
LA FILOSOFIA ANDO’ AL MERCATO
La Filosofia andò al mercato
e un cavolo comprò,
in Atene,
nell’agorà di Atene,
nella polis ateniese,
tra Logos e Crazia,
Filos Sophia,
Filossophia,
Logoscratia,
la ragione al potere,
Filosofia,
amore del sapere,
sapore del sapere,
pathos e logos.
Filosofia povera e nuda,
senza padroni,
curiosa come Talete,
profonda come Anassimandro,
dinamica come Anassimene,
oscura come Eraclito,
quadrata come Pitagora della Magna Grecia,
teologica come Senofane,
profonda come Parmenide della Magna Grecia,
paradossale come Zenone,
astrofisica come Melisso,
omeomerica come Anassagora,
atomica come Democrito,
umana come Protagora,
sofista come Gorgia,
libera come Diogene,
insinuante come Socrate,
nobile come Platone,
scientifica come Aristotele,
sacrale come Zenone,
critica come Pirrone,
popolana come Epicuro.
La Filosofia andò al mercato
e un cavolo comprò in Grecia,
in Magna Grecia.
L’angoscia di morte fu ben servita allora.
LA FILOSOFIA VA AL MERCATO
La Filosofia va al mercato
e un cavolo compra,
in Occidente,
là dove tramonta il sole,
nell’Occidente sedicente italico,
a Turin, a Milan, a Venessia,
nel Belpaese dell’arcinota e benemerita Galbani,
nel topos in odore di ricotta di mucca e di pecora,
di tricotta perché bruciacchiata in forno,
nelle terre dove anche Ercole pose li suoi riguardi
per distinguersi da Ercolino sempre in piedi,
per allontanare dalle sue nobili radici i pupazzi di plastica
e le mummie incartapecorite di sedicenti benefattori,
di infausti editori e filosofi,
di sempiterni giornalisti e opinionisti,
di critici poco critici con se stessi,
dal mattino a notte fonda in esposizione,
narcisisti,
vanagloriosi,
insistenti,
impertinenti,
insolenti,
sussurratori furtivi,
tacchenti,
insultanti,
nervosi,
non edibili,
dal mattino a notte fonda in esibizione.
Filosofia,
filia del sapere,
fobia dell’ignorare,
Crazia della Verità,
non il giornale dei puffi mangioni e sanchipanza,
ma l’Aletheia,
il senza nascondimento,
colei e colui che non si nascondono,
colei e colui che non giocano a nascondino,
colei e colui disoccultati,
amore del buon gusto,
filosofi e filosofe,
buongustai,
maitres e maitresses a penser,
cuochi e cucinieri nell’agorà,
non quella di Serenella la bella,
quella dei buffi a cinque stelle,
quella degli ex secessionisti,
dei leghisti acqua e sapone,
fancazzisti vocati e vacui,
sistemisti del nulla,
sistemici apud nihil,
speculatori di lega bassa apud prope nihil,
di bassa lega,
di un quasi niente che è sempre un qualcosa di poco,
di molto poco,
non certo les philosophes sur le pont de Bercy avec Juliette,
non certo i filosofi trotterellanti sul lago di Barcis con Sabine.
Socrate insoddisfatto è meglio di un maiale ripieno alla cannella.
La Filosofia va al mercato
e un cavolo compra
presso la bancarella di Tanina,
di Ciuzza e di Mariuzza,
tutte in tivvù,
macchiette in tivvù,
fumetti in tivvù,
filosofi de Venessia e de Milan,
baffi dentro la barba e sotto i capelli,
Filosofia sedicente a pagamento giornaliero,
ad andamento continuo e persistente,
filosofi da fetida laguna e da novelle tremila,
le mille e tutte in una notte,
filosofi da decamerone,
dieci camere in dieci giorni,
dieci giorni in dieci camere,
virus,
virologi,
virus onniscienti e virologi sapienti,
prediche,
sermoni che sanno di grasso di maiale,
di sego di candele da osteria e da chiesa,
salotti italiani e nostrani come i polli e le loro uova,
si balla sotto le stelle e nelle stalle,
si sballa sempre sotto le stelle e nelle stalle,
giornali,
ospedali,
spettacoli dei soliti e controsoliti ben noti,
notissimi alla plebe e alla plebaglia rissosa,
malfamati nei migliori salotti di Caracas,
reti per pescatori,
reti per allocchi,
reti visive dove si litiga,
si grida,
si boicotta,
si saltimbanca,
si prevarica,
si minaccia,
alla prima che mi fai ti licenzio e te ne vai,
sor Pampurio e il marchese,
tutto a pagamento,
tutto saldato dagli amici dei miei nemici,
ex amici.
Ecco,
la misura dell’ignominia è colma,
il solito obsoleto capocchione onnisciente si alza e s’adira,
il direttore del puffo con voce squillante grida adelante,
alla prossima e memento soldi,
fratelli trappisti,
che ripetono replicanti,
memento skei,
ricordati di pagarmi,
i soddi ma ddari,
dicono che non dicono,
non dicono dicendo,
virus mentale impazza,
impezza,
impizza,
impozza,
inpuzza,
irrompe anche nel bar da Pippo dove si pappa,
cade nel pozzo che puzza
dove Pippo mangia una pizza,
dove Peppa fa una pippa a Pippo e viceversa,
la tivvù ammazza,
contagia,
memento mori dei trappisti,
fratelli e sorelle ricordatevi che dovete tener duro,
dicitici a sinnicu vuosto
ca nui cacammu tuosto,
fratelli,
sorelle,
misti e misticamza,
affini e collegati,
le chiese sono chiuse ormai,
come le case della senatrice Merlin,
i preti dove sono,
non ci sono,
mancano i monaci,
chiusi i conventi,
aiuto,
aita aita,
siamo soli,
dio è morto,
anche le sardine sono morte in questo mare di guai,
gli addivenienti dei dove sono,
non ci sono,
i politici e i miscredenti hanno ucciso anche dio,
siamo rimasti soli,
quali dei si profilano in cotanta goduria da grande fratello,
tutto a pagamento,
tutto si compra,
tutto ha un prezzo,
anche il deretano di Gaetano,
tutto al silicone,
tutto al botulino,
arriva il puffo a cavallo dei suoi testicoli consunti,
il puffo,
il famigerato,
il beneamato e purcaro o porcaio,
che porcheria,
che guaio,
che peste,
che morte,
che fine da eccesso e da difetto,
est modus in rebus,
sunt certi denique fines quos ultra citraque
nequit consistere rectum,
aprite le chiese
chiudete la tele,
forgiate le tele,
Penelope,
donne è arrivata Penelope,
insegna nell’agorà
a fare la tela e becco finalmente il marito.
La Filosofia va al mercato
e un cavolo compra.
La morte senza angoscia è ben servita.
Salvatore Vallone
Carancino di Belvedere 20, 01, 2021