L’APE BIRICCHINA

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“Ernesto sogna di trovarsi in montagna insieme al papà e nella casa della di lui compagna.

Mentre vanno a trovare un amico, Ernesto vede degli animali chiusi e un grosso alveare con delle api che girano attorno.

Un’ape gli va dentro l’orecchio destro ed Ernesto, per mandarla fuori, la spinge dentro l’orecchio e l’ape gli esce dal naso.”

 

Il sogno di Ernesto si snoda in maniera disimpegnata e snella secondo le coordinate psichiche di un adolescente in piena formazione e in decisa   evoluzione con gli investimenti della sua “libido”. Procediamo nell’interpretazione di questo simpatico “resto notturno”.

“…insieme al papà e nella casa della di lui compagna.”

Si evince che Ernesto è figlio di genitori separati: una situazione psichica particolarmente diffusa e difficile, alla quale i giovani figli sono costretti ad adattarsi sviluppando una buona dose di duttilità psicologica. Certamente essi maturano situazioni esistenziali diverse rispetto a quelli che vivono una normale situazione di famiglia intonsa. Sperimentano, inoltre, relazioni affettive più complesse con i genitori e con i fratelli. Soprattutto, il conflitto con i genitori si accentua quando subentra la nuova donna del padre o il nuovo uomo della madre. Viene fortemente sollecitata la “posizione edipica” già in corso e viene stimolato il sentimento della rivalità fraterna verso combinazioni psichiche più variegate e ambivalenti.

Ma questa situazione e questo conflitto non si presentano nel sogno di Ernesto.

“Ernesto sogna di trovarsi in montagna…”

La “montagna” richiama le grandi altezze e comporta simbolicamente il processo di difesa dall’angoscia della “sublimazione della libido”. Ma in questo caso la montagna richiama soltanto la realtà come cornice del sogno, perché in un adolescente in piena tempesta ormonale la “sublimazione” sarebbe inopportuna e non ci starebbe neanche bene con la “posizione edipica” che il nostro giovane protagonista sta vivendo.

Si può riaffermare che questo processo di difesa dall’angoscia, la “sublimazione”, non si presenta nel sogno di Ernesto.

“…casa della di lui compagna.”

La “casa” è simbolo della struttura psichica in atto e appartiene alla compagna del padre. Anche questo è il ricordo di un dato reale e non ha nessun rilievo psicodinamico o relazionale. Il rapporto, facile o difficile, con la personalità di questa donna e il vissuto in riguardo non sono richiamati nel sogno.

Si può riaffermare che questo rilievo relazionale non si presenta nel sogno di Ernesto.

E se si trattasse di gelosia per l’affetto che il padre riversa nella nuova donna?

Si può ancora riaffermare che questo struggente sentimento non si presenta nel sogno di Ernesto.

L’introduzione del sogno è soltanto descrittiva. Ernesto diligentemente  inquadra il luogo reale e il contesto relazionale dove poi scatenerà i suoi veri fantasmi in emergenza. Il sogno, quindi, non riguarda conflitti edipici traslati nella nuova donna del padre o pendenze erotiche e affettive con la madre o tanto meno rivalità feroci con un eventuale nuovo uomo della mamma o  sentimenti di rivalità fraterna. Ernesto si è ben adeguato a livello psichico alla situazione esistenziale e amministra bene la sua condizione di figlio di genitori separati dal momento che l’accenna ma non l’approfondisce. In ogni caso e “en passant” resta valida la regola che la rottura della convivenza familiare è opportuna qualora i figli siano costretti a vivere in un contesto traumatico di disagio e di violenza.

Ma allora, cosa contiene il sogno di Ernesto?

“Mentre vanno a trovare un amico, Ernesto vede degli animali chiusi…”

Descrittivo è ancora il “mentre vanno a trovare un amico”, ma importante è l’immagine “degli animali chiusi”. Si tratta di repressione degli istinti. La simbologia degli animali traduce le pulsioni neurovegetative, la “libido” nella sua valenza vitalistica involontaria, sessualità inclusa. Lo stato di reclusione aggrava la situazione in quanto significa repressione e inibizione. Ernesto è, come si diceva in precedenza, in piena adolescenza e il suo corpo si sta evolvendo nella forma e nel contenuto. Ernesto è in piena tempesta ormonale e, quindi la sua “libido” è in piena effervescenza. Il corpo si sviluppa, ma la psiche segue i suoi tempi, per cui presto la mente di un ragazzo albergherà in un corpo di uomo. Tale evoluzione organica è più traumatica nelle bambine, dal momento che gli attributi sessuali sono più evidenti e gli sconvolgimenti ormonali sono più massicci. Ernesto sta ben calibrando cosa succede nel suo corpo a livello neurovegetativo, come si sta evolvendo la sua “libido” e quali possono essere gli investimenti futuri. Dopo la “fase fallico-narcisistica” la “libido” di Ernesto si sta evolvendo nella “fase genitale” e allora deve ben inquadrare le novità psicofisiche che tale evoluzione comporta.

Il sogno dice che attualmente Ernesto vive male le sue pulsioni sessuali: “animali chiusi”. Tende a reprimere gli istinti, piuttosto che a prenderne coscienza e a favorirli. In questo processo di crescita deve essere rassicurato con un dialogo franco e schietto più dal padre che dalla madre, perché in tal modo si rafforza l’identificazione nel padre e l’identità al maschile e non si creano ambiguità edipiche e pudori specifici con la madre.  Ma non finisce qui il simpatico sogno di Ernesto. Adesso si arriva al “dunque”.

