IL REWIND ONNIPOTENTE E I DUE CANI DI MARIGIO’

TRAMA DEL SOGNO

“Non mi ricordo come è cominciato il sogno, ma mi ritrovo con un pene in bocca e con la lingua che gira attorno al glande tessendo un filo come a costruire qualcosa.

Finita questa operazione, quando mi distacco per guardarlo si trasforma in un quadretto di legno scuro con l’immagine nel mezzo. Penso che è una bella opera e che devo trovare una galleria dove esporla.

Approfitto dell’occasione che mio padre deve andare a Milano per affari per farmi dare un passaggio e trovare un compratore.

Arriviamo nella ditta di un suo cliente e lui parcheggia in un capannone dove ci sono tante altre auto e mi lascia lì ad aspettare. Io passeggio per sgranchirmi le gambe e, mentre sono un po’ distante, noto un gruppo di uomini che sta armeggiando attorno ad un’auto.

Li spio e li controllo. Vorrei andare a nascondermi in auto, ma loro spostano l’auto presa di mira proprio a fianco della nostra ed io non posso aprire le portiere.

Poi non so come, ma mi ritrovo in un altro luogo alla guida della nostra auto, al mio fianco c’è un enorme cane tipo terranova.

Arrivata a destinazione apro la porta e il cane mi passa davanti e scende. Fuori c’è un pastore tedesco che sembra lo stesse aspettando. Il pastore lo assale e iniziano a mordersi.

Ho paura per il mio cane, faccio un rewind e lo ricarico in auto.

Penso di rifare la scena con me che scendo per prima e allontano il pastore tedesco per poi far scendere il mio cagnone.

Col cavolo!

Appena apro la porta, il pastore salta dentro e davanti alla mia persona cominciamo ad azzannarsi. Vedo sangue e mi sveglio.”

Questo sogno è stato concepito e composto dalla Fantasia di Marigiò.

INTERPRETAZIONE

Non mi ricordo come è cominciato il sogno, ma mi ritrovo con un pene in bocca e con la lingua che gira attorno al glande tessendo un filo come a costruire qualcosa.

Marigiò si meraviglia di esordire in sogno ricordando una scena altamente erotica e avvolta dal pudore dei benpensanti per la “traslazione” del coito che comporta: le labbra diventano le grandi labbra e il cavo orale la vagina. In effetti, Marigiò sta sognando di fare l’amore con un uomo anonimo e con l’intento di giustificare a se stessa l’atto sessuale apparentemente orale. Marigiò è una donna che non concepisce la sessualità fine a se stessa e per la persona che la vive, ma è all’antica perché la giustifica con un progetto di varia natura e qualità tra i due viaggiatori nei territori del sesso. “Tessendo un filo” condensa una progressiva costruzione in coppia, “come a costruire qualcosa”. Gli insegnamenti familiari di madri improvvide ritornano in queste scarne parole: si fa sesso con l’uomo che sposi e non prima. E adesso che Marigiò è adulta e vaccinata non riesce a concepire un rapporto sessuale fine a se stesso e tutto e soltanto per lei, per il suo piacere, per il suo corpo, perché ci deve mettere dentro qualche giustificazione progettuale che la possa assolvere dagli inevitabili sensi di colpa per aver trasgredito alle norme materne e familiari. E’ interessante come nella “traslazione del coito” si serva di un atto erotico che sicuramente non è previsto nel codice didattico ed etico familiare, della serie “più reprimi e più la cosa viene fuori da altre parti in maniera accentuata”.

Finita questa operazione, quando mi distacco per guardarlo si trasforma in un quadretto di legno scuro con l’immagine nel mezzo. Penso che è una bella opera e che devo trovare una galleria dove esporla.”

Il progetto matrimoniale è servito su un pezzo di legno scuro, qualcosa di lugubre e per niente radioso. Oltretutto “l’immagine nel mezzo” non si vede, ma è una bella opera degna di essere esposta nella formalità di una rinomata galleria d’arte. Marigiò è cresciuta fantasticando sulla sua vita sessuale e contenendo le sue pulsioni al fine di essere accettata in famiglia e al fine di non coinvolgersi in storie di sesso che magari le destavano timore. Marigiò ha eroicamente controllato i suoi desideri per essere della partita familiare e sicuramente questo contenimento innaturale ha accentuato la sua vitalità erotica e sessuale, ma il risultato di tanta castrazione e frustrazione è quello di entrare in conflitto con i suoi bisogni di base corporea, di innescare una psiconevrosi tra l’istanza censoria “Super-Io” e l’istanza pulsionale “Es”, mettendo il povero “Io” a non saper che pesci pigliare in tanto mare aperto. Marigiò è stata una brava bambina e una brava adolescente e continua a essere una brava donna, ha fatto una “bella opera” degna di essere esposta alla formalità dei bigotti e nelle sedi dell’infelicità. La semina del passato ritorna nel presente e quando meno te l’aspetti e magari sotto forma di un sogno proprio per indicarti che non è utile mantenere questa castrazione e questa frustrazione per l’equilibrio psichico, pena la somatizzazione in sintomi: “conversione isterica” per l’appunto.

