ADAMO E STEVE SEAGAL IL TRUFFATORE E L’ATTORE  

 

TRAMA DEL SOGNO – CONTENUTO MANIFESTO

“Questo è un sogno che ho fatto tra le 05:00 e le 06:30 dell’8 novembre dopo una pausa di veglia.

Entro in una stanza dove deve tenersi una riunione di lavoro, ma i luoghi non mi sono familiari nella realtà.

Esprimo le mie rimostranze perché non ero stata avvertita e la mia ex compagna di banco delle superiori, anch’essa presente, mi dice che sono io che devo informarmi.

Le spiego che sarebbe più logico avvertire le persone di eventuali riunioni, che non le persone informarsi ogni giorno su ipotetiche riunioni.

La donna (a me sconosciuta) che tiene questa riunione avvia la proiezione di un video (di cui non ricordo i contenuti) e al quale tutti prestano scarsa attenzione e lei, lievitando da terra e fluttuando in aria, esce dalla stanza.

Durante questa visione/riunione, un giovane mi corteggia timidamente, ma con convinzione.

È molto affettuoso e le sue premure mi fanno molto piacere, ma al tempo stesso non capisco come un ragazzo così giovane (dall’apparente età di 16 o 18 anni) possa corteggiare una donna che potrebbe essere sua madre (ne ho 51) e quindi sospetto che il giovane abbia un secondo fine e mi voglia truffare.

Sento le altre donne/ragazze presenti nella stanza che, parlando tra loro, dicono che fortunatamente loro non hanno ceduto a non so che invito sia arrivato via whatsapp da questo ragazzo che si chiama Adamo.

Quindi parlo a questo giovane, mentre passeggiamo in un sentiero in mezzo al verde, chiedendogli quanti anni abbia e mi risponde che lui non avrebbe mai chiesto a me l’età; capisco (non so come) che Adamo ha 26 anni (ma a me sembra molto più giovane); cerco di tenere le distanze, ma l’affetto, le attenzioni e l’interesse del ragazzo è sincero e mi lusinga molto. Mi dà un sacchetto di plastica vuoto che porta l’immagine di Istanbul e me lo porge come se fosse un regalo prezioso; gli parlo delle mie impressioni di viaggio di quanto ci sono andata due anni fa commentando che ora i tempi non sono propizi per visitare quella città.

Subito dopo mi trovo con l’uomo che nel sogno è il mio compagno e che ha l’aspetto di Steven Seagal, ma più giovane di com’è realmente, ha l’età apparente di circa 45-50 anni con capelli lunghi e sciolti sulle spalle; lo rassicuro che tra me e il giovane non vi è stato alcunché.

Lui dapprima fa l’offeso/geloso, poi, sentendosi rassicurato, si scioglie in manifestazioni di grande affetto/interesse tanto da farmi vedere di nascosto da tutti i suoi genitali che fino a quel momento non avevo ancora visto…

Al risveglio, causato dalla sveglia, ho provato un grande appagamento nel sentirmi così amata e desiderata dai due uomini del sogno.”

Questo è il sogno o la “fantasticheria” di Eva.

In ogni caso si tratta di una produzione psichica mista, di un’elaborazione commentata e giustificata con i dovuti riferimenti. Il mio compito sarà quello di estrapolare la parte simbolica e di interpretarla anche con l’ausilio dei provvidenziali commenti di Eva.

DECODIFICAZIONE E CONTENUTO LATENTE

CONSIDERAZIONI

Un giovane e aitante truffatore, Adamo, e un attore navigato e abile nelle arti marziali, Steven Seagal, sono i due personaggi che dominano il quadro onirico di Eva, una donna matura nella socializzazione, nella coscienza civile, nella competizione con le donne, nell’essere concreta e aliena da sublimazioni, nelle arti seduttive, nelle immancabili paranoie femminili, nei desideri, nell’ipocrisia di una materna suadenza, nel potere del suo esser femmina, nell’eccitazione e nell’appagamento onirico.

Questa è la sintetica evoluzione del sogno di Eva secondo la progressione di una psicodinamica “fallico-narcisistica”, una dimensione che la protagonista sa cavalcare con sicuro potere e con gradevole autocompiacimento. Nulla travalica nell’esagerazione in questo prodotto psichico di Eva, nonostante gli ampi temi che svolge e i relativi commenti che esterna.

