“Caro dottor Vallone,
ho sognato di salire in montagna e d’incontrare una ragazza.
Improvvisamente mi si presenta il vuoto davanti.
Mi sveglio con tanta paura che mi succeda qualcosa di brutto.
Cosa vuol dire?
La ringrazio anticipatamente e la saluto,
Carmelo T.”
Carmelo è un tipo di poche parole, sogna in sintesi e con forte intensità emotiva. Potevo congedare Carmelo dicendogli che avevo pochi elementi per decodificare il suo brevissimo “resto notturno”, veramente un “resto”. E invece approfitto della richiesta di Carmelo per spiegare come i sogni sintetici sono i più vicini alla nostra verità psichica perché non sono viziati dalla difesa della retorica. E poi, il sogno “spaziale” di Carmelo appartiene a tutta l’umanità ed è fuori dal tempo, almeno nella versione “salire, il vuoto, la caduta.” Questo “resto notturno” appartiene all’uomo primitivo nella versione predatore e raccoglitore, all’uomo evoluto nella versione agricoltore e operaio, all’uomo intellettuale e tecnologico e sicuramente anche a un cane, mio amico, chiamato Ringo.
Ma perché?
Perché questo sogno tratta il tema della perdita, dell’abbandono, della solitudine, del distacco, della morte: il “fantasma della depressione”.
Procediamo con l’analisi dei simboli.
“Salire in montagna” attesta del processo psichico di difesa dall’angoscia della “sublimazione”. La “libido” è desessualizzata e viene investita su fini nobili e su obiettivi sociali o spirituali. La “montagna” contiene il senso del sacro e del mistero, va verso l’alto ed è vicina al divino. In quanto si scala comporta fatica e sofferenza, ma alla fine è gratificante questo distacco dal basso e dalla materia. Quest’ultima contiene il corpo e i suoi diritti, la “libido”, l’energia vitale che è il fondamento della Psiche. Carmelo ha qualche conflitto con il suo corpo e con la sua “libido” nello specifico e usa il processo di difesa della “sublimazione” per disimpegnarsi dalle sue difficoltà materiali e dai suoi conflitti psichici.
Si profila immediatamente l’oggetto del conflitto: “una ragazza”. Carmelo si porta in montagna l’universo femminile, il fior fiore della giovinezza, una ragazza non una donna, la primavera della bellezza e della procacità, in ogni caso un simbolo femminile che richiama la “libido genitale”, la sessualità.
“Improvvisamente mi si presenta il vuoto davanti.” Parole semplici e intensamente vissute! Incontra la ragazza e invece di godere al meglio di quest’incontro, Carmelo e il suo sogno non trovano di più opportuno che imbattersi nel “vuoto”, non il “vuoto” e basta, il “vuoto davanti”. Simbolicamente “davanti” condensa l’immediatezza psichica, il problema o il fantasma che occupa la dimensione psichica in quel preciso momento della vita. Carmelo sta vivendo il suo tratto depressivo incamerato nel primo anno di vita, ridestato ed esaltato da qualche evento nefasto della vita. Carmelo sta elaborando il “fantasma della perdita” e del distacco affettivo, il famigerato “fantasma di morte”. Carmelo è in piena crisi perché di fronte al femminile e alla femminilità reagisce con l’angoscia della perdita e della fine, con la caduta della vitalità e degli investimenti della “libido”.
“Mi sveglio con tanta paura che mi succeda qualcosa di brutto.”
Ecco che Carmelo richiama la superstizione per continuare il suo sogno nella veglia passando da un conflitto psichico a una disgrazia reale. Il sogno è stato sempre investito ed è tuttora ammantato di superstizione, ma quest’ultima è una difesa dal “sapere di sé” che ti può dare un prodotto psichico così personale come il sogno. Il “qualcosa di brutto”, caro Carmelo, si è già profilato: la caduta della libido genitale e l’angoscia della perdita.
“Cosa vuol dire?”
Carmelo teme, “mi sveglio con tanta paura”, d’invecchiare e di perdere la sua virilità, almeno quella potente, dal momento che il sogno non prospetta quella prepotente.
La prognosi impone a Carmelo di prendere coscienza della sua componente depressiva e di vivere al meglio la sua attualità psicofisica. Il sogno invita con le sue paure a vivere meglio il tempo presente e le sue possibilità. Carmelo deve ben calibrare la sua “libido genitale” e non farla tralignare nella “libido narcisistica” ossia deve vivere meglio l’universo femminile e affidarsi in maniera generosa alle donne.
Il rischio psicopatologico si attesta nel fomentare il maligno nucleo psichico emerso e nell’evoluzione infausta nella sindrome depressiva con la caduta della qualità della vita e della vitalità, oltre che delle relazioni.
Riflessioni metodologiche: che cos’è la depressione e come si manifesta in sogno. Il sogno di Carmelo è classico e universale. Cambia razza, cambia cultura, cambia latitudine, cambia prospettiva, cambia tutto quello che vuoi, ma la “caduta nel vuoto” o il “vuoto davanti” resta il classico simbolo della depressione o del tratto depressivo o della dimensione depressiva. Rientra nell’assoluta cosiddetta “normalità” avere incamerato un “fantasma di perdita”, un rudimento sensoriale e percettivo nei primi mersi di vita e durante il primo anno di vita: la “posizione depressiva” di Melania Klein, conseguente alla “posizione schizoparanoide”. Di poi, nel corso evolutivo della vita l’economia e la dinamica psichiche ridestano il nucleo depressivo per cui si è costretti a rielaborarlo e a razionalizzarlo. L’età matura impone la presa di coscienza dell’istanza depressiva e del fantasma collegato.
Ringrazio Carmelo per la sua meravigliosa sintesi di una sindrome pesante e pericolosa e non mi resta che ricambiare i saluti con immenso piacere.
Alla prossima e “ad maiora”!