Approfitto dell’occasione che mio padre deve andare a Milano per affari per farmi dare un passaggio e trovare un compratore.”

Marigiò vuole sbarazzarsi della sua filosofia di coppia e della sua cultura della castità che la costringe per insegnamento subito e magari non condiviso a vivere la sua sessualità entro certi angusti confini e secondo antiquati criteri culturali. Nel far questo introduce la sua prima trasgressione, va con suo “padre” in macchina a Milano, si fa dare “un passaggio” per “trovare un compratore” a cui sbolognare la sua filosofia di coppia e la sua metodologia sessuale. E’ veramente una “occasione” offerta dall’uomo che è stato il primo oggetto erotico e sessuale della sua vita, “mio padre”, nonché il primo oggetto d’amore contrastato e infelice. Due piccioni con una fava, meglio con un viaggio a Milano, perché mi libero del padre edipico e della mia ideologia fascista sul sesso e dintorni. Marigiò è sul punto di riformulare la sua vita sessuale e di riformularsi nei riguardi degli uomini al fine di viversi meglio e di relazionarsi senza inutili resistenze e conflitti. Marigiò vuole “trovare anche un compratore” del nuovo, della nuova disposizione erotica e sessuale, un uomo che sia degno della verve in via di acquisizione e conquista. I viaggi sono sempre forieri di novità e di proficua evoluzione. Chissà chi e cosa incontrerà a Milano la nostra eroina.

Arriviamo in una ditta di un suo cliente e lui parcheggia in un capannone dove ci sono tante altre auto e mi lascia lì ad aspettare. Io passeggio per sgranchirmi le gambe e, mentre sono un po’ distante, noto un gruppo di uomini che sta armeggiando attorno ad un’auto.”

Il papà è un uomo di mondo, uno che ha viaggiato e viaggia ancora, uno che sa intrattenere e intrattenersi, un uomo che nelle fantasie della figlia non deve tradirla con altre donne. Marigiò ha un buon concetto del padre in riguardo alla sua prestanza e bellezza, nonché in riguardo al suo “parcheggiare in un capannone dove ci sono tante altre auto”. Marigiò “si lascia lasciare lì ad aspettare” perché è giunto il tempo di risolvere una volta per tutte questa pendenza “edipica” che la vuole attratta dalla figura paterna e desiderosa della sua persona. Marigiò ha bisogno di emanciparsi e di rendersi autonoma e soprattutto in questo territorio e in questi ambiti che simbolicamente traducono la vita sessuale in prima persona e le relazioni di quel tipo. Ed ecco che passeggia e si sgranchisce le gambe, ed ecco che nota “un gruppo di uomini che sta armeggiando attorno ad un’auto”. Ecco che si disinibisce e si vive meglio disponendosi alle novità e all’avventura, ecco che concepisce per lei uomini che sappiano armeggiare sul suo corpo e sulla sua sessualità. Questi sono i bisogni e i desideri di Marigiò, disporsi sessualmente a un uomo esperto con libertà di fare e licenza di agire, viversi sessualmente come una donna finalmente disinibita anche grazie a questa tipologia di uomini a cui piace tanto la gnocca. Per il momento Marigiò si tiene “un po’ distante”, ma soltanto un po’. L’atto di “sgranchirsi le gambe” equivale simbolicamente alla liberazione dai tabù e dai divieti in riguardo alla sessualità. Secondo i dettami teorici della Psicoanalisi Marigiò sta ridimensionando il “Super-Io” per lasciare all’Es di esprimere le sue esigenze, sta procedendo verso la sua salute fisica e mentale mentre l’Io sta a guardare come le stelle. Vediamo dove la psicodinamica va a parare.

Li spio e li controllo. Vorrei andare a nascondermi in auto, ma loro spostano l’auto presa di mira proprio a fianco della nostra ed io non posso aprire le portiere.”

