“Annamaria sogna di trovarsi in bagno e di utilizzare il water.
Appena finito, si accorge di non aver sollevato il coperchio perché è sporco di feci.
Annamaria era sicura di averlo sollevato.
La sensazione è di stupore e di sporcizia.”
INTRODUZIONE
Il sogno di Annamaria esalta in termini chiari e perentori la classica psicodinamica della “fase anale”, una delicata e importantissima evoluzione psichica nell’investimento della “libido”, un momento chiave per la “organizzazione reattiva”, il cosiddetto carattere, e per la formazione della “posizione sadomasochistica”, posizione secondo la terminologia clinica della grande Melanie Klein. Quello di Annamaria è un sogno universale, un prodotto onirico che scatta in tutti gli umani nel momento in cui si ha a che fare con l’aggressività propria e altrui. Al di là delle differenze razziali, etniche e culturali, il rapporto con il corpo e con i bisogni intimi, come la funzione della defecazione e l’esercizio erotico della “libido anale”, riguarda tutta l’umanità. Trattasi di un “archetipo” vitale e funzionale. A tal proposito ricordo che da bambino mi aveva colpito il piccolo water o “cessetto” in ceramica bianca, venduto nelle bancarelle della mia città ai turisti improvvidi, dove campeggiava la seguente scritta: “saran potenti i papi, saran potenti i re, ma quando qui si siedono son tutti come me”. Ecco servito il trionfo della democrazia biologica e dell’uguaglianza funzionale: una profonda verità popolare degna di una saggezza antica.
RIFERIMENTI FILOSOFICI
Nella storia del pensiero filosofico in riguardo al corpo e ai suoi bisogni si sono presentati pensatori di spessore: un certo Epicuro con il suo “edonismo” ha posto la necessaria valutazione del corpo come campo di piacere in opposizione all’angoscia di morte, un certo Arthur Schopenhauer è partito dalla scoperta del corpo per concludere il suo “pessimismo cosmico” nella metafisica della “Volontà di vivere”, un certo Ludwig Feuerbach ha denunciato alla borghesia che “l’uomo è ciò che mangia” e che se si vuole un uomo migliore bisogna dargli un’alimentazione migliore grazie a un salario più congruo, un certo Karl Marx ha indicato l’importanza del corpo e delle funzioni vitali per arrivare alla denuncia della borghesia e del sistema capitalistico, tanti altri benefattori dell’umanità hanno speculato sulla materia umana e divina “corpo”. In Filosofia e in Cultura si chiama “edonismo o materialismo” la scuola o la corrente di pensiero che privilegia i diritti del corpo e soprattutto i bisogni del corpo, mentre in Psicologia e in Psicoanalisi il merito di avere aperto una finestra teorica e clinica sull’importanza del corpo va ascritto a Wilhelm Reich. Freud era partito dal “corpo isterico” e aveva elaborato la teoria sulle cause, “eziologia”, della nevrosi isterica e la teoria della “libido” con le varie fasi di evoluzione della stessa, (orale, anale, fallico-narcisista e genitale), ma aveva sempre mantenuto da pessimo ebreo un certo pudore verso la cosiddetta “materialità corporea”, al punto che nel tempo elaborò una “metapsicologia”, la metafisica della psicologia.
La “sublimazione” culturale religiosa è volata dal corpo all’anima e ha ostacolato il progresso scientifico e culturale per millenni. Il corpo è campo d’amore, oggetto sacro e mistico. Già nel Seicento il “diritto naturale” lo aveva eletto a oggetto giuridico proclamando il “diritto alla vita” e alla “conservazione della vita”, la “Specie”. In Oriente il Buddismo aveva investito di sacro amore il “Tutto Vivente”. Nonostante notevoli progressi, ancora oggi abbiamo difficoltà a ritenere che noi siamo il nostro “psicosoma”. Le sferzate dell’angoscia di morte ci portano alla consolazione di una speranza d’eternità e di una promessa di rinascita. La vita psicofisica è un “olon”, un “Tutto intero” chiamato “corpo vivente”. Pensare che tutto si attesti in questo “olon” sembra assurdo, ma porterebbe a vivere meglio l’intensità della “libido” senza sovrastrutture culturali e ideologiche. Il filosofo Carlo Michelstaedter prima di uccidersi aveva suggerito nella sua tesi di laurea di “vivere pensando che nulla in noi chiede di continuare a vivere”: vivere il presente senza ambizioni psichiche e prepotenze culturali.
