TRAMA DEL SOGNO – CONTENUTO MANIFESTO
“Ho sognato di aver perso sul marciapiede la carta di credito.
Mi giro, la vedo, voglio recuperarla, ma non riesco a correre e a raggiungerla e un uccello, un merlo o un corvo, la prende e la appoggia sul cornicione della casa di un mio collega.
Prendo una scala per recuperarla, ma il volatile se la riprende e la porta via.
Lo seguo con lo sguardo correndo e vedo che si posa sul ramo di un albero.
A quel punto mi arrendo e la considero persa.”
Questo e così ha sognato Valerio.
DECODIFICAZIONE – CONTENUTO LATENTE
CONSIDERAZIONI
Il sogno di Valerio introduce la modernità elettronica della carta di credito in degna sostituzione di quello che nel recente passato era il denaro contante in carta e in metallo.
Nonostante l’innovazione il simbolo permane.
Trattasi della “traslazione” del potere in riguardo alla capacità d’investimento della “libido genitale”, la vita e la vitalità sessuale nel caso specifico.
La vita di un uomo è costellata dalle gioie e dai dolori procurati dalla dimensione psicofisica neurovegetativa, sessuale nel nostro caso. Proprio perché gestita dal “sistema nervoso involontario” e basata sulle pulsioni organiche definite sinteticamente “istinto” e rappresentate dall’istanza psichica “Es”, l’esercizio della sessualità è particolarmente delicato nelle sue manifestazioni più umane e intime, oltre che sensibile alle suggestioni personali e agli stimoli più originali. La sessualità risente naturalmente degli umori e degli ormoni, così come delle emozioni e delle relazioni. Tante sono le definizioni che sintetizzano questo segnale di attrazione e questo effetto spontaneo: “farfalline nello stomaco”, tuffo al cuore”, mi fai sangue”, “perdo la testa” e altro.
La vita sessuale risente anche dei disagi esistenziali e delle contingenze più imprevedibili, evidenzia e diagnostica la disarmonia psicofisica in atto in ogni persona che soffre di altro e di tanto.
Di poi, bisogna considerare che viviamo in una cultura a matrice sessuofobica, nonostante le apparenze effimere del progresso civile e giuridico. La peccaminosità, più o meno mortale, viene istillata dalle religioni imperanti e dalle politiche bacchettone al punto che ancora nel nostro Belpaese non si insegna un materia scolastica che evochi in qualche modo l’educazione al rispetto del corpo e nello specifico alla vita sessuale. Alla sessuofobia si aggiunge, in completamento del corredo dei disvalori, l’omofobia, lo stupro, la pedofilia, la strage delle donne e tutte le altre manifestazioni, più o meno sottili, di violenza psicofisica. Nel nostro tempo anche le associazioni umanitarie e non governative barattano il pacco dei viveri con la moneta sessuale e da qualche giorno si può anche sparare sulla “croce rossa”. Tralasciamo quei pochi medici senza frontiere che lavorano in maniera non ortodossa. Saranno pochi casi, ma confermano che la bestia sessuale esorcizzata prima o poi traligna nel male demoniaco in assenza di una buona consapevolezza.
Il titolo del sogno di Valerio evidenzia i due protagonisti, la carta di credito e l’uccello dispettoso, la vita sessuale maschile e i capricci dell’organo in questione, le suggestioni e i fantasmi sul tema. E’ opportuno precisare che la vita sessuale è ballerina di per se stessa e che le prestazioni sessuali non sono mai identiche: la stereotipia sessuale è impedita dagli umori e dalla creatività dell’istinto. Se poi aggiungiamo le paure della gravidanza e le ansie del compito, il quadro si complica malignamente verso l’insuccesso a tutti i livelli.
Del resto, se si era partiti male, si doveva concludere peggio. Ai fantasmi personali, necessari per la “formazione psichica reattiva”, si aggiungono gli ostacoli culturali.