Marigiò rischia di imprigionarsi nuovamente e soprattutto rischia di inibire le sue pulsioni, rischia di far vincere il Super-Io sull’Es e di sacrificare la sua sessualità mettendo l’Io nella condizione di non sapere che pesci pigliare. Marigiò è riuscita a scendere dalla sua macchina, è riuscita a disinibirsi sessualmente e a prendere confidenza con l’universo maschile, “un gruppo di uomini” intenti ad armeggiare l’apparato sessuale femminile, ma ecco che rischia ancora una volta a “nascondesi in auto”, a battere in ritirata dopo aver tanto osato. Di fronte alle “avances” provocatorie maschili, da lei costruite in sogno, Marigiò mette in gioco il suo corpo e non blocca l’istinto sessuale: “li spio e li controllo”. Marigiò si è messa nella condizione di avere un buon autocontrollo e di aprirsi al maschio e di poter disporre della sua sessualità, non ha battuto in ritirata anche perché sarebbe stata una ritirata difensiva che l’avrebbe fatta ripiombare nel passato e nei vecchi schematismi culturali e nelle sperimentate e fallimentari modalità di approccio sessuale. Degna di nota è la difesa dal coinvolgimento sessuale in “spostano l’auto presa di mira”, il meccanismo dello “spostamento” è ben visibile e utile per continuare a dormire e a sognare. La missione di emancipazione e di liberazione è in via di compimento, non resta che vedere il prosieguo del sogno per trarre gli auspici di un conquistato equilibrio psicofisico.

Poi non so come, ma mi ritrovo in un altro luogo alla guida della nostra auto, al mio fianco c’è un enorme cane tipo terranova.”

Cambia la scena onirica, ma non cambia il tema. Tutto è in regola e secondo logica consequenziale. Marigiò viene direttamente in contatto con i suoi buoni ed enormi bisogni sessuali, i suoi buoni ed enormi istinti e le sue gratificanti ed enormi pulsioni: “al mio fianco c’è un enorme cane tipo terranova”. Prima Marigiò era al fianco del padre nella macchina che correva verso Milano, adesso è sola con se stessa e ha pienamente coscienza della sua sessualità e della sua autonomia dalla figura paterna. Son passati i tempi in cui la ragazzina sbarazzina era legato a filo doppio con il padre e non si sentiva in sintonia con la madre. Ne è passata acqua sotto i ponti del fiume Piave da quando il modello maschile perfetto e reale era soltanto e solamente il mio papà. Adesso Marigiò è cresciuta e si è presa amorosa cura di sé e del suo destino di donna, nonché del prezioso corredo della sua sessualità: “alla guida della nostra auto”. Marigiò tende a essere padrona di se stessa nei termini consentiti dalla situazione psichica in atto, ci sta provando e vediamo come procede il suo guidare la macchina con a fianco il suo cane terranova, non certo un bassottino o un cane di piccola taglia, Marigiò ha una imponenza erotica e sessuale con le dovute dolcezze e bontà.

Arrivata a destinazione apro la porta e il cane mi passa davanti e scende. Fuori c’è un pastore tedesco che sembra lo stesse aspettando. Il pastore lo assale e iniziano a mordersi.”

Quale degna architettura siamo capaci di inventare in sogno!

Quale stupenda “figurabilità” e quali centrate rappresentazioni!

La “macchina” o la sessualità, il “cane dentro la macchina” o le pulsioni, il “pastore tedesco fuori dalla macchina” o le repressioni psichiche del Super-Io sulla sessualità e della cultura sempre sulle modalità della vita sessuale, “l’assalto e i morsi” o il conflitto psicofisico e sociale. Marigiò si trova alle prese con se stessa e con il materiale psichico che ha messo dentro nel corso della sua esistenza e della sua educazione. Marigiò ha subito da parte del suo Super-Io il sopravvento della repressione culturale sulle pulsioni sessuali elaborate dall’Es e in questo conflitto non aveva maturato un Io forte e capace di dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio, di mediare e concedere la giusta mercede al corpo vivente e senziente. Il “pastore tedesco” è messo là fuori, e “sembra che stesse aspettando” il povero e benamato cucciolone del terranova. La cultura e la società sono in agguato e colpiscono bene e tosto, ma prima di loro ci pensiamo noi con la nostra “organizzazione psichica reattiva” a darci le frustrazioni della “libido” e le castrazioni degli impulsi, procurandoci gravi danni psicosomatici. Marigiò ha rievocato in poche parole la sua psicodinamica evolutiva in riguardo al conflitto tra le istanze psichiche sul tema della sessualità.

Ho paura per il mio cane, faccio un rewind e lo ricarico in auto.”

