TRAMA DEL SOGNO – CONTENUTO MANIFESTO
“Ero a casa dei nonni con mio padre.
Sentiamo confusione: il telefono squilla e il campanello di casa suona.
Vado a sentire e nessuno risponde, vado a vedere e non c’è nessuno al cancello.
Torno in salotto dove si sta cenando e sentiamo altro rumore.
Vado a vedere e, quando apro la porta, vedo una figura maschile nell’ombra che scappa.
L’angoscia del ladro mi sveglia.
Questo è il primo sogno di Marcinkus.
“Io e mio padre apriamo la porta della cantina e troviamo tanti ladri che dormono.
Chiudiamo piano piano la porta e scappiamo in canoa sul fiume.”
Questo è il secondo sogno di Marcinkus.
DECODIFICAZIONE E CONTENUTO LATENTE
CONSIDERAZIONI
I due sogni di Marcinkus sono stati elaborati a distanza di pochi giorni. Il giovane adolescente mi chiede, dal momento che riguardano lo stesso tema, se sviluppano la stessa psicodinamica. La risposta è positiva, ma ha bisogno di alcune precisazioni. I due sogni riguardano la “posizione edipica”, i vissuti e i fantasmi relativi alla relazione con i genitori e, nel caso specifico, approfondiscono l’identificazione del figlio nella figura paterna a risoluzione del precedente conflitto causato dalla relazione privilegiata e interessata con la figura materna. I due sogni di Macinkus, quindi, mostrano chiaramente la fausta evoluzione della psicodinamica edipica. I tempi di risoluzione sono giusti, l’adolescenza, e altrettanto giusto è l’inizio delle conquiste in terra straniera da parte di Marcinkus, le giovani e procaci adolescenti della sua età dopo la conflittuale e mancata conquista materna. Il sogno conferma ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, la sua funzione d’integrazione psichica dei fantasmi legati all’evoluzione e di riparazione del trauma attraverso l’elaborazione risolutoria dei vissuti in riguardo al padre e alla madre tramite i meccanismi o le modalità di pensiero del “processo primario”.
SIMBOLI ARCHETIPI FANTASMI – INTERAZIONE ANALITICA
“Ero a casa dei nonni con mio padre.”
Il sogno esordisce con il riconoscimento del valore psico-culturale dell’unità familiare esibendo ben tre generazioni: i nonni, il padre e Marcinkus. La sfera affettiva è ben presente e ben presentata. Marcinkus può contare su una compagine affettiva allargata e di notevole valore.
“Sentiamo confusione: il telefono squilla e il campanello di casa suona.”
La funzione onirica si muove e complica le carte in tavola come in un thriller. Il senso evocato e coinvolto è l’udito e la simultaneità del telefono e del campanello crea agitazione in attesa che si chiarisca la situazione e l’emergenza. Simbolicamente “l’udito” attesta della sapienza nel valutare e dell’abilità nel riflettere. Evoca il collegamento tra la realtà esterna e il mondo interiore. “Sentire” è un assorbire e un reagire: uno stato d’all’erta. Il “sentire” attesta simbolicamente dell’evocazione e della risonanza emotiva di vissuti psichici, di fantasmi elaborati a suo tempo e ben sistemati nel “Profondo” psichico. L’essere in tre generazioni presenti allo strano evento è un rafforzamento psichico che crea sicurezza nel giovane Marcinkus.
“Vado a sentire e nessuno risponde, vado a vedere e non c’è nessuno al cancello.”
Si profila una leggera angoscia in quest’atmosfera soffusa di mistero.
Chi chiama? Chi suona?
La risposta è “nessuno”.
Si tratta di un’allucinazione uditiva? O dal “Profondo” psichico sta emergendo qualche fantasma?
Buona la seconda!
Il “nessuno” è un qualcuno che si fa attendere nella sua manifestazione per dare al sonno la possibilità di continuare nel suo benefico effetto di ricostituzione psicofisica. Il “nessuno” simbolico attesta di una caduta depressiva degli investimenti della “libido” e di una crisi dell’identità psichica, ma in questo caso è un veicolo emotivo che in progressione trasporta il fantasma di un “qualcuno” che per il momento si è presentato come “nessuno”.
