TRAMA DEL SOGNO – CONTENUTO MANIFESTO
“Stavo guidando la macchina, quando mi sono accorta che davanti a me le macchine iniziavano a slittare in prossimità di una curva.
Ho provato a frenare, ma il pedale non rispondeva (i freni della bici che non funzionano è un mio sogno ricorrente), così sono uscita dalla macchina e questa si è schiantata contro lo spigolo di una casa.”
Mi sono svegliata dalla paura, ma dopo ho ripreso il sogno.
“Molti automobilisti, che avevano visto e subito l’incidente, si sono avvicinati a me e ci siamo ritrovati dentro un cortile a discutere dell’accaduto, quando a un tratto si è sentito il tonfo di un uomo che cadeva da una grande altezza. Poco dopo, da un’abitazione in costruzione sono usciti con un cadavere, (uno straniero) e hanno cercato di occultare il corpo in una fossa con del liquido.”
Mi sono svegliata di nuovo e poi c’è stato un ennesimo addormentamento.
“Non riuscivo a darmi pace per l’incidente con la macchina in gran parte distrutta. Credevo che la colpa fosse stata della strada piena di buche, frutto dell’inadempienza comunale, quindi volevo fare causa al Comune. Ma siccome ci sarebbero volute le prove, decido di andare a fotografare i crateri, che nel frattempo si erano riempiti di acqua piovana, e mi trovo a ripercorrere il tragitto a ritroso e a piedi, ma con al guinzaglio un gatto che avevo appena trovato e al quale mi ero subito affezionata.”
Questi sono i tre sogni di Concy.
DECODIFICAZIONE E CONTENUTO LATENTE
CONSIDERAZIONI
Quelli di Concy non sono semplici sogni e tanto meno sogni semplici. Contengono una miriade di dati reali e simbolici, di psicodinamiche esistenziali, di fattori traumatici: un condensato onirico molto ricco e sofferto.
La prima questione posta dal sogno di Concy è la seguente: è possibile riprendere il sogno dopo essersi svegliati? La risposta è affermativa. Pur tuttavia, la condizione, a che ciò avvenga, è data da un sonno di leggera intensità e da una veglia accentuata: 60% o 70% di veglia e 40% o 30% di sonno.
E’ anche vero che il sogno, una volta ripreso, può volare verso altre psicodinamiche con altre simbologie: della serie “quando mi addormento si sa da dove parto, ma non si sa dove arrivo”. In ogni caso per riprendere lo stesso sogno in varie tornate è necessario che i fantasmi elaborati siano consistenti e dominanti sulla scena psichica in atto.
Per quanto riguarda il sogno di Concy, si vedrà se effettivamente è stato ripreso o se si è inserito qualche altro contenuto, magari in evoluzione del tema conclamato.
Il titolo “Concy: una e trina” non si riferisce a una supposta dote divina dell’autrice, ma proprio ai tre sogni elaborati dalla stessa persona nella stessa notte. In ogni caso si conferma la polivalenza umana e psichica del sogno di Concy. Andiamo a vedere fin dove si può arrivare in questo fascinoso lavoro di decodificazione.
SIMBOLI ARCHETIPI FANTASMI – INTERAZIONE ANALITICA
Estrapolerò da ogni sogno l’essenziale simbolico e la psicodinamica dominante per maggiore chiarezza.
Il primo sogno attesta che Concy è consapevole della sua vita sessuale, della sua “libido” inizialmente sciolta e disinibita e successivamente bisognosa di controllo. Concy sente la caduta della vigilanza e dell’autocontrollo man mano che si avvicina all’orgasmo, ma quest’ultimo è vissuto come una minaccia e un pericolo: “stavo guidando la macchina, quando mi sono accorta che davanti a me le macchine iniziavano a slittare in prossimità di una curva”.
Subentra l’autocontrollo là dove e quando è indicato il lasciarsi andare al moto della “libido” e alle pulsioni neurovegetative. Meno male che Concy non riesce a bloccarsi, ma ciò non toglie che conclude la sua vitalità sessuale con un senso di colpa non indifferente: “Ho provato a frenare, ma il pedale non rispondeva (i freni della bici che non funzionano è un mio sogno ricorrente), così sono uscita dalla macchina e questa si è schiantata contro lo spigolo di una casa.”
