TRAMA DEL SOGNO – CONTENUTO MANIFESTO
“Mi trovavo in un’automobile con mia madre, mio padre e mio fratello.
Ci stavamo recando in un luogo che non ricordo quando, a un certo punto, mio padre dice di dovere scendere dalla macchina.
Così ci fermiamo e lui fa per scendere ma, d’improvviso, la macchina prende il volo. Voliamo più alti di una serie di ostacoli sulla strada, come muri ed edifici, e atterriamo in un luogo lontano.
I miei erano riusciti a trattenere i loro effetti personali, mentre io avevo perso la mia borsa durante il volo.
Giunti in questo luogo lontano, ci rechiamo in una casa che avevamo affittato per riposare.
Quando giunge il momento di metterci in marcia per tornare, la strada che dovevamo percorrere era piena d’acqua.
Io pensavo che sarebbe stato molto difficile ritrovare la mia borsa.”
Questo sogno è firmato Garbata.
DECODIFICAZIONE E CONTENUTO LATENTE
CONSIDERAZIONI
Le manifestazioni oniriche di un trauma trovano sempre le vie della “provvidenza” psichica, non quella divina ma quella prettamente umana legata ai processi e ai meccanismi di difesa dall’angoscia. Le capacità di camuffamento del significato del sogno da parte del “processo primario” sono sorprendenti, così come l’abilità del “processo secondario”, le facoltà logiche, nel rendere comprensibile la trama nella sua valenza fantasiosa. Il trauma si offre ai meccanismi psichici di Garbata in maniera accessibile ma incomprensibile.
Sintetizzando: il sogno di Garbata conferma la realtà psichica in atto, un trauma che ritorna sulla scena a testimonianza delle capacità onirica di assorbire, elaborare e formulare.
SIMBOLI – ARCHETIPI – FANATSMI – INTERAZIONE ANALITICA
“Mi trovavo in un’automobile con mia madre, mio padre e mio fratello.”
Garbata mette insieme tutta la famiglia nella sua unità affettiva, l’insieme, e nella sua valenza naturale, “in un’automobile”. La famiglia “natura” e la famiglia “cultura” si presentano nella loro unità.Del resto, i figli nascono per via libidica “genitale” conciliando i due poli della calamita, la natura e la cultura.
“Ci stavamo recando in un luogo che non ricordo quando, a un certo punto, mio padre dice di dovere scendere dalla macchina.”
Garbata rievoca e attribuisce al “padre” la precisa volontà di rompere l’equilibrio familiare nei versanti suddetti. La figlia è colpita dalla dimensione psico-sessuale dell’istituto famiglia, oltre a essere confusa a causa della rimozione: “non ricordo quando”. Si manifesta una crisi di coppia, “dover scendere dalla macchina” che coinvolge immancabilmente la famiglia.
“Così ci fermiamo e lui fa per scendere ma, d’improvviso, la macchina prende il volo. Voliamo più alti di una serie di ostacoli sulla strada, come muri ed edifici, e atterriamo in un luogo lontano.”
Ecco la “sublimazione della libido”: “la macchina prende il volo”. Ma non è soltanto il padre a difendersi dalla colpa della rottura e dall’angoscia conseguente, ma tutti i componenti della famiglia sono costretti a “sublimare la libido” in atto, ognuno per il suo verso e in base a come e cosa stava elaborando nel corso della sua evoluzione. Ognuno vive la crisi della coppia e della famiglia secondo il suo registro psichico in atto. Fortunatamente tutte le difficoltà, “ostacoli sulla strada, come muri ed edifici,” sono superate e nessuno s’impatta nella sindrome depressiva della perdita: “atterriamo” in una nuova dimensione della famiglia. Nel cammino della vita Garbata s’imbatte in una crisi di coppia e in una possibile rottura dell’unità familiare. Questo è il trauma.
“I miei erano riusciti a trattenere i loro effetti personali, mentre io avevo perso la mia borsa durante il volo.”
In tanto trambusto i genitori adulti avevano conservato la loro identità psichica e le loro note umane caratteristiche, “i loro effetti personali”, mentre la figlia Garbata non trova la sua identità femminile, la sua “borsa”, il classico simbolo psicosessuale della femminilità e della femmina. Garbata in questa crisi della coppia e della famiglia ha messo in discussione la sua identità femminile perché era in procinto di risolvere la sua “posizione edipica”, stava riconoscendo il padre e la madre per pensare alla sua autonomia psichica, quando è stata interrotta in questo processo ed è stata costretta a regredire e a fissarsi su posizioni precedenti dell’evoluzione. Garbata rievoca il suo legame con il padre e con la madre e ne va di mezzo la sua autonomia perché viene impaniata nella dialettica edipica del possesso del padre e dell’ostilità con la madre. Si rileva che del fratello non esiste traccia in ottemperanza al sentimento della rivalità fraterna.
“Giunti in questo luogo lontano, ci rechiamo in una casa che avevamo affittato per riposare.”
