La stanza rosa

Estratto da: La stanza rosa- in collaborazione con Antonia Soares- Edizioni Psicosoma- Pieve di Soligo-2002,

PSICODRAMMA DELLA SCHIZOFRENIA
le parole di Antonia Soares
Annunciatore: Quella parte di noi che soffre, perché comunque c’è sempre una parte di noi che si sente esclusa da tutto, ebbene, quella parte di noi si può vivere di notte in un teatro o dentro una tazza di caffè.
Un teatro, sì, proprio un teatro!
Una tazza di caffè, sì, proprio una tazza di caffè!
Loro: Il caffè, il caffè, sì, il caffè!
Lei: No, basta, sono stanca.
L’altro: Ha una chiave dietro la schiena. Lo vedete tutti che ha una chiave dietro la schiena come una marionetta. Lei è una marionetta, lei è una povera marionetta.
Loro: Il caffè, il caffè, vogliamo il caffè! Una marionetta, sì, una marionetta, lei è una povera marionetta. Vogliamo il poeta Pupazzetto. Poeta Pupazzetto parlaci della marionetta, sì, della marionetta. Bravo, bravo! Viva, viva il poeta Pupazzetto.
Lei: No, basta, sono stanca. Penso che aprirò le finestre di questa squallida stanza e farò entrare gli ultimi raggi di sole prima che arrivi l’inverno.
L’altro: Ah, l’inverno! Adesso tira fuori l’inverno.
Loro: Quale inverno? Il nostro o il tuo inverno?
Lei: No, basta, sono stanca, sono troppo stanca.
Loro: Dicci, dicci: il nostro o il tuo inverno?
L’altro: Ha una chiave dietro la schiena. Non vedete che ha una chiave dietro la schiena? Ha una chiave dietro la schiena ed è una sofferenza.
Loro: La sofferenza, la sofferenza! Vogliamo il poeta Pupazzetto. Poeta Pupazzetto parlaci della sofferenza, sì, della sofferenza. Bravo, bravo! Viva, viva il poeta Pupazzetto.
L’altro: Ha una chiave dietro la schiena.
Loro: Poeta Pupazzetto gira, gira! Viva, viva il poeta Pupazzetto!
L’altro: Così dice Fernando Pessoa. Poverina, le manca la mamma, poverina, poverina. Su, andiamo a compatirla. Su, andiamo a consolarla.
Loro: La mamma, la mamma. Su, poverina, poverina. Su, andiamo a compatirla. Su, andiamo a consolarla.
L’altro: Lei piange, ma non piange. Lasciatela piangere, però non sta piangendo.
Lui: Smettila! Stronza, imbecille, smettila, smettila! Io non riesco proprio a capirla. O fa le cose come si deve e per sua scelta, altrimenti io non riesco proprio a capirla.
L’altro: Ma lasciatela stare, non c’è niente che non va, non ha niente che non va. Lei sta solo pensando, sta solo pensando come fa il pescatore prima di buttare le reti. Prima o poi raccoglierà le sue reti. Adesso sta solo pensando e non c’è niente che non va, non ha niente che non va. Il suo corpo è malato, il suo corpo è ripiegato e non c’è niente che non va, non ha niente che non va. Voi smettetela, smettetela! “Preferisco essere ignorato con decenza e naturalezza”: così dice Fernando Pessoa.
Lei è un libro con tanti o pochi capitoli; questo è un capitolo così, così e così, ma ce ne sono finché vuoi. Fregatevene e lasciatela stare. I genitori hanno detto che è tutto perfetto e che si sono solo dimenticati di andarla a prendere a scuola. E lei non è più tornata a casa ed è scappata. Così i giudici hanno revocato l’affido. Poveri genitori, calunniati, calpestati, esasperati. Lei è scappata di casa e voi lasciatela andare. Voi lasciatela andare ormai incontro al suo caffè.
Lui: Smettila, smettila ignorante!
L’altro: Lasciala andare, non vedi che è in confusione.
Loro: La confusione, la confusione! Poeta Pupazzetto parlaci della confusione, sì, la confusione, vogliamo la confusione. Viva, viva il poeta Pupazzetto. Parlaci della confusione, sì, proprio della confusione.