Il desiderio ricorrente di Concy nella sua vita reale e amorosa è che i freni inibitori della sua sessualità non funzionino e lascino che il processo orgasmico giunga a compimento.
La prima psicodinamica attesta un conflitto nella vita sessuale e un’oscillazione tra il bisogno di lasciarsi andare all’orgasmo e il bisogno di autocontrollo, associato alla paura di schiantarsi o di farsi male. Non è presente soltanto un chiaro senso di colpa associato alla vita sessuale, perché lo schianto è emotivamente e simbolicamente eccessivo e dispone a supporre un trauma psicofisico di una certa importanza, un danno che ha colpito la “casa psichica” di Concy.
Il secondo sogno attesta che Concy fa alleanza con i suoi simili, con coloro che hanno la stessa sensibilità o la stessa difficoltà a lasciarsi andare, il tormento di una vita sessuale colpevolizzata. Concy ha parlato di questa sua problematica con tanta gente, si è confrontata liberamente e disinvoltamente: “molti automobilisti, che avevano visto e subito l’incidente, si sono avvicinati a me e ci siamo ritrovati dentro un cortile a discutere dell’accaduto,..”. Sembra una dinamica di una psicoterapia di gruppo.
Tanto rumore per nulla? No! Tante discussioni servono ad approdare alla causa di tanta inopportuna colpa nell’appagamento di una naturale pulsione.
Concy ha una fortissima aggressività nei confronti del maschio e dell’universo maschile al punto di annientarli con un movimento simbolico di “materializzazione”, dall’alto verso il basso, a conferma della sua paura di vivere il maschio in un contesto sessuale e neurovegetativo. Il maschio è “cadavere” e “straniero”: mi difendo uccidendolo e non subendolo. Concy ha una forte paura di affidarsi a un uomo a livello sessuale e a livello affettivo, (“uno straniero”). Ecco le prove: “quando a un tratto si è sentito il tonfo di un uomo che cadeva da una grande altezza. Poco dopo, da un’abitazione in costruzione sono usciti con un cadavere, (uno straniero) e hanno cercato di occultare il corpo in una fossa con del liquido.”
A questo punto sorge legittima la domanda: perché “occultare il corpo in una fossa con del liquido”? Cosa significa questo punto del sogno di Concy? I simboli sono i seguenti: il grembo femminile in gravidanza. Concy associa la gravidanza all’aggressività nei riguardi del maschio e, di conseguenza, la sua paura a lasciarsi andare durante l’amplesso sessuale danneggia l’orgasmo per un bisogno di controllare e di controllarsi. Il sogno conferma la possibilità di un vero trauma psicofisico e non soltanto di fantasmi in movimento sulla scena onirica.
Questa è la seconda psicodinamica ed è in evoluzione dalla prima.
Il terzo sogno esordisce con la ricerca della responsabilità, la riparazione del trauma e l’appagamento del bisogno di affermazione. In ogni caso Concy s’imbatte nella sua sessualità inibita, nella sua paura della gravidanza, nella consapevolezza di aver subito un trauma delicato e sottile oltre che doloroso e struggente, nella convinzione di avere una migliore consapevolezza della sua femminilità e della sua potenziale maternità. Queste sono le prove di quanto affermato: “non riuscivo a darmi pace per l’incidente con la macchina in gran parte distrutta. Credevo che la colpa fosse stata della strada piena di buche, frutto dell’inadempienza comunale, quindi volevo fare causa al Comune. Ma siccome ci sarebbero volute le prove, decido di andare a fotografare i crateri, che nel frattempo si erano riempiti di acqua piovana,”. La macchina in gran parte distrutta attesta simbolicamente di un trauma psicofisico consistente. Di poi, Concy vuole andare contro il suo “Super-Io” e accusarlo di non avere assolto il suo compito di limitare la “libido” e d’impedire i rischi impliciti e i danni possibili: “fare causa al Comune”. Ma ancora non è finita e, siccome tutti i salmi finiscono in “gloria”, anche il salmo onirico di Concy finisce con l’affermazione del suo essere femminile e con la riparazione della sua natura materna: “e mi trovo a ripercorrere il tragitto a ritroso e a piedi, ma con al guinzaglio un gatto che avevo appena trovato e al quale mi ero subito affezionata.”