Sublimando sublimando Garbata trova la quiete dopo la tempesta “in una casa che avevamo affittato”. E’ costretta all’assimilazione della possibilità della perdita dell’unità familiare e di tutti i benefici di questo insieme. “Riposare” significa riflettere lasciarsi andare dopo tanta sofferenza: il riposo del guerriero. La nuova situazione è tutta da assimilare perché la casa è in affitto e non è della famiglia.
“Quando giunge il momento di metterci in marcia per tornare, la strada che dovevamo percorrere era piena d’acqua.”
La nuova famiglia è tutta da inventare e da vivere: “metterci in marcia”. Non si può tornare indietro e riproporre i vecchi equilibri, quelli che non hanno retto l’urto della realtà. Il desiderio che tutto torni come prima, si dimostra una pia illusione. Garbata è stata colpita nella sua femminilità psichica e sessuale. La sua identificazione nella madre è stata turbata dall’”acting out” del padre per cui l’identità si procrastina a causa di un attaccamento necessario ma ambiguo verso la figura materna. Garbata percorre una strada classicamente femminile, “piena d’acqua”.
“Io pensavo che sarebbe stato molto difficile ritrovare la mia borsa.”
Ritorna l’altro simbolo dell’universo femminile, “la mia borsa” a testimoniare il versante biologico e psichico. La “borsa” bisogna ritrovarla e portarla con eleganza. Dalla crisi di coppia e dal pericolo di una rottura della famiglia Garbata esce fuori con problematiche d’identità psichica.
PSICODINAMICA
Il trauma della rottura dell’unità familiare incide a livello psicologico nell’evoluzione di Garbata, ritardandone la soluzione della “posizione edipica”, l’identificazione nella madre e l’autonomia psichica.
ISTANZE E POSIZIONI PSICHICHE
La “posizione edipica” è chiaramente richiamata e coinvolta: la triangolazione dinamica padre – madre – figlia. L’istanza “Io” elabora il sogno e organizza i simboli secondo una fantasiosa combinazione e secondo logica consequenziale. L’Io utilizza il processo psichico di difesa dall’angoscia della “sublimazione della libido”. Il “Super-Io” è presente nella figura del padre e l’istanza “Es” si manifesta nella “macchina prende il volo” e nell’angoscia legata allo smarrimento della “borsa”.
MECCANISMI E PROCESSI PSICHICI DI DIFESA
Il processo principe del sogno di Garbata è la “sublimazione della libido” soprattutto in “d’improvviso, la macchina prende il volo”. Si presenta il meccanismo della “rimozione” in “non ricordo quando”, il meccanismo della “messa in atto” o “acting out” in “mio padre dice di dovere scendere dalla macchina.” La “condensazione” è presente in “borsa” e “acqua”. Lo “spostamento” vige in “ostacoli, muri, edifici, macchina”. La “drammatizzazione” e la “figurabilità” ricorrono in “d’improvviso, la macchina prende il volo. Voliamo più alti di una serie di ostacoli sulla strada, come muri ed edifici, e atterriamo in un luogo lontano.”
ORGANIZZAZIONE PSICHICA REATTIVA
La “organizzazione psichica reattiva” manifesta un tratto ossessivo in una cornice “anale”: tendenza al possesso.
FIGURE RETORICHE
Le figure retoriche richiamate e ampiamente usate sono la “metafora” o relazione di somiglianza in “borsa”, la “metonimia” o relazione logica in “acqua”, la “enfasi” in “volo”. Ricordo che le figure retoriche danno al sogno una valenza creativa ed estetica.
DIAGNOSI
Il sogno di Garbata attesta della contrastata identificazione nella figura materna all’interno della “posizione edipica”.
PROGNOSI
La prognosi impone di superare il trauma legato all’economia e alla dinamica
della famiglia, al fine di godere al meglio della conquistata identità femminile senza alcun sussurro e rimpianto. Garbata è chiamata alla compattezza psichica dopo le tempeste edipiche.
RISCHIO PSICOPATOLOGICO
Il rischio psicopatologico è la classica psiconevrosi edipica di stampo fobico- ossessivo con le conseguenti sofferenze d’angoscia e difficoltà relazionali.
GRADO DI PUREZZA ONIRICO
In base a quanto affermato nella decodificazione e in base al contenuto dei “fantasmi”, il grado di “purezza onirica” del sogno di Bruna è “3” secondo la scala che vuole “1” il massimo dell’ibridismo, “processo secondario>processo primario”, e “5” il massimo della purezza, “processo primario>processo secondario”.
RESTO DIURNO
Il “resto diurno” del “resto notturno”, la causa scatenante dl sogno di Garbata può essere stata una difficoltà affettiva e relazionale o una riflessione sulla formazione psicologica.
QUALITA’ ONIRICA
La qualità del sogno si attesta nella discorsività del paradosso.
RIFLESSIONI METODOLOGICHE
Il sogno di Garbata rappresenta un trauma reale o un “fantasma” edipico? E’ un dilemma equo e sensato. Nel primo caso si condensa e si sposta il vissuto nel sogno secondo le emergenze psichiche della vita. Nel secondo caso si opera nello stesso modo. Quindi il sogno è un prodotto psichico fine a se stesso e opera secondo i suoi meccanismi su traumi reali o su traumi immaginari. In ogni caso il “fantasma” si elabora sempre.