SIMBOLI ARCHETIPI FANTASMI – INTERAZIONE ANALITICA

Eva socializza facilmente e bene, ma si espone con “qualcosa di sé” che vuole emergere, una qualche novità: ”una riunione di lavoro, ma i luoghi non mi sono familiari nella realtà.”

Eva è una donna che non te le manda a dire le cose giuste. Eva si esprime senza riguardi ed è competitiva nel versante femminile. In questo settore non ce n’è per nessuna. Eva ha una buona consapevolezza di sé e del suo portamento sociale. Oltretutto è una cultrice della logica consequenziale e delle organizzazioni pragmatiche. Ma ecco che si profila una parte simbolica molto significativa per l’economia interpretativa del sogno e della psicodinamica implicita.

“La donna (a me sconosciuta) che tiene questa riunione avvia la proiezione di un video (di cui non ricordo i contenuti) e al quale tutti prestano scarsa attenzione e lei, lievitando da terra e fluttuando in aria, esce dalla stanza.”

Quella “donna (a me sconosciuta)” è simbolicamente la “parte psichica” di Eva che è stata in un primo tempo “rimossa” e di poi “sublimata” per difesa dall’angoscia e dallo struggimento destato dalla dimensione materiale e materialistica: il corpo e i suoi diritti libidici. Quella “donna sconosciuta” ha di buon grado rimosso la “libido” rendendola evanescente, ha vanificato la carica erotica e sessuale che non interessava a se stessa “in primis” e di poi, sempre secondo il suo vissuto, non riceveva il consenso degli altri. La “lievitazione” orientale e l’annessa “fluttuazione” nell’aria rappresentano simbolicamente la “sublimazione” difensiva di quella “parte psichica” di Eva ritenuta poco affermativa e interessante, quella materiale, una “parte” che comunque esiste anche se Eva non accetta. Mi ripeto volentieri: questa “parte” si attesta nella donna che non ha realizzato la dimensione materiale. In compenso si è realizzata nel lavoro senza grande coinvolgimento emotivo, ma con tanto senso del dovere.

“Durante questa visione/riunione, un giovane mi corteggia timidamente, ma con convinzione.”

Ecco che si profila il desiderio antico di Eva “giovane”: corteggiare ed essere corteggiata, sedurre ed essere sedotta “timidamente” ma decisamente. Il sogno rievoca Eva ragazza con le sue occasioni mancate, con la nostalgia del “non vissuto” che poteva vivere e che non ha vissuto per psichico impedimento, con i desideri rimasti nel cassetto ad ammuffire. Eva regredisce alla sua adolescenza e alla sua prima giovinezza e si scopre molto seria o seriosa: prima si fa corteggiare in sogno dal giovane Adamo e poi lo convince, meglio si convince, di essere troppo cresciuta per lui. Sornionamente Eva prende atto che quel tempo è passato, ma che si può riparare al presente quello che non è stato vissuto allora. Vediamo l’interessante sequenza delle scene oniriche.

“È molto affettuoso e le sue premure mi fanno molto piacere, ma al tempo stesso non capisco come un ragazzo così giovane (dall’apparente età di 16 o 18 anni) possa corteggiare una donna che potrebbe essere sua madre (ne ho 51) e quindi sospetto che il giovane abbia un secondo fine e mi voglia truffare.”

La psicodinamica si attesta tra madre e figlio, per la precisione tra un figlio che corteggia la madre e quest’ultima che giustifica il possibile rifiuto. Questa è la classica “posizione psichica edipica” capovolta, la madre che desidera il figlio e per l’angoscia dell’incesto scatena il nucleo paranoico, si sente perseguitata. A tutti gli effetti si tratta del desiderio di Eva di essere corteggiata oggi, del bisogno seduttivo di una donna che pensa a ieri come a una truffa che si è architettata da sola: la paranoia dei maschi. Eva o è una mangiatrice di uomini, simbolicamente Afrodite, o sta sognando di avere vent’anni con tutto ciò che ha rifiutato e non ha vissuto. Eva sogna di non essere stata allora al passo con i tempi e adesso vive la rabbia di non aver vissuto quel periodo in pieno e di aver vissuto i maschi secondo una pulsione persecutoria.