“Torno in salotto dove si sta cenando e sentiamo altro rumore.”
Marcinkus ha bisogno di rafforzarsi e di avere dalla sua parte l’ausilio affettivo di due generazioni. La “cena” condensa la comunione e lo scambio degli affetti nel luogo “salotto” classicamente deputato alle relazioni sociali e alle buone immagini di sé da offrire agli altri. Ma il fantasma urge e può presentarsi nella sua veste simbolica più convenzionale e diffusa.
“Vado a vedere e, quando apro la porta, vedo una figura maschile nell’ombra che scappa.”
Marcinkus ha coraggio da vendere. Dopo aver sentito e atteso, adesso vuol “vedere”, un altro senso in ballo, la “vista”. Vuole prendere coscienza del “fantasma” in movimento dentro di lui. Si tratta di una figura maschile, il padre, che si traveste simbolicamente da “ladro” e che produce angoscia.
“L’angoscia del ladro mi sveglia.”
Il “ladro” condensa la figura dell’uomo che ruba, che porta via, che si appropria indebitamente dei beni altrui. Il “ladro” ha una duplice valenza, è il padre che castra ed è l’”angoscia di castrazione”.
Cosa vuol dire a livello psicodinamico “castrazione”?
Nella “posizione edipica” s’intende per “castrazione” la deprivazione di una funzione come espiazione della colpa di aver tanto desiderato la madre entrando in conflitto con il padre. Con la “castrazione” si accetta l’autorità del capo e si riconosce il padre nei limiti del “Super-Io” e l’ordine morale ed etico costituito nella società.
Marcinkus si è portato a spasso per i sentieri tortuosi del sogno il padre sotto forma di amico e di figura in cui identificarsi a risoluzione della “posizione edipica” e sotto forma di nemico nella figura del ladro, di colui che mi punisce deprivandomi delle mie facoltà virili, del mio potere maschile di seduzione e di appagamento sessuale. Marcinkus si è portato a spasso per il sogno il padre e il fantasma del padre nella versione scissa: “parte positiva o padre buono” e “parte negativa o padre cattivo”.
In questo primo sogno, essendoci angoscia, c’è ancora in atto il conflitto con il padre, vissuto come nemico, perché Marcinkus non si è identificato in lui.
Passiamo al secondo sogno, quello elaborato qualche giorno dopo.
“Io e mio padre apriamo la porta della cantina e troviamo tanti ladri che dormono.”
Si presenta ancora il sodalizio con il padre, ma la psicodinamica edipica è in fase risolutiva. “La porta della cantina” rappresenta l’ingresso della “dimensione profonda” dove il meccanismo di difesa della “rimozione” ha relegato tutte le immagini negative del padre, i “tanti ladri”, quelli che asportano le doti e i gioielli. Ma questi mariuoli sono inerti e passivi, dormono e non influiscono nell’equilibrio psichico di Marcinkus perché sono stati razionalizzati e non disturbano l’armonia in atto.
Ma perché ci sono tanti ladri, tante immagini del “padre negativo”, quasi una per ogni stagione, quelle che abbiamo cominciato a elaborare dai quattro mesi di vita in su fino ai quattordici anni in atto?
Cosa fare?
Di questi ladri non se ne può fare a meno perché rientrano di diritto nella nostra “organizzazione psichica reattiva”.
Guai a non averli messi dentro!
Ma bisogna tenerli calmi, bisogna farli dormire. Fanno parte del gioco psichico, ci sostengono, ci aiutano a non azzardare, a non rischiare troppo sapendo che si è sensibili alla perdita e non si è onnipotenti o impotenti. La formula psichica giusta recita in questo modo: ho accettato e ho riconosciuto il padre, mi sono identificato in lui. Avrei potuto ucciderlo e mi sarei sentito in colpa come un assassino, avrei potuto onorarlo e sarei rimasto bambino e succubo della sua autorità. Adesso il suo riconoscimento si coniuga con la mia riconoscenza nei suoi confronti. Questo è il vero senso dell’amore del figlio nei confronti del padre.
“Chiudiamo piano piano la porta e scappiamo in canoa sul fiume.”
