TRE PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE

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TRAMA DEL SOGNO – CONTENUTO MANIFESTO

“Premetto che il sogno è stato fatto questa notte tra il 1° e il 2 novembre, ma che in questi giorni non ho frequentato cimiteri !

Il sogno si svolge al cimitero, dove una mia cara zia 92enne (nella realtà in gran forma, piena di vitalità, che guida ancora l’auto e che, nel tempo libero, va a trovare “i vecchi” in casa di riposo che magari hanno vent’anni meno di lei!) vive in una stanza all’interno appunto del cimitero, dove la vado a trovare e ci scambiamo un lungo e affettuoso abbraccio.

(P.S: durante il sogno, poi ripreso, mi sono svegliata con la brutta sensazione che la zia fosse morta!)

Esco da questa stanza e, camminando per il cimitero, vedo mia madre (nella realtà è viva) e mi stupisce molto vederla lì; le dico che c’è anche mia zia (è sua cognata), ritorniamo a trovarla e la vediamo di spalle intenta a cucinare e con un’amica seduta al tavolo…

Mi ritrovo ancora in giro per il cimitero, è quasi buio e incontro il mio compagno che inciampa, cade e nella caduta ai suoi occhiali si storcono le stanghette; lui è contrariato di questo e cerco di calmarlo dicendogli che le sue conoscenti del negozio di ottica probabilmente gliele avrebbero aggiustate in giornata…”

Questo è la “lettera – sogno – commento” di Diana.

DECODOFICAZIONE E CONTENUTO LATENTE

CONSIDERAZIONI

La lettera di Diana contiene il sogno e il commento del suo “Io” razionale a delucidazione di quello che è successo e a sostegno della futura interpretazione. Diana conferma che i nostri sogni sono preda dell’”Io” razionale e cosciente e che non potrebbe essere diversamente. Nella sua lettera mette insieme le riflessioni e i ricordi del sogno, lavora di “Io” e collabora alla mia ricerca scientifica suggerendomi, ad esempio, l’uso del meccanismo della “conversione nell’opposto” quando mi dice “(nella realtà in gran forma, piena di vitalità, che guida ancora l’auto e che, nel tempo libero, va a trovare “i vecchi” in casa di riposo che magari hanno vent’anni meno di lei!): una zia piena di vitalità che abita in cimitero. E ancora a proposito della madre scrive che “(nella realtà è viva)” anche se la sogna che gira per il cimitero. Aggiunge a conferma che il suo sogno verte sull’angoscia di morte, meglio sul distacco affettivo di una cara persona: “(P.S: durante il sogno, poi ripreso, mi sono svegliata con la brutta sensazione che la zia fosse morta!)”. Diana intercala la consapevolezza reale dell’”Io” con la vita onirica a conferma ulteriore che l’”Io” è attore anche dei nostri sogni ed è presente nel sogno più di quanto si pensa. Infatti l’”Io” forgia nel dormiveglia il prodotto onirico per poi riforgiarlo al risveglio. Il sogno riceve almeno tre  accomodamenti logici, uno durante il sonno, il secondo al risveglio e il terzo quando lo si scrive o lo si racconta. Il sogno è un prodotto psichico altamente impuro ma altrettanto altamente significativo per il nostro equilibrio psicofisico e per la nostra consapevolezza. Dopo queste ulteriori e note precisazioni passo a decodificare il “prodotto psichico” di Diana.

SIMBOLI ARCHETIPI FANTASMI – INTERAZIONE ANALITICA

“Il sogno si svolge al cimitero, dove una mia cara zia 92enne vive in una stanza all’interno appunto del cimitero, dove la vado a trovare e ci scambiamo un lungo e affettuoso abbraccio.”

Cosa significano i sogni nel “cimitero”, i sogni nel luogo delle rimembranze e dell’angoscia di perdita degli affetti, i sogni sulla vanificazione degli “investimenti di libido genitale”, i sogni sul nulla che impedisce l’esercizio dell’amore incondizionato? Attestano del “fantasma di morte”: la componente depressiva e la sensibilità alla perdita affettiva. La “cara zia”, il primo personaggio del sogno di Diana, è prossima alla dipartita e a essere ricordata, ma Diana le vuole tanto bene. L’”abbraccio” è il simbolo di un sentimento di magica fusione dei corpi e dei sensi, un insieme psicofisico esaltante e, di poi, astratto in quel sentimento d’amore che fa tanto bene a chi lo vive.