Ancora bisogna aggiungere che la sessualità “genitale” maschile abbisogna per la penetrazione vaginale di un’erezione adeguata, un evento psicofisico che si ottiene anche grazie alla componente aggressiva naturale. Il desiderio maschile comporta il coraggio dell’uso di un organo che di per stesso ha prodotto e contiene “fantasmi” di varia natura e di rara qualità. La vita sessuale maschile è più semplice e meno variegata di quella femminile, ma può tralignare nei classici disturbi della “caduta della libido”, la caduta della potenza, l’eiaculazione precoce, l’eiaculazione ritardata, l’eiaculazione assente.
Meriterebbero ampia analisi queste difficoltà sessuali, diffuse al punto che rientrano nella normalità di ogni uomo, ma è opportuno convergere sul titolo del sogno di Valerio. La “carta di credito” traduce simbolicamente la potenza sessuale, mentre “l’uccello dispettoso” trasla i capricci del pene: la virilità in versione depressiva.
Capita anche questa evoluzione nel cammino dell’esistenza e come tutte le evoluzioni comporta la crisi.
Procedere nella decodificazione sarà interessante per il “corpo-mente” maschile e femminile.
SIMBOLI – ARCHETIPI – FANTASMI – INTERAZIONE ANALITICA
“Ho sognato di aver perso sul marciapiede la carta di credito.”
Valerio esordisce in sogno ponendo direttamente un “fantasma depressivo di perdita” ed esibisce la caduta del potere sessuale, nonché un momento della sua vita particolarmente problematico e contraddistinto da vissuti non facili e distorti.
I simboli confermano questa tesi.
“Aver perso” va da sé perché il simbolo depressivo della perdita coincide con il significato logico del concetto. Valerio sta spolverando il suo “fantasma depressivo”, elaborato e incamerato sin dalla prima infanzia in riguardo alla figura materna sotto forma di abbandono e, di poi, traslato in tutte le esperienze di perdita con le dovute variazioni sul tema. Ribadisco la precocità della formazione dei “fantasmi”: modalità di pensiero dell’infanzia e organizzazione delle esperienze vissute. L’istanza psichica pulsionale “Es” è deputata alla vita e alla vitalità dei “fantasmi” in età minore e in età adulta.
Il “marciapiede” è notoriamente il simbolo della caduta della qualità della vita in espresso riguardo alle esperienze vissute. Include una valutazione morale e l’azione censoria dell’istanza “Super-Io”: la miseria morale. Il “marciapiede” dà il senso del calpestio e dello sporco, del disprezzo e della colpa. Sul “marciapiede” si consumano tragedie e farse, trasgressioni ed emarginazioni.
“La carta di credito” condensa nella sua modernità tecnica e culturale le vecchie banconote e l’antiquato denaro metallico. La Psiche si adegua a quella modernità alla cui formazione contribuisce con le scoperte. Gli ingegneri elettronici sono stati dei bambini fantasiosi prima di essere degli indispensabili tecnici, nonché i nuovi benefattori dell’umanità. La “carta di credito” si traduce nel potere erotico e sessuale, nella capacità di esercitare la “libido fallico-narcisistica e genitale” richiamando le “posizioni psichiche” omonime e corrispondenti. “Perdere la carta di credito” attesta di una crisi della propria potenza erotica e sessuale.
“Mi giro, la vedo, voglio recuperarla, ma non riesco a correre e a raggiungerla…”
In un primo momento Valerio ha una certa consapevolezza di questa riduzione della sua vitalità psicofisica e ne conosce le ragioni, ma il blocco psicofisico incorre nell’ulteriore inceppamento delle energie richiamate dalla necessità di sopperire alla crisi manifesta. Valerio s’imbatte nelle sue “resistenze” a prendere coscienza del materiale psichico rimosso e istruisce le difese adatte ai bisogni esistenziali in atto.
La parola va ai simboli.
“Mi giro” equivale ad allargo la mia prospettiva mentale e conoscitiva, amplio lo spazio della coscienza ricorrendo alla visione del passato. Valerio sente di aver rimosso in passato esperienze formative di un certo spessore e cerca di recuperarle. Si spera che a tale sguardo retrospettivo non subentri la paura di sapere, di riesumare il materiale psichico subconscio e di prenderne coscienza. L’istanza deputata è l’Io vigilante e razionale. Il meccanismo psichico di difesa coinvolto è la “rimozione”, il naturale dimenticare per incapacità di gestire a suo tempo l’angoscia collegata al vissuto o all’esperienza.
