmi”, interiorizzati e non addomesticati con la comprensione, destano paura quando non degenerano nell’angoscia:“Io sempre paurosissima del mondo dei morti”. Il mondo psichico profondo è costituito da ciò che è stato vissuto e che si vive, da ciò che non è cosciente ma lo può diventare. July si è riconciliata con il “fantasma” turbolento della madre, normalmente scisso nella primissima infanzia in “parte buona” e “parte cattiva”. July ha sistemato dentro la figura materna. July non ha paura del suo mondo psicologico: “in questa occasione non resto spaventata”.
“Penso sia una cosa bella che ai morti serva un po di tempo per abituarsi al nuovo stato.”
E’ “cosa bella” star bene con la chiarificazione e la consapevolezza dei propri vissuti. E’ questo un elogio della “presa di coscienza” e del “sapere di sé”, di un meccanismo logico e di uno stato psichico evolutivo. Tutto il materiale psicologico, nel bene e nel male, deve essere riportato alla comprensione benefica dell’istanza ”Io” al fine d’incarnare l’auto-consapevolezza, il nuovo “sapere di sé” di socratica memoria. Al benessere psicofisico bisogna sempre abituarsi e soprattutto bisogna superare le “resistenze” alla presa di coscienza, quelle “false verità” su di noi che ci raccontiamo per non soffrire di eventuali “brutte verità”.
“Mi sveglio senza paura e tanto meno angoscia.”
Ecco la soluzione dell’angoscia edipica e della “parte negativa”, “seno cattivo”, del “fantasma della madre”!
July prende coscienza e razionalizza la sua autonomia psichica, “mi sveglio”, riportando alla consapevolezza la psicodinamica con la madre e, in particolare, la conflittualità affettiva. La “paura” è sempre riferita a qualcosa di specifico, ha un oggetto chiaro e consapevole. In questo caso la paura riguardava una figura che in sogno si camuffa nella zia morta e viva, una “traslazione” difensiva operata condensando altre emozioni e resistenze a essere se stessa e in piena autonomia. Non c’è motivo di esistere per la “angoscia” nel suo essere struggimento psicosomatico di un qualcosa che non so ma che sento e si manifesta nel sintomo. July ha consapevolezza dei suoi conflitti e delle sue psicodinamiche e ha raggiunto la sua autonomia psichica dalla figura materna.
PSICODINAMICA
La psicodinamica del sogno di July si attesta nello sviluppo della “posizione edipica” in espresso riferimento alla figura materna e mostra la ricomposizione del “fantasma della madre”. La consapevolezza della riconciliazione rafforza e risolve l’autonomia psichica di July. Il materiale psichico non risolto è stato rivisitato e integrato nella “organizzazione” dinamica ed economica della psiche di July. Il sogno sviluppa il “sapere di sé” sotto forma di elogio.
ISTANZE E POSIZIONI PSICHICHE
Il sogno di July si forma con il concorso importante dell’istanza “Io” nella formulazione e nell’organizzazione. Nello specifico “vado”, ”penso”, ”mi sveglio”. L’istanza “Es” si manifesta in “in cimitero a visitare la tomba di mia zia”, in “Mia madre l’abbraccia forte e la consola.” e altro. L’istanza “Super-Io” non compare e non traspare. Il sogno di July è esente da limiti e da censure, in compenso è ricco di fantasmi e di simboli, oltre che di emozioni profonde composte dalla presa di coscienza progressiva che contraddistingue il processo onirico. La “posizione edipica” in riguardo alla figura materna è dominante.
MECCANISMI E PROCESSI PSICHICI DI DIFESA
Il sogno di July usa il meccanismo psichico di difesa della “traslazione” in la “zia” morta al posto della figlia, della “condensazione” in “feretro”, “terra”, “capelli bianchi”, “donna altera” e altro. Il meccanismo dello “spostamento” con tutto il carico emotivo è presente sempre nella “zia” al posto della figlia. I processi psichici di difesa della “sublimazione” e della “regressione” non compaiono nel sogno di July.
ORGANIZZAZIONE PSICHICA REATTIVA
Il sogno di July evidenzia un tratto “edipico” in una cornice psichica “genitale”.
FIGURE RETORICHE
Le figure retoriche coinvolte nel sogno di July sono la “metafora” in “cimitero” e altro, la “metonimia” in “terra” e “incredulità”. Il sogno è gestito in maniera discorsiva dall’istanza “Io” ed è raccontato piuttosto che poeticamente composto.
DIAGNOSI
Il sogno di July denuncia la risoluzione del “fantasma” della “parte negativa” della madre e opera un recupero compensatore della figura materna reale integrandola beneficamente nell’economia e nella dinamica del sistema psichico.
PROGNOSI
La prognosi impone a July di portare avanti il recupero dello scavo psichico antico in riguardo alla figura materna e di procedere nell’adozione psicofisica della madre al fine di eliminare sensi di colpa e conflitti inutili.
RISCHIO PSICOPATOLOGICO
Il rischio psicopatologico si attesta in un ridestarsi dello “splitting” in riguardo al “fantasma” della madre, scissione nella “parte cattiva” e nella “parte buona” con l’immediata crisi dell’autocoscienza e dell’autonomia e con lo scatenarsi di “psiconevrosi edipiche”: ansioso-depressiva, fobica-ossessiva.
GRADO DI PUREZZA ONIRICA
In base a quanto affermato nella decodificazione e in base al contenuto dei “fantasmi”, il grado di “purezza onirica” del sogno di July è “3” secondo la scala che vuole “1” il massimo dell’ibridismo, “processo secondario>processo primario”, e “5” il massimo della purezza, “processo primario>processo secondario”.
RESTO DIURNO
Il “resto diurno”, la provocazione, del “resto notturno”, il sogno, si attesta nella frequentazione della figura materna e nella maturazione del sentimento della “pietas”, condivisione e rispetto di un comune ruolo e destino.
QUALITA’ ONIRICA
La qualità del sogno di July è surreale e metafisica, in quanto tratta un tema psicologico reale secondo una metodologia che va al di là della Psicologia e della realtà, una qualità parapsicologica per l’appunto.
RIFLESSIONI METODOLOGICHE
Mi piace riportare un breve brano sul concetto neurobiologico della “morte” secondo le ricerche di Eccles.
“Infine, naturalmente, giungiamo all’aspetto estremo: che cosa succede quando si muore?
A quel punto ogni attività cerebrale cessa in modo definitivo.
La Mente autocosciente che ha avuto un’esistenza autonoma nel senso del Mondo 2, (nel senso che ha costruito un insieme di dati e di vissuti ...nota mia), trova ora che il Cervello, sul quale ha svolto, nel corso di una lunga vita, in modo così efficiente ed attivo, la sua azione di scansione, di esplorazione e di controllo, ha smesso completamente di emettere messaggi.”
La morte si attesta nella metafora di una “spina” che veicola corrente elettrica e che si stacca dalla sua naturale “presa”, il Cervello scollegato dal resto del sistema nervoso, il Mondo 1. La morte si attesta in un’interruzione definitiva e irreversibile delle linee principali di comunicazione che vanno dai recettori periferici alle cortecce sensitive e, quindi, agli emisferi cerebrali. Questi ultimi, di conseguenza, non possono rimandare i segnali adeguati ai muscoli e alla periferia.