“Sento le altre donne/ragazze presenti nella stanza che, parlando tra loro, dicono che fortunatamente loro non hanno ceduto a non so che invito sia arrivato via whatsapp da questo ragazzo che si chiama Adamo.”

Eva è come le sue colleghe, “donne/ragazze” che al tempo si difendevano dal povero Adamo, il maschio e il primo maschio, perché per paura non  vivevano la loro “libido” con le mille scuse morali di una cultura sessuofobica.  Il disaccordo precedente di Eva con le colleghe adesso si è trasformato in pieno sodalizio e in netto consenso. Eva si difende dal maschio e lo giudica “ragazzo”, un giovane spregiudicato che pensa al suo piacere e se ne “strafotte” della morale ufficiale. Invece Eva sa cos’è l’incesto e sente la sottesa angoscia: una mamma non può stare con un figlio. Ma vai a raccontare questa mitica storiella alla “libido”, all’energia vitale, alle pulsioni sessuali che chiedono urgentemente l’appagamento. Tutto, alla fine della fiera, si dispone verso un ravvedimento da parte di Eva e verso un’emancipazione evolutiva dagli schemi culturali e dalle censure morali del “Super-Io”. Ma adesso Eva ha 51 anni. Ce n’è voluto di tempo! In compenso non è mai troppo tardi per vivere e, per fortuna, c’è sempre tempo per morire.

“Quindi parlo a questo giovane, mentre passeggiamo in un sentiero in mezzo al verde, chiedendogli quanti anni abbia e mi risponde che lui non avrebbe mai chiesto a me l’età; capisco (non so come) che Adamo ha 26 anni (ma a me sembra molto più giovane); cerco di tenere le distanze, ma l’affetto, le attenzioni e l’interesse del ragazzo è sincero e mi lusinga molto.”

 

Adamo oscilla temporalmente tra i 18 e i 26 anni nei vissuti onirici di Eva, il  periodo in cui lei non ha goduto la sua vita e la sua vitalità per paura e per pregiudizio: ”mentre passeggiamo in un sentiero in mezzo al verde”, chiara simbologia della realtà psichica in atto e della vitalità sessuale. Eva si è pasciuta dell’affetto e dell’attrazione, ma non si è concessa all’Adamo di allora, un giovane disinibito e privo di pregiudizi, un ragazzo sfrontato che se ne sbatte dell’età e non la ritiene di ostacolo al piacere. Ma Eva allora si pasceva dell’ingenuità amorosa “platonica”: “cerco di tenere le distanze”. Adesso, invece, si ricrede e si dispone alle lusinghe della “libido” nella totale rivalutazione del suo corpo, degli affetti e dei sentimenti: “ma l’affetto, le attenzioni e l’interesse del ragazzo è sincero e mi lusinga molto.” Una Eva lusingata ancora non basta. C’è di meglio! Il sogno ce lo dirà.

“Mi dà un sacchetto di plastica vuoto che porta l’immagine di Istanbul e me lo porge come se fosse un regalo prezioso; gli parlo delle mie impressioni di viaggio di quanto ci sono andata due anni fa commentando che ora i tempi non sono propizi per visitare quella città.”

Il “sacchetto di plastica vuoto” è un simbolo sessuale femminile, la vagina e l’utero. Il fatto che è “vuoto” esprime una nota depressiva di perdita o di rincrescimento per la convinzione che la pienezza della forma sessuale è in fase calante. La giovinezza si è evoluta nella maturità e il corpo non è più in tiro come in quel prospero tempo: una metafora della giovinezza di allora e della maturazione di adesso. Eva non sapeva che si gode al presente e in qualsiasi tempo. Questa mancata consapevolezza le ha fatto perdere di godere momento per momento e di vivere il tempo di attimo in attimo, alla “Orazio” dell’ode “Carpe diem”. Questo è il senso nascosto di “ora i tempi non sono propizi per visitare quella città.” o meglio per vivere quel sacchetto di plastica vuoto che porta l’immagine di Istambul.

“Subito dopo mi trovo con l’uomo che nel sogno è il mio compagno e che ha l’aspetto di Steven Seagal, ma più giovane di com’è realmente, ha l’età apparente di circa 45-50 anni con capelli lunghi e sciolti sulle spalle; lo rassicuro che tra me e il giovane non vi è stato alcunché.”