Il materiale psichico rimosso è sotto controllo, per cui si può andare a donne, si può investire nel vario e variopinto universo femminile con tutta la vitalità seduttiva possibile: “scappiamo in canoa sul fiume.” La canoa è un simbolo femminile e l’acqua è simbolo della “libido”, dell’energia vitale.
PSICODINAMICA
I sogni di Marcinkus sono in collegamento ed evolvono la psicodinamica legata alla “posizione edipica”. Marcinkus rielabora la risoluzione corretta e classica dei fantasmi collegati alla relazione con le figure genitoriali. Il secondo sogno mostra l’identificazione al maschile nel padre.
ISTANZE E POSIZIONI PSICHICHE
Il sogno di Marcinkus è elaborato dall’”Io” onirico e dall’”Es”: i ladri, la cantina. Si profila l’istanza del “Super-Io” nella figura del padre, ma senza invadenza. La posizione dominante è quella edipica.
MECCANISMI E PROCESSI PSICHICI DI DIFESA
Sono presenti e pienamente in funzione i meccanismi psichici del “processo primario” della “condensazione”, dello “spostamento” e della “drammatizzazione”: sentire, vedere, nessuno, ladro, cantina, dormire, canoa, fiume, aprire e chiudere la porta. E’ presente il meccanismo principe di difesa della “rimozione” e una lieve “sublimazione” nel “ladro che dorme”. E’ in atto il meccanismo di difesa della “identificazione” in “io e mio padre”.
ORGANIZZAZIONE PSICHICA REATTIVA
Marcinkus manifesta nel sogno un tratto psichico “genitale” in una “organizzazione psichica reattiva” prevalentemente “orale”: sensibilità agli affetti e all’affettività.
FIGURE RETORICHE
Le figure retoriche evocate e applicate sono la “metafora”, ladro e cantina, e la “metonimia”, canoa e porta.
DIAGNOSI
I sogni di Marcinkus attestano della risoluzione della “posizione edipica” sul versante paterno con progressiva identificazione.
PROGNOSI
Marcinkus deve portare avanti questo processo di emancipazione dal padre e rafforzare la sua identità maschile investendo la conquistata “libido” genitale.
RISCHIO PSICOPATOLOGICO
Il rischio psicopatologico si attesta in una “regressione” dinamica alla conflittualità con il padre e in una mancata autonomia psichica, nonché al ritorno delle angosce edipiche di “castrazione”.
GRADO DI PUREZZA ONIRICA
In base a quanto affermato nella decodificazione e in base al contenuto dei “fantasmi”, il grado di “purezza onirica” del sogno di Marcinkus è “3” secondo la scala che vuole “1” il massimo dell’ibridismo,
“processo secondario>processo primario”, e “5” il massimo della purezza, “processo primario>processo secondario”.
RESTO DIURNO
Il “resto diurno” del “resto notturno”, la causa scatenante” del sogno di Marcinkus si attesta in una frequentazione del padre e nel rivivere il buon rapporto che ha con lui.
RIFLESSIONI METODOLOGICHE
La “posizione edipica” si risolve o non si risolve? La “posizione edipica” non si risolve mai del tutto come le umane cose, per cui può succedere che a ottant’anni si riproponga in sogno una tematica edipica a conferma che nel “Profondo psichico” restano le tracce risolte e irrisolte della nostra relazione con i genitori e con gli annessi e i connessi del caso. La vita o meglio l’esercizio del vivere riserva la riesumazione delle conflittualità e delle dipendenze dai genitori in base agli stimoli e ai fantasmi che intercorrono e si ridestano, per cui la consapevolezza della “posizione edipica” non è mai abbastanza e la presa di coscienza non è mai esaustiva perché nella psicologia dinamica vige la legge del “nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma o si evolve”. Importante è che la riedizione dei conflitti edipici abbiano breve durata e lascino il posto al ripristino dell’equilibrio psicofisico e alle funzioni dell’”Io” vigilante e razionale. La vita ci riserva sempre provocazioni e stimoli per rimetterci in discussione senza poter dire che tutto sia ultimato e risolto. Finché c’è vitalità, c’è speranza di rivivere.