Lei: E’ tutto verde e io sono tranquilla.
Loro: Viva, viva il poeta Pupazzetto.
L’altro: Così disse e dice ancora Fernando Pessoa.
Lei: Questa notte ho dormito sul divano e si stava bene lì, si stava proprio bene.
L’altro: Coraggio, coraggio. Bisogna sempre andare avanti e affrontare le difficoltà della vita.
Loro: Le difficoltà, le difficoltà della vita. Su, poeta Pupazzetto, parlaci delle difficoltà della vita. Viva, viva il poeta Pupazzetto.
L’altro: Ma non vedete che non parla, non parla con nessuno. Lei non parla con nessuno.
Loro: Non parla, non parla. Perché non parla con nessuno. Su, poeta Pupazzetto, dicci perché non parla e perché non parla con nessuno. Viva, viva il poeta Pupazzetto.
L’altro: Non può nemmeno andare a letto a dormire, resta seduta e guarda l’orizzonte lontano, ma dopo scenderà, mangerà qualcosa e farà tutte le cose che si devono fare.
Loro: Guarda l’orizzonte lontano, guarda l’orizzonte lontano e non dorme. Su, poeta Pupazzetto, parlaci dell’orizzonte lontano. Viva, viva il poeta Pupazzetto.
L’altro: Non vuole, non riesce, non se la sente.
Loro: Non vuole, non vuole. Non riesce, non riesce. Non se la sente, non se la sente. Su, poeta Pupazzetto, dicci perché non vuole, perché non riesce e perché non se la sente. Viva, viva il poeta Pupazzetto.
L’altro: Non c’è niente che non va. Lei farà tutte le cose che ci sono da fare. Non c’è niente che non va. A suo tempo lei farà tutte le cose che ci sono da fare.
Lei: Sto fumando troppe sigarette, troppe. E poi tutto in un istante finirà.
L’altro: S’è fatto tardi, s’è fatto sempre più tardi, s’è fatto sempre troppo tardi. Non c’è niente che non va. Si è fatto solo tardi.
Loro: Su, poeta Pupazzetto, parlaci del tempo che corre. Su, vogliamo il tempo che corre. Viva, viva il tempo che corre. Viva, viva il poeta Pupazzetto.
L’altro: Ma lei farà tutte le cose che ci sono da fare.
Lei: Ho voglia di un caffè, ho solo voglia di un caffè.
Lui: Brutta puttana perché non scendi e ti dai da fare come tutti gli altri?
Lei: Non ho voglia, non ho voglia, non ho voglia.
Lui: Brutta troia, ma sai di quante cose io non ho voglia? Eppure le faccio e le faccio tutte. Mettiti in gioco anche tu, brutta zoccola.
Lei: Io sto già giocando, sto giocando un gioco tutto mio: il gioco di non giocare a un gioco e di non rispettare le regole, perché chi rispetta le regole non gioca più.
Lui: Ti prenderei a sberle, imbecille che non sei altro. Fai come ti pare, ma ricordati che devi giocare la partita non solo con noi, ma anche con tutti quelli che sono fuori.
L’altro: Ma perché non la piantate? Lasciate che lei si crogioli nel suo brodo e prima o poi la smetterà. Ignoratela con decenza e naturalezza.
Loro: Viva, viva il poeta Pupazzetto. Parlaci del brodo, sì, del suo brodo. Vogliamo il brodo; viva, viva il brodo. Viva, viva il poeta Pupazzetto.
Lei: Ho sonno e vorrei un caffè.
L’altro: Non sa più cosa dire. Lasciatela stare, perché non sa più cosa dire.
Lui: Stai attento a non cadere nella sua trappola, ragazzino! Potrebbero riderti in faccia. Muoviti piano e con cautela nell’oscurità del parco, perché potrebbero riderti in faccia.
L’altro: Lei è nella sua torre, una torre di sabbia e non di avorio. Scappa, scappa ! Lasciala stare!
Lei: Una vena sottile di veleno scorre tra me e loro.
Lui: Facciamola finita. Prendiamo i martelli e buttiamo giù il muro.
L’altro: Scappa, scappa. Lasciale stare.
Loro: Su, poeta Pupazzetto, dicci che vuoi scappare. Viva, viva, vuol scappare. Bravo, bravo poeta Pupazzetto ! E’ tutto finito?
