“Emma si trova nella sua camera davanti allo specchio. Sta cercando di togliersi la maglietta, ma quest’ultima non si sfila.
Passando davanti alla finestra, si accorge che il vicino di casa la osserva dal terrazzo. Emma si nasconde parzialmente perché la cosa non le dà fastidio,anzi tutt’altro.
Quando si riaffaccia, il terrazzo si è ampliato e ci sono due giovani uomini. Pensa senza angoscia che siano due ladri, ma poi questi le fanno capire che sono lì proprio per guardarla.
Emma li fa entrare e nota che sono piccolissimi e si dà da fare per nasconderli da occhi indiscreti.”
Un sogno al femminile che racchiude in sintesi il tema della progressiva rassicurazione del valore seduttivo del proprio corpo. Si tratta di un vissuto collegato al travaglio adolescenziale che nella bambina culmina con la repentina maturazione del corpo e la progressiva consapevolezza della “libido” propria e del desiderio altrui. Tale coscienza fa perno sui vissuti della “fase fallico narcisistica”, tappa in cui la bambina assimila e si compiace del senso del potere legato al suo corpo.
Analizziamo le psicodinamiche e i simboli: la camera condensa l’intimità e lo specchio rappresenta la “libido narcisistica” ossia il compiacimento erotico del proprio corpo; la dinamica fisica della maglietta conchiude l’arte della seduzione ed esprime il desiderio, quasi il bisogno, di Emma di piacersi e di piacere con la relativa conquista dell’altro; la finestra simboleggia l’apertura relazionale e la disposizione sociale; il “vicino che l’osserva” è la “proiezione” del suo bisogno di piacere sempre in una forma contenuta di “voyeurismo”; il nascondimento parziale del corpo rappresenta il fascino del pudore, una componente notevole dell’arte seduttiva femminile, particolarmente gradita ed eccitante; l’ampliamento del terrazzo attesta la rassicurazione relazionale e la consapevolezza del valore del suo corpo; gli uomini condensano l’oggetto del desiderio di Emma, l’universo maschile nel suo versante erotico; l’assenza di angoscia denota che il sogno è particolarmente gradevole ed eccitante e che riguarda la seduzione e il corpo; il simbolo del ladro condensa il” fantasma di castrazione” di Emma che scopre adesso ciò che in passato non ha voluto adeguatamente conoscere di sé, ossia la sua femminilità; ritorna il “voyeurismo” come arte seduttiva e appagamento narcisistico; il “farli entrare”, il “ridurli a piccolissimi”, il “nasconderli” rappresentano la dinamica del ravvedimento e della definitiva presa di coscienza del proprio valore seduttivo e della carica erotica del proprio corpo, ma con annesso un senso di colpa.
Emma ridimensiona il maschio, oggetto del suo desiderio, per l’insorgere del senso di colpa, ma la consapevolezza del suo potere femminile ormai è e resta limpida.
Il sogno di Emma attesta la psicodinamica della seduzione e della coscienza corporea, un corpo vissuto come campo di “libido fallico narcisistica”, ossia come centro di potere. Pur tuttavia Emma proietta nella parte finale del sogno la conflittualità del suo desiderio erotico e l’appagamento del suo valore seduttivo. La gestione della civetteria e del pudore denota la sua esperienza di vita e la gestione delle sue pulsioni; il sogno verte, infatti, sulla dinamica della seduzione e si ferma alla “libido voyeristica”, l’erotismo collegato al senso della vista. L’offerta che Emma fa di sé è socialmente compatibile, ma non esente dal senso di colpa. Dopo iniziale titubanza Emma esibisce una buona sicurezza relazionale nei confronti dell’universo maschile, ma si appaga della conquista seduttiva.
La prognosi esige che Emma non trascuri il proprio valore femminile di natura seduttiva ed erotica e che lo viva senza colpevolizzazione, sia pur con il giusto realismo.
Il rischio psicopatologico si attesta nella possibilità di una nevrosi isterica con conversione di sintomi qualora subentri la frustrazione della “libido” globale. E’ possibile anche l’insorgere di un tratto depressivo a causa di una eventuale ferita narcisistica legata al sacrificio della “libido narcisistica” per l’appunto.