“La vedo” dice chiaramente che Valerio è consapevole del trambusto psicofisico che sta vivendo, quello pregresso e quello attuale, il trauma rimosso in particolare. L’atto del “vedere” equivale all’attività razionale dell’istanza “Io” e alla consapevolezza derivata dal superamento delle “resistenze”, di quelle forze difensive finalizzate alla migliore sopravvivenza possibile, almeno fino a quando il serbatoio delle “rimozioni” ha spazio di riempimento e capacità di contenimento.
“Voglio recuperarla” conferma simbolicamente la disposizione e la decisione di Valerio a prendere coscienza del trauma o delle esperienze vissute in riguardo alla sessualità che non sono andate a buon fine nella sua formazione e non si sono composte nella sua “posizione fallico-narcisistica e genitale”. Magari un trauma intercorso nelle precedenti posizioni psichiche, la “orale” affettiva e “anale” o aggressiva, ha disturbato la successiva evoluzione della “libido”, energia vitale. Ribadisco che “recuperare” si traduce “di nuovo comincio e capto”.
“Ma non riesco a correre e a raggiungerla…” dice chiaramente della forza della “resistenza” e dell’intensità dell’angoscia che evoca un’eventuale riesumazione del trauma pregresso, attesta dell’incapacità di Valerio a prendere consapevolezza del rimosso. L’atto del “correre” è inibito, un vissuto drammatico che ricorre spessissimo in sogno.
Chi non ha mai sognato di non riuscire a correre e di essersi svegliato nell’atto di essere raggiunto e braccato?
Questa psicodinamica rispolvera l’angoscia collegata all’incapacità di reagire e alla punizione, alla riduzione della vitalità e alla colpa. L’inibizione si associa al ristagno psichico della colpa e alla necessaria espiazione. Viceversa, l’atto del “correre” è simbolicamente liberatorio dei pesi psico-gravitazionali e incentivante degli investimenti della “libido”: una vita vissuta alla grande tra godimento e appagamento.
“e un uccello, un merlo o un corvo, la prende e la appoggia sul cornicione della casa di un mio collega.”
Il quadro onirico si evidenzia e si precisa. Valerio sta vivendo una crisi della sua vita sessuale, qualora non si fosse capito prima. La “carta di credito”, il potere di affidamento alla donna da parte di Valerio non funziona adeguatamente. “Credito” deriva dal latino “credo” che si traduce “mi affido”. Nell’infanzia ci affidiamo necessariamente alla persona che ci nutre e che chiamiamo “mamma” alla francese. Nell’adolescenza iniziamo a imparare ad affidarci alla persona che ci attrae nel bene e nel male. Nella giovinezza ci disponiamo verso l’oggetto del nostro piacere in appagamento della “libido fallico-narcisistica e genitale”, le due componenti della nostra natura psicofisica erotica e procreativa. Valerio vive un conflitto psicofisico che si riverbera nella funzionalità del suo organo sessuale, ha un conto sospeso con se stesso e i suoi consimili, la maschilità e i maschi. Valerio è in competizione con gli altri maschi come strascico della “posizione edipica” e nello specifico della conflittualità con la figura paterna.
Avanti con la decodificazione discorsiva dei simboli.
“e un uccello, un merlo o un corvo,” sono chiaramente simboli fallici in versione generica, “l’uccello”, in versione ironica, il “merlo”, in versione aggressiva, il “corvo”. La funzione sessuale di Valerio è chiamata direttamente in causa. Degno di rilievo è la triplicazione dello stesso simbolo a testimonianza di una crisi d’organo, il pene.
“la prende e la appoggia sul cornicione”: una posizione di pericolo per la “carta di credito” nel becco di un uccello ironico e tosto, oltre che dispettoso. Valerio è in piena nevrosi d’organo con somatizzazione e disfunzione sessuale. Ripeto. Degna di nota è la triplicazione del simbolo: “carta di credito” o potere sessuale, “uccello” o fallo, “merlo” o “corvo” o versione ironica o aggressiva del pene. Il “cornicione” è in alto e ben visibile, così come l’uccello è molto dispettoso: processo psichico di difesa della “sublimazione”.