Lei: E’ tutto finito.
Lui: Lo so che sembra che sia tutto finito.
L’altro: Ma il personaggio recita ancora. Non c’è niente che non va, ma lei recita ancora.
Lui: Dille di smettere! Perché lei recita ancora?
L’altro: Non vuole parlare e quando piange non riesce a piangere, perché si sente osservata e le lacrime non scendono.
Loro: Si sente osservata, si sente osservata. Da chi si sente osservata? Su, poeta Pupazzetto, dicci da chi si sente osservata. Bravo, bravo, viva, viva il poeta Pupazzetto!
L’altro: Si sente osservata dalla telecamera.
Loro: Viva, viva la telecamera! Su, poeta Pupazzetto, parlaci della telecamera, la telecamera. Viva, viva la telecamera!
Lui: Brutta puttana, lo sai che quando ci sono le telecamere è perché vuoi essere guardata! Perché stai piangendo adesso?
Loro: Sì, quando piange c’è la telecamera. Quando piange vuol essere guardata. Viva la televisione, viva lei che sta piangendo! Su, poeta Pupazzetto, parlaci della televisione e delle lacrime! Bravo, bravo il poeta Pupazzetto! Viva, viva il poeta Pupazzetto!
L’altro: Su, compatitela! Poverina, sta piangendo. Smettetela! Lasciatela stare, lasciatela sola, smettetela, smettetela!
Lei: Sta passando, sta passando tutto. Purtroppo passa sempre tutto.
L’altro: Non c’è niente che non va. Lei farà tutte le cose che ci sono da fare.
Loro: Viva, viva le cose che ci sono da fare! Su, poeta Pupazzetto, parlaci delle cose che ci sono da fare.
Lui: Lei racconta un sacco di frottole.
Loro: Lei racconta un sacco di frottole ? Perché lei racconta un sacco di frottole? Su, poeta Pupazzetto, dicci perché lei racconta un sacco di frottole.
Lui: Lei è Pinocchio che racconta un sacco di frottole. Lei è l’Italia burocratica che racconta un sacco di frottole, ma questa storia non può continuare all’infinito.
Loro: La storia, la storia! Vogliamo la storia, sì! Poeta Pupazzetto raccontaci la storia, la vera storia.
L’altro: Lei sta male, è in confusione, ha paura di diventare una persona, una persona vera. Forse questa è la verità, forse questa è la vera storia: lei ha paura di diventare una persona. Ma non c’è niente che non va, ve l’assicuro. Lei è tranquilla dentro; il suo corpo è malato, ma la pancia, la pancia è tranquilla. Il suo cervello è in confusione, ma la pancia è tranquilla. La faccia…
Loro: E la faccia? Su, poeta Pupazzetto, parlaci della faccia. Vogliamo la faccia. Viva, viva il poeta Pupazzetto.
L’altro: La faccia è seria, non parla, non parla. Questa è la vera storia.
Lei: Ma quand’è che il grillo smetterà di cantare? Quando il grillo smetterà di cantare per capire quando deve smettere di cantare.
Lui: Lei recita tutti, però tutti sono andati via e lei è rimasta sola, un’attrice di un piccolo teatro dimesso.
Loro: Che bello, che bello! Un teatro dimesso. Viva, viva il teatro dimesso. Poeta Pupazzetto parlaci del teatro dimesso.
L’altro: Lei, quando è in camera. Parla da sola: si chiede e si risponde.
Loro: Che bello, che bello! La camera. Che bello, che bello! Si chiede e si risponde. Che bello, che bello! Su, poeta Pupazzetto, parlaci del si chiede e si risponde. Viva, viva il poeta Pupazzetto.
L’altro: Non c’è niente che non va, non c’è niente che non va.
Lui: Su, basta, facciamola finita. Ci sta prendendo in giro. Basta, basta, facciamola finita.
Loro: Cista prendendo in giro, ci sta prendendo in giro, facciamola finita, facciamola finita. Poeta Pupazzetto raccontaci della fine. La fine, la fine, vogliamo la fine. Viva, viva la fine. Bravo, bravo poeta Pupazzetto.