Il “gatto” è il classico simbolo dell’universo femminile e del corredo degli attributi femminili, sessualità e maternità comprese, anche se Concy non esclude la valenza seduttiva e il senso del potere. Nel ripercorrere la sua psicodinamica Concy ritorna alla sua “natura” femminile con una consapevolezza accresciuta dal riattraversamento in sogno della conflittualità con l’universo maschile e con il trauma eventualmente subito. Si conferma la capacità terapeutica del sogno di bonificare e d’integrare nella psiche i vissuti ingestibili ed estromessi dalla coscienza. In questo modo anche un trauma si integra e diventa patrimonio della “organizzazione psichica reattiva”, ex carattere o personalità o struttura psichica.
PSICODINAMICHE DEI TRE SOGNI DI CONCY
Il primo, il secondo e il terzo sogno di Concy sviluppano i vissuti psichici e i traumi in riguardo al suo corpo e alla sua funzione sessuale, le inibizioni e le paure, il senso di colpa e il recupero del trauma, per concludere con la riaffermazione della sua femminilità e dell’intrinseca maternità. Si conferma il collegamento dei tre sogni, nonché l’evoluzione fausta della psicodinamica.
ISTANZE E POSIZIONI PSICHICHE
La funzione dell’”Io narrante” è superiore alla funzione dell’”Io onirico”: Concy è in un bel dormiveglia e riesce ugualmente a elaborare la simbologia sottesa alla sua psicodinamica. Il “Super-Io” si presenta nell’autorità del “Comune”. L’”Es” e le sue pulsioni si manifestano nella sessualità da lasciare andare o da controllare: “macchina”, “guidare”, “slittare”, “frenare”, “schianto”. Inoltre l’”Es” si evidenzia nella rabbia omicida nei confronti del maschio, il “cadavere” di uno “straniero”, e nel fantasma della gravidanza traumatica, la “fossa con il liquido” e i “crateri riempiti dall’acqua piovana”.
MECCANISMI E PROCESSI PSICHICI DI DIFESA
I meccanismi psichici di difesa coinvolti sono la “condensazione”, lo “spostamento”, la “drammatizzazione”, la “figurabilità”: “slittare”, “curva”, “frenare”, “macchina”, “fossa” e “liquido”, “Comune”, “crateri”, “gatto”, “guinzaglio”, “cadavere”. E’ presente il processo simbolico della “materializzazione”: “il tonfo di un uomo che cadeva da una grande altezza”. Una lieve “regressione” nel sogno si attesta nel “mi trovo a ripercorrere il tragitto a ritroso e a piedi”, ma si tratta di un rafforzamento della presa di coscienza, una giusta riflessione su quanto elaborato in sogno.
ORGANIZZAZIONE REATTIVA
Il sogno di Concy manifesta e sviluppa un tratto psichico fortemente isterico in una “organizzazione psichica reattiva” di prevalente qualità “orale”: affettività conflittuale e sessualità contrastata.
FIGURE RETORICHE
Il sogno di Concy usa le figure retoriche della “metafora”, “frenare”, “fossa con liquido”, “gatto”, della “metonimia”, “Comune”, dell’”iperbole”, la “caduta dall’alto”, dell’”enfasi”, la forza espressiva del sogno, “cadavere”.
DIAGNOSI
Il sogno di Marion attesta di un trauma in riguardo alla sessualità con associata colpevolizzazione, di una forte aggressività nei riguardi della figura maschile, di una paura della gravidanza. Il sogno evidenzia violenza subita in varie forme, da quella medica a quella relazionale, da quella fisica a quella psichica.
PROGNOSI
La prognosi impone in prima istanza a Concy di portare avanti il processo d’integrazione psichica del trauma e di autoconsapevolezza. E’ necessaria la “razionalizzazione” di quanto accaduto e subito. Di poi, Concy deve riconciliarsi con la figura maschile, ambiguo oggetto del suo desiderio, e risolvere l’oscillazione tra i sentimenti di odio e d’amore verso l’universo psicofisico maschile. In sintesi, Concy deve recuperare il suo “gatto” nella vita da veglia come il suo sogno suggerisce alla fine e relazionarlo al meglio possibile alle condizioni date con il miglior maschio possibile, sempre alle condizioni date.
