
Domani ti comprerò un orsacchiotto di pelouche
per i tuoi giorni bianchi e neri,
per le tue notti brave,
per i tuoi dì tutti da venire a visitarti.
Ti meraviglierai
del fatto che mi sono ricordato di te in tanta tempesta virale,
perché dovrei pensare a non tirare le cuoia in tanto bordello,
ti ricorderai del gioioso nocchiero
che ti ha condotto per mari e per monti
in mezzo alle tempeste della vita
senza trovare porti utili per un approdo funesto.
Mai approdare, ricordati o Lucifera!
A proposito,
sai che la bestia umana,
il capolavoro della creazione secondo gli illusi della fede,
ha ucciso novantasette milioni di squali
per mutilarli delle pinne a favore di un membro umano
già morto nel cervello insano del portatore ignoto,
ha trainato ventisette miliardi di tonnellate di pesce azzurro
per la frittura mista di paranza
da consumare anche in un fetido antro di Ortigia,
ha ucciso Graziella e Lello per il bene della razza,
per poter procreare esseri superiori,
quasi come gli dei che ancora onoro e adoro
presso la cappella dello Spirito santo
nella chiesa di riviera Dionisio il grande.
A proposito,
domani ti porterò un piccolo dio
da mettere nel tuo altare di casa,
un Lare a perpetuo ricordo di quello che eravamo
e di quello che siamo,
a profonda ignominia di quello che saremo.
L’idolo avrà muscoli da palestra
nel petto rubicondo e nel costato tartassato,
avrà la tartaruga intatta e sopraelevata come il ponte Morandi,
sarà avvolto da un medioevale drappo rosso
negli organi dell’orgoglio,
almeno fino a quando l’iconoclasta Matteo & Matteo
non deciderà di far cadere il governo.
A proposito,
tieniti sempre forte
tra i deliri della televisione e le prediche dei giornali,
pecca fortiter, sed crede fortius,
strafottitene,
tieni spento l’elettrodomestico infausto in questi tempi duri
perché i dissennatori impazzano sulla scia del grande Puffo,
rincorrendo l’esca del grande Buffo,
mentre i bambini neri aspettano il pittore in mezzo al mare
per dipingere il loro altare.
Niente ipocrisie e idiosincrasie,
tanto meno mestrui inopportuni.
Amami alla luce del sole e senza scommesse,
perché nunc bibendum est,
dum loquimur, fugerit invida aetas,
amami così,
come faccio io in uno dei tanti carpe diem
mandandoti parole & parole in dono perpetuo e perenne,
come il fiore che non marcisce ancora nelle chiese dei preti,
quelli che, se muore la signora Morte corporale,
rischiano di chiudere per sempre bottega.
Assolvimi e assolvi le mie debolezze di uomo frustrato
che vive in mezzo ai prosperi campi
tra pecore odorose e maiali obesi.
Cura ut valeas
e così domani sarà un altro giorno da via col vento.
Salvatore Vallone
Carancino di Belvedere 28, 01, 2022