Lei: Per quanto tempo durerà questa battaglia, per quanto tempo durerà questa lotta così inutile dive non ci sono né vinti né vincitori.
L’altro: Per quanto tempo ancora dovrai nasconderti per paura che qualcuno ti riconosca, per quanto tempo ancora dovrai continuare a cercare qualcosa per accorgerti che davanti a te c’è il muro. Ma forse un giorno troverai i colori e potrai dipingere quella parete. Solo allora potrai dire che il muro sta dietro, sta dietro di te, ma sarà solo l’ennesima illusione l’ennesima triste illusione. Potrai vedere i narcisi dipinti e vestiti a festa, le dodici viole, le margherite del campo e i rossi papaveri, ma tutto ciò che è resterà comunque. Potrai vedere orizzonti lontani dove il cielo e la terra si uniscono, dove il sole si cala nel mare con indolenza, ma tutto ciò che è resterà comunque.
Loro: Il muro, il muro, vogliamo il muro. Viva, viva il muro! Prendiamo i martelli poeta Pupazzetto e buttiamo giù il muro. Prendete i martelli e buttate giù il muro, il muro. Vogliamo il uro. Parlaci del muro poeta Pupazzetto. Viva, viva il poeta Pupazzetto che finalmente ci parla del muro.
Lei: Prendete i martelli e buttate giù il muro.
Loro: Viva, viva il poeta Pupazzetto!
Lei: Penso che mi prenderò una pausa e per un po’ non scriverò più. Voglio aprire le finestre di questa stanza perché c’è tanta aria viziata e bisogna farla circolare. Farò entrare gli ultimi raggi di sole prima che arrivi l’altro inverno.
Loro: La stanza! Quale stanza? Poeta Pupazzetto quale stanza? Dicci, dicci poeta Pupazzetto, quale stanza? Viva, viva il poeta Pupazzetto!
L’altro: Vuole aprire le finestre della sua stanza. Cercava da tempo una stanza, ma la stanza non c’era e adesso c’è.
Loro: Ma quella è la sua stanza. Vuole aprire le finestre della sua stanza. Su, dai, apriamo le finestre della sua stanza!
Lui: Smettila! Smettila, brutta stronza! Quale stanza? Lasciatela stare!
Lei: Fa già freddo fuori e non c’è più nessuno.
Lui: Fregatevene ! Che v’importa ? Se l’è voluto lei.
Loro: Fa già freddo fuori e non c’è più nessuno, fa già freddo fuori e non c’è più nessuno. Poeta Pupazzetto parlaci del freddo fuori e di nessuno che non c’è più. Viva, viva il poeta Pupazzetto!
L’altro: S’è fatto tardi, ma lei farà tutte le cose che ci sono da fare. E’ solo paura, non c’è niente che non va.
Loro: La paura, la paura! Viva la paura! Bravo poeta Pupazzetto, parlaci della paura. Bravo e viva il poeta Pupazzetto!
L’altro: Lei ha paura di uscire.
Loro: Di uscire? Uscire da dove? Poeta Pupazzetto parlaci dell’uscire e dell’uscire da dove. Bravo e viva il poeta Pupazzetto!
L’altro: Lei ha paura di uscire dalla sua stanza.
Lei: Fa già freddo fuori e non c’è più nessuno.
Lui: Stupida, imbecille, idiota, brutta puttana! Chi credevi di essere e che cosa credevi di fare? Adesso ti arrangi. E’ inutile che ti lamenti, perché te la sei voluta.
L’altro: Lasciala stare, non c’è niente che non va. Lei farà tutte le cose che ci sono da fare. Non c’è niente che non va, lasciala stare!
Loro: Fa già freddo fuori e non c’è più nessuno? Dicci, poeta Pupazzetto, se fa già freddo fuori e non c’è più nessuno. Bravo e sempre viva il poeta Pupazzetto!
L’altro: Non è vero che fa freddo e non c’è nessuno fuori. E’ solo lei che ancora non se ne accorge. Ma se ne accorgerà e farà tutte le cose che ci sono da fare.
Loro: Non se ne accorge, ma se ne accorgerà! Bravo poeta Pupazzetto, parlaci di chi non se ne accorge, ma se ne accorgerà.