“…e un grosso alveare con delle api che girano attorno.” Si aggiungono le api in un grosso alveare. Gli insetti rappresentano simbolicamente gli spermatozoi e l’alveare condensa i testicoli. Ernesto problematizza la sua sessualità maschile e gli attributi connessi sotto la spinta delle pulsioni sessuali e di una necessaria educazione sessuale. Ernesto sente il suo corpo in evoluzione e avverte il trambusto che sta succedendo dentro di lui. La sua mente ha bisogno di sapere e la sua psiche ha bisogno di assimilare ciò che sta vivendo. L’educazione sessuale è importantissima e può essere anche la causa di questo benefico travaglio, perché adesso il sogno di Ernesto offre la simbologia del “coito” e della “fecondazione”. Non si può di certo dire che il sogno, inizialmente definito semplice e snello, di Ernesto non contenga la sua giusta “suspence” e la sua complessità.

“Un’ape gli va dentro l’orecchio destro…” si traduce: uno spermatozoo entra in un orifizio. Il buco dell’orecchio trasla l’orifizio vaginale. Il sogno rievoca simbolicamente il coito e la fecondazione. Ma perché l’orecchio destro e non quello sinistro che sarebbe stato simbolicamente più opportuno?  La “destra” condensa il maschile e il presente psichico in atto, oltre che l’esercizio della consapevolezza. La “sinistra condensa” il femminile e la pulsione neurovegetativa, oltre che la regressione crepuscolare della coscienza. Può darsi che Ernesto scelga casualmente l’orecchio destro al risveglio, ma nell’interpretazione bisogna attenersi ai simboli presenti nel racconto. Ricapitolando: Ernesto rielabora in sogno notizie che lo hanno particolarmente colpito nell’educazione sessuale. Si tratta d’informazioni allettanti e ambivalenti che da un lato Ernesto acquisisce e di cui dall’altro lato è turbato. Informazioni e notizie che destano in Ernesto una reazione di difesa sulla sessualità in generale, sulla funzione penetrativa del pene e sulla funzione genitale dello sperma. Un complesso di notizie sulla sessualità che deve ben digerire e che l’ha colpito perché le vive proprio nel suo corpo. Aggiungo che il meccanismo di difesa della “rimozione” sul materiale non gestibile dalla coscienza dell’adolescente può ripresentare in sogno e in forma traslata il materiale psichico in questione.

Completiamo il quadro onirico e confermiamo la psicodinamica implicita.

“…per mandarla fuori, la spinge dentro l’orecchio e l’ape gli esce dal naso.”

Penetrazione ed espulsione: l’ape esce dal naso, simbolo del pene. Il sogno di Ernesto precisa che si tratta della penetrazione, dello sperma e del membro. Si sta conoscendo a livello sessuale sotto la spinta ormonale della pubertà. Trattasi di un sogno propedeutico alla vita sessuale futura e genitale.

Ernesto sta crescendo e ha sognato il suo travaglio psicofisico nei vissuti più sottili di un adolescente.

La prognosi impone a Ernesto di rassicurarsi sull’evoluzione psicofisica e in riguardo al suo corpo e alle sue funzioni. In questo viaggio deve essere sostenuto dalla figura paterna in particolare e dalla figura materna specie sul versante affettivo con l’altro sesso, l’innamoramento.

Il rischio psicopatologico si attesta in un blocco regressivo degli investimenti della “libido” e in inibizioni della vita sessuale.

Riflessioni metodologiche: ho voluto sottolineare qualche elemento sulla psicologia dei figli dei genitori separati alla luce delle statistiche che vedono in forte aumento, da dieci anni a questa parte, i divorzi. Si dice che non c’è disposizione nei genitori a voler risolvere i conflitti relazionali e che si ricorre con facilità alla soluzione più facile che è la separazione. Si dice…, ma è anche vero che poche coppie fanno ricorso a una “psicoterapia”. E’ assolutamente vero che le separazioni spesso avvengono per adulterio, a conferma che l’uomo, maschio e femmina, è un animale poligamo e non monogamo e che la maturità sessuale è un traguardo ipotetico. Nella coppia la separazione è più spedita, ma quando ci sono i figli il discorso non è poi così libero e consequenziale. Ed è giusto che sia così, giusto che i genitori riflettano sulle loro debolezze evolutive o involutive e sui loro disagi, prima di mettere a repentaglio le varie bontà di una sana famiglia. La “psicoterapia della coppia”, pur essendo di poco spessore analiticamente parlando, è molto efficace e quanto meno aiuta a separarsi bene con una migliore consapevolezza e a disporre il miglior mondo futuro possibile per i figli. La responsabilità di un disagio di coppia è da dividere a metà, ma è anche vero che la coppia è esercizio psichico in due all’interno di un’evoluzione psichica personale, un esercizio che avviene sempre in un presente psichico in atto. Non è facile stare in coppia, ma i figli vogliono la famiglia una volta che l’hanno conosciuta. Compresi noi, se ben ci pensiamo, abbiamo gradito la famiglia e abbiamo anche pensato dietro la pulsione edipica di sbarazzarci del padre o della madre per le nostre pretese espansionistiche. Ma dopo ci siamo ricreduti e abbiamo fatto di tutto per innamorarci e per convolare a giuste nozze desiderando figli, tanti bambini e tante bambine. E la storia continua…

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