“Esco da questa stanza e, camminando per il cimitero, vedo mia madre (nella realtà è viva) e mi stupisce molto vederla lì; le dico che c’è anche mia zia (è sua cognata), ritorniamo a trovarla e la vediamo di spalle intenta a cucinare e con un’amica seduta al tavolo…”

Anche la mamma di Diana, il secondo personaggio del sogno, è prossima al ricordo dei vivi e merita un gran bene dalla figlia che, quasi quasi, la desidera immortale perché si stupisce di vederla in cimitero. Lo “stupore” condensa la caduta della vigilanza delI’”Io” e uno stato crepuscolare della coscienza, un non voler pensare alla labilità dei corpi e tanto meno alla dipartita della mamma. La zia “di spalle” segue il destino di “ubi maior, minor cessat”, dove c’è un affetto maggiore, il minore lascia il posto. La “zia” è intenta a preparare affetti, “intenta a cucinare”, perché è una donna che ha tanto dato in sentimenti e premure, oltre a essere una persona molto disponibile alle relazioni, affabile ed estroversa.

“Mi ritrovo ancora in giro per il cimitero, è quasi buio e incontro il mio compagno che inciampa, cade e nella caduta ai suoi occhiali si storcono le stanghette;”

Il sogno procede nella terza rivisitazione del “fantasma di morte” di Diana. Quest’ultima ha proprio bisogno di sviluppare il suo nucleo depressivo, la sua sensibilità alla perdita affettiva. L’appetito vien mangiando e Diana s’imbatte anche sull’affetto in atto, il suo “compagno”, l’uomo a cui si accompagna nel cammino della vita, il terzo personaggio delle sue angosce affettive. ”Inciampare” condensa una momentanea perdita di contatto con la realtà, un incidente di percorso, una contingente crisi esistenziale. La “caduta” è un aggravante simbolico che attesta della serietà dell’incidente. La “caduta”  amplifica il disagio psichico in atto secondo la visione onirica di Diana. La crisi si attesta nella difficoltà a vedere la realtà secondo una Logica che non ha più efficacia e potere: una perdita di potere della “weltanschauung”, della “visione del mondo e dell’uomo”, della logica ideologica, degli schemi culturali. Le “stanghette” rappresentano simbolicamente il rafforzamento della “weltanschauung”, così come gli “occhiali” condensano un rafforzamento artificiale e fanatico della solita “visione dell’uomo e del mondo”. L’uomo di Diana accusa una perdita di potere ideologico, del resto si trova in cimitero e inciampa, oltre a una preoccupazione della sua donna per la perdita affettiva. Diana accusa l’angoscia di una duplice perdita: la vita e l’ideologia del suo compagno.

“lui è contrariato di questo e cerco di calmarlo dicendogli che le sue conoscenti del negozio di ottica probabilmente gliele avrebbero aggiustate in giornata…”

Diana offre la soluzione, ma mostra una certa qual gelosia e non condivisione. Il sogno diventa ironico nel dire che “le sue conoscenti” al femminile “del negozio di ottica” lo avrebbero aiutato a risistemare e a rafforzare il suo sistema di idee. Sembra che il compagno di Diana abbia una bassa soglia di suggestionabilità e sembra che Diana sia particolarmente gelosa e risentita.

Questo ci dice il sogno di Diana.

POSTILLE SCIENTIFICHE SUL SOGNO

“Premetto che il sogno è stato fatto questa notte tra il 1° e il 2 novembre, ma che in questi giorni non ho frequentato cimiteri !”

Diana conferma che il “resto diurno”, la causa scatenante del sogno, è la festività dei defunti a cui ha associato la sua sensibilità alla perdita affettiva nei tre personaggi, la zia, la mamma, il compagno, pur non essendo andata a visitare nessun cimitero.

“(P.S: durante il sogno, poi ripreso, mi sono svegliata con la brutta sensazione che la zia fosse morta!)”

La sensazione d’angoscia al pensiero della morte della zia nello stato di veglia conferma che il sogno avveniva tra sonno e veglia e che la funzione dell’”Io” era presente e funzionale.

PSICODINAMICA

Diana si serve del meccanismo psichico di difesa dall’angoscia della “proiezione-traslazione” per svolgere il suo “fantasma di morte”, la sua sensibilità alla perdita affettiva in riguardo alle figure significative della zia, della madre e del compagno: tre personaggi che hanno trovato l’autore. In riguardo al compagno Diana accusa in sogno una crisi di coppia e nello specifico una non condivisione ideologica e culturale, un dissenso sugli schemi interpretativi dell’uomo e dell’esistenza.