“della casa di un mio collega.” Valerio sublima la “libido fallico-narcisitica” e la attribuisce al suo “collega” e al suo patrimonio psicofisico. Esegue, inoltre, un’alienazione d’organo con invidia incorporata che attesta del suo “fantasma d’inadeguatezza”. Valerio è in crisi e sta vivendo un valido conflitto sessuale. L’altro, il “collega”, è più bravo di lui ed è oggetto del sentimento dell’invidia. Valerio ha ripescato la sua “posizione edipica” e, nello specifico, la conflittualità con il padre, è regredito all’infanzia e si è imbattuto nella competizione funesta con l’augusto genitore.
“Prendo una scala per recuperarla, ma il volatile se la riprende e la porta via.”
Valerio usa il processo di “sublimazione della libido” per affrontare questa crisi della sessualità, ma questa operazione difensiva non funziona perché il sistema neurovegetativo non si arrende e resiste al ritorno della normalità. L’uccello è dispettoso come la sessualità e non si comanda con un dito o con un gesto. La disfunzione sussiste e non recede perché la “sublimazione” non funziona.
Convergiamo sui simboli.
La traduzione dice che la “scala” è lo strumento del processo psichico di difesa dall’angoscia della “sublimazione della libido”, un’operazione normale e non eccezionale. Valerio usa la “scala” per salire, per “sublimare” e non per scendere, per il ritorno alla materia. Finché funziona, va tutto bene.
“Recuperarla” equivale a un desiderio di ripristino delle normali funzioni sessuali. Valerio tenta di immettersi nella materia vivente e di puntare su se stesso e sul proprio benessere psicofisico, piuttosto che di accontentarsi di un servizio di solidarietà verso il suo prossimo o di dedicare allo sport preferito le sue energie migliori. “Recuperare” equivale a “prendere di nuovo”.
“il volatile se la riprende”: Valerio ha alienato la sua “libido genitale” a una non meglio precisata forma di vita sessuale. Attesta di una diversa modalità, solipsistica, come se la mente si fosse staccata dal corpo, il desiderio dal membro. Valerio ha scelto una forma meccanica di isolamento erotico e narcisistico. In ogni caso Valerio ha scisso la sessualità dal suo corpo e dall’investimento della sua “libido”.
“e la porta via.” Un distacco e un allontanamento depressivi comportano la disfunzione sessuale che Valerio accetta con pacata rassegnazione. La terminologia simbolica è cruda e aspira a un senso di definitivo.
“Lo seguo con lo sguardo correndo e vedo che si posa sul ramo di un albero.”
Valerio tenta di parare i colpi e di riprendere le sue abilità psicofisiche, fa di tutto per non incorrere in un processo di perdita, ma è costretto a prendere coscienza di ciò che gli viene a mancare e che si perde, del tempo che inesorabile passa e dell’invecchiamento che imperterrito incombe. Averne consapevolezza è importante per poter accettare e assorbire al meglio queste perdite. Tenerle in considerazione offe la possibilità di commutare l’angoscia in dolore.
I simboli dicono della nostalgia e, per l’appunto, del dolore e si individuano in “lo seguo” e “vedo” per la consapevolezza, mentre il “ramo di un albero” serve al dispettoso e crudele uccello per posarsi secondo i dettami della logica consequenziale.
“A quel punto mi arrendo e la considero persa.”
Come volevasi dimostrare e come si supponeva in precedenza. “Mi arrendo” è una forma di accettazione basata sulla comprensione e sull’impossibilità di una reazione costruttiva e di un ripristino di quell’equilibrio psicofisico che è stato turbato e che comporta fatica a essere ripristinato. La conclusione depressiva dispiace, ma non impressiona dal momento che è associata costantemente alla presa di coscienza. Valerio “sa di sé” nel bene e nel male e questa consapevolezza è una mezza vittoria da associare alla mezza sconfitta inferta dall’ineffabile trascorrere del tempo.