Che meraviglia!

Non mi era mai capitato nella mia lunga esperienza clinica di incontrare il “rewind”, mi era sempre capitato di imbattermi nel processo psichico di difesa della “regressione”, in base al quale di fronte all’angoscia è meglio tornare indietro e ripristinare le giuste difese prima che il nemico aggredisca in maniera irreparabile. Il “rewind” è un consapevole riavvolgere il nastro per tornare indietro a migliori fortune secondo il nostro intendimento, è l’Io che decide di riascoltare, rivedere, riproporre saltando le complicazioni della dimensione temporale e magicamente andando a sbattere e a mettere in riedizione quello che deliberiamo e decidiamo di rivivere. La “regressione” è un processo di difesa dell’Io, il “rewind” è un oltremodo consapevole meccanismo difensivo intriso di forza e di potere, quasi una onnipotenza, oltretutto in linea con i tempi tecnologici attuali. Marigiò per salvare la sua sessualità è costretta a chiudere le relazioni con la cultura e con il Super-Io, deve far perno su stessa e salvaguardare la sua salute psicofisica tramite l’amorosa accettazione della sua formazione e dei suoi genuini impulsi erotici, è costretta a estromettere il “pastore tedesco” con la sua bieca ferocia. In un certo senso Marigiò torna indietro anche per prendere consapevolezza, qualora ce ne fosse bisogno, dei condizionamenti genitoriali e familiari e delle forze tabuiche presenti nella società. Il “terranova” è in auto, per cui si può procedere anche se la mutilazione della cultura non è la soluzione migliore possibile. Vediamo Marigiò dove va a parare con il suo sogno.

Penso di rifare la scena con me che scendo per prima e allontano il pastore tedesco per poi far scendere il mio cagnone.”

Marigiò possiede talmente bene i termini della questione in ballo, per cui può fare la regista di se stessa e di “parti psichiche di sé” in via di ulteriore definizione. In sostanza Marigiò decide di rafforzare l’Io e di procedere con la forza della ragione, dell’auto-consapevolezza e secondo il principio di realtà e di convenienza: “rifare la scena con me che scendo per prima”. Di poi, me ne sbatto delle ingiunzioni morali della società e degli schemi sessuofobici della cultura dominante, “allontano il pastore tedesco” e mi tengo con gran cura e devozione “il mio cagnone”, la mia proficua e eccitante sensibilità sessuale. Marigiò è padrona a casa sua ed è padrona della sua intimità e della sua vitalità. Queste operazioni psichiche, mi ripeto, sono di competenza dell’Io, per cui Marigiò si prescrive la sua psicoterapia: “penso di rifare la scena”. Bontà del “rewind” che è possibile soltanto a livello psichico e in sogno, almeno nei termini in cui lo ha condotto Marigiò. Non ci troviamo di fronte a un volgare strumento elettronico, ma a contatto con i nostri meccanismi psichici altrettanto precisi e funzionali.

Col cavolo!

Appena apro la porta, il pastore salta dentro e davanti alla mia persona cominciamo ad azzannarsi. Vedo sangue e mi sveglio.”

Sembrava tutto meravigliosamente risolto con l’intervento dell’Io mediatore e deliberante, ma ecco che le cose non vanno al giusto posto e gli incastri non collimano come avrebbero dovuto. Non si può vivere la sessualità secondo il proprio edonismo e in base alle regole del gioco che ci siamo dati da soli. Bisogna giocare con gli altri e specialmente nell’attività sessuale c’è bisogno dell’altro e delle sue convinzioni formative. La società civile incombe e limita, ma può anche rassicurare tramite il confronto e la condivisione fisica e psichica. Il conflitto di Marigiò è aspro e cruento, la donna è assalita dai suoi dubbi e dai suoi schemi, per cui svegliarsi e interrompere il sogno è la maniera migliore per non vivere l’angoscia collegata al conflitto della psicodinamica tra Io, Es e Super-Io e tra Marigiò e l’altro, il suo uomo, nonché tra Marigiò e la cultura ufficiale. L’operazione di contemperamento è in corso e non si risolverà mai con una trasgressione sessuale e una castrazione del piacere o una frustrazione dell’erotismo. Di conflitto in conflitto matura anche il sistema psichico e si evolvono i conflitti in base al “principio del meglio”. Per ogni tempo c’è una risposa e una soluzione ai vari problemi che la società civile e le varie persone pongono sul tappeto della vita quotidiana.

Questo è quanto dovuto all’interessantissimo sogno di Marigiò.

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