RISCHIO PSICOPATOLOGICO
Il rischio psicopatologico si attesta in un persistere della tensione nervosa legata al trauma e possibilmente in una degenerazione psicosomatica della stessa: conversioni isteriche e inibizione funzionale. L’irrigidimento del conflitto con l’universo maschile produce struggimento da solitudine.
GRADO DI PUREZZA ONIRICA
In base a quanto affermato nella decodificazione e in base al contenuto dei “fantasmi”, il grado di “purezza onirica” del sogno di Concy è “3” secondo la scala che vuole “1” il massimo dell’ibridismo, “processo secondario>processo primario”, e “5” il massimo della purezza, “processo primario>processo secondario”.
RESTO DIURNO
Il “resto diurno” del “resto notturno” di Concy, la causa scatenante del sogno si attesta nel ritorno del trauma e nella dominanza del conflitto, una psicodinamica in atto nella vita di tutti i giorni e nella vita affettiva e sessuale.
RIFLESSIONI METODOLOGICHE
Freud nel suo secondo sistema psichico introdusse le istanze “Io”, “Es” e “Super-Io” in associazione al “principio di realtà” e in completamento al “principio del piacere” del primo sistema psichico costituito da “Inconscio”, “Subconscio” o “Preconscio” e “Conscio” o “Coscienza”. Per chiarire il concetto sulle istanze psichiche freudiane “Io”, “Es” e “Super-Io” e la loro funzione si possono introdurre, sempre a titolo esemplificativo, l’”Io Natura”, la sede delle pulsioni neurovegetative, l’“Io Ragione”, la sede delle funzioni logiche e razionali, l’”Io Cultura”, la sede dei limiti e dei divieti. La dialettica tra i vari “Io”, tra le pulsioni, i ragionamenti e le censure, si basa sul “principio di realtà” per quanto riguarda l’”Io Ragione, sul “principio del piacere” per quanto riguarda l’”io Natura”, sul “principio della conservazione” per quanto riguarda l’”Io Cultura”. Si conserva anche il principio della “coazione a ripetere” in ottemperanza ai dettami conflittuali di “Eros” e “Thanatos”, il principio di “Amore” e “Morte”, di autoconservazione filogenetica e di autodistruzione sadomasochistica. Freud fu tremendamente colpito dallo scoppio della prima guerra mondiale, ma soprattutto dalla ferinità scatenata dall’evento bellico negli esseri umani. Il buon Rousseau con la sua concezione ottimistica dell’uomo aveva lasciato il posto alla concezione pessimistica di Hobbes: “homo homini agnus”, homo homini lupus”. In questa scorribanda chiarificatrice sulle varie funzioni della sostanza “Io” non dimentichiamo l’”Io onirico”, quello che usa il “processo primario” e le sue modalità di elaborazione dei vissuti psichici, i “fantasmi”, e dei contenuti mentali, i “pensieri”: la “condensazione”, lo “spostamento”, la “simbolizzazione”, la “drammatizzazione”, la “conversione nell’opposto”, la “figurabilità”. Aggiungiamo l’”Io narrante”, quello che accomoda con pezze logiche e consequenziali i nostri sogni in maniera che possiamo raccontarli.
Ancora una riflessione è opportuna: il sogno in generale verte anche su fatti realmente accaduti e su traumi subiti e non soltanto su rielaborazioni personali e fantasiose dei vissuti, per cui è possibile dal sogno risalire alla verità dell’evento o all’oggettività dell’episodio. Esempio: i bambini che subiscono violenza manifestano nel sogno attraverso il simbolismo particolari importanti e a volte determinanti che asseriscono sulla verità del caso. Può capitare nell’attività clinica d’imbattersi in sintomi psicosomatici o in rituali nevrotici che hanno la loro origine nell’infanzia e in episodi violenti. Voglio significare che il sogno o la fantasticheria di un bambino o di un adulto ha le sue radici nell’infanzia e anche in fatti realmente accaduti.