
Questo è il cardo mariano dai fiori porporini,
bellezza della natura,
e tutt’attorno i cardi gialli ardono come astri
nel giardino che non conosce la rotta dell’inverno.
Bocche di leone crescono sui muri,
il rosmarino sorge dall’asfalto,
la natura vince lo squallore delle sghembe passioni quotidiane.
Filari di sedano spuntano dalla grande madre terra,
capelli verdi di monelli scalzi.
Il mistero dell’anello perpetua la catena,
simbolo regale di fertilità.
Legnaia di un contadino siciliano,
spettinata come i pensieri del suo ordinato padrone,
ossimoro vivente.
Pesche pasta bianca,
biologiche al cento per mille,
perché le proporzioni non sono al centro dei pensieri del Poeta.
Un orto con zucchine e prezzemolo e basilico e altre piante,
che matureranno al frinire delle cicale.
Ci vuole pazienza e amore per godere dei frutti della terra.
Quinto Orazio Flacco aveva un orto a Venosa.
C’era un fico.
Sava
Hàrah Làgin, 02, 06, 2023