“Manlio sogna di cadere nel vuoto e di svegliarsi di soprassalto in preda alla disperazione proprio prima di sfracellarsi nel fondo di un burrone.”
Il sogno tratta il tema dell’angoscia collegata al fantasma del distacco e della perdita affettiva in riguardo alla figura materna, intesa non necessariamente come la madre naturale, ma come la figura psicologica significativa a quel livello.
Manlio è un bambino rimasto tragicamente solo che sogna il suo stato effettivo di orfano e condensa il suo vissuto effettivo della perdita dei genitori morti in un incidente stradale.
Il sogno sviluppa i temi della perdita affettiva nella caduta, della coscienza della solitudine nell’atto di svegliarsi, dell’angoscia dell’abbandono nella disperazione, della capacità di reagire nel mancato sfracellarsi.
Manlio è stato costretto a razionalizzare il suo stato di orfano ed è capace di vivere un incubo a metà e a concluderlo positivamente nel sogno: il bambino possiede le risorse psichiche necessarie a risolvere il fantasma e l’angoscia collegata.
Manlio sogna effettivamente l’angoscia della drammatica perdita, un’angoscia gestibile, dal momento che egli vive nella realtà di tutti i giorni quella situazione psichica.
Il bambino è stato capace di riempire la sua vita con altre figure validamente sostitutive come i genitori adottivi e di occupare la sua psiche con altri fantasmi positivi in purificazione dell’angoscia depressiva.
Il rischio psicopatologico minimo è la tendenza alla variazione d’umore, quello massimo e infausto è la pesante sindrome maniaco-depressiva.
La prognosi è favorevole alla costante rassicurazione affettiva del bambino e al giusto equilibrio del desiderio di autonomia psichica.