IL SOGNO DI ANNAMARIA
Torniamo al sogno di Annamaria dopo questa digressione attinente al tema centrale del “corpo” e soprattutto dell’aggressività, della sua gradazione e della sua modulazione. Un chiarimento semplice è il seguente: la carica-pulsione aggressiva se esternata in eccesso si definisce “sadismo” e colpisce l’oggetto su cui è investita, se contratta in eccesso si definisce “masochismo” e si ritorce contro il soggetto che la vive. Si tratta di un “fantasma” che si struttura nel secondo anno di vita nell’esercizio degli investimenti della “libido” ed è definito “fantasma anale”. Esso contiene il vissuto in riguardo all’espulsione o al contenimento delle feci, all’”introiezione” o alla “proiezione” dell’aggressività.
Decodifichiamo i simboli del sogno di Annamaria.
Il “bagno” condensa la parte psichica intima e privata, interna alla “casa” che rappresenta la struttura o meglio l’organizzazione caratteriale in atto. Il “bagno” condensa l’appagamento della “libido”, l’erotismo, la sessualità e l’aggressività, nonché la purificazione dei sensi di colpa a quest’ultima collegati quando il “bagno”, per l’appunto, è sporco. Fondamentalmente il “bagno” abbraccia la dimensione personale, quel piccolo o grande mondo dei nostri segreti e delle nostre manie che da piccoli ci siamo sempre ripromessi di non dire a nessuno per paura della punizione o per paura di non essere capiti, una sfera intima e privata che poi inevitabilmente abbiamo comunicato alla mamma per poi accorgerci di essere stati traditi anche da lei. Il “bagno” è sempre un piccolo dramma per le sue ambivalenze e per il nostro bigottismo, dal momento che viviamo in una cultura che, come si diceva in precedenza, non valuta adeguatamente i diritti del corpo e addirittura li svaluta a favore di chissà quale altra dimensione irreale.
Il “water” è il simbolo elettivo del “sadomasochismo”, in quanto condensa la pulsione dello scarico benefico dell’aggressività nell’espulsione delle feci, “sado”, e del dolore collegato, “maso”, con senso finale di liberazione, pulsione importante anche per l’autonomia psichica, oltre che per l’autogestione dei bisogni e delle pulsioni, in primo luogo il controllo della propria aggressività. Il “water” condensa la “libido anale” con annessi e connessi sadomasochistici: l’espulsione liberatoria e la ritenzione dolorosa delle feci. Bisogna sempre considerare che la “libido anale”, dopo la “libido orale”, è una “posizione” preparatoria alla “libido genitale” ossia alla futura e matura vita erotica e vitalità sessuale.
Il “coperchio” è chiaramente una difesa dallo scarico dell’aggressività “sado” per imbrattarsi a privilegio dell’aggressività “maso”. Il “coperchio” è una difesa psichica dall’espletamento della “libido anale”. E il sogno ci dice anche il perché di questa posizione difensiva: “sporco di feci” ossia l’aggressività nelle sue varie forme, nello specifico “sado” e “maso”, è ammantata da senso di colpa. Le “feci” rappresentano simbolicamente lo strumento dell’aggressività.
“Sollevare il coperchio” attesta la caduta delle difese inutili e inopportune, oltre che la naturale esternazione della propria aggressività in una salutare liberazione della rabbia. Annamaria pensava di non avere difese nella gestione della propria aggressività e, invece, ha dovuto prendere atto della colpevolizzazione della sua carica aggressiva e del suo esercizio. Annamaria pensava di aver superato adeguatamente i blocchi legati all’esternazione della rabbia, ma invece è costretta a prendere atto che questa ristagna a causa dei sensi di colpa che inevitabilmente sopraggiungono ogni volta che si afferma e impone se stessa nei giusti e naturali modi.