Anche in sogno Eva rassicura come buona mammina i suoi uomini e in particolare se stessa sulla fedeltà, sull’onesta e sulla probità. Con Adamo non ha combinato “alcunché”. Eva rassicura i suoi uomini delle sue tentazioni non realizzate e appagate, per cui sente il bisogno di tutelare il suo uomo attuale confermando che in passato ha trascurato i suoi interessi di donna e che, di conseguenza, lui oggi può stare tranquillo. Ma oggi Eva desidera un uomo giovane e marziale, per cui proietta l’immagine ideale del suo maschio nell’attore Steven Seagal, un uomo virile e forte, almeno nelle apparizioni filmistiche.

 

“Lui dapprima fa l’offeso/geloso, poi, sentendosi rassicurato, si scioglie in manifestazioni di grande affetto/interesse tanto da farmi vedere di nascosto da tutti i suoi genitali che fino a quel momento non avevo ancora visto…”

L’uomo, secondo i bisogni di Eva, deve essere geloso, affettuoso, interessato, maschio con il potere degli attributi: “i suoi genitali”. Miracolo! I genitali sono quelli di Eva, quelli che Eva ha tirato fuori, le cosiddette “palle”, perché si è accorta che ha perso tempo e che non ha più tempo da perdere. Eva sta recuperando la fase “fallico-narcisistica” della sua “libido”, per cui si sente “figa” e con potere, si butta a destra e a manca perché vuole recuperare. Le sue “palle” non le aveva viste prima perché era contratta nella paura del maschio e nel carcere dei pregiudizi, come dice la prima parte del sogno. Ma non è mai troppo tardi per fare le giuste e utili prese di coscienza abbandonando le inutili resistenze al cambiamento, specialmente quando il tempo incalza e offende: i famigerati insulti del tempo.

“Al risveglio, causato dalla sveglia, ho provato un grande appagamento nel sentirmi così amata e desiderata dai due uomini del sogno.”

C.V.D.: come volevasi dimostrare. Grande rivoluzione in casa di Eva! Si sta dando da fare per vivere al meglio la sua vita di donna e la sua femminilità, superando la psiconevrosi conflittuale della dialettica del vivere e del piacere. In bocca al lupo, Eva! Intanto tu sei il tuo corpo!

PSICODINAMICA

 

Il “sogno-fantasticheria” di Eva sviluppa l’evoluzione psichica dall’adolescenza alla maturità del vissuto nei riguardi dell’universo maschile spolverandone il “fantasma” nel suo versante positivo, superando le sue difese relazionali e sessuali e recuperando la “libido fallico-narcisistica” per riequilibrare la sua economia e la sua dinamica psicofisiologiche. In sintesi popolare si può dire che Eva ha superato la “sindrome della brava ragazza” alla “veneranda” età di 51 anni. Mi ripeto: meglio tardi che mai!

 

ISTANZE E POSIZIONI PSICHICHE

 

Il sogno è dominato dalla logica consequenziale dell’“Io narrante”. L’”Io onirico” si manifesta nelle parti simboliche del prodotto psichico di Eva. L’istanza del “Super-Io” è presente nella censura morale della donna matura: la madre, che non si può concedere all’uomo giovane, il figlio. L’istanza ”Es” è presente nel sentirsi lusingata e nell’eccitazione della visione dei genitali maschili. Come si diceva in precedenza, si conferma la presenza funzionale della “posizione fallico-narcisistica” a rafforzamento di un equilibrio nuovo e di una riparazione e di un’integrazione psichiche del “non vissuto” e del dolore associato.

 

MECCANISMI E PROCESSI PSICHICI DI DIFESA

 

I meccanismi psichici di difesa richiamati e coinvolti sono la “condensazione” in “genitali”, lo “spostamento” in “sacchetto”, la “rimozione” in “donna a me sconosciuta”, la “sublimazione” in “lievitando” e “fluttuando”, la “regressione” in “passeggiamo in un sentiero in mezzo al verde”.

 

ORGANIZZAZIONE PSICHICA REATTIVA

 

Il “sogno-fantasticheria” di Eva evidenzia un tratto paranoico all’interno di una “organizzazione psichica reattiva” di tipo “orale”: prevalenza della sfera affettiva in associazione al recupero della “libido fallico-narcisistica”.