Lui: Ma che v’importa? Sono affari suoi. Poteva svegliarsi prima. Si sa che fuori solo i duri reggono il gioco. Per i deboli e gli inetti non c’è spazio a questo mondo.
Lei è destinata a soccombere perché non fa niente per reggere il gioco.
Loro: Il gioco, il gioco! Viva il gioco e viva chi sa reggere il gioco! Poeta Pupazzetto parlaci del gioco e di chi sa reggere il gioco. Viva, viva il poeta Pupazzetto!
L’altro: Ma lasciatela stare, lasciatela sola. Lei ha solo bisogno di ritrovarsi, di guardarsi intorno e di ritrovarsi. Non c’è niente che non va. Lei farà tutte le cose che ci sono da fare.
Lei: Fuori è tutto difficile. E’ difficile vivere fuori. Fuori solo i duri reggono il gioco: è vero. E’ vero: fuori solo i duri reggono il gioco.
L’altro: Guardate, guardate! C’è il muro.
Loro: Il muro! Il muro! Viva il muro, viva il muro! Poeta Pupazzetto parlaci del muro. Viva, viva il poeta Pupazzetto!
Lei: C’è il muro. E’ vero, c’è il muro.
Loro: Chi ha fatto il muro? Prendete i martelli e buttate giù il muro! Chi ha costruito questo muro? Prendete i martelli e buttate giù questo muro! Poeta Pupazzetto parlaci dei martelli che buttano giù il muro e questo muro. Viva, viva il poeta Pupazzetto!
Lui: Ma io non capisco. Se n’è stata fino adesso nel suo brodo e ora pretende che facciamo qualcosa per lei. Ma che si arrangi! Lasciate che si arrangi!
Loro: Chi ha fatto il muro? Chi ha costruito questo muro? Perché lasciate che si arrangi? Buttiamo giù il muro! Prendiamo i martelli e buttiamo giù il muro. Poeta Pupazzetto raccontaci di tutti quelli che prendono i martelli e buttano giù il muro.
Viva, viva il poeta Pupazzetto! Viva tutti quelli che prendono i martelli e buttano giù il muro!
L’altro: Ma non c’è niente che non va. Datele soltanto tempo, perché lei farà tutte le cose che ci sono da fare. Lasciatela stare e smettetela. Fate silenzio e lasciatela in pace, perché lei ha solo bisogno di tempo e di pace.
Loro: Il tempo, il tempo! La pace, la pace! Lei ha bisogno di tempo e di pace. Bravo, bravo poeta Pupazzetto! Parlaci di chi ha bisogno di tempo e di pace.
Lui: Io, invece, non ho tempo da perdere! Allora sapete cosa vi dico? Io me ne vado, perché io non ho tempo da perdere.
Loro: Il tempo da perdere, il tempo da perdere! Bravo, bravo poeta Pupazzetto, parlaci del tempo da perdere. Viva, viva il poeta Pupazzetto!
L’altro: E’ solo questione di tempo e anche l’inverno passerà. Ogni cosa si rimetterà a posto e lei avrà fatto le cose che doveva fare.
Loro: Anche l’inverno passerà, anche l’inverno passerà! Poeta Pupazzetto anche l’inverno passerà?
L’altro: E’ solo questione di tempo e anche il muro crollerà.
Loro: Anche il muro crollerà, anche il muro crollerà! Poeta Pupazzetto anche il muro crollerà?
L’altro: E’ solo questione di tempo e lei troverà la sua stanza.
Loro: Lei troverà la sua stanza, lei troverà la sua stanza! Poeta Pupazzetto, lei troverà la sua stanza?
L’altro: E’ solo questione di tempo: lei uscirà e qualcuno entrerà.
Loro: Lei uscirà e qualcuno entrerà, lei uscirà e qualcuno entrerà! Poeta Pupazzetto, lei uscirà e qualcuno entrerà?
L’altro: E’ solo questione di tempo e troverà la sua stanza.
Loro: Troverà la sua stanza, troverà la sua stanza! Poeta Pupazzetto, lei troverà la sua stanza?
Lei: Ho freddo, ho tanto freddo. Ho bisogno di una coperta, perché la stanza ancora non c’è.