PSICODINAMICA
Il sogno di Valerio sviluppa la psicodinamica depressiva della “caduta della libido” in un quadro di piena consapevolezza. Il protagonista manifesta il travaglio ponderato che ha vissuto e l’itinerario che ha seguito nell’accettazione della disfunzione sessuale che ha contraddistinto una fase del cammino della sua vita.
ISTANZE E POSIZIONI PSICHICHE
Il sogno di Valerio esibisce l’azione diretta delle seguenti istanze psichiche:
la consapevolezza vigilante e razionale, “Io”, si evidenzia in “mi giro” e in “la vedo” e in “voglio recuperarla” e in “seguo” e in “vedo” e in “mi arrendo” e in “considero persa”,
la spinta delle pulsioni psicofisiche, “Es”, si manifesta in “aver perso” e in “non riesco a correre e a raggiungerla”,
la censura morale e il senso del limite, “Super-Io”, è presente in “marciapiede”.
Il sogno di Valerio presenta le seguenti “posizioni psichiche”: la “fallico- narcisistica” in “carta di credito” e in “un uccello, un merlo o un corvo” e in “volatile”, la “genitale” in “carta di credito” e in “un uccello, un merlo o un corvo” e in “volatile”, la “edipica” in “casa di un mio collega”.
MECCANISMI E PROCESSI PSICHICI DI DIFESA
Il sogno di Valerio usa i seguenti meccanismi e processi psichici di difesa dall’angoscia: la “condensazione” in “marciapiede” e in “carta di credito” e in “uccello, un merlo o un corvo” e in “scala”, lo “spostamento” in “non riesco a correre” e in “cornicione” e in “casa del collega”, la “drammatizzazione” in “Mi giro, la vedo, voglio recuperarla, ma non riesco a correre e a raggiungerla…”, la “figurabilità” in “uccello, un merlo o un corvo”, la “rimozione” in “mi giro”, la “sublimazione” in “cornicione” e in “scala”, la “regressione” è supposta in “mi giro” oltre che nella funzione onirica tramite l’azione al posto del pensiero e l’allucinazione al posto dell’esercizio normale dei sensi.
ORGANIZZAZIONE PSICHICA REATTIVA
Il sogno di Valerio evidenzia un tratto “fallico-narcisistico” all’interno di una “organizzazione psichico reattiva genitale”. Il protagonista è giustamente preoccupato del suo conflitto e delle corrispondenti somatizzazioni in riguardo alla sua funzione sessuale che è vocata e disposta alla condivisione.
FIGURE RETORICHE
Il sogno di Valerio forma le seguenti figure retoriche: la “metafora” o relazione di somiglianza in “uccello” e in “scala”, la “metonimia” o relazione di senso logico in “carta di credito” e in “cornicione” e in “casa del collega”. Il quadro dipinto da Valerio in sogno è permeato di realismo anche in assenza della gazza ladra.
DIAGNOSI
La diagnosi dice di una disfunzione sessuale in riferimento privilegiato alla caduta depressiva della “libido” sostenuta da una buona consapevolezza.
PROGNOSI
La prognosi impone a Valerio di verificare la presa di coscienza in maniera che l’accettazione consapevole sia sempre suffragata dalla realtà dei fatti e non da convinzioni depressive.
RISCHIO PSICOPATOLOGICO
Il rischio psicopatologico si attesta in una recrudescenza nostalgica della perduta vitalità e in una caduta della “razionalizzazione” del quadro clinico.
GRADO DI PUREZZA ONIRICA
In base a quanto affermato nella decodificazione e in base al contenuto dei “fantasmi” e dei simboli, il grado di “purezza onirica” del sogno di Valerio è “4” secondo la scala che vuole “1” il massimo dell’ibridismo, “processo secondario>processo primario”, e “5” il massimo della purezza, “processo primario>processo secondario”.
Il simbolismo si coniuga con la narrazione e questa associazione ha consentito di desumere i tanti contenuti e la psicodinamica latente.
RESTO DIURNO
Il “resto diurno” del “resto notturno”, la causa scatenante del sogno di Valerio si attesta in una riflessione consapevole sulle difficoltà in atto.