 

FIGURE RETORICHE

 

Le figure retoriche coinvolte sono la “metafora”, rapporto di somiglianza-il “sacchetto” e la “metonimia”, rapporto concettuale o nesso logico-i “genitali”.

 

DIAGNOSI

Ripropongo le iniziali considerazioni.

Oggi “Eva è una donna matura nella socializzazione, nella coscienza civile, nella competizione con le donne, nell’essere concreta e aliena da sublimazioni, nelle arti seduttive, nelle immancabili paranoie femminili, nei desideri, nell’ipocrisia di una materna suadenza, nel potere del suo esser femmina, nell’eccitazione e nell’appagamento.

Per quanto riguarda ieri, si è detto abbastanza nella decodificazione del sogno.

PROGNOSI

 

La prognosi impone a Eva di portare avanti la sua libertà e la sua liberalità sempre in maniera funzionale e proficua al suo “Io” e alla sua economia psichica in atto. La “posizione fallico-narcisistica” va cavalcata in riparazione e in integrazione dell’eventuale trauma e in rafforzamento del presente psichico in atto.

 

RISCHIO PSICOPATOLOGICO 

 

Il rischio psicopatologico si attesta in un’improvvida “regressione” alla tutela paranoica del maschio e all’abbandono dell’esercizio della “libido fallico-narcisistica”. E’ opportuno precisare che il “tutto” comporterebbe l’esaltazione del nucleo persecutorio e la caduta del gusto della vita e del corpo secondo le direttive di una psiconevrosi acuta.

 

GRADO DI PUREZZA ONIRICA

 

In base a quanto affermato nella decodificazione e in base al contenuto dei “fantasmi”, il grado di “purezza onirica” del sogno di Eva è “2” secondo la scala che vuole “1” il massimo dell’ibridismo, “processo secondario>processo primario”, e “5” il massimo della purezza, “processo primario>processo secondario”.

 

RESTO DIURNO

 

Il “resto diurno” del “resto notturno” di Eva, la causa scatenante del sogno, si attesta nel rinnovato clima psichico che Eva sta vivendo o in un ricordo occasionalmente emerso in riguardo ai temi esposti.

 

QUALITA’ ONIRICA

 

La “qualità onirica” del sogno di Eva è “logico-discorsiva” in pieno omaggio all’esaltazione dell’”Io narrante”.

 

 

RIFLESSIONI METODOLOGICHE

 

Introduco nel sogno di Eva un’altra voce tecnica, la “qualità onirica”. Si tratta dell’attributo dominante nell’elaborazione e nella formulazione del prodotto  onirico, del meccanismo psichico privilegiato nello sviluppo del sogno, della caratteristica psicosomatica specifica nel decorso psicologico del racconto. Esemplificazione: il sogno di Eva è raccontato in maniera logica consequenziale per cui prevalgono i meccanismi del “processo secondario”. La conferma si trova nella valutazione “2” del “grado della purezza onirica”.

Altri esempi: se in un sogno domina la valenza sensoriale si definirà “cenestetico”. Si tratterà di un sogno “isterico” se prevarrà la valenza conflittuale psicosomatica. Oppure sarà un sogno di qualità “ossessiva” se sarà prevalente la psicodinamica delle idee ricorrenti. E altro. In ogni caso si tratta di una caratteristica psichica del protagonista che si esterna anche nel sogno, oltre che nella veglia. In sostanza nella voce “organizzazione psichica reattiva” è contenuta in gran parte la “qualità onirica”.

Agli internauti dico “Grazie!” della collaborazione scientifica che hanno  offerto inviando i loro sogni. Non sarà mai abbastanza la mia gratitudine.

Nel congedare l’impegnativo sogno di Eva ricordo che oggi si celebra la festività cristiana del Natale. Per i laici ricordo che il senso e l’auspicio della “Rinascita” è presente nella notte dei tempi e che arriva fino ai giorni nostri con ogni tentativo che facciamo per migliorarci con una presa di coscienza costruttiva e con una conseguente migliore “coscienza di sé”. Concludo in latino con il mito dell’araba Fenice: “Araba Phoenix ex pulveribus renasci posse, docet.” “L’araba Fenice insegna che si può rinascere dalle polveri.”

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