Loro: La stanza ancora non c’è! Poeta Pupazzetto, la stanza ancora non c’è? Poeta Pupazzetto, dov’è la sua stanza? Ma dov’è la sua stanza? Perché ancora non c’è la sua stanza? Bravo, bravo il poeta Pupazzetto!
L’altro: La sua stanza non c’era e non c’è.
Lui: Piantatela, piantatela! Mi fate ridere, ma quanto mi fate ridere. Non vedete che a lei non importa nulla di tutto quello che voi state facendo? Un bel nulla! Non le importa un bel niente! Voi state perdendo il vostro tempo, il vostro prezioso tempo. Lei sta bene così e di voi non le importa un bel nulla e un bel niente. Vi sta solo prendendo in giro e voi continuate ancora a dire “poverina, poverina, poverina…”. Ma vi rendete conto della vostra stupidità?
Loro: Poverina, poverina, poverina. Poeta Pupazzetto, parlaci della poverina. Bravo, bravo il poeta Pupazzetto! Viva, viva il poeta Pupazzetto!
L’altro: Il sole arriverà a scaldare anche la sua stanza.
Loro: La stanza, la stanza! Quale stanza? Poeta Pupazzetto, quale stanza? Bravo e viva il poeta Pupazzetto!
L’altro: La sua stanza non c’era e ancora non c’è.
Lui: Esci, esci da quella vecchia e maledetta stanza!
Loro: La stanza, la stanza! Quale stanza? La vecchia e maledetta stanza, la vecchia e maledetta stanza! Poeta Pupazzetto parlaci della vecchia e maledetta stanza! Viva, viva il poeta Pupazzetto! Bravo, bravo il poeta Pupazzetto!
L’altro: La sua stanza ancora non c’è.
Lei: Ho sonno, ho tanto sonno e vorrei un caffè, soltanto un caffè.
Loro: Il caffè, il caffè! Bravo, bravo poeta Pupazzetto, parlaci del caffè, soltanto del caffè. Viva, viva il poeta Pupazzetto!
Lui: Ma quale caffè? Lei deve soltanto darsi una mossa e voi non statele così appiccicati. Che si arrangi, che si alzi, che esca da quella stanza.
Loro: La stanza, la stanza! Quale stanza? Poeta Pupazzetto parlaci della stanza e di quale stanza. Bravo e viva il poeta Pupazzetto!
L’altro: La sua stanza ancora non c’è.
Lui: Che si arrangi, che si alzi e che esca da quella stanza.
Loro: Che esca da quella stanza! Che esca da quella stanza che ancora non c’è! Ma che esca da dove? Poeta Pupazzetto parlaci del che esca da dove! Bravo, bravo il poeta Pupazzetto! Viva, viva il poeta Pupazzetto!
Lui: Dalla sua stanza! Lei deve uscire da quella stanza!
L’altro: La sua stanza ancora non c’è. La sua vera stanza ancora non c’è, ma arriverà e lei farà tutte le cose che ci sono da fare così come fanno tutti.
Lui: La sua stanza è una prigione e lei non ha mai fatto nulla per liberarsi.
Loro: Una prigione! La sua stanza è una prigione! Bravo, bravo poeta Pupazzetto, parlaci della prigione, parlaci della sua stanza che è una prigione! Viva, viva il poeta Pupazzetto!
L’altro: La sua stanza ancora non c’è. La sua vera stanza ancora non c’è, ma arriverà e lei farà tutte le cose che ci sono da fare così come fanno tutti.
Lei: Ho voglia di una sigaretta. Ho tanta voglia di una sigaretta.
Lui: Sì, brava! Ho voglia di un caffè, ho voglia di una sigaretta, ho voglia di…, ho ancora voglia di… e così, di desiderio in desiderio, andiamo avanti all’infinito senza che succeda nulla. Ma quando ti dai da fare? Magari fra poco dirai che hai voglia di essere fottuta, tanta voglia di essere fottuta.
Loro: La voglia di essere fottuta, la tanta voglia di essere fottuta! Poeta Pupazzetto parlaci della voglia di essere fottuta e della tanta voglia di essere fottuta! Bravo, bravo il poeta Pupazzetto! Viva, viva il poeta Pupazzetto!
L’altro: La sua stanza è una prigione. La sua vera stanza ancora non c’è.
