
In questo mondo di matti,
di bulli gonfiati e di bambole teleigieniche,
io ho i miei amici preferiti,
un pugno stretto di volenterosi ragazzini e ragazzine,
quelli del sabato in osteria e della domenica allo stadio,
quelli che fan festa con le trippe alla Nutella
dalla sora Menica di Trastevere,
quella che ci lascia stare,
lassece star,
perché a suo tempo abbiamo dato,
in quel tempo in cui ce ne siam fottuti della galera e della brutta morte
per preparare questa gente forte
che adesso se ne sbatte di crepar,
quelli che sanno
che la camicia rossa e nera s’indossa
per combattere e morir per il Milan di Rivera nello stadio di San Siro
in una domenica bestiale insieme a quella lei
che la rende ancora più bestiale.
Cosa vuoi?
Cosa vuoi di più?
Io sto dalla parte della gente umile,
io sto dalla parte del popolo modesto,
io sto dalla parte della gente di borgata,
io non sto dalla parte di Kraepelin
sulla demenza precoce e sulla mania depressiva,
io non sto con Lombroso
su i matti che sono matti in testa e basta.
Io sto con Basaglia
sul fuori tutti e andate a casa
perché la messa è finita.
Che nostalgia di Franco!
Ah Franco, Franco!
E i tuoi amici?
Che gente, che brava gente!
Gorizia è un sogno sognato a occhi aperti anche da Giammario,
è l’ombra di un sogno che fugge anche da Marisona la biondona,
una favola bella che finisce come i film di Sergio,
il vero immortale del sentimento d’amore è soltanto l’amore.
Eppure le donne non ci vogliono più bene
perché portiamo la camicia fouxia,
mentre gli uomini s’indignano e s’incazzano
tra un si grazie e un no prego,
tra un no grazie e un si prego.
Tu no vax o si vax?
Tu no green pass o si green pass?
Tu dammi tre parole,
per favore,
soltanto tre parole,
sole, notte, amore.
Dimmi ancora
che un pazzo mangiava
un pezzo
di pizza
in un pozzo
che puzza.
Fammi giocare con le parole dell’Altro,
di quel Signore a cui basta una sola parola
per salvare la mia anima.
Signore,
non son degno
che tu venga nella mia povera magione,
ma dì una sola parola
e l’anima mia sarà salva.
Il centurione romano aveva più fede del discepolo:
se tu sei quello che dici,
non ti serve venire nella mia casa,
tu puoi dire soltanto una parola
e il mio servo sarà salvo.
O centurione,
o mio centurione,
Roma non c’è più.
Roma è caduta in mano ai fottuti e ai menagrami.
I papi sono fuggiti all’ombra delle tante chiese ormai vuote.
Quante chiese hanno chiuso i battenti!
Quanti preti mancano all’appello
per educare la gente alle buone creanze.
La gente?
Ma dov’è la gente?
La gente è fuggita in Africa e in India,
nei Balcani e nell’Arabia,
nel cuore di terre lontane
per mangiare il kouscous al mentolo
e le cipolle con il riso.
Sono rimasti i vecchi,
quelli che tengono duro lo zoccolo
e non baciano i banchi.
Ortigia è vuota.
All’appello mancano tutti quelli che la rendevano viva.
Salvatore Vallone
Carancino di Belvedere, 08,11, 2021