ISTANZE E POSIZIONI PSICHICHE

Nel sogno di Diana domina l’istanza “Io”, la piena consapevolezza dei contenuti del sogno e della veglia. Non è presente la funzione repressiva del “Super-Io” o la funzione pulsionale dell’”Es”. Il sogno riguarda la sensibilità agli affetti e di conseguenza rievoca la “posizione psicofisica orale”.

MECCANISMI E PROCESSI PSICHICI DI DIFESA

Nel sogno di Diana lavorano i meccanismi psichici della “condensazione”, dello “spostamento”, della “conversione nell’opposto”: “cimitero”, “abbraccio”, “cucinare”, “stupore”, “caduta”, “occhiali”, “stanghette”. E’ presente il meccanismo di difesa dall’angoscia della “proiezione-traslazione”.

ORGANIZZAZIONE REATTIVA

Il sogno di Diana evidenzia un tratto psichico marcato di tipo “orale”: sfera dell’affettività nello specifico.

FIGURE RETORICHE

Le figure retoriche coinvolte sono la “metafora” e la “metonimia”: “abbraccio”, “cimitero”, “occhiali”, “caduta”.

DIAGNOSI

Il sogno di Diana mostra una spiccata sensibilità verso il distacco affettivo ed elabora un “fantasma di morte” nella valenza “perdita”. Evidenzia, inoltre, un dissenso ideologico e una sottesa ironica conflittualità verso figure significative della sua vita: il compagno.

PROGNOSI

Diana è chiamata a emanciparsi affettivamente dalle persone significative della sua storia psicologica e della sua vita. Questa autonomia include anche il livello intellettivo delle idee e delle ideologie. Diana deve rafforzare il suo punto di vista e il suo pensiero al di là degli affetti costituiti. In tal modo potrà ricucire i conflitti relazionali di vario tipo ed essere appagata di sé senza inutili competizioni.

RISCHIO PSICOPATOLOGICO

Il “rischio psicopatologico” si attesta in un’esasperazione del “fantasma di morte”, distacco affettivo, e nell’emersione di un nucleo depressivo di qualità nevrotica con la caduta della qualità della vita e delle relazioni.

CONSIDERAZIONI METODOLOGICHE

Il sogno in se stesso viene da lontano e arriva lontano e fino a quando cammina la vitalità del corpo: dal grembo materno alla primissima infanzia, dall’adolescenza alla maturità, dalla vecchiaia allo stato di coma. Trattasi di attività psichica non necessariamente cosciente o più o meno cosciente, ma quello che del sogno ci arriva viene elaborato dall’”Io” in ogni modo e in ogni caso. Questo è il senso della definizione di “resto notturno”, un frammento o un residuo, quel che resta di un travaglio psico-percettivo vissuto e sviluppato durante il sonno. E di questo “resto notturno” siamo debitori alla funzione psichica “Io”, perché il sogno è formulato secondo le modalità del “processo primario” gestito dall’”Io” e riceve i contenuti dalla nostra storia psichica. Il “processo primario” si attesta nell’originaria modalità di pensiero elaborata secondo il sistema psico-percettivo in riguardo al corpo e all’altro fuori di me, quest’ultimo è chi mi nutre e allevia i dolori della fame: i dati del “sistema neurovegetativo” e sensoriale. Dopo i quattro mesi inizia l’evoluzione del rudimentale “processo primario” cenestetico con una “riflessione”, un rifrangersi delle sensazioni e delle esperienze in una forma naturale e semplice di autocoscienza. Inizia a formarsi un abbozzo di “Io”, di “coscienza di sé”: il “fantasma di sé” succede al “fantasma della madre”, la prima esperienza-conoscenza dell’infante. Il bambino si percepisce come corpo vivente e altro dalla madre e non come una sua appendice: si è profilato l’”Io”.

GRADO DI PUREZZA ONIRICO

In base a quanto affermato nella decodificazione dei simboli e al contenuto dei “fantasmi”, il grado di “purezza onirica” del sogno di Diana è “2” secondo la scala che vuole “1” il massimo dell’ibridismo, “processo secondario>processo primario”, e “5” il massimo della purezza, “processo primario>processo secondario”.

RESTO DIURNO

Diana in persona ha detto che il “resto diurno”, causa scatenate del sogno, è la festività commemorativa dei defunti: “Premetto che il sogno è stato fatto questa notte tra il 1° e il 2 novembre, ma che in questi giorni non ho frequentato cimiteri !”

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