Loro: La prigione, la prigione! Poeta Pupazzetto, parlaci della prigione! Viva, viva il poeta Pupazzetto!
Lui: La prigione ce l’ha in testa! Ce l’ha in testa la sua prigione! Ma cosa credete? Cosa avevate pensato? Ce l’ha in testa la sua stanza! La stanza ce l’ha in testa! Lei ha tutto in testa!
Loro: Ce l’ha in testa la sua prigione! Ce l’ha in testa la sua stanza! Poeta Pupazzetto, ce l’ha in testa la sua prigione, ce l’ha in testa la sua stanza!
Lei: Prendete i martelli e buttate giù il muro.
Loro: Ce l’ha in testa la sua prigione! Ce l’ha in testa la sua stanza! Prendiamo i martelli e buttiamo giù il muro! Forza poeta Pupazzetto, prendiamo i martelli e buttiamo giù il muro! Viva, viva il poeta Pupazzetto che prende il martello e butta giù il muro. Bravo, bravo poeta Pupazzetto!
L’altro: Lasciatela stare. Lei non ha niente che non va. Lei farà tutte le cose che ci sono da fare.
Loro: La prigione è in testa! Poeta Pupazzetto, la sua prigione è in testa!
L’altro: Lasciatela stare, non ha niente che non va.
Loro: La stanza è in testa! Poeta Pupazzetto, la sua stanza è in testa!
L’altro: La sua vera stanza ancora non c’è.
Lui: Su, forza, andiamocene via e lasciamola nelle sue prigioni!
Loro: La prigione è in testa! Poeta Pupazzetto, la sua prigione è in testa! La stanza è in testa! Poeta Pupazzetto, la sua stanza è in testa!
Lei: Sono stanca e vorrei dormire.
Lui: Vedete che brutta stronza! Noi ci diamo da fare per lei e lei è stanca e la puttana ha ancora voglia e adesso ha voglia di dormire. E’ insopportabile! Lasciatela nelle sue prigioni.
L’altro: Non c’è niente che non va. Lei farà tutte le cose che ci sono da fare.
Loro: Prendiamo i martelli e buttiamo giù il muro! Poeta Pupazzetto, prendiamo i martelli e buttiamo giù il muro!
Lei: Basta, basta. Sono stanca, tanto stanca.
Loro: Prendete anche voi i martelli e buttiamo giù il muro. Poeta Pupazzetto, buttiamo giù il muro!
Lei: Basta, basta. Lasciatemi sola, voglio restare da sola.
L’altro: Lasciatela stare. Non c’è niente che non va.
Lui: Lasciatela stare! Lasciatela nelle sue prigioni! Prima o poi la smetterà di recitare la sua parte.
Loro: La parte, la parte! Quale parte? Poeta Pupazzetto parlaci della parte e di quale parte! Bravo e viva il poeta Pupazzetto!
Lei: Basta, basta. Lasciatemi sola.
Loro: Lasciamola sola! Bravo, bravo poeta Pupazzetto, dicci cosa vuol dire stare da sola. Su, dicci cosa vuol dire stare da sola.
L’altro: Sì, lasciatela sola. Non c’è niente che non va. Lei uscirà dalle sue prigioni e farà tutte le cose che deve fare.
Loro: Le prigioni! La stanza! Il muro!
L’altro: La sua vera stanza ancora non c’è.
Loro: Buttiamo giù il muro!!!
Lui: Ma quale muro? Quel muro? Ma quel muro se l’è costruito lei e adesso si arrangi! Se vuole, faccia di tutto per uscirne da sola.
Loro: Ma lei non ce la fa da sola.
Lui: Ma che cosa v’importa?
Loro: Ah! L’indifferenza! Viva, viva l’indifferenza! Bravo poeta Pupazzetto, parlaci dell’indifferenza.
L’altro: E’ rimasta per troppo tempo nella sua stanza e adesso fa freddo fuori, lei ha solo paura, ha bisogno di tempo…
Loro: Il freddo! La paura! Il tempo! Ma quanto tempo, poeta Pupazzetto? Dicci quanto tempo! Bravo e viva il poeta Pupazzetto!
Lui: Ma che cosa v’importa del tempo? Io non ho tempo da perdere. Che se la sbrighi da sola !