QUALITA’ ONIRICA
La qualità del sogno di Valerio è “autoironica” senza alcun dubbio.
REM – NONREM
Il sogno di Valerio si è svolto nella terza fase del sonno REM alla luce del simbolismo e delle implicite emozioni.
Ricordo che nelle fasi REM il sonno è turbolento, mentre nelle fasi NONREM il sonno è profondo e catatonico ossia presenta una caduta del tono muscolare, senza movimenti e spasmi, senza agitazione psicomotoria. La memoria è presente nelle fasi agitate rispetto alle fasi di caduta muscolare e di sonno profondo dove è quasi assente.
FATTORE ALLUCINATORIO
Al di là delle normali allucinazioni oniriche Valerio esalta i seguenti sensi: la “vista” in “la vedo” e in “la prende” e in “l’appoggia” e in “lo seguo con lo sguardo” e in “vedo”, il “tatto” in “prendo una scala”. La coalizione dei sensi è presente in “non riesco a correre”.
GRADO DI ATTENDIBILITA’ E DI FALLACIA
Per sondare la soggettività di chi interpreta e l’oggettività di chi sogna, l’approssimazione o la verosimiglianza della decodificazione del sogno di Valerio, per valutare se l’interpretazione risente di forzature, stabilisco la prossimità all’oggettività scientifica o alla soggettività mistificatoria in una scala che va da “uno” a “cinque” e in cui 1 equivale all’oggettività auspicata e 5 denuncia una forzatura interpretativa verosimile. Tale valutazione è resa possibile dalla presenza di simboli chiari e forti e di psicodinamiche affermate ed esaurienti.
La decodificazione del sogno di Valerio, alla luce di quanto suddetto, ha un grado di attendibilità e di fallacia “2” a causa della chiara simbologia e della semplice psicodinamica.
DOMANDE & RISPOSTE
La lettrice anonima ha posto le seguenti domande dopo aver letto attentamente la decodificazione del sogno di Valerio.
Domanda
Nelle “Considerazioni” elencava i disturbi sessuali maschili. Per “par condicio” mi accenna quelli femminili?
Risposta
La “caduta della libido”, il “vaginismo”, la “dispareunia”, la “anorgasmia”, la “ninfomania” o “desiderio compulsivo”, la “fobia della sessualità”. Allargherò il quadro clinico e psicodinamico in un prossimo lavoro.
Domanda
Di cosa soffre effettivamente Valerio?
Risposta
Ha una “organizzazione psichica reattiva” depressiva, tendente alla perdita e alla gestione del lutto, per cui la sua sofferenza è indirizzata in questa direzione. La struttura è ben compensata da una chiara consapevolezza. Può vivere ancora cento anni di tranquillità e non di solitudine.
Domanda
E il problema sessuale?
Risposta
Quello è passeggero o è ben inserito e assorbito tra le offese del tempo. La cosa sorprendente è la consapevolezza di Valerio e anche l’accettazione alla maniera occidentale, “sapere di sé”, e non alla maniera araba, fatalismo.
Domanda
Della serie che lei sostiene.
Risposta
Quale?
Domanda
Basta la consapevolezza per stare bene.
Risposta
Sì! Vedo che hai capito molto bene.
Domanda
Ma non la seguo. Mi sembra troppo semplicistica la soluzione.
Risposta
Semplicistica? Tu non immagini quanta fatica si fa per un traguardo che non si raggiunge mai quale quello dell’auto-consapevolezza. Ricordati che si parte da Socrate, V° secolo “ante Cristum natum”, per tentare di realizzare il progetto antropologico del “conosci te stesso” con un metodo d’indagine scientifico: l’ironia e la maieutica.
Domanda
Se non si raggiunge mai, a cosa serve?
Risposta
E’ una continua tensione che viaggia secondo il “criterio del meglio”, “una corda tesa tra la scimmia e il superuomo”, avrebbe detto un filosofo quasi matto. E’ un progetto, tra i tanti, di vita, prima di essere una psicoterapia dell’angoscia esistenziale. E’ uno tra i tanti modi benefici di frastornarsi per continuare a vivere al meglio possibile nel momento dato e nell’economia psicofisica in atto.