“La sensazione è di stupore e di sporcizia.” Simbolicamente lo “stupore” condensa una caduta della vigilanza e della funzione razionale dell’”Io” a favore di uno stato emotivo crepuscolare, a favore del disimpegno delle pulsioni e dei vissuti dell’”Es”, l’istanza psichica profonda. Questa benefica alterazione della coscienza è anche una difesa dal cumulo delle esigenze che spesso si hanno a carico dell’”Io”. Ben venga lo “stupore” come un ritorno alla meraviglia in onore del nostro bambino dentro! Una continua vigilanza è di per se stessa una psiconevrosi da fobia di lasciarsi andare e comporta disturbi psicosomatici sia di natura sessuale e sia del sonno. La “sporcizia” è il senso di colpa che avvolge l’aggressività di Annamaria e la blocca nell’espressione delle sue più genuine energie e negli investimenti di “libido”.
Il sogno di Annamaria è una chiara prognosi a conferma di quanto il nostro sognare sia un’ancora di salvezza nei momenti più difficili della nostra vita perché ci dice la nostra verità psichica del momento. Annamaria, sognando, sta dicendo a se stessa di non colpevolizzare la sua aggressività, di esternarla liberamente senza ripensamenti e di non tirarsi indietro nelle prove della vita che le richiedono di essere “cazzuta” e incisiva, ma di cimentarsi con lena e sicurezza. Annamaria non deve trattenere le sue pulsioni organiche e psichiche per la maledetta colpa o per il benedetto pudore, ma deve vivere il suo corpo come il primo oggetto d’amore. Il sogno dice chiaramente che l’aggressività non sfogata si ritorce contro perché ristagna dentro e, dovendo uscire da qualche parte, si converte in disturbo psicosomatico e privilegia il sistema gastrointestinale. Questo è il rischio psicopatologico.
Riflessioni metodologiche: una disfunzione gravissima del “fantasma anale” è ben visibile, purtroppo, nei nostri giorni. Si tratta del fenomeno del “terrorismo” dove il “sadomasochismo” si esalta nel martirio e nell’omicidio, nella strage di se stessi e degli altri. Questo dramma individuale e sociale avviene, secondo la psicologia dinamica, quando un soggetto esalta il “fantasma anale” al punto di elaborare un delirio distruttivo. La “fase anale” degli investimenti della “libido”, cosi come i primi tre anni di vita, è determinante per lo sviluppo futuro delle “psicosi” e delle “sindromi deliranti”. Delicato è il progressivo passaggio dall’uso del “processo primario”, la “fantasia”, all’uso del “processo secondario”, la “logica”, un passaggio mai definitivo ed esaustivo. A seguito di quanto affermato, si evince che non può candidarsi all’esercito dei terroristi un soggetto che ha evoluto normalmente la sua “fase anale” e che ha maturato un’organizzazione psichica nella giusta modulazione. E’, purtroppo, vero che una predicazione e un monito suggestivo alla “guerra santa” possono trainare organizzazioni psichiche fortemente “anali” e con l’aggravante del “fantasma depressivo” a scatenare la strage di sé e degli altri. La “sublimazione” dell’angoscia depressiva di perdita si risolve nel martirio e nella strage. In sintesi, il fenomeno del “terrorismo” abbisogna di specifiche strutture psichiche che contengono la “posizione schizo-paranoide” e la “posizione depressiva” associate alla “posizione anale” con l’auge sadomasochistico. La “sublimazione” interviene sotto la spinta della suggestione religiosa a dare il via e la concretezza al mortifero delirio paranoico. Si è anche visto che le stragi possono essere indotte per istigazione visiva e verbale e possono attingere proseliti in tutto il mondo presso “organizzazioni psichiche borderline” del tipo in precedenza descritto.
La Psicologia della suggestione si dimostra molto pericolosa nell’indurre la ferocia e la morte, la guerra ferina di uno contro tanti. Sono dati di fatto, purtroppo, a cui bisogna dare maggiore importanza. A tal proposito è molto utile leggere o rileggere il testo di Freud “Psicologia delle masse e analisi dell’Io”, una ricerca profetica pubblicata nel 1921 prima dell’avvento dei sistemi politici di massa, il Fascismo, il Nazismo, il Comunismo.