Lei: Devo aprire le finestre di questa stanza. C’è aria viziata qui dentro e bisogna cambiarla, bisogna farla circolare. Farò entrare gli ultimi raggi di sole prima che arrivi l’inverno, ma fa freddo fuori. Forse l’inverno è già arrivato e io non me ne sono accorta.
Loro: Le prigioni! Ecco le prigioni! L’inverno! Quale inverno? Il nostro o il tuo inverno? Dicci poeta Pupazzetto: il nostro o il tuo inverno? Viva, viva il poeta Pupazzetto!
Lei: Il mio inverno. L’inverno della mia anima! L’inverno che ti raggela dentro. Quello che ti prende senza che tu ti accorga di niente. Fa freddo fuori, fa tanto freddo fuori e non c’è nessuno.
Loro: Fa freddo fuori e non c’è nessuno. Poeta Pupazzetto perché fa freddo fuori e non c’è nessuno? Parlaci del freddo fuori e del freddo dentro! Bravo e viva il poeta Pupazzetto!
L’altro: Non è vero che non c’è nessuno. E’ solo che lei non se ne accorge. Non è vero che non c’è nessuno. Ha solo bisogno di tempo.
Lui: Ma quale tempo? Io non ho tempo da perdere.
Loro: Non è vero che non c’è nessuno. E’ solo che lei non se ne accorge. Poeta Pupazzetto parlaci di lei che non se ne accorge. Viva, viva il poeta Pupazzetto!
Lei: Ma cos’è? Ma cos’è stato?
Loro: Oohh! Finalmente! Cos’è e cos’è stato! Poeta Pupazzetto parlaci del cos’è e del cos’è stato? Viva, viva il poeta Pupazzetto!
Lei: Sento dei rumori. Sento forse delle voci.
Loro: Oohh ! Finalmente ! Sente dei rumori e forse delle voci. Poeta Pupazzetto parlaci di chi sente dei rumori e forse delle voci. Viva, viva il poeta Pupazzetto !
Lui: Sente, adesso sente. E’ la solita storia. Lasciatela perdere!
Loro: No! Adesso sente, adesso sente! Poeta Pupazzetto parlaci di chi adesso sente. Viva e bravo il poeta Pupazzetto.
Lei: Ma cosa sta succedendo? Ma cosa mi sta succedendo?
L’altro: State zitti! Forse se ne accorge. State zitti! Finalmente se ne accorge.
Loro: Se ne accorge! Se ne accorge! Finalmente se ne accorge. Poeta Pupazzetto parlaci di chi finalmente se ne accorge!
L’altro: Forse il tempo giusto è passato e il sole è finalmente entrato nella sua stanza. Il muro sta crollando.
Loro: Il muro sta crollando! Il muro sta crollando! Poeta Pupazzetto parlaci del muro che sta crollando. Bravo e viva il poeta Pupazzetto!
L’altro: Il tempo giusto è passato, il sole è entrato nella sua stanza, il muro è crollato e per noi è ormai giunto il tempo di andare.
Loro: Il tempo di andare! Il tempo di andare! Poeta Pupazzetto parlaci del tempo di andare. Vogliamo il poeta Pupazzetto che ci parla del tempo di andare! Viva, viva il poeta Pupazzetto che ci parla del tempo di andare! Di andare dove?
L’altro: Di andarcene. Per noi è ormai giunto il tempo di andare.
Loro: Moriremo? Poeta Pupazzetto dicci se moriremo!
Lei: Ma chi sei? Vieni avanti.
Loro: Moriremo? Poeta Pupazzetto dicci che non moriremo.
L’altro: No, non moriremo. E’ solo tempo di andare per lasciare spazio a qualcuno, a qualcosa che non siamo noi.
Loro: Non moriremo! Non moriremo! Poeta Pupazzetto non moriremo! Poeta Pupazzetto parlaci del tempo di andare per lasciare spazio a qualcuno o a qualcosa che non siamo noi. Bravo, bravo il poeta Pupazzetto!
L’altro: Ssshhh!
Loro: Ssshhh!
Lei: Ma chi sei? Vieni avanti…,benvenuto…,da quanto tempo…,finalmente…,
eccomi qua…, sì…,grazie…,senz’altro…