Domanda
Cambio argomento. Mi spiega le “farfalline nello stomaco” o il “tuffo al cuore”?
Risposta
Sono un “mix” psicosomatico portentoso e migliore di qualsiasi composto alcolico e non. Si tratta della reazione isterica che viene prodotta in simultanea da una forte emozione d’attrazione. Tecnicamente è una “conversione isterica” che dispone al desiderio sessuale. E’ il classico segnale dell’interesse globale verso l’altro: innamoramento. E’ l’inizio di un progressivo “investimento di libido genitale” in superamento evolutivo della “libido narcisistica”.
Domanda
Quando vuole sa essere anche chiaro. Come mai l’educazione sessuale è “tabù” nella famiglia e nella scuola?
Risposta
Per la vergogna dei genitori e per le vergone dei padri e degli antenati si è costituito un “tabù” sul corpo birichino. Perché i genitori sono stati e sono sessualmente inibiti e hanno seguito la legge della “nutella”: la bisnonna la dava alla nonna, la nonna la dava alla mamma, la mamma la dà ai figli. Questa è la legge sociologica della trasmissione e della continuità del malessere. Speriamo che i figli non daranno la “nutella” ai loro figli e che la catena dei santi vergini e martiri si chiuda con questa generazione, ma la vedo dura alla luce di quel che succede in giro per il mondo a causa anche della repressione sessuale. Non vedi che quelli che soccorrono i poveri ne abusano con l’imposizione di una prestazione sessuale: preti, croce rossa, medici senza frontiere, organizzazioni non governative. Pazzesco! In cambio del pacco viveri chiedi la residua dignità di una persona in stato di grande dolore e disagio. Per quanto riguarda la scuola, è l’ultima ruota del carrozzone socio-politico e viene sempre alla fine. Abbiamo la migliore scuola elementare d’Europa, ma lo Stato investe molto poco nella formazione dei docenti e nell’aggiornamento dei programmi e delle materie. Per avere nel tempo un uomo migliore, metterei al giusto posto queste tre materie: l’educazione psicologica, l’educazione civica e l’educazione ecologica.
Domanda
E la religione?
Risposta
Ecco brava! E’ una lunga storia. Sorvoliamo, perché le alienazioni quando non sono creative, sono dannose.
Domanda
Ha detto che le donne sono sessualmente più complesse e delicate.
Domanda
A livello biologico la donna è più ricca del maschio, a livello psicologico altrettanto, a livello sessuale ha un vantaggio iniziale per la disposizione anatomica in quanto non necessita di erezione ma di lubrificazione. Di poi raggiunge apici psicosomatici, l’orgasmo, non comparabili all’effetto di una proficua eiaculazione. E cosa dire degli orologi biologici?
Domanda
Ha accennato al Subconscio e non ha parlato dell’Inconscio.
Risposta
L’Inconscio non esiste, è stato soltanto un’ipotesi di lavoro per i pionieri e per gli imbroglioni. Di tutto quello che non cade sotto l’azione della Coscienza non si può parlare semplicemente perché non esiste.
Domanda
E la fantasia e il sogno?
Risposta
Sono attività e prodotti psichici, così come il delirio, e rientrano nei normali ambiti d’indagine e di analisi, per cui se ne può scrivere e se ne deve parlare. L’Inconscio deve diventare cosciente. E allora che bisogno c’è dell’Inconscio? Basta un Subconscio da tradurre nei termini della consapevolezza.
RIFLESSIONI METODOLOGICHE
La musica leggera offre sul tema psichico “carta di credito e uccello dispettoso” una poesia di scuola narrativa-realistica, una composizione degna di un Franco Battiato alunno dell’istituto magistrale di Riposto, il paesino della Sicilia che gli ha dato i natali. Ma non basta, perché è anche coinvolta la fonte d’ispirazione, “la canzone dell’amore perduto” di Fabrizio De Andrè datata 1966.
Corre l’anno 1983 quando esce per la delizia dell’umano dolore “La stagione dell’amore”. Il riscontro è modesto perché nell’universo musicale del tempo dominano tanti testi banali, a dispetto dei lavori di pochi cantautori impegnati. Questa canzone si colloca in una via di mezzo perché associa parole semplici ad ampie armonie musicali. Si rileva nel testo un conflitto psicologico ed esistenziale, nonché letterario e filosofico, nell’ambiguo elogio del tempo che nel suo scorrere porta via l’amore e lascia dispettosamente il desiderio con tutti gli annessi struggenti. La nostalgia degli investimenti fatti e l’impossibilità di riviverli porta a “nuove possibilità per conoscersi” anche se “gli orizzonti perduti non ritornano mai.” Il dolore delle esperienze vissute si coniuga con l’angoscia della perdita. Non esiste possibilità di recupero del passato e di compensazione del “non vissuto”. Un altro entusiasmo viene escluso dalla panoramica del tempo presente. Franco Battiato è giovane ed è fresco di studi letterari latini e italiani, per cui condensare la lezione stoica ed epicurea del “carpe diem” di Quinto Orazio Flacco con il pessimismo individuale e cosmico di Giacomo Leopardi è un’operazione assolutamente naturale. Il risultato dice di un testo realistico e narrativo che non sente il bisogno di un ermetico procedere alla ricerca di una condivisione creativa con chi ascolta e rielabora. “La stagione dell’amore” è un racconto modesto e degno di un liceale che introduce una vena filosofica eclettica in un mondo musicale veramente leggero. La stoffa c’è e il ragazzo si farà o si rifarà.
Come accennavo all’inizio, l’ispirazione poggia su un brano famoso di Fabrizio De Andrè, pubblicato nel 1966, che s’intitola “La canzone dell’amore perduto”. Questo testo ha una semplicità lineare a riprova di un sentimento vissuto e trasferito nelle parole con l’ingenuità di un bambino innamorato della maestra. E’ privo del pessimismo esistenzialista di matrice leopardiana e dichiara un “fantasma di perdita” con l’ausilio della legge naturale di compensazione. Il contrasto metaforico tra “l’appassire le rose” e “l’amore che strappa i capelli” media e induce a continuare a vivere e ad amare anche se quell’emozione “è perduta ormai”. E allora? Allora ci si dispone a un nuovo investimento affettivo nella casualità dell’incontro e nella “traslazione” in una fortunata creatura, sintesi del nuovo che arriva e della nostalgia del “non vissuto”.
Che brutta bestia è l’amore e di quali alchimie è capace!
Il testo oscilla tra il narrativo e il metaforico, è pieno di simboli e di allegorie: “viole”, “rose, ”fiori appassiti al sole di un aprile ormai lontano”, “coprirai d’oro”. La complessità di un impianto breve e succoso dispone per una vena poetica di scuola neorealistica e popolare. La musicalità ampia avvolge lo scorrere lento, soltanto in “mano” e “lontano” ritmato, dei versi gettati in piena libertà espressiva.
Bollettino per i naviganti: leggere e ascoltare in simultanea, di poi gustare i video.
La stagione dell’amore
La stagione dell’amore viene e va,
i desideri non invecchiano quasi mai con l’età.
Se penso a come ho speso male il mio tempo che non tornerà,
non ritornerà più.
La stagione dell’amore viene e va,
all’improvviso, senza accorgerti, la vivrai,
ti sorprenderà.
Ne abbiamo avute di occasioni perdendole;
non rimpiangerle,
non rimpiangerle mai.
Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore.
Nuove possibilità per conoscersi
e gli orizzonti perduti non ritornano mai.
La stagione dell’amore tornerà
con le paure e le scommesse.
Questa volta quanto durerà?
Se penso a come ho speso male il mio tempo
che non tornerà, non ritornerà più.
Canzone dell’amore perduto
Ricordi sbocciavan le viole
con le nostre parole
“Non ci lasceremo mai, mai e poi mai”.
Vorrei dirti ora le stesse cose,
ma come fan presto,
amore,
ad appassire le rose.
Così per noi
l’amore che strappa i capelli è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po’ di tenerezza.
E quando ti troverai in mano
quei fiori appassiti al sole
di un aprile ormai lontano,
li rimpiangerai,
ma sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